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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
12-03-2014, 23.51.20 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
Citazione:
Infatti! se mettiamo al posto di Super-io, che è un invenzione freudiana, (e che complica non poco il panorama del Logos), la Ragione hegeliana, possiamo dedurre per inferenza (come per kant, come per peirce, come per leibniz) che esiste una totalità all'"infinito". C'è di più, io la totalità la sentivo già da bambino, una sorta di intuizione innata, che non sono mai riuscito a scavalcare. quindi sono sicuro che severino sbaglia.(e anche se mi sbaglissi dal mio punto di vista non si esce) Penso che l'ho trovata in tutti i pensatori occidentali, tranne in questa ferrea argomentazione di severino. La cosa strana è che questa logica dialettica che lui usa, e che non è formale, è figlia di quella fenomenologia del totale che è costretto tramite parricidio a negare. Non è una questione logica, perchè sennò basterebbe dire che il principio di contradizione è una invenzione strutturale.(già dimostrato dalla matematica di metà 900, quindi dopo cantor, che sembra il limite storico che severino accetta o capisce). Che il pensiero sia un essente a me pare un errore evidente, che il tempo sia un essente anche. Il pensiero perchè è chiaramente proprio dialetticamente all'interno del linguaggio, e il tempo perchè einstein ha dimostrato che non esiste. (per severino il tempo non è un illsione quello era stata una mia considerazione, abbiamo appurato che per lui è un essente!) rimane il problema tutto all'interno della dialettica del problema esistenza non esistenza. Mi sembra che Severino abbia introdotto un aporia dialettica che difficilmente posso ignorare, da hegeliano, da peirciano, da leibniziano, da kantiano. purtroppo devo prima leggere nietzsche, poi pierce...e già ne riparliamo se continuo come gli ultimi anni, tra un paio d'anni. vedo tante conferenze però...magari salta fuori qualcosa. |
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13-03-2014, 10.03.08 | #5 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
Citazione:
1) anch'io ho questa intuizione.. credo che sia lo spazio che il tempo (entro cui si Manifesta tutto : pensieri, emozioni, cose, colori, energia) siano OO.. ed l' OO degli OO include sia lo spazio/empo sia ciò che appare dentro lo spazio tempo.. Jaspers (che S. cita su you tube) dice : nel momento in cui penso (o credo di poter pensare ??) il Tutto allora Pongo l'Io che lo Pensa al di FUORI di quel Tutto (e che quindi Non è Più il Vero Tutto).. questo tipo di Aporie io me lo son tradotto così : Io Posso Pensare CHE CI Sia un Impensabile Ma Non Posso Pensare SE e COME Esso Sia.. 2) Severino dice che PDNC Non è Invenzione (cioè Postulato Accettato x Abitudine) ma è AUTO-Fondante grazie ad Elenchos : in pratica Elenchos è una Applicazione RiFlessiva del PDNC al PDNC Stesso => SE io NEGO il PDNC allora A=Non-A.. dopodichè prendo il Verbo/Relazione NEGO e posso dire che NEGO=AFFERMO.. quindi posso Ri-Scrivere la Proposizione iniziale come AFFERMO il PDNC.. le possibili obiezioni a questo ragionamento possono essere : S. tratta il Verbo/Relazione (il NEGO) come un Ente mentre esso è solo un Verbo.. e si ritorna al punto : anche il Pensiero x S. è un Ente mentre (forse) per Noi è un Occhio che Vede (alla Heidegger) oppure un Occhio che Crea (alla Fitch).. questa Aaporia (simile alla precedente osservazione di Jaspers) è così detta da Wittgenstein : l'Occhio è All'Interno del Suo Stesso Campo Visivo.. 3) e 4) sul pensiero = essente ho già detto sopra.. sul tempo = essente non credo che Eistein abbia potuto dimostrare che Non Esiste.. per quel che ne so Einstein (come tutti noi) Non è Riuscito a dire COSA è quindi ha detto COME è/funziona.. il Tempo è un Mistero per tutti.. PS: con Super-Io nn pensavo a Freud.. ma a Fitch.. od ad alcune Filosofie Orientali di cui nn so niente ma so che alcune ipotizzano roba simile.. PS: leggere tomi come fai te è necessario ma : è troppo lungo ; col dialogo accorci tempi e crei relazioni sintesi parallelismi confutazioni che a pensarle da solo ci metti 4 vite.. . |
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13-03-2014, 14.43.54 | #6 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
