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13-02-2016, 01.17.28 | #21 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 09-08-2014
Messaggi: 86
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Riferimento: Libero arbitrio: esiste o è da creare?
Citazione:
Ciao Sgiombo. Non credo che si possa applicare la fisica quantistica all'intenzionalità umana. Sono purtroppo un fautore della divisione fra res cogitans e res extensa o se preferisci, fra geistwissenshaft e naturwissenshaft. Il mondo è troppo complesso per avere un'unica chiave interpretativa. Le porte da aprire sono tante e diversissime. Dal tuo discorso, se ho ben capito, discende che a livello generale siamo determinati ed è possibile quantificare le percentuali di azioni buone o cattive che siamo in grado di compiere. La singola azione sfugge ovviamente, per via dello stesso meccanismo probabilistico, ad una previsione puntuale e, in questo caso, l'azione viene compiuta in modo casuale (non causale). Francamente è un discorso difficilmente applicabile alle società e agli individui. Non possiamo essere ridotti a particelle che si scontrano dentro un campo magnetico. A differenza delle particelle siamo dotati di autoriflessività e di coscienza, una roba che ancora non hanno scoperto come misurare. Ebbene questa cosa complica le cose in modo esponenziale e rende l'uomo assolutamente diverso da ogni altro oggetto di studio scientifico. La complessità dell'uomo è data anche dalla sua storia, dalla sua cultura, dal suo desiderio di migliorare e soprattutto direi dal suo desiderio di sentirsi libero, al punto che per sentirsi tale è capace anche di perdersi. In merito alle obiezioni che rivolgi a Paul sulla possibilità di intervenire geneticamente o di spiegare geneticamente il nostro comportamento, ti assicuro che non sono "cazzate". Ci sono studi che asseverano che i traumi si ereditano: http://www.repubblica.it/scienze/201...igli-83509020/ Del resto è nella logica della selezione naturale che la nostra esperienza sia, in qualche modo registrata geneticamente (sarebbe meglio dire epigeneticamente). Effettivamente chi si schiera per il determinismo dovrebbe aver chiaro che esso può essere catalogato attraverso due grandi settori, quello biologico e quello culturale ed entrambi si modificano nel tempo (il primo è più lentino). La mia idea è che detto cambiamento è mosso "anche" dalla libertà degli individui e non solo degli individui, ma anche dei "gruppi" e delle "istituzioni". Ripeto "anche", perché esistono molteplici fattori che incanalano la nostra vita e le nostre decisioni, rispetto ai quali non possiamo che adeguarci. C'è una frase di Sartre che sintetizza in modo magistrale quello che cerco di dire: "l'uomo è ciò che egli fa di quanto lo si è reso". Ci sono i condizionamenti deterministici ma c'è anche l'intenzionalità, il fare qualcosa di quei vincoli imposti. Rieccheggia in tutto ciò l'immagine di un altro esistenzialista che parlava di un Sisifo felice. |
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13-02-2016, 08.31.53 | #23 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Citazione:
Per un determinista non c' é alcun problema: semplicemente Lenin fu determinato a prendere il toro per le corna e a lanciare l' assalto al palazzo d' Inverno, prese il potere come deterministica necessità del suo essere e agire. Citazione:
No, scusa, se qualcuno ha delle concezioni confuse e incoerenti e fraintende la scienza novecentesca, questo sei proprio tu, non io!. Inoltre secondo me é proprio il libero arbitrio = casualismo = indeterminsmo a negare la responsabilità morale delle azioni (che avverrebbero letteralmente a casaccio e non in conseguenza e a dimostrazione delle qualità morali di chi le compirebbe); mentre il determinismo é conditio sine qua non perché le azioni siano non fortuite, casuali (e dunque moralmente irrilevanti) bensì conseguenze (e dimostrazioni) di qualità morali. Citazione:
Accennavo all' eventuale pertinenza dell' indeterminismo quantistico Alla fisiologia cerebrale a scopo "cautelativo", come possibile motivo per concedere qualcosa alla pretesa del libero arbitrio, ma personalmente dubito assai di questa pertinenza e inoltre seguo le interpretazioni deterministiche "a la Boehm" della meccanioca quantistica. Anch' io sono (ma per fortuna!) un fautore dell' esistenza reale di res cogitans e res extensa (entrambe per me di carattere fenomenico: esse est percipi) e della non riducibilità della mente al cervello; e tuttavia credo che esista una corrispondenza biunivoca fra l' una e l' altro (per questo se, come credo, diviene deterministicamente il cervello, allora deve per forza divenire in un qualche senso deterministicamente anche la mente). Non possiamo essere ridotti a particelle che si scontrano dentro un campo magnetico, ma il nostro