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29-10-2015, 08.33.21 | #32 | |||||||
Nuovo ospite
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Citazione:
CONFESSO DI NON AVER CAPITO NIENTE! Sigh! :-( Vuoi forse dire, con il tuo "tecnicissimo" discorso, che, normalmente, l'ambiente seleziona positivamente gli esemplari meno adatti ad esso, mentre elimina quelli più adatti? Cioè, che, in genere, chi è più idoneo a sopravvivere in un certo ambiente, tende ad estinguirsi, perchè viene soppiantato da chi a tale ambiente è meno idoneo? Se il tuo "tecnicissimo" discorso vuol dire questo, NON CI CREDO AFFATTO, perchè l'esperienza mi dimostra manifestamente il contrario. Se, invece, il tuo "tecnicissimo" discorso vuol dire un'altra cosa, la ritengo irrilevante ai fini della nostra discussione, in quanto non pertinente. Citazione:
Se è come dici, visto che le "specie" del "genere" "HOMO" sono risultate essere circa una trentina (solo dai fossili ritrovati, ma, probabilmente, sono state molte di più), come mai ne è rimasta una sola, cioè, l'"homo sapiens"? A parte le specie "brocche", piazzatesi nelle ultime tre posizioni, che fine hanno fatto le altre 27? A quanto pare, evidentemente, la selezione naturale le ha fatte estinguere TUTTE per "salvare" solo l'unica "eccellentemente adattata" dal cervello più performante: l'"homo sapiens" (1). NOTE (1) Non dico "più grosso", perchè, sembra, quanto a dimensione, il Neanderthal ci batteva ai punti. Citazione:
Il termine“pressione selettiva”, non sottintende affatto un’ eccessiva enfatizzazione della selezione naturale nell’ evoluzione biologica (quella sociobiologica la ripudio proprio). Come già ho detto, infatti, la “pressione selettiva” è quella che produce la "selezione naturale"; l'una è causa dell'altra, senza alcun sottinteso senso enfatizzatorio. Così come -per dire-la gestazione sta al parto. Citazione:
Il socialdarwinismo non scaturisce nè da concezioni “fondamentaliste della selezione naturale”, nè da concezioni “ NON fondamentaliste della selezione naturale”...ma è semplicemente un improprio travisamento della teoria. Anzi, come ho già detto, la "selezione naturale" (fondamentalista o meno che sia) comporta conseguenze OPPOSTE, a quelle del socialdarwinismo; così come ho cercato di dimostrare nel mio primo intervento, e nei successivi. Citazione:
*** Al riguardo, ho espresso la mia posizione nella discussione da me appena aperta, intitolata FILOSOFIA ETICA DELLA ECONOMIA E DELLA FINANZA. *** Citazione:
Sottoscrivo, parola per parola! *** Citazione:
Condivido in pieno tutto quello che scrive Sgiombo, anche se non capisco molto bene la conclusione, e, cioè, che la selezione naturale elimina ciò che funziona troppo male per salvaguardare ciò che funziona abbastanza, "sufficientemente" -e non necessariamente "eccellentemente" bene". A parte la forma e gli avverbi, infatti, non colgo molto la sostanziale differenza. Ma forse, sia io che Sgiombo, dovremmo, usare avverbi "relativi", e non "assoluti", per risultare completamente chiari. Nel senso, cioè, che dovremmo dire: "La selezione naturale, "agendo in negativo" elimina ciò che funziona PEGGIO, e, quindi, di conseguenza, "agendo in positivo" salvaguarda quello che funziona MEGLIO." Vale a dire che, selettivamente, non vengono "premiati" gli esemplari "eccellenti" (in senso assoluto), ma solo quelli "migliori" degli altri; in senso relativo. Beninteso, il termine "migliore" non va inteso "valoristicamente", ma nel senso puramente asettico di esemplare "più adatto" allo specifico ambiente (per cui, ai nostri occhi, può benissimo apparire "brutto e cattivo"). Viceversa, il termine "peggiore" non va neanche esso inteso in senso "valoristico", bensì nel senso puramente asettico di esemplare "meno adatto" allo specifico ambiente (per cui, ai nostri occhi, può benissimo apparire "bello e buono"). ERGO, modificandosi drasticamente un determinato ambiente (habitat), quelli che erano gli esemplari "migliori", possono diventare i "peggiori"...e viceversa. Come appunto, accadde alla (sin qui fin troppo nominata) Biston Betularia...che da bianca diventò nera, a causa dei fumi di carbone che annerivano le cortecce delle betulle, e poi da nera tornò ad essere bianca, quando si smise di usare il carbone. Caso, questo, che uso a meri fini esemplificatori, ma che, in effetti, calza in modo un po' relativo; sorvolo, per brevità, sul perchè...anche onde evitare che alla Betularia comincino a fischiare le orecchie (ammesso che la selezione naturale gliele abbia concesse). |