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Se però il pensiero e il tempo non sono essenti di che parliamo quando parliamo di pensiero e di tempo? Se il pensiero e il tempo appaiono in qualche modo dovranno pur essere, dunque essere essenti, altrimenti essi sarebbero assolutamente inconcepibili, sarebbero niente (unica alternativa all'essente). Severino considera ad esempio nei suoi scritti la concezione di Einstein sul tempo che fu contraddetta in un dialogo epistolare da Popper. Einstein (peraltro riprendendo la concezione spazializzata del tempo già implicita nella fisica newtoniana) sosteneva che il tempo fosse una successione di istanti statici e lo scorrere del tempo fosse lo scorrere nel pensiero dell'osservatore di tali istanti. Al che, fa notare Severino, Popper ebbe gioco facile a muovere ad Einstein l'obiezione che se è nella mente dell' osservatore che il tempo scorre, pur tuttavia nell'osservatore il tempo scorre e la sua mente è davvero in movimento temporale. Ossia se il mondo di fuori è la successione statica di fotogrammi istantanei, l'osservatore è la macchina di proiezione che deve pur essere in moto affinché il film scorra e il tempo che nel mondo è illusione nell'osservatore è realtà. Severino denota che l'errore di Einstein sta nel separare il mondo dall'osservatore che invece è sempre nel mondo, in termini più generali sta nel separare l'apparire (il mondo) dall'apparire dell'apparire (coscienza di un mondo) che è immediatamente implicito in ogni apparire. Questo nesso è fondamentale per Severino: l'apparire appare e appare pure l'apparire dell'apparire e a questo punto la regressione cessa e il cerchio si chiude, poiché in tal modo l'apparire appare nell'apparire originario del mondo. Ma riprenderei ancora una volta il percorso di Severino per tentare di meglio chiarire questi aspetti. Come abbiamo visto esso si muove alla luce della relazione semantica fondamentale (RSF) per cui l'ente è dato dalla totalità infinita del suo contraddittorio (parafrasando Hegel solo contraddicendosi si può dire la verità). L'ente è dunque un infinito, ma è un infinito di ordine inferiore rispetto al destino che riguarda tutti gli enti, è un modo di essere del Destino, ove Destino in termini severiniani è verità stabile che via via appare. il Destino si differisce però dall'episteme che invece è la verità che l'ente cerca per ripararsi dal divenire. Il Destino di per sé nega infatti assolutamente il divenire e lo rivela come un continuo emergere e tramontare nel campo delle infinite relazioni che tra gli enti si determinano fenomenologicamente. Il movimento è quindi un infinito movimento dialettico tra le posizioni antitetiche del'immediato logico totalizzante e dell'immediato fenomenologico in cui la totalità non può mai apparire come tale. Il legame di sintesi tra questi 2 momenti antitetici che si richiamano l'un l'altro a mezo del loro contraddirsi è appunto il Destino, ossia la verità incontrovertibile e ontologica dell'ente per come è, alla luce della logica del principio di non contraddizione e della fenomenologia di un apparire che costantemente lo nega. Qualsiasi ente partecipa di tale realtà ontologica, qualsiasi ente è in tal senso continua contraddizione, toglimento della contraddizione in sintesi a posteriori e riproposizione della contraddizione, è dunque continuo e infinito movimento dialettico (la Gloria) che è a sua volta momento del Destino che lega originariamente e per sempre tutti gli enti (la Gioia della Gloria). Il Destino è quindi il percorso dialettico di una tautologia in cui vivono 2 momenti che separatamente presi appaiono tra loro in radicale e ineliminabile contraddizione, ma che, essendo una tautologia non si è mai in realtà allontanata da se stessa. Qualsiasi ente è questa tautologia che procede a continue sintesi a posteriori come nella dialettica hegeliana, ma che ritornano sempre verso quella tautologia a priori che non cessa mai di essere e che è insieme momento originario e finale (e non può non esserlo, altrimenti ogni partenza, proprio alla luce della RSF, sarebbe una falsa partenza fin dall'inizio). Mi sembra allora che il pensiero sia l'ente che esprime il continuo realizzarsi cosciente delle sintesi a posteriori alla luce dell'eterna unità tautologica originaria, mentre il tempo è l'ente che segna il succedersi di queste sintesi nel loro continuo infinito ritorno a quella medesima unità tautologica dalla quale, alla luce della sola logica del pnc, non ci si è mai minimamente scostati. |
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17-03-2014, 18.51.09 | #7 | |
