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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 21-03-2013, 07.35.26   #31
gyta
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Citazione:
Giudicare la coscienza e l'agire morale altrui è segno di arroganza e presunzione.
(Giorgiosan)

Cerco di spiegarmi meglio.

La capacità di pensare è a mio avviso la capacità di giungere a delle opinioni
e le opinioni sono valutazioni in merito ad un qualcosa. Ogni attimo la nostra mente pensa,
valuta, soppesa, giudica, confronta le informazioni tra loro.
Giudichiamo ogni attimo, valutiamo ogni attimo ogni situazione.

Chi, e in questo periodo storico sembra cosa molto diffusa,
dice di 'non giudicare' non conosce il senso di ciò che sta dicendo oppure sta mentendo,
o fraintende il giudizio come attività vergognosa dell’intelletto,
oppure è un computer.


Citazione:
E' morale l'agire in conformità della coscienza, è immorale agire contro. Quando si agisce contro la propria coscienza si ha quell'effetto chiamato rimorso, o disagio intellettuale, o segnale di errore ... chiamalo come preferisci.

Anche la coscienza erronea deve essere seguita; la coscienza ( ovvero il giudizio che emette in relazione alla moralità di una azione che si deve compiere).

Questo è il motivo per cui ho affermato che " Discende da questo la dignità di ogni essere umano, che non può essere negata ad alcuno, qualunque atto commetta".

Chi può giudicare moralmente un altro non potendo entrare in alcun modo nella coscienza altrui?

Fino ad un certo punto.
Il discorso che fai può valere riferito all’azione di un singolo individuo su se stesso,
ma non quando entrano in gioco i rapporti, non quando due o più persone entrano in contatto,
in questo ultimo caso ci si deve accordare sulla questione e il confronto
è la naturale risultanza dell’attività mentale cosciente.

Al massimo, quando lo riteniamo opportuno possiamo tacere il nostro pensiero, non esprimerlo,
evitare di esprimerlo ma non possiamo evitare di averne coscienza se non in casi più o meno gravi
di problemi psicologici, dove il confronto viene rimosso dall’attività cosciente a discapito di pesi trascinati nell’anima.

Citazione:
La giustizia penale poi farà il suo corso e stabilirà se il suo atto è da valutarsi come legittima difesa o eccesso di legittima difesa o omicido volontario o altro.
A proposito rammenterei che ciò a cui ci riferiamo quando parliamo di “giustizia” come corpo
amministrativo in ambito ai rapporti in seno al sociale, stiamo in realtà riferendoci
a nulla più che al livello medio di coscienza (e la coscienza è morale, sociale, politica, etc..)
degli uomini formanti il popolo al quale è riferita (o talvolta al livello più basso di conoscenza
della rappresentazione ideale di quella coscienza).

Esiste pertanto una lettura razionale fondata su determinati valori filosofici
che esprime la concezione morale base di quel popolo e più in generale esprime
la concezione base dell’umano, visto che i sistemi sociali sono comunque
sempre maggiormente in relazione fra loro, non solo grazie a tentativi di
accordi internazionali ma soprattutto a causa della capacità raziocinante
stessa fondata, seppure nei tempi, sui quei valori filosofici che rispondono più
o meno direttamente alle esigenze umane di base individuali e quelle di convivenza sociale.

Citazione:
La coscienza morale è individuale, ognuno valuta le azioni che compie individualmente. Sei persuasa o no di questa verità lapalissiana?
Sono persuasa nei termini di ciò che ho affermato.
Citazione:
Dal punto di vista morale, qualsiasi sia il verdetto della giuria, ciò che è determinate è se egli abbia seguito o no il giudizio della propria individuale coscienza.
Sai benissimo che non si sta parlando di questo ma della naturale disposizione dell’essere umano
di giudicare le situazioni secondo ciò che di queste si conosce. Ed a volte le conoscenze
sono abbondantemente sufficienti per giungere a valutare una questione,
ad avere opinioni precise in merito, le nostre ben inteso. E di chi sennò?

Rammento che la descrizione oggettiva dei fatti la può fare la macchina fotografica,
il resto è esporre una valutazione intorno alla questione. Valutazione che nella migliore delle ipotesi
potrà tenere in considerazione più visioni intorno alla medesima questione, al fine di giungere
a comprendere situazioni da punti di vista differenti. Sempre però chi pone questa apertura
giungerà ad una prospettiva unitaria della questione secondo preparazione personale.
Ma l’astensione della valutazione significherebbe ammettere che l’umano può
di fronte una questione che lo riguarda ritirare la propria mente.

