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30-05-2013, 10.47.06 | #27 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Suicidio, extrema ratio o languore?
Sì, credo di aver compreso il tuo ragionamento, che mi sembra un tentativo di dare senso, di rendere razionale, spiegabile "la vita".
Mah, ti dirò, sono 10 anni che mi trascino, non è neppure esatto dire che mi occupo di me, in quanto faccio il minimo indispensabile e spesso controvoglia, per "sussistere". Credo che leggere (dedicarsi anche a creare qualcosa) sia l'unica cosa che ci distingue dai sassi e che ci renda "dignitosi". Altro non vedo e non trovo, come "senso della vita". Sono cioraniana, leggo abitualmente Camus e cose simili, se ci pensi, 10 anni sono un mucchio di tempo, eppure, dal mio punto di vista, è sempre lo stesso momento congelato, un Eterno Presente, che mi rende quasi come Dio. La sterile ripetizione di ciò che è stato 10 ann fa, né più né meno, escludendo il progressivo aumentare delle colpe da espiare. Per me la vita in generale non val la pena di essere vissuta, come dice Cioran, non vale neanche la pena uccidersi, tanto quando lo si fa, è sempre comunque tardi. Non esistere, sarebbe il farmaco migliore, niente più agonia corporale, niente più angoscia dell'Esserci e tutto ciò che possiamo aggiungere alla cosa (concedetemi di credere che una donna soffra immensamente di più di un uomo, è la donna "l'agnus dei", non l'uomo, che ne diventa il carnefice fisico e morale). Sento tutti i giorni la gente che si uccide, e no, non sono contraria alla cosa. Esistere è un inferno, l'idea dell'inferno swedenborghiano lo è molto di più, quindi, l'unica cosa che auguro a queste persone che si uccidono è quella di non avere più l'io dopo la morte, di non sussistere più del tutto, è tremendo pensare di passarsi l'eternità nelle tare del proprio io, nel proprio solipsismo. Augurarsi che ci sia per davvero la morte eterna, e nessuna sussistenza extra col proprio io, è la cosa migliore da farsi e da augurarsi. Ma sono più che sicura che ci sia vita dopo la morte, e questo ci rende tutti ancora più burattini. |
30-05-2013, 19.52.18 | #28 | ||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Suicidio, extrema ratio o languore?
Citazione:
Non essere, essere niente perché il peso dell'io che vuole poter scegliere può essere davvero insopportabile quando nessuna scelta ha più senso essendo tutto indifferentemente uguale: Citazione:
Nel desiderio del niente c'è pur sempre un io che desidera tutto, perché solo essendo niente mi posso illudere di tutto. E questa sofferenza profonda perché nelle lacerazioni dell'insensato ove tutto si equivale l'uomo non riesce a vivere, diventa anche l'ultimo riparo, perché in fondo il soffrire un senso ancora lo dà, per quanto doloroso sia. Basta sopravvivere teneramente confortati dalla propria macerazione. E' da 10 anni, dici, che vivi lo stesso attimo; forse tutta la vita è lo stesso attimo, siamo sempre in questo presente che si dibatte per trovare sensi tra ricordi e attese, via via che le attese diventano ricordi e i ricordi cessano di apparirci perché ormai compiuti, realizzati. In questo gioco dell'apparire che è tutto nell'eterno inevitabile presente dell'Essere da cui non si può sfuggire, dato che siamo, si esprime l'immensa ricchezza di tutti i sensi dell'esserci che narrano il nostro qui e ora come la nostra storia. La negazione di questa storia è la negazione di ogni senso, l'atto più forte della volontà di un io che esige la sua onnipotenza che può essere raggiunta solo nell'illusione di un annientamento definitivo che ci permette di sentirci come il Demiurgo. Non credo sia una questione di genere, anche perché mi sembra che le donne, per quanto agnelli sacrificali storici, siano in genere meglio attrezzate a resistere alle vacuità delle pretese demiurgiche. Ma forse mi sbaglio. |
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31-05-2013, 02.58.35 | #29 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Riferimento: Suicidio, extrema ratio o languore?