Ospite
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
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xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx xxxxx premetto che nn ci capisco molto del linguaggio super tecnico.. se hai voglia provar a rispo traducendo x filosofi autodidatti e part time come me.. stile Piero Angela dunque : che Io SENTA Scorrere anche nel Buio (alla Kant) e quindi DENTRO di me il Tempo sia Reale anche se Fuori fosse (condizionale) Illusorio.. questo lo capisco e lo condivido... poi fai un secondo passaggio e parli dell' Apparire dell'Apparire che tradotto in semplicese mi sembra : non solo c'è la Coscienza che Vede Scorrere l'Esterno.. ma c'è pure l'Auto-Coscienza che che Sente Scorrere Sè Stessa all'Interno cioè è RI-Flessiva da cui ne discende che Anche nel Medesimo Istante NON è 1 MA è 2 Parti in Relazione (secondo me).. questo lo capisco e lo condivido indipendentemente dal linguaggio severiniano (ammesso e nn concesso abbi capito sin qui)... ma poi arriva il Punto che non mi quadra quando dici che il Cerchio Si Chiude e la Regressione di Io Superiori che Guardano Io Inferiori all' OO si Interromperebbe !!! .. a me sembra che sorry nn si chiude : sono un pò come i Trans-Finiti di Cantor che sono Sopra gli Infiniti Potenziali ed a primo acchito ti sembra di aver trovato il Principio.. ma poi dato che ci sono OO Trans-Finiti anche il Cantor ha solo genialmente spostato il problema su livelli superiori.. ovvero : se il Tempo è Auto-Coscienza allora unica soluzione mi sembrano OO AutoCoscienze (che a questo punto potremmo chiamarli pure Enti Riflessivi Gerarchizzati (alla Russell che Severino aggira in modo a me oscuro).. nn riesco a capire il Cerchio si Chiude ?? . |
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17-03-2014, 22.36.58 | #8 | |
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
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Qual è il peccato originale della logica formale secondo la logica dialettica? Quello di non considerare la relazione semantica fondamentale (la relazione negativa tra ogni determinazione e la totalità del suo contraddittorio) in nome di quel principio di astrazione che definisce gli insiemi come estensione di elementi assolutamente omogenei in rapporto a una proprietà intensiva definita, rispetto alla quale tutti gli elementi di un insieme devono essere perfettamente equivalenti (l'insieme di tutte le cose rosse è completamente definito sulla base dell'omogeneità astratta di tutte le cose che godono della proprietà di essere rosse). Cosa fa Severino per risolvere il paradosso? Attacca proprio questa omogeneità per cui la classe di tutti gli insiemi normali appartiene a se stessa come elemento eterogeneo di questa classe, ossia come elemento non normale della classe di tutti gli insiemi normali a cui resta legata proprio in quanto li definisce per contraddizione. La classe di tutti gli insiemi normali comprende quindi tutti gli insiemi normali omogenei più se stessa in quanto indispensabile contraddizione che definisce per negazione la loro omogeneità. Dunque non vi è più necessità di regressione gerarchica all'infinito per ordini o per tipi con divieti di relazioni di appartenenza altrimenti a ogni passaggio la contraddizione si ripete. Allo stesso modo per Severino possiamo considerare l' apparire dell'apparire (coscienza delle cose) insieme all'apparire dell' apparire dell'apparire(coscienza della coscienza delle cose o autocoscienza) e fermarci qui, senza necessità di introdurre una ulteriore super coscienza dell'autocoscienza e poi una super super coscienza della super coscienza dell'autocoscienza e così via all'infinito, in quanto l'autocoscienza già comprende se stessa come elemento eterogeneo delle coscienze delle cose che ne sono l'estensione. Ossia l'io (inteso come coscienza di se stesso) comprende insieme la coscienza di se stesso (dunque l'io stesso) (CS) e la coscienza di ogni altra cosa (CC) ove CS e CC tra loro si contrappongono restando insieme correlate proprio in virtù del loro contrapporsi. |
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19-03-2014, 10.13.14 | #9 | |
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