Citazione:
Anche la coscienza erronea deve essere seguita; la coscienza ( ovvero il giudizio che emette in relazione alla moralità di una azione che si deve compiere).

Certo, anche la coscienza che per un altro è erronea è risultato naturale per chi così sente in sé,
e, annessa alle precisazioni di prima, lecita strada di autoaffermazione.

Per concludere, la chiesa come qualunque altra comunità particolare
non contravvenendo alle norme di convivenza del sociale del quale fa parte
è libera come qualunque individuo di autodeterminare la propria posizione
in merito a qualunque questione, così come qualunque individuo può dal di fuori
della comunità presa in esame trarre personali valutazioni secondo propria capacità di visione
e comprensione, magari erronee per chi invece rappresenta e sente come quella comunità.
Il dibattito profondo però sarebbe sempre consigliabile al fine di una società non stile federazioni
ma come organismo collaborante e in dialogo possibile reale: ne si avvantaggiano entrambi.


N.B:

Giudicare è emettere un giudizio ovvero una valutazione,
un'opinione in merito a qualcosa, secondo la conoscenza
che si ha intorno a quel qualcosa e secondo la conoscenza
che si ha intorno ai propri parametri usati nell'esaminare la questione.
Condannare ha un significato diciamo più pesante.
Il 'non condannare' è valido poiché troppo spesso si hanno visioni limitate
intorno alle esperienze altrui, limitate dalla propria.
Ma l'astensione dalla propria opinione oltre non essere possibile
è alimentare il sonno delle proprie facoltà mentali nel confronto
indispensabile alla comprensione dell'esperienza umana.
gyta is offline  
Vecchio 22-03-2013, 18.09.35   #32
Giorgiosan
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...

Gyta il tuo post è autocontradditorio, infarcito di improvvisazioni, che rivelano la mancanza di nozioni basilari intorno alla morale.
Niente di male in questo, solo che mi riesce faticoso e mi sembra inutile fare una analisi del tuo post, cercare di decifrare quello che vuoi dire e poi, anche, ribattere a certe risposte che mi sembrano frutto di un orgoglio che si rifugia in sofismi.
Tu parli di una introspezione speciale, di uno specchio interiore luminoso e di tante altre cose che per te significano certamente qualcosa ... bene, mettila in atto questa tua introspezione e vedi se ti si rivela qualcosa riguardo alla morale ... poi me la comunicherai eventualmente.

Nel frattempo potresti leggere qualcosa riguardo la morale che è una scienza vecchia quanto il mondo: il Rosmini ne vede l'inizio nelle massime e nei proverbi. Potresti cominciare da Aristotele e poi su su fin a Kant e ancora fino ai tempi nostri.

Non è che si possa cominciare da zero come se il pensiero del genere umano fosse trascurabile; che te ne renda conto o meno, ogni tua parola, ogni categoria che usi, l'aver appreso a leggere scrivere e far di conto ti è giunto dal passato

Non è che si può partire da zero, e che possiamo rifondare tutto lo scibile umano.

La storia è la memoria della umanità senza la quale il presente sarebbe indecifrabile.

Ultima modifica di Giorgiosan : 23-03-2013 alle ore 10.22.35.
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Vecchio 22-03-2013, 23.23.41   #33
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Giorgiosan

Gyta

Non è che si possa cominciare da zero come se il pensiero del genere umano fosse trascurabile; che te ne renda conto o meno, ogni tua parola, ogni categoria che usi, l'aver appreso a leggere scrivere e far di conto ti è giunto dal passato

Non è che si può partire da zero, e che possiamo rifondare tutto lo scibile umano.

La storia è la memoria della umanità senza la quale il presente sarebbe indecifrabile.
Non si può e non si deve iniziare da zero, sarebbe un comportamento stupido; ma in fatto di cambiamenti, nel tempo, sopratutto se si tratta di morale, sono presenti all'ordine del giorno. Prova a fare dei paragoni storici e potrai costatare quanto sia mutata, in tremila e cinquecento anni.
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Vecchio 23-03-2013, 10.08.44   #34
Giorgiosan
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Non si può e non si deve iniziare da zero, sarebbe un comportamento stupido; ma in fatto di cambiamenti, nel tempo, sopratutto se si tratta di morale, sono presenti all'ordine del giorno. Prova a fare dei paragoni storici e potrai costatare quanto sia mutata, in tremila e cinquecento anni.

I fondamentali della morale quale la coscienza morale come ultimo criterio dell'azione e che la ragione debba valutare la moralità dell'azione comparandola alla norma è un dinamismo evidente da sempre. Ed era questo l'oggetto della discussione.

E' vero invece che le acquisizioni psicologiche relative alla colpabilità morale hanno fatto enormi progressi ed è vero che che i costumi morali ( pleonasmo) si modificano nel tempo e la velocità con la quale mutano va accelerando, ma questo è un altro discorso.

Ultima modifica di Giorgiosan : 23-03-2013 alle ore 14.01.03.
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Vecchio 23-03-2013, 13.00.12   #35
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Tempo2011

Non si può e non si deve iniziare da zero, sarebbe un comportamento stupido; ma in fatto di cambiamenti, nel tempo, sopratutto se si tratta di morale, sono presenti all'ordine del giorno. Prova a fare dei paragoni storici e potrai costatare quanto sia mutata, in tremila e cinquecento anni.
Citazione:
Giorgiosan

Sui fondamentali della morale quale la coscienza morale come ultimo criterio dell'azione e che la ragione debba valutare la moralità dell'azione comparandola alla norma è un dinamismo evidente da sempre. Ed era questo l'oggetto della discussione.

E' vero invece che le acquisizioni psicologiche relative alla colpabilità morale hanno fatto enormi progressi ed è vero anche che i costumi morali si modificano nel tempo e la velocità con la quale mutano va accelerando, ma questo è un altro discorso.
A mio modo di vedere, se non cambiano i fondamentali della morale e le norme di riferimento, non cambia nemmeno la stessa.
Per altro, non comprendo che cosa significano le acquisizioni psicologiche relative alla colpa; caso mai vi è una evoluzione sociale e culturale che migliora la visione della morale. Di fatto, come tu stesso affermi, con il tempo la stessa è notevolmente migliorata; tant'è che oggi, per un laico sarebbe impensabile la lapidazione. Infatti: io aggiungo che la morale laica è migliorata a tal punto, d'aver superato grandemente quella religiosa. In pratica, quest'ultimo era il tema della discussione e, secondo me, va visto in modo abbinato come un unico pensiero; perciò non un altro discorso.
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Vecchio 23-03-2013, 14.33.21   #36
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Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
A mio modo di vedere, se non cambiano i fondamentali della morale e le norme di riferimento, non cambia nemmeno la stessa.
caso mai vi è una evoluzione sociale e culturale che migliora la visione della morale. Di fatto, come tu stesso affermi, con il tempo la stessa è notevolmente migliorata; tant'è che oggi, per un laico sarebbe impensabile la lapidazione. In pratica, quest'ultimo era il tema della discussione e, secondo me, va visto in modo abbinato come un unico pensiero; perciò non un altro discorso.

I fondamentali della morale non possono cambiare e per augurarsi che cambino bisognerebbe argomentare. Bisognerebbe cambiare il posto che occupa la ragione? O bisognerebbe cambiare il "funzionamento" della coscienza, che è il funzionamento della mente?

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Per altro, non comprendo che cosa significano le acquisizioni psicologiche relative alla colpa;
Si conoscono molto meglio e sono state acquisite le patologie che diminuiscono la responsabilità e di conseguenza la colpabilità. Anche la comprensione dei condizionamenti e di quanto influiscano sulle decisioni.

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Di fatto, come tu stesso affermi, con il tempo la stessa è notevolmente migliorata; tant'è che oggi, per un laico sarebbe impensabile la lapidazione.
Questo riguarda i codici morali.
In molti codici morali la lapidazione esiste tutt'ora anzi per il fenomeno del fondamentalismo mussulmano negli ultimi 50 anni si è avuto un ritorno di fiamma.

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
io aggiungo che la morale laica è migliorata a tal punto, d'aver superato grandemente quella religiosa"

Questa affermazione generica non significa alcunché:

- le morali religiose sono molte e diverse
- le morali laiche sono molte e diverse

Quindi devi specificare a quale morale laica ti riferisci ed a quale morale religiosa, se vuoi essere compreso.

(Alla stessa domanda hai risposto in un post precedente con qualcosa che riguardava le scimmie. I sistemi morali o le morali sono molteplici e diversi tra di loro ... sarebbe bene non ignorarlo)

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
In pratica, quest'ultimo era il tema della discussione e, secondo me, va visto in modo abbinato come un unico pensiero; perciò non un altro discorso

Non era affatto quest’ultimo ma il giuramento relativamente alla chiesa cattolica e se pronunciarlo fosse motivo di perdita di dignità o segno di riprovazione per chi lo esigeva.

Se poi fosse stata la comparazione fra la morale laica ( quale poi?) e quella cattolica riguardo al giuramento, la questione dibattuta ... ebbene il giuramento laico è molto più praticato nella società civile, da tutte le società civili, che nella cattolicità.
L’insegnamento cattolico pone delle gravi riserve sul giuramento come quella che non si deve prestare ad una autorità illegittima né per futili motivi.

Ultima modifica di Giorgiosan : 23-03-2013 alle ore 16.57.05.
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Vecchio 24-03-2013, 08.28.18   #37
gyta
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Citazione:
- le morali religiose sono molte e diverse
- le morali laiche sono molte e diverse

(Giorgiosan)

Citazione:
Gyta il tuo post è autocontradditorio, infarcito di improvvisazioni, che rivelano la mancanza di nozioni basilari intorno alla morale.

Niente di male in questo, solo che mi riesce faticoso e mi sembra inutile fare una analisi del tuo post, cercare di decifrare quello che vuoi dire e poi, anche, ribattere a certe risposte che mi sembrano frutto di un orgoglio che si rifugia in sofismi.

Tu parli di una introspezione speciale, di uno specchio interiore luminoso e di tante altre cose che per te significano certamente qualcosa ... bene, mettila in atto questa tua introspezione e vedi se ti si rivela qualcosa riguardo alla morale ... poi me la comunicherai eventualmente.

Nel frattempo potresti leggere qualcosa riguardo la morale che è una scienza vecchia quanto il mondo: il Rosmini ne vede l'inizio nelle massime e nei proverbi. Potresti cominciare da Aristotele e poi su su fin a Kant e ancora fino ai tempi nostri.

(Giorgiosan)


La comprensione (‘la moralità priva di moralità’) è virtù dei saggi non dei sapienti;
chi anela alla più alta fra le virtù dovrebbe rammentarlo.

Citazione:
Ps. Con questo post voglio rispondere anche a gyta,
della quale ammiro l'obbiettività e il distacco con cui riesce a chiarire il proprio pensiero.
(Tempo2011)
Cerco la costruttività come e quando posso..
Obiettiva miro ad esserlo.. (ma nel distacco non colgo alcun pregio
e di certo ben poco mi appartiene.. )


Secondo Giorgiosan..
la moralità la impariamo leggendo i libri dei filosofi (alcuni!) quelli di teologia (cattolica) e dai concili ecumenici!
Eppure non mi risulta che chi combattè per i principi umanitari della luce della ragione e della consapevolezza,
quelli libertari dell’anarchia umanista e della liberazione dalle manipolazioni e dagli indottrinamenti
avesse prima attentamente studiato quanto asserivano in materia i testi dei nostri filosofi (ammesso asseriscano) !
Chi scrisse il Tao te ching, chi ispirato i Veda, la spiritualità degli indiani d’america, il risveglio buddista,
la lotta partigiana, quella contro la realtà dei desaparecidos (dove non brilla certo il nostro caro Francesco non di Assisi),
i mistici cristiani nemmeno mi risulta avessero prima confrontato il loro sentire con gli scritti di Shopenauer e Aristotele!
Né la moralità che ispirò Che Guevara e Gandhi giungesse rispettivamente dalla biblioteca dell’università di medicina e di legge!!
Andiamo!!

Ah, dimenticavo Gesù.. o non fa testo?!
Meno male che quella moralità dell’accademia non demotivò il caro Freud dal proseguire il suo cammino!! (Sigmund, non quello della clava!)
La conoscenza della storia del pensiero umano attraverso i simbolismi, miti, riti e compagnia bella
ci dona quella ricchezza in più che possiamo respirare assaporando uno scritto di Elemire Zollà, Tolkien, Holderlin, Rilke.
Eppure lo scritto di Lao Tzu (sopra citato) sintesi del Simbolo per eccellenza e della più profonda conoscenza
delle leggi che regolano il cosmo e l’interiorità umana risulta sia stato frutto null’altro che del suo acume
e di ispirazioni tratte dall’osservazione della politica dei suoi tempi.

Ben altro scritto che non quello del Machiavelli, no?

Tempo2011 se scrivessi il mio pensiero privandolo del filtro della costruttività primo verrebbe censurato
dai nostri cari ‘pulitori’ del sito, secondo andrei contro la mia stessa necessità di portare avanti
un pensiero radicato sulla chiarezza