corpo e dunque il nostro comportamente é comunque per me un meccanismo, per quanto estremamente complesso e dunque di fatto non calcolabile e prevedibile se non assai limitatamente e con molta incertezza e approssimazione. Concordo che siamo dotati di autoriflessività e di coscienza, una roba che ancora non hanno scoperto come misurare (e che secondo me non scopriranno mai perché é impossibile misurare la res cogitans); tuttavia credo che vi sia una una corrispondenza biunivoca fra autoriflessività e coscienza da una parte ed eventi neurofisiologici cerebrali dall' altra, e che essendo deterministico (meccanicistico e nemmeo probabilistico-statistico, secondo me) il divenire di questi ultimi, anche quello della coscienza lo deve essere in qualche modo, "mutatis mutandis", trattandosi di res cogitans. Concordo che la complessità dell'uomo è data anche (ma secondo me soprattutto) dalla sua storia, dalla sua cultura, dal suo desiderio di migliorare, ma questo non é in contraddizione con il determinismo del mondo naturale del quale il corpo (e dunque anche il comportamento) umano fa parte. Ti assicuro invece che le pressocché quotidiane pretese scoperte di presunte determinazioni gentiche del comportamento umano (individuale, personale; che invece nei suoi aspetti generalizzati e comuni a tutti é effettivamente in larga misura geneticamente determinato) sono colossali cazzate antiscientifiche (oltre che estremamente reazionarie; e anche molto vecchie: nella sostanza lombrosiane). Non trovo nulla di particolarmente originale circa i meccanismi epigenetici che interferiscono con l' espressione del genoma e "retroagiscono" sul genoma stesso nell' articolo di Repubblica che citi (vedi Jablonka e Lamb : L' evoluzione in quattro dimensioni. UTET). E le estrapolazioni dal comportamento dei topi alla psicologia (evidentemente umana) che sarebbero proposte dalla Mansuy (stando a quanto scrive l' articolista; ma non ci metterei la mano sul fuoco) mi sembrano penosamente semplicistiche e decisamente poco serie. La libertà (libero arbitrio, indeterminismo) degli individui e non solo degli individui, ma anche dei "gruppi" e delle "istituzioni" é incompatibile con la conoscibilità scientifica della realtà naturale materiale (la res extensa; oltre che con la valutabilità morale dell' agire umano, secondo me): non si può coerentemente, non autocontraddittoriamente ritenerle entrambe vere. Approfitto per aggiungere una piccola postilla alla mia precedente risposta circa la presa del potere da parte di Lenin e dei Bolscevichi, allorché avevo omesso di precisare che non ritengo che le teorie marxiste si possano considerare "deterministiche" (rimedio ora all' omissione). |
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15-02-2016, 23.39.03 | #27 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 02-08-2015
Messaggi: 177
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Riferimento: Libero arbitrio: esiste o è da creare?
Sono state fatte molte considerazioni in merito a questo argomento,e mi pare si tenda a privilegiare l'idea che il pensiero umano non possa derivare da fenomeni naturali,il che di conseguenza rende necessario assumere per vero la nozione di libero arbitrio. Innanzitutto si è citato a sproposito la fisiologia,e solo le teorie più aberranti di questa disciplina,esclusivamente per poterne evidenziare l'assurdità. E poi si sono ignorate tutte quelle scienze,come la psicologia,l'antropologia e la sociologia,che indagano l'agire umano in relazione a sé stesso e al contesto sociale e storico in cui si sviluppa.
Io invece credo che il libero arbitrio,ovvero la credenza per cui ognuno è padrone delle proprie scelte,non sia una condizione esistenziale (e perché mai? ) e non cada dal cielo,nel senso che nessuno nasce libero (la nascita tra l'altro è la prima costrizione che subiamo in vita). La libertà,che è sempre libertà da..,va semmai conquistata attraverso un cammino di crescita personale,a cui la filosofia stessa può essere propedeutica. Vedo inoltre che il dibattito è sfociato nel solito dualismo spirituale/materiale,ma vorrei far notare che spesso i vincoli più radicati sono mentali,e non sono direttamente genera ti da cause esterne.Nessuno sembra aver considerato il ruolo rivestito dall'inconscio nei processi cognitivi e la sua influenza sulla coscienza. La paura,come Sariputra nell'altro topic tenta di far capire,condiziona fortemente le scelte dell'uomo da tempi remoti. Al netto di moralismi e facili pregiudizi bisogna tener conto anche di questo volto dell'animo umano,la parte che anche l'Io tiene nascosto a sé stesso. |
16-02-2016, 10.51.55 | #28 | |||
Ospite abituale
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Messaggi: 919
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Riferimento: Libero arbitrio: esiste o è da creare?
