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18-10-2015, 03.37.34 | #32 | |
Moderatore
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Riferimento: La superiorità dell'uomo sull' animale
Citazione:
a mio avviso il paragone che fai dell'uso della k non può avere un valore analogo tra i due esempi se nell'ipotesi dell'uso abbreviato di quel documento medievale uno dei motivi poteva essere di ordine più pratico ma che in sostanza il significato della parola o della frase presa in oggetto non ne veniva alterato mentre invece ritengo quelli attuali come avviene nei messaggi al cellulare tendano sempre di più ad eliminarne il senso. può non sembrare a prima vista ma ad esempio mettiamo appunto in conto il tempo. oggi (e non all'epoca del manufatto!) la mancanza di tempo caratterizza tutta la nostra esistenza,ove sono compresi ovviamente i messaggi ridotti,per non citare appunto la comunicazione e il dialogo nel senso più ampio..percio quello che viene a mancare e quello che mano a mano viene a ridursi proprio nei suoi effetti più evidenti,non sono solo le lettere (da ch ad k) ma ancora prima le parole,così che il nostro linguaggio si e' ridotto a semplificazioni estreme,ad input,piuttosto meccanici,un po come succede negli spot pubblicitari..!! (un atrofia del pensiero stesso!) “Non sarai mai più in grado di provare sentimenti umani,” dice il suo aguzzino a Winston Smith in “1984”. “E’ tutto morto dentro di te. Non sarai più capace di amare, di provare amicizia, gioia di vivere, allegria, curiosità, coraggio o integrità morale. Sarai svuotato. Potremmo strizzarti e riempirti di noi stessi” ed io credo che questo può bastare per non mettere a confronto due livelli che non possono proprio avere nulla in comune,k comprese |
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19-10-2015, 08.58.38 | #36 |
Nuovo ospite
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Riferimento: La superiorità dell'uomo sull' animale
Stavolta cercherò di essere breve, perchè altrimenti finiremmo per scrivere un trattatato/dibattito "a quattro mani" sulle origini del linguaggio (1).
1) Essendo entrambi d'accordo sulla la "grande intelligenza" dell'uomo, ribadisco che, secondo me (e la maggior parte degli studiosi che ho letto), INTELLIGENZA=LINGUAGGIO. Non ha inventato il linguaggio perchè era intelligente, ma è diventato sempre più intelligente perchè possedeva la capacità del linguaggio; parlando sempre meglio (dentro la sua testa e fuori). Come dice Gusdorf, infatti: "L'uomo è l'animale parlante. Questa definizione, dopo tante altre, è forse la più decisiva." (2) E lo stesso Heidegger, dice che "l'uomo è tale, in quanto parla" (3), e, scartando la definizione aristotelica di "uomo razionale", scrive che l'uomo è "un animale dotato di LOGOS" (4) E tutti i paleontologi, scartando l'ipotesi di Adamo ed Eva, sono concordi nel sostenere che tale capacità umana è connaturata nel genere "homo" (non solo "sapiens"), sin dai suoi primordi; come l'evoluzione progressiva della laringe e dei connessi centri del linguaggio (testimoniata dalle ossa), dimostra inconfutabilmente. Senza parlare dell'osso ioide. 2) Quanto al fatto dei "bambini lupo", che non parlano nessuna "lingua", la cosa è ovvia: questo, perchè la capacità del "linguaggio" è innata, ma la singola "lingua" va appresa da qualcuno (altrimenti, io saprei parlare anche l'esquimese). Ed è verissimo quanto scrive Sgiombo, e cioè che, passato il periodo dell’ "imprinting lorentziano", i "bambini lupo", da adulti, tornati nella società umana, hanno grossissime difficoltà e limiti ad imparare a parlare; questo, perché le innate facoltà linguistiche erano già state utilizzate in modo almeno parzialmente irreversibile per altri scopi o forse anche in qualche misura atrofizzate dal non uso. Lo stesso accade anche per l'uso delle gambe, che, se per qualche malattia o lesione, non possono essere usate dal bambino...una volta superato l'handycap, a distanza di anni, non funzionano mai come avrebbero dovuto e potuto; perchè è stata superata l'età "innata" dell'apprendimento motorio. Ma, utilizzare la "patologia" per spiegare la "fisiologia", è un procedimento logico fallace ed improprio. Anche l'uomo di Neandethal, infatti, viveva in società, per cui, avendo le gambe e le strutture cerebrali, neurali e fisiche per parlare, senza dubbio CAMMINAVA e PARLAVA tranquillamente, anche se con andatura ed eloquio un po' più goffo del nostro; senza dubbio, peraltro, un Neanderthal con lesioni infantili agli arti inferiori, e vissuto isolato nell'infanzia, da adulto avrà sicuramente avuto le stesse difficoltà ad imparare -in ritardo sui tempi biologici-, a CAMMINARE e a PARLARE, così come gli odierni "bambini lupo". Ma questo non dimostra niente. Peraltro, molti studiosi sostengono che anche l’Homo erectus avesse un linguaggio articolato (5), anche se meno perfetto di quello del Neandertal. E così gli "homo" precedenti. Fu una lenta evoluzione, quella della parola; così come quella della deambulazione...spesso raffigurata nella famosa "fila" di omini, che, da un camminare curvo e scimmiesco, arrivano all'incedere maestoso del Cro-Magnon. Ma la parola non è raffigurabile. 