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29-10-2015, 12.57.12 | #33 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
Perfettamente d' accordo (fra l' altro Teilhard de Chardin é uno dei bersagli polemici del mio amato Stephen Jay Gould). Quel che é preoccuopante é che la limiatata intelligenza umana rischia di portare "cronicamente" la nostra specie, insieme a tante altre, all' estinzione "prematura e di sua propria mano" (se non riuscirà a portare al superamento degli attuali assetti sociali cpitalistici dominanti che inevitabilmente "per la loro natura oggettiva" spingono a una crescita illimitata di produzioni e consumi in un ambiente -realisticamente e non fantascientificamente praticabile dall' uomo- limitato e dunque ad una sempre più catastrofica dissipazione delle risorse naturali e condizioni fisiche-chimiche-climatiche-ecologiche necessarie alla nostra sopravvivenza). Estinzione che potrebbe certo anche avvenire "acutamente" per uina guerra nucleare. In entranbi i deprecabilissimi casi la vita, seppur rovinosamente decimata dalla limitata intelligenza e (capitalisticamente) illimitata ingordigia umana continuerà ad evolversi e a diversificarsi fino all' inevitabile, "fisiologioco" (naturale) venir meno delle condizioni fisiche necessarie al suo persistere ed evolversi: non si sarebbe morte se non ci fosse vita, come non ci sarebbe vita se non ci fosse morte!. |
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29-10-2015, 19.54.10 | #34 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
No, queste sono solo castronerie. Io ho cercato di spiegare in due parole una questione probabilmente troppo difficile per chi non ha sufficienti conoscenze biologiche di base. Non potendo fare qui un “breve corso” (vista la tua età e i tuoi trascorsi questo concetto ti farà rabbrividire, lo so!) di genetica ribadisco semplicemente che la questione dominanza/recessività dei geni (delle varianti reciprocamente alternative di singoli geni che sono dette “alleli”) è un concetto mendeliano che riguarda i diversi possibili rapporti fra genoma e “fenotipo” (aspetto, morfologico o funzionale-comportamentale rilevabile sensibilmente, macroscopicamente dell’ organismo); è una questione di “genetica pura”, per così dire, cioè considerata astrattamente dal resto della biologia e in particolare dall’ evoluzione della vita (non é propriamente un aspetto o fattore della selezione naturale, anche se ovviamente in essa é coinvolto). Per esempio chi ha occhi azzurri è sicuramente omozigote (cioè i suoi alleli -uno per ciascun cromosoma: quello materno e quello paterno- della coppia che li porta) del colore degli occhi sono entrambi “azzurro”, in quanto l’ allele “azzurro" è recessivo, mentre l' alelle “scuro” è dominante. Il che significa che gli eterozigoti (quelli che hanno ricevuto da un genitore l’ allele “azzurro” e dall’ altro l’ allele “scuro” del gene del colore degli occhi -semplifico pazzescamente perché il colore degli occhi non dipende solo da un unico gene-) presentano fenotipicamente gli occhi scuri (dominanza dell’ allele “scuro” su quello “azzurro”); fra i loro discendenti potranno però ricomparire fenotipi “occhi azzurri” -con probabilità ben definite e calcolate da Mendel- nel caso l’ altro genitore presentasse un’ allele “azzurro”, potendo avere fenotipicamente sia occhi azzurri -omozigote per l’ allele “azzurro”-, sia occhi scuri -eterozogote: allele “scuro" che domina e allele ”azzurro" che non si manifesta): per questo anche prima della cosiddetta “prova del DNA” un marito con occhi azzurri di una moglie pure con gli occhi azzurri poteva tranquillamente lucidarsi per bene le sue corna se il suo presunto figlio aveva occhi neri, mentre lo stesso non si poteva dire (non con la stessa tranquilla certezza) di un marito con gli occhi neri di una moglie con gli occhi neri che avesse partorito un figlio con gli occhi azzurri: potevano entrambi essere eterozigoti e dunque poteva esistere un 25% di probabilità di generare un figlio omoziogote recessvo (entrambi gli alleli “azzurro”) con fenotipo occhi