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14-06-2004, 17.05.21 | #55 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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io eviterei di entrare in questo ambito perche`, oltre all'uscir dal tema, non mi sembra necessario.
ad esempio: percepisco qualcosa (che nel nostro linguaggio chiamiamo penna) e gli diamo il nome 'penna'. cosa sia l'oggetto non ci interessa a tali scopi. ciao |
14-06-2004, 20.37.46 | #58 |
Ospite
Data registrazione: 07-06-2004
Messaggi: 10
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Remo Bodei scrive in "Forme dell'individuo moderno": l'individuum è tale se dividuum e viceversa.
Con questo credo egli intendesse: un uomo è un individuo ideale se si "divide", si autoesamina, riflette su se stesso, si introspettiva, va via dalla sua persona (come siamo apparentemente) per approdare al suo io (cosa siamo veramente). A tal proposito bisognerebbe anche mettersi d'accordo su che cosa sia e quale sia la natura dell'io. E' evidente che l'io cartesiano non è quello fichtiano e che questo non è quello stirneriano. O se invece non sia solo una vuota paroletta alle quale ci siamo così affezionati perché in genere la anteponiamo quando vogliamo parlare (e anche scrivere). Credo che poi l'uomo delle origini non avesse fatto un assegnazione di tipo logico-matematico alle parole. Acqua è diventata acqua perché l'acqua quando scorre fa un certo rumore. Per un bimbo appena nato (come l'uomo delle origini), un cane è bau-bau. Quello che mi inquieta è perchè negli alfabeti indoeropei la a è messa sempre in cima alla serie delle lettere e via di seguito sempre le stesse b, c eccetera? |
14-06-2004, 21.04.40 | #59 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
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x Caspar
Ho gia' accenato qualcosa del genere in un mio precedente post: sulla differenza tra dentro e fuori. Ti ringrazio per averlo potuto spiegare molto meglio.
Se ti interessa qualche informazione generale sulla creazione dell'alfabeto:http://www.alfabeti.org/analogico4.htm Ciao |