3) Tu ti ostini a sostenere che: - alla lenta evoluzione delle ossa e delle strutture cerebrali destinate alla deambulazione, corrispondeva una effettiva deambulazione dei nostri arcaici antenati (anche se un po' più impacciata della nostra); - ma che, invece, alla lenta evoluzione delle ossa e delle strutture cerebrali destinate alla locuzione, NON corrispondeva una effettiva locuazione dei nostri arcaici antenati (anche se un po' più impacciata della nostra). Tale seconda asserzione, oltre ad essere "anapodittica", mi sembra in stridente e incongruente contraddizione con la precedente. Ed infatti, i due assunti, in positivo o in negativo: "Simul stabunt, aut simul cadent.". 4) Sono d'accordo con te, che, ai nostri fini la (imperfetta) distinzione fra homo sapiens, uomo di Neanderthal e altre specie umane si possa fare con buona approssimazione; mescolanze a parte! Ma non mi hai detto se, secondo te, il geniale inventore della parola, nacque "prima" o "dopo" la nostra mescolanza col Neanderthal. 5) Tu dici che io sopravvaluto il ruolo della "pressione selettiva" rispetto a quello del "caso" nell’ evoluzione biologica e in particolare nei casi di "exattazione". Forse mi sono spiegato male. Quando ho scritto: "Sono anche d'accordo che le strutture anatomiche necessarie per poter parlare (in particolare la laringe bassa) si possano essere diffuse "per caso"; ma il che non esclude, ma, anzi, implica la "pressione selettiva", ...intendevo dire che, la laringe bassa, evoluta "per caso" in qualche mutante recessivo, è poi stata favorita dalla pressione selettiva dell'ambiente arido; e poi, per "exattamento", e stata favorita dalla pressione selettiva che favoriva i gruppi di ominidi che meglio comunicavano tra di loro. In altre parole, l'evoluzione non è "intelligente", ma produce "a casaccio" della prole mutante, rispetto allo standard della specie; prole mutante che, di solito, è sfavorita, ma che di colpo (come nel caso della Betularia) può essere favorita da un mutamento dell'ambiente, a lei più consono...e quindi propagarsi meglio del "prototipo standard" da cui è stata generata, in base alla pressione selettiva. Il che, è quanto trovi anche su Wikipedia: "Nell'exattamento un carattere evoluto per una particolare funzione ne assume una nuova, indipendente dalla primitiva: un classico esempio è costituito dalle piume degli uccelli, evolute dai dinosauri presumibilmente per scopi di isolamento termico e poi rivelatesi utilissime per il volo." Cosa altro è la "pressione selettiva", se non "...la modificazione (adattamento) ai vincoli imposti dall'ambiente esterno..." (6) Che, poi, è quello che dici anche tu. 6) Quanto al fatto degli alleli dominanti e recessivi, non replico, perchè non capisco bene quello che vuoi dire; o meglio, mi sembra che tu dica la stessa cosa che dico io. :-) 7) Non sapevo che "L'evoluzione è MOLTO più complessa non solo di quanto immaginiamo...ma, forse, anche di quanto possiamo immaginare” lo avesse già detto S.J.G. Ma come ha fatto a citarmi, prima ancora che io lo avessi scritto? (1) Potrebbe un'idea, per fare qualche soldino. (2) Gusdorf "Le Parole" Paris ed. pag.38 1970. (3) Heidegger "In cammino verso il linguaggio" pag.27 (4) Heidegger "Introduzione alla Metafisica" Mursia ed. pag.81 1979 (5) Mapelli (6) http://www.treccani.it/ |
21-10-2015, 17.48.05 | #40 |
Nuovo ospite
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Riferimento: La superiorità dell'uomo sull' animale
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BICICLETTA Quello della bicicletta era solo un esempio scherzoso! :-) Ad ogni modo, la circostanza che la bicicletta sia un arte-fatto, non ha rilevanza...perchè io mi riferivo all'utente, non al costruttore. :-) E' vero che il possesso dei piedi non è sufficiente a presumere la capacità di ballare il tango o il walzer o il boogie-woogie; però lascia lecitamente presumere che uno che ce l'ha, sappia quantomeno camminare. Allo stesso modo, il possesso delle fonazione e degli organi cerebrali connessi, non è sufficiente a presumere la capacità di saper cantare il Barbiere di Siviglia (specie nel mio caso); però lascia lecitamente presumere che uno che ce l'ha, sappia quantomeno parlare. N'est-ce-pas? :-) *** LINGUAGGIO Tu scrivi che io identifico eccessivamente l'“intelligenza” con la capacità di "inferenza induttiva e deduttiva", ecc., mentre per te, invece, essa