azzurri. Per la cronaca: io, mia moglie e mio figlio abbiamo tutti gli occhi azzurri; pur restando comunque vero che (salvo l' esame del DNA) "pater semper certus, mater numquam", lo trovo alquanto confortante... La selezione naturale agisce (anche, non solo!) sul genoma indipendentemente dal carattere recessivo o dominante delle diverse versioni (“alleli”) di un determinato gene. Ma poiché le mutazioni sono di gran lunga più frequentemente non-adattative che adattative, è più facile per un allele prodotto da mutazione che sia recessivo rispetto all’ “originale da cui è derivato” (e dunque che nella prima generazione eterozigote non si manifesta fenotipicamente, danneggiando gli individui che lo portano) essere conservato per così dire “in barba alla selezione naturale” per poi magari diffondersi e manifestarsi (fenotipicamente negli omozigoti) in seguito a mutamenti ambientali che lo rendano maggiormente adattativo, piuttosto che per un allele mutante che sia dominante (il carattere che codificherebbe si manifesterebbe in tutti i discendenti eterozigoti della prima generazione mettendone a serio repentaglio la sopravvivenza fino all’ età riproduttiva e dunque la conservazione di tale gene “in attesa di tempi migliori” nella specie. Ho fatto uno sforzo di sintesi cercando di semplificare il più possibile le cose ma restando breve (di destreggiarmi tra Scilla e Cariddi). A te uno sforzo di “decifrazione”. Comunque penso che cercando su Wickipedia o più generalmente in Google “leggi di Mendel” troverai spiegazioni più semplici e migliori. (Non é pertinente la discussione , ma per me è la doverosa correzione di un errore; per te -avvocato-, che ovviamente non hai la mia stessa conoscenza professionale della questione -medico-, credo modestamente possa costituire l' acquisizione di nozioni utili e interessanti). Ultima modifica di sgiombo : 29-10-2015 alle ore 21.52.30. |
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29-10-2015, 20.03.41 | #35 | ||||
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
Tutte le altre sono comparse, si sono sviluppate e si sono estinte, come è naturale che accada a tutte specie, homo sapiens compreso. C’ è chi vive più a lungo, chi meno, sia fra gli individui, sia fra le specie. E poiché tutte le specie, anche le più meravigliosamente adattate, si estinguono prima o poi, l’ estinzione non può essere considerata dimostrazione che la selezione naturale agisce “in positivo” alla maniera della selezione artificiale degli allevatori. Citazione:
L’ ho capito, e credo che su questa questione che mi pare puramente semantica (cioè relativa a convenzioni linguistiche) ci siamo intesi. Infatti di proposito non avevo usato questa espressione nel precedente intervento (a me sembra che avevamo da sempre sostenuto in sostanza le stesse tesi in questa discussione e che tu hai frainteso in senso anti-selezionistico la mia sottolineatura della relatività e limitatezza della selezione naturale, come di tutti gli aspetti della natura in generale, contro le assolutizzazioni o comunque sopravvalutazioni di socialdarwinisti e compari; sul che mi sembra concordiamo). Citazione:
Scusa ma mi sembra più che lecito (e modestamente anche dotato di una certa “efficacia polemica”) da parte mia usare il termine per l’ appunto polemico di “fondamentalismo della selezione naturale” per indicare le deviazioni ideologiche antiscientifiche del socialdarwinismo, sociobiologia e affini. Perché mai non dovrei poterlo fare? Chi mi legge senza pregiudizi non può confondermi per questo con i creazionisti e affini! Sarebbe come dire che chi si oppone a privilegi per i gay (è il mio caso) è solo per questo un “omofobo”, o chi lotta per un suo buon diritto contro un torto arrecatogli da un negro o un ebreo (ma la razza -presunta tale- vittima di maggiori discriminazioni/persecuzioni è oggigiorno l’ araba) è un razzista. Citazione:
Beh, mi sembra che, alla buon’ ora, ci siamo intesi (ma secondo me eravamo sostanzialmente in accordo -su questa questione- fin dall’ inizio)! |
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29-10-2015, 22.22.39 | #36 | |
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Riferimento: Darwinismo Naturale E Darwinismo Sociale
Citazione:
Per quanto riguarda le capacità di adattamento bisogna invece ammettere che sicuramente i batteri e i microrganismi monocellulari in genere sono le forme viventi di gran lunga più capaci di realizzarlo, dunque paradossalmente proprio quelle che noi interpretiamo come le forme viventi più semplici e primitive situandole, nella nostra prospettiva antropomorfica, alla base della piramide evolutiva finalizzata. Per Sgiombo: sì, è vero, CS non relega l'evoluzione per selezione a un ruolo marginale, come potrebbe? Tuttavia considera più decisiva la deriva genetica per studiare il fenomeno evolutivo su base scientifica rigorosa (su di essa ha basato i suoi studi sulle migrazioni umane, studi che sarebbero stati assai più difficili, se non impossibili, dovendo tener conto degli effetti stocastici non modellabili e non prevedibili della selezione). Ora, questa posizione è stata molto contrastata dalla scuola biogenetica anglosassone, è lui stesso a dirlo nella sua opera autobiografica (molto interessante): "Perché la scienza". Il motivo a mio avviso è intuibile, anche se non scientificamente dimostrabile, tutto qui. A questo punto resta da chiedersi se il cosiddetto "darwinismo sociale" (e tutta la barbarie eugenetica a cui la scienza biologica si è dedicata nel corso del XX secpòp e sotto qualsiasi colore politico, per costruire in laboratorio una sorta di essere vivente ottimizzato) non sia piuttosto il frutto proprio di quel finalismo che Darwin voleva escludere dalla sua teoria evolutiva naturale, fermo restando che l'afinalismo per noi esseri umani è del tutto contro intuitivo, essendo ogni uomo (Darwin compreso) "per natura" portato a pensare, a costruire i suoi modelli cognitivi e ad agire in vista di fini, fosse questo fine anche quella di intendere la natura in modo del tutto afinalistico. |
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30-10-2015, 10.36.24 | #37 | |
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Non credo che Cavalli Sforza affermi che la deriva genetica é "più decisiva" della selezione naturale nell' evoluzione biololgica (in generale; potrebbe considerarla più rilevante per lo studio della diffusione delle popolazioni umane, che é al centro del suo interesse): entrambe sono decisive, ma la deriva genetica può attuarsi fra quelle popolazioni che la selezione naturale risparmia, non fra quelle che la selezione naturale elimina, e non viceversa. Se, come credo, gli Statunitensi sono da considerarsi tali dato che parlano inglese, anche Gould, Lewontin ed Eldredge sono anglosassoni, così come molti altri studiosi non strettamente dediti alla biologia, ad sempio Fodor o Chomsky, i quali sono a mio parere del tutto alieni da eccessi di riduzionismo; di inclini a questa tendenza credo che se ne trovino molti più fra gli Inglesi, dei quali conosco un poco Dawkins, che e mi sentirei di etichettare come "fondamentalista della selizione naturale e del preteso determinismo genetico", anche se probabilmente ce ne sono di anche più estremisti. Il termine "anglosassone" comunque non mi é mai piaciuto perché spesso usato (di solito con tono di voce decisamente "deferente") da italiani affetti da complesso di inferiorità, che tendono ad intenderlo quasi come se indicasse una sorta di "razza superiore". Ultima modifica di sgiombo : 30-10-2015 alle ore 11.51.50. |
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30-10-2015, 22.18.23 | #38 |
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Gould non poteva conoscere la genetica.
Nell'EVO DEVO si stabilisce che una specie non può diventare un altra. (sul resto sono d'accordo con Sgiombo) Una specie può adattarsi ma rimane dentro la sua "famiglia". Insomma l'uomo potrà al massimo diventare un altro antropiteco, non una scimmia un ratto una mosca e cavolate simili. Per quanto riguarda la comparsa delle specie, ancora oggi non si sa nulla infatti mancano tutti i reperti fossili che possano testimoniare qualsivoglia cosa. Fine della questione (per me) grazie. |
30-10-2015, 23.11.27 | #39 | ||
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E' lo stesso EVO DEVO che sottolinea nel nome stesso che ha assunto quanto l'ontogenesi riepiloghi la filogenesi |
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31-10-2015, 07.55.06 | #40 |
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Sgiombo scrive: "No, queste sono solo castronerie."
