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24-10-2015, 11.03.34 | #2 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
Sono perfettamente d' accordo con quanto qui sostenuto (io stesso ho più volte energicamente affermato più o meno bene e con maggiore o minore chiarezza tesi del tutto simili in questo forum). Se mi si concede un certo narcisismo popongo un mio articolo in proposito: http://www.campoantimperialista.it/i...-cat&Itemid=24. Personalmente (e in proposito dubito molto che Elsire -oltre a tanti altri frequentatori del forum- sia d' accordo) avrei una spiegazione del fatto che, malgrado i progressi "puramente teorici" della scienza in questo come in molti altri campi, permangano e magari in certi periodi storici si rafforzino interpretazioni errate come il "darwinismo sociale" (ma anche le più becere e irrazionalistiche supertizioni); si tratta della spiegazione "materialistica storica" sintetizzabile nell' aforisma secondo cui in ogni epoca le idee dominanti tendono ad essere le idee delle classi dominanti (ma Elsire, che ha un ingegno brillante, probabilmente se lo aspettava). |
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26-10-2015, 09.34.34 | #10 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
L'evoluzione però, per quanto possa essere confermata, non la considero un fatto, i fatti (nel senso di dati fenomenologici) stanno semmai nelle diverse forme in cui appaiono gli esseri viventi nei diversi tempi e luoghi e in relazione ai diversi contesti in cui si vengono a trovare, mentre la teoria evolutiva è un'interpretazione di questi fatti, o meglio, un modello, una mappa che, come ogni modello o mappa, risente anch'essa dei contesti sociali e culturali in cui viene tracciata (dunque, in quanto interpretazione, anch'essa è in evoluzione, a differenza dei fatti che, come i fossili dei trilobiti ormai non evolvono più e restano per sempre quelli). I modelli non sono mai semplicemente oggettivi, ma, essendo modelli di significato e non di puri oggetti, risentono dei contesti di senso. I modelli, da un punto di vista scientifico (in questo caso misurante secondo calcolo), sono verificati o falsificati in base a quello che effettivamente prevedono, ma cosa può prevedere la teoria evolutiva di riscontrabile? Sulla base del suo modello possiamo prevedere come si sarà trasformato un coniglio tra mille secoli? Quale previsione ha senso? Possiamo costruire una storia del passato del coniglio, questo sì, ma come giustamente ha osservato Popper, la storia non è mai verificabile nel senso scientifico del termine, la storia (e soprattutto una storia vecchia di centinaia di milioni di anni) è sempre una storia indiziale, basata su interpretazioni; un po' come unire i puntini per ricostruire una figura, ma il senso del tratto con cui li si unisce dipende comunque da una raffigurazione a priori di quello che si va tentando di delineare, è più i puntini sono radi più la pre interpretazione è importante. Qual è dunque il senso della teoria darwiniana? Una cosa strana è che Darwin (il padre dell'evoluzionismo) nei suoi scritti, non usò quasi mai la parola "evoluzione" (solo un paio di volte) e il motivo lo spiega nelle sue lettere: temeva di venire frainteso, temeva (come poi è effettivamente accaduto) che quella parola finisse con l'implicare l'idea di un processo progressivo, finalizzato al risultato di una forma migliore (guarda caso, quella performance competitiva che, per l'evoluzionista sociale, dovrebbe essere proprio la natura oggettiva a pretendere). Il progetto di Darwin, la sua visione, era invece quella di poter spiegare il fatto della diversità delle forme viventi su una base assolutamente non finalistica, un meccanismo che non ha alcun fine, che trova in se stesso la sua unica ragione, la natura vista proprio come una... tautologia. Intuire il completo meccanicismo autoreferente della natura era più facile nell'epoca in cui prendeva inizio l'automazione industriale. La natura come macchina poteva poi esprimere un meccanicismo a cui, proprio per la sua mancanza di fine, l'essere umano che invece vive di finalità, avrebbe potuto dare tutti i fini che voleva, grazie a quella tecnologia che poi si sarebbe chiamata "ingegneria genetica" (quella sì verificabile, purtroppo) e il cui fine sarebbe stato eugenetico (ahimè). Con questo non dubito che Darwin sia stato una persona del tutto encomiabile e animato dai migliori propositi di conoscenza e le sue capacità osservative e interpretative restano strabilianti. |
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