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xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx innanzitutto grazie x la spiegazione.. provo a tradurre in semplicese quello che dice Severino : l' Insieme Padre include Non SoloTutti i "Figli Senza Figli" (i Normali) MA ANCHE Sè Stesso che ha la DOPPIA Natura di Padre e Figlio cioè è Non-Normale.. io banalmente direi : c'è un Insieme che ci stà Ancor Più Sopra ed è l'Insieme degli Insiemi Punto e Basta (cioè la Distinzione Normali Anormali è la Proprietà che Differenzia gli Elementi all'Interno di questo nuovo insieme).. ma poi mi dovrei inventare qual cos altro di ancora più grande e così via.. logicamente nn mi quadra molto la soluzione Severino (è anche di Hegel ?).. a me sembra più convincente la frase di Jaspers : quando Io Pensa Tutto si pone fuori dal Tutto che Non è Più Tutto.. ma nn sò cos'è.. come diceva Vitiello In PRincipio c'era il DUE mi sembra più facile da capire.. oppure la Genesi che dice lo Spirito di Dio Aleggiava sulle Acque dell'Indifferenziato e disse Luce (l'Essere di Heidegger).. dal chè Luce / Colori son almeno 2.. mi sembra che le demo di Severino, così come quelle dei suoi oppositori che lo prendono talvolta in giro.. assomiglino alle dispute sulla Prova Ontologica di Sant Anselmo.. c'è chi dice che è Logicamente Incontrovertibile e quindi dice che tutto è ora chiaro.. e c'è chi si diverte a dire che è un sofismo e ne trova i buchi (es. il Perfettissimo puoi Dire di Averlo Pensato ma Non Puoi Averlo Pensato perchè tu 6 imperfetto finito)... un logico di nome Lolli dice che il Nesso di Necessità Logica è quel mistero per cui Dati alcuni Postulati fa sì che Tutti Credano alle Conclusioni Senza Bisogno di andar a Verificare nei Fatti la Verità.. cmq a me diverte pensarci sù a ste cose labirintiche.. ultima cosa : scrivi qua e là che Hegel dice : non si può dir la Verità senza Contra-ddirsi.. mi sembra un punto chiave : Hegel (e Severino) usano la parola CONTRADDIRSI per dire A NON-E' NON-A cioè non è gli OO Altri Enti del Tutto (che a sua volta è OO nello Spazio e nel Tempo).. ma a me l'uso di questa parola alla H. nn mi quadra : CONTRADDIRSI per me e per la logica formale è AUTO-NEGARSI (A=NON-A) mentre H. dice che CONTRADDIRSI è AFFERMARE la PROPRIA INDIVIDUALITA' (A=A) rispetto al RESIDUO UNIVERSALE CONCRETO (A Diverso NON-A)... ma ciò NON VIOLA il PDNC quindi NON E' CONTRADDIRSI .. che PDNC sia PDI è Ovvio.. ma H. ed S. mi sembra che molto sottilmente dicano un'altra cosa e cioè che PDC = PDI.. se ho capito male altri tuoi ragguagli mi son graditi.. il fatto che tu conosca le tesi di Severino per me è cosa molto interessante... ciao e grazie PS: scusa se nn mi faccio i fatti miei.. ma voi siete filosofi a tempo pieno a cui piace dialogare in rete o siete amateurs come me ? |
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19-03-2014, 14.18.27 | #10 | ||
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Riferimento: Rapporti tra fenomeno e verità. (la contradizione c in Severino)
Citazione:
Per quanto riguarda la contraddizione e il contraddirsi occorre dire che mentre la prima è impossibile (ossia è in ogni caso priva di alcun significato), contraddirsi è sempre possibile, anzi è alla base della dialettica hegeliana per la quale solo contraddicendosi si può dire la verità, senza per questo ritenere vera la contraddizione (il p.n.c. vale in tutto e per tutto pure per la logica dialettica che non è come le logiche paraconsistenti che vorrebbero indebolirlo). Contraddirsi significa che ogni significato implica la sua negazione come negata e che appunto solo la totalità delle negazioni negate danno luogo al significato completo, quindi vero. Questo non significa che l'ente è la sua contraddizione (ossia che A è NON A, il colore verde è il colore non verde) che sarebbe impossibile e assolutamente privo di significato, ma che l'ente è la negazioni di tutto ciò che lo contraddice (A non è NON A per come fenomenologicamente si manifesta, dunque il colore verde non è il colore rosso, non è il colore blu, non è il colore giallo ecc. ecc.). Ma questo significa anche che A, per essere quello che veramente è, deve essere relazionato alla totalità fenomenologica di tutto il suo contraddittorio, nulla escluso, ossia che devono apparire come negati tutti i colori e le sfumature di colore che non sono il colore verde per esprimere compiutamente il significato vero del colore verde. Dunque possiamo dire che il colore verde è la classe - sintesi che comprende se stessa e tutti i colori non verdi in reciproca antitesi. Citazione:
Ciao Ultima modifica di maral : 19-03-2014 alle ore 14.36.02. |
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