[quote=acquario69]
Citazione:
Sarebbe una petizione di principio. Dunque senza alcuna possibile consecuzione: un "crampo mentale" alla Wittgenstein. |
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31-05-2013, 06.07.50 | #30 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Riferimento: Suicidio, extrema ratio o languore?
Citazione:
Dico ciò che penso, non ciò che mi piace pensare e, tantomeno, ciò che mi pare conveniente pensare. Il suicidio di Jan Palach, del quale ha ancora qualche profumo lontano piazza Venceslao, alimentò un seme che Dubcek vi aveva consapevolmente sepolto. Credo che ogni uomo abbia il dovere di capire almeno dalle esperienze della sua vita, se già ha la disgrazia di essere troppo stupido per non capire la vita dalle esperienze altrui. Quindi: i suicidi "storici" non servono assolutamente a interpretare quelli attuali. Intanto perché la psichiatria stessa, che di patologia mentale si occupa, ammette l'impossibilità di interpretare in chiave di "psicopatologia" il suicidio in sé e per sé. Pensare che la Storia ci fornisca "chiavi interpretative" (come se questo tempo intersecasse due linguaggi) mi pare scemo. Le morti che affollano la cronaca italiana di questi mesi meritano un'interpretazione, cioè un "senso nuovo". Almeno, io ho la prepotenza di volerlo credere. Ho sbagliato già in passato, grandemente, prendendo partito irrazionalmente contro un atto tremendo. Un atto tremendo non solo non è sempre "contro" l'Umanità, ma, di più, non è MAI contro l'Uomo. Perché le sue motivazioni non possono essere "contro" l'Uomo, mai. Ho sbagliato, per il gravame di una cattiva filosofia e una debole fede nell'Uomo e per causa della debolezza della mia intelligenza. Riconoscerlo è un atto dovuto, qui, come in ogni luogo in cui ho sbagliato. La morte non è mai stata percepita, in nessun tempo, come un disvalore assoluto. Volere la vita e amare la morte sono un identico. I morti di questi mesi a me sembrano zombies prima e dopo. Questo paese-italia è zombieland. Qui tutto è finito, non è una questione di analisi filosofiche o sottili disquisizioni metalogiche: è un fatto concreto che è sotto gli occhi di tutti. Io non desidero approvazioni, né commenti. Sono soltanto un uomo quasi stupido, perché ho imparato tutto dalle mie esperienze (quelli intelligenti imparano dalle esperienze degli altri). Ho un odio/amore modesto per questo paese. Credo che l'ultimo Jan Palach in ordine temporale sia Dominique Venner in europa. Gli altri che lo accompagnano sono soltanto poveri diavoli che, per puro caso, lo accompagnano. A metà strada tra il paradiso e il purgatorio si diranno forse qualcosa...(??!) Dio vigila oltre ogni preghiera. Comprendere che la moralità oltrepassa assolutamente ogni legalità è un processo che l'Occidente sta elaborando con banale ottundimento. Eppure Cristo stesso disse: "Non gli uomini sono per la Legge, ma le leggi sono per gli uomini." Ciò significa: la libertà del giudizio morale autorizza la Legge a ergersi come tale. Fuori di questa possibilità di "autonomia del giudizio" nessuna "legge" è Legge. L'italia è semplicemente un paese "finto". Non è mai esistito se non per volontà straniere, oppure è stato da altri governato o controllato. Una penisola di tanti popoli, e basta: nessun lappone si crede svedese. Figuriamoci un veneto con un piemontese, oppure con un siciliano. L'italia unita ha semplicemente costruito un modello impossibile a partire da condizioni ai limiti del possibile e della realtà. Le condizioni di vita in norditalia, terra di puro saccheggio (mai leghista, io mai votante), degradano in un modo peggiore di quanto non avvenne mai in nessun tempo dal 1861, a parte le guerre (che, però, sacrificarono uomini creando opportunità economiche). Mi perdo, come i vecchi... Volevo solo dire: non preoccupatevi delle morti, ma piuttosto di ciò che anticipano o, peggio, di ciò che potrebbero anticipare. Oggi l'Italia ha sepolto, con clamore, due persone. Ad una sarà destinato da subito il silenzio perpetuo. Prego per lei, da buon cattolico. A Tony chiedo perdono e compassione. |
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