Queste quali (indica tra virgolette i testi 'castronanti')? Ad ogni modo, pur essendomi laureato con una tesi di ricerca, intitolata "Il fondamento biologico del diritto naturale", ammetto che, di biologia (1), ne so poco o niente, essendo avvocato. Sicuramente ne so MOLTO meno di Sgiombo, che, mi sembra di aver capito, è, appunto, laureato in biologia; per cui, se si mette a parlare di alleli e genotipi, NON POSSO DI CERTO COMPETERE CON LUI (sarei un presuntuoso -e un cretino- a pretenderlo). Per cui, accetto senza riserve la sua successiva spiegazione; che, devo dire, ho trovato molto interessante ed istruttiva. Ed anche convincente (per quel poco che posso capirne). Lo dico seriamente, perchè, questa volta, ho compreso "un po'" meglio quello che dicevi la volta scorsa; ed ho trovato, peraltro, molto perspicuo e chiarificatore l'esempio degli occhi, nonchè molto illuminante, ...almeno per un profano in materia come me. Se ho ben capito, però, le tue conclusioni corrispondono "esattamente" a quanto già sapevo, e che avevo già più volte ribadito in questa discussione; e, cioè, che le mutazioni sono di gran lunga più frequentemente non-adattative che adattative...e che la conservazione di alcuni geni, resta “in attesa di tempi migliori”. Le mutazioni non-adattative per un determinato ambiente (dei tipi più disparati), restano "latenti"; cioè, continuano a riapparire "randomicamente" nella specie, finchè un inaspettato cambiamento dell'ambiente le favorisce...rendendole pian piano predominanti. Da questo, deriva "logicamente", che, chi è meno idoneo a sopravvivere in un certo ambiente (di un determinato periodo geologico), tende ad estinguirsi, perchè viene soppiantato da chi a tale ambiente è più idoneo; il che è comprovato paleontologicamente dai resti fossili di migliaia di specie animali estinte, in quanto soppiantate da specie più idonee al mutato ambiente. E la cosa continua a ripetersi sistematicamente sotto i nostri occhi; oltre ad essere confermato dalle dozzine di libri che ho letto sull'argomento (di paleontologia ed etologia, non di biologia). Quindi, io non metto minimamente in dubbio la tua spiegazione "tecnica" circa alleli e fenotipi, che mi ha chiarito egregiamente, alcuni punti della genetica che mi risultavano alquanto oscuri; della qualcosa, sinceramente, ti ringrazio...ed anzi, mi scuso del tempo che ti ho fatto perdere ad esporla (con molta perspicuità, peraltro). Tuttavia, da tale tua spiegazione, NON EMERGE NULLA CHE CONTRADDICA QUANTO SOSTENGO IO; anzi (sarò cretino) ma mi sembra proprio CONFERMARLO IN PIENO. Cioè, non riesco proprio a capire quale sia il punto di dissenso tra noi due. Voglio dire che non comprendo proprio perchè insisti a replicare a quello che io scrivo, come se tu avessi intenzione di contestarlo, quando poi, "in pratica", sia pure in modo perifrastico, ellittico, ed a a volte un po' criptico -per un profano come me-, ALLA FINE CORROBORI E CONFERMI ESATTAMENTE QUELLO CHE DICO IO!!! Come se io asserissi: "2 + 2 = 4", e tu replicassi: "Non è vero, in realtà 1 + 1 + 1 + 1 = 4". Pertanto, la prossima volta, senza diffonderti in ulteriori chiarimenti tecnico-biologici, spiegami in modo semplice e lineare (e non in modo perifrastico, ellittico, e criptico), quale sia ESATTAMENTE, la DIFFERENZA "LOGICA" che - a tuo avviso- intercorre tra la mia concezione di "selezione naturale" e la tua. Io, sinceramente, a questo punto, non riesco proprio a capirlo. NOTE (1) Anche se, con riferimento al nostro tema, più che alla biologia, secondo me, occorre fare precipuo riferimento alla paleontologia ed alla etologia. |