** scritto da memento:
Citazione:
Perché esiste qualche alternativa che lo annulli? Il dualismo (ovunque si decida considerare) è inevitabile poiché la Verità Assoluta è e sarà una sola (senza perderci nella discussione su quale possa essere Quella giusta), e se non sono con Essa, ragionevolmente, esisto nella Bugia. Tutto è dualismo: mi sposo o single, invidioso o geloso, lavoro o me ne sbatto, un giorno da leone o 50 da orsacchiotto, militare o pacifista, buono o perfido, Renzi o Berlusconi (sorry ...qui non c'è dicotomia). Citazione:
La nascita è una costrizione al pari del decesso (nessuno è immortale), quindi è nel tempo tra questi due inevitabili vincoli che uno percepisce quella condizione esistenziale (Io penso quindi esisto, Io amo quindi vivo - cit. Duc in altum), determinata (non totalmente, viste le circostanze che qualcuno chiama casualità e io Dio-incidenze) dalle scelte prese liberamente con il personale e oggettivo libero arbitrio. La nascita è un mistero esistenziale, ma se io voglio esistere come un determinato individuo o come una persona qualunque lo scelgo io. Citazione:
Pienamente d'accordo sulla filosofia quale concime pregiato per la crescita personale, ma già questa (quella di educarsi all'introspezione filosofca) è una scelta che uno prende col libero arbitrio, e che determinerà, esistenzialmente, io chi voglio essere. Pace&Bene |
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16-02-2016, 23.42.40 | #29 | |
Moderatore
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Messaggi: 1,314
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Riferimento: Libero arbitrio: esiste o è da creare?
Citazione:
Sentirsi responsabili non implica il non fare, poiché anche astenersi dal fare è un fare gravido di conseguenze che possono risultare estremamente negative. D'altra parte non vedo altro modo per essere liberi se non accettare la propria responsabilità per esistere, ossia per essere in rapporto all'altro, partendo dalla necessità che ci determina e ci lega insieme per potersi porre oltre a essa e quindi, nella libertà, consentire un sentire morale che solo quando si è liberi può accadere. Non si tratta né di offrire consolazione, né di voler apparire belli agli occhi altrui (anzi, proprio questa assunzione di responsabilità può rendermi orrendo e odioso agli occhi altrui), significa solo che in quanto mi faccio carico del mio esistere agendo, sento il dovere di farmi carico di ogni conseguenza che nel bene o nel male questo agire avrà sull'altro, sulla persona concreta dell'altro che ho dinnanzi e di cui mi prendo cura senza fuggire, senza prendere la necessità a schermo, né progetti ideali o di ordine superiore. Dall'assunzione di responsabilità alla fine non c'è nulla da aspettarsi, solo quella libertà che permette di non trovarsi a nascondere se stessi. La necessità razionalmente assolve tutti e tutti, qualunque sia stato il delitto, sono sempre ugualmente salvi in nomi di essa. Ma proprio per questo non si può accettarne la giustificazione. Sapere di non poter sapere non ci esime dalle conseguenze del non sapere, sapere di essere agiti dai contesti attuali e passati non ci esime dalle conseguenze di ciò per cui siamo agiti. E' una scelta, ed è molto difficile da compiersi, pochi hanno avuto il coraggio di compierla fino in fondo e forse solo in rare occasioni. E' difficile sopportare una così grande libertà, in genere ci si accontenta di molto meno, ma può capitare se si ami molto profondamente colui verso il quale ci si sente comunque responsabili. . |
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17-02-2016, 10.10.39 | #30 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Libero arbitrio: esiste o è da creare?
Citazione:
Se ho ben capito su questo siamo d' accordo (mi resta qualche dubbio e ti chiedo di confermare o meno questa impressione). Il proprio modo di essere (più o meno moralmente buono) in ultima analisi ciascuno se lo “ritrova addosso” senza volerlo: si può voler cambiare, voler essere diversi da come si é, ma anche questo eventuale voler cambiare dipende da come si era prima della decisione di cercare di cambiare; la prima decisione di cambiare che uno può prendere dipende da come era al momento di prenderla, e questo non dipende da lui (bensì dalla natura e dalla cultura; o al limite, se si crede in un Dio creatore, da come Dio ha deciso di crearlo). In questo senso credo che si possa dire che La necessità (il determinismo) razionalmente assolve tutti e tutti, qualunque sia stato il delitto, sono sempre ugualmente salvi in nome di essa. E concordo convintamente che comunque non si può accettarne la giustificazione. Sapere di non poter sapere non ci esime dalle conseguenze del non sapere, sapere di essere agiti dai contesti attuali e passati non ci esime dalle conseguenze di ciò per cui siamo agiti (o agiamo condizionatamente, non liberoarbitrariamente). @ tutti: Mi stupisco non avere ancora trovato risposte alla mia domanda: Ma se "libero arbitrio" non é sinonimo di mera casualità, aleatorietà, "fortuità" (come lo intendo io), allora che cosa sarebbe mai? |
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