ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
12-06-2004, 11.46.30 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
|
Citazione:
Hai pienamente ragione; non credo che si possa porre una questine sulla scelta tra essere persona o individuo in quanto ciascuno di noi è sia l'uno che l'altro. L'unico dubbio poteva essere nell'individuazione della differenza tra i due termini per capire attraverso cosa ci realizziamo in essi. Quindi.... come dici tu, la risposta andava cercata nella linguistica. ciao |
|
12-06-2004, 13.22.24 | #44 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 171
|
Dal punto di vista della psicologia sono individuo e persona diverso e dipende del rapporto fra individualità e communità/società.
Nella teoria di C.G. Jung per esempio l’individuo è in relazione con il vero Sè. Per la persona Jung ha anche usato le maschere, spesso non si ha solo una maschera. Lo dipende sempre della situazione: lavoro, famiglia, amici ... Il problema è, che si può perdere se stesso dopo tutte le maschere o fondere insieme con una maschera e poi non si può sentirsi stesso più. Certo nessuno può vivere senza “persona” (nel senso della teoria di Jung), però per non perdere se stesso è importante, che la persona sempre corrisponde con il vero Sè, con l’individuo. |
14-06-2004, 08.57.31 | #45 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
|
!!!
Linguistico o filosofico! Ma non potrebbero essere connessi i due problemi? Quando un problema è esclusivamente filosofico? In fondo i nomi non vengono attribuiti a caso. C’è un motivo sostanziale per cui quell’oggetto si chiama X e non Y? La ricerca etimologica esaurisce il suo compito laddove riesce a risalire alle più antiche origini del nome, ma si può indagare sul significato mentale, psicologico del nome stesso, o meglio dell’attribuzione del nome a un oggetto. Se, come afferma neman1, la parola “individuo” ha una qualche relazione con la divinità, evidentemente questo fatto ha una portata più profonda, più psicologica, denota una rappresentazione del mondo e dell’uomo che, nonostante le sue mille sfaccettature, concepisce un’unità di fondo che nasce dal fatto di sentirsi parte del tutto, quel tutto al quale in fondo resta legato, indiviso. Non si tratta esclusivamente di un significato “esteriore”; è la parola che attribuisce un senso alle cose partendo da una certa concezione del mondo; è un risalire ad una mentalità, ad una intimità attraverso la cui proiezione l’uomo costruisce il mondo esterno affermando il suo mondo interiore. Nell’antichità dare il nome alle cose significa dominarle. In questo senso il problema diventa anche filosofico.
|
14-06-2004, 10.14.21 | #46 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
|
La traduzione classica stabilita': "Individuus" = Non divisibile,che viene da "atomos" in greco dove "a" sta per "assenza" + "tomos" che sta per recidere, tagliare e veniva usata per la materia individuata ed indivisibile. Quindi una particella piccolissima, questo Individuo. Sappiamo che l'atomo fu per molto tempo considerato la particella piu piccola conosciuta, tuttavia scopriamo che anche l'atomo contiene particelle ancora piu piccole, e forse ne scopriremmo altre. Pero' rimane ancora aperta la domanda: Dividere da chi o che cosa per renderlo piu indivisibile? E siccome la parola contiene anche la radice Iranica: Div (avevo sbagliato a scrivere indoeuropea, scusate) ecco, un'altra interpretazione verticale. Inoltre, c'e'chi sostiene che la parola Individuo abbia avuto origine solo nel '800 , nei circuiti controrivoluzionari. Anche i linguisti non riescono a mettersi d'accordo. Concordo con Agora: c'entrerebbe anche la psicologia in questo contesto ma non in maniera totale. Direi che prima bisognerebbe stabilire il significato della parola.Ciao
|
14-06-2004, 11.22.54 | #47 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
|
Re: !!!
Citazione:
su questa affermazione non posso esser daccordo con te. se io penso ad una precisa cosa, e poi le do un nome, poniamo X, non ho fatto praticamente nulla. ogni persona e` legittimata a collegare a quell'oggetto un altro nome, poniamo Y, oppure, al contrario, collegare al nome X un altro oggetto. dobbiamo metterci daccordo sui collegamenti oggetto-segno per colloquiare, ma tale legame e` totalmente arbitrario. in sintesi: se io dico che 'persona' e` una cosa e tu dici che e' un'altra, abbiamo ragione entrambi, e` solo che pensiamo a due cose differenti quanto diciamo 'persona'. ciao |
|
14-06-2004, 12.51.58 | #48 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
|
!!!
X epicurus
Probabilmente nelle culture antiche la parola aveva un legame più intimo con l’oggetto. Se dico “atomo” riferendomi a qualcosa (anche ideale) non è che non ho detto niente; intendo identificare proprio “quella” cosa, e non posso chiamarla altrimenti, in modo arbitrario. La parola in questo caso rappresenta l’oggetto e gli conferisce un significato specifico. Non sono propenso a credere in una arbitrarietà originaria. Forse col tempo questo legame si è un po’ “allentato”, tanto che per trovare il significato originale di una parola bisogna risalire alle lingue cosiddette morte (ma vivono all’interno delle parole moderne). Se riprendiamo la parola “individuo” e l’associamo a qualcosa di divino (d’accordo o meno che si possa essere), allora non vedo nessuna arbitrarietà in questa connessione; l’uomo ha voluto esprimere proprio questo concetto. Forse inizialmente le parole potevano essere voci onomatopeiche, allora anche in questo caso i suoni “imitavano” la cosa stessa e avevano con quest’ultima una stretta connessione. Nella lingua inglese molti vocaboli sono di questo tipo, ma se anziché dire “roar” per significare il ruggito del leone, dico “bang”, commetto un’azione arbitraria senza alcun senso, perché la parola, il suono, non rende il significato della cosa. Per fare un’analogia, anche le danze tribali sono “imitative”, emulano la pioggia, il raccolto, il passaggio nell’aldilà, ecc. Col tempo la danza si è evoluta ed ha assunto forme diverse. Analogamente si è evoluta la parola, perdendo il legame originario con l’oggetto. |
14-06-2004, 12.58.44 | #49 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-05-2004
Messaggi: 76
|
Re: Re: !!!
Citazione:
cosa rimane della cosa, una volta che gli hai sottratto ogni tipo di significato?c'è una cosa al di là del significato che noi gli diamo? e se qualcosa c'è che cos'è?e se questo qualcosa altro esiste come lo comprendiamo se non con le parole? Basta inventare una parola per inventare una cosa. |
|
14-06-2004, 13.33.23 | #50 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
|
x Agora
non posso proprio condividere certe tue affermazioni.
d'altro canto se chiamassi una penna 'pantofola' e rendessi tale convenzione distribuita nel mondo, cio` funzionerebbe. sono daccordo che il nome di qualcosa si e` formato con un lento processo storico, ma quello che dico io e` che se si mette daccordo, si puo` dare nomi arbitrari a degli oggetti. nella realta` accadono cosa analoghe a queste: discuto una giornata su cosa intendo io per 'amore' con un mio amico, poi ci accorgiamo che pensiamo due cose differenti e che usiamo lo stesso segno: quindi e` solo un problema linguistico. basta mettersi daccordo... ciao |