consiste essenzialmente la capacità di pensiero linguistico. Non è così. Io, come ho scritto e ripetuto più volte, identifico l'intelligenza "umana" proprio nel "pensiero linguistico"; esattamente come, te. Infatti anche un animale è capace inferenze; come, appunto, nel caso della gazza,. *** IDEOLOGIE Anche io ritengo fortemente errate e “ideologiche” le tesi circa le differenze culturali ed acquisite nelle capacità intellettive o di pensiero, comprese quelle relative al linguaggio; che sono tipiche dell'eccessivo culturalismo "etnologista" del '900. Al riguardo, vedi sotto. *** PRESSIONE SELETTIVA Non ritengo di sopravvalutare eccessivamente il ruolo della “pressione selettiva” nell’ evoluzione, se correttamente intesa come risposta (adattamento) ai vincoli imposti dall'ambiente esterno. Essa, infatti, è dimostrata: a) Paleontologicamente (dai resti fossili) b) Sperimentalmente, come attualmente si è osservato con i batteri, che si evolvono selettivamente per reazione ai farmaci. In genere, infatti, l’evoluzione è un processo talmente lento da non poter essere osservato in modo diretto; ma, In alcuni casi, tuttavia, è possibile osservare i cambiamenti evolutivi durante il loro svolgimento. A parte l'esempio dei batteri, infatti, gli effetti dell’attività umana hanno spesso prodotto "pressioni selettive" talmente forti su alcuni organismi che è stato possibile osservare non soltanto i risultati, ma anche l’effettivo processo di evoluzione per selezione naturale. Quello della Betularia era solo un caso, tra mille altri. Quanto alla deprecazione della "pressione selettiva", vista come “lotta forsennata e senza limiti di tutti gli individui contro tutti gli individui per la sopravvivenza e riproduzione", e come tale rigettata "pseudoscientificamente" dallo Stalinismo, io ne so ben qualcosa! Nel 1969, infatti, ero iscritto ad un gruppo universitario di sinistra marcusiana, in continuo conflitto con i comunisti stalinisti, che ripudiavano Darwin, in quanto (secondo loro), era l'antesignano del "darwinismo sociale" capitalista. Engels fu il primo a rifiutare, in nome della dialettica, due tra le più grandi scoperte del suo tempo: - il secondo principio della termodinamica; - l'interpretazione selettiva dell'evoluzione. Chapeau! Il che, sotto Stalin, condusse alla campagna di Zdanov e di Lysenko (presto seguite dallo sterminio fisico degli avversari) contro i genetisti classici, rei di sostenere una teoria assolutamente incompatibile con il materialismo dialettico e, perciò, necessariamente falsa; così, obbligarono i contadini a compiere una serie di operazioni che si rivelarono tragiche, proprio perchè ignoravano la funzione della selezione naturale, e morirono di fame circa 20 milioni di Russi. I culturalisti e gli etnologisti, confondono ancora, ostinatamente, la "pressione selettiva", con “lotta forsennata e senza limiti di tutti gli individui contro tutti gli individui per la sopravvivenza e riproduzione"; senza rendersi conto che LA PRESSIONE SELETTIVA VA IN DIREZIONE DEL TUTTO OPPOSTA (quantomeno nella specie umana). Ed infatti, la pressione selettiva ha favorito i gruppi di ominidi più coesi, in cui prevaleva l'altruismo, rispetto agli altri gruppi; i primi gruppi, infatti, hanno finito per prevalere evolutivamente, in quanto più efficienti dei secondi (i cui membri si facevano le scarpe a vicenda). Concepire la selezione come una “lotta forsennata e senza limiti di tutti gli individui contro tutti gli individui", tipo l'"homo homini lupus" di Hobbes, è un approccio arcaico e del tutto travisato del concetto di "pressione selettiva". BAMBINI E BAMBINE Uno studio pubblicato sul “Journal of Neuroscience” a firma di J. Michael Bowers e Margaret McCarthy dell’Università del Maryland a Baltimora, ha scoperto differenze di genere nell'espressione il gene FOXP2, che nei mammiferi è collegato alla capacità di vocalizzazione. In particolare, i due ricercatori hanno scoperto che nella nostra specie i livelli della proteina FOXP2, codificata dall'omonimo gene, sono più elevati nel cervello delle bambine, in accordo con le loro maggiori e più precoci capacità comunicative. Negli ultimi anni, peraltro, vari studi statistici hanno confermato che le bambine imparano a parlare prima dei bambini, non solo pronunciando più precocemente le prime parole, ma anche acquisendo più velocemente un ampio vocabolario. STEVE OLSON Quanto a Steve Olson, lo devi chiedere a lui, come le corna dei cervi e le code dei pavoni maschi possano esser “utili solo nel presente, e non in futuro indefinito”...io non ne ho idea. Mi pare che sia su FACEBOOK (se è lui). *** Ora abbiamo veramente raccolto materiale sufficiente, per pubblicare un piccolo saggio, a doppio nome, intitolato "DIBATTITO SULLE ORIGINI DEL LINGUAGGIO". Facci un pensiero! |