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12-03-2014, 01.04.21 | #42 | |
Ospite
Data registrazione: 20-08-2013
Messaggi: 67
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Riferimento: il senso de "il lavoro rende liberi"
Citazione:
Bhè, sì, da questo punto di vista concordo sul fatto che il lavoro in società renda indipendenti nel senso più superficiale del termine, poichè si dovrà tener conto di un ambiente dipendente dalla società in cui si vive. E per vivere in società bisognerà sottostare ai suoi equilibri, ponendo anche dei compromessi alla propria libertà pur di viverci. E' il valore di questo compromesso secondo me il punto cardine, ovvero, ciò che distingue il lavoro dalla dipendenza. Se un artigiano si fa il mazzo per 10 ore al giorno con il Suo lavoro per raggiungere un'autosufficenza e indipendenza societaria ha un valore diverso da chi al posto d'eseguire un mestiere che gli aggrada è costretto ad essere un dipendente di una società molto più grande (di cui non condivide l'ideale) perchè non ha altro modo di sostenersi in società. Questo lo reputo un compromesso ben maggiore alla propria libertà è indipendenza ed il confine tra lavoratore e schiavo è facile da valicare, soprattutto in una società scevra dalla scelta d'un lavoro consono e meritocratico che quasi obbliga ad esser dipendenti, complice il monopolio del mercato in quasi ogni settore che uccide la piccola concorrenza. Si denota un movimento del mercato e del denaro in un moto piramidale, dove i veri e propri clienti e consumatori comprano dal miglior offerente (poichè ha la facoltà di comprare più merce e far abbassare il prezzo al dettaglio) portando il denaro solo in poche casse, uccidendo il piccolo "bottegaio" (che nei peggiori casi sarà costretto a prendere un prestito che non potrà ripagare, alimentando la crisi). Questo per evidenziare il fatto che c'è lavoro e lavoro ed a volte il compromesso per l'indipendenza è essere dipendenti. Ciò che infine distingue il lavoratore dallo schiavo, non è tanto la posizione che ricopre, quanto il compenso che percepisce con cui potrà professare la propria indipendenza. Anche se le cause che hanno portato a questa dualità son da ricercare in tutt'altra sede. Che sia dal calvinismo di Weber o dalla teorie di Marx sul capitalismo, ciò che sta ancora più a fondo è la debole e difettosa psicologia umana e quella volontà di potenza direzionata verso orizzonti limitati. A grandi linne comunque condivido anche ciò che dice Silvano Agosti: http://www.youtube.com/watch?v=Qb-mxzpT2OA |
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12-03-2014, 11.32.58 | #43 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: il senso de "il lavoro rende liberi"
Citazione:
Un breve e sintetico excursus storico sulla variazione del concetto di lavoro dovrebbe rendere evidente che agli albori della rivoluzione industriale si auspicava appunto la liberazione dal lavoro attraverso l'utilizzo delle macchine, cosa che lungi dall'essere avvenuta ha reso il lavoro sempre più ambito anche da categorie che prima ne erano esenti. Addirittura questo ha perso sia la funzione "biologica" di procurare i mezzi di sussistenza (che eseguono anche tutti gli animali e non chiamerei propriamente lavoro) che quella sociale e spirituale che aveva ad esempio nel Medioevo ove ognuno eseguiva un "mestiere" (dal latino ministerium) e quindi non una mera occupazione ma una funzione sociale che in molti casi presiedeva alla propria realizzazione spirituale (basta guardare ancora oggi i gradi della massoneria come sono strutturati). Svincolato dal procurare quanto serve per la mera sussistenza (che occuperebbe molto meno tempo di quello impiegato attualmente per lavorare) il lavoro é diventato quindi un sostegno del sistema a favore del consumo del superfluo. Una volta si produceva e si lavorava per poter consumare il necessario, oggi si deve consumare sempre più il superfluo per poter consentire al sistema di produrre e quindi di mantenere il "lavoro", in un circolo vizioso che non ha fine. Il lavoro quindi è più necessario al sistema che non all'uomo, e l'uomo è solo uno strumento che il sistema coopta aumentando i suoi bisogni e rendendolo schiavo del lavoro necessario per soddisfarli. Lavoro che è sempre più alienante perché sempre più spersonalizzato, standardizzato e massificato, come due film famosi come "luci della città" e soprattutto Metropolis mostravano già un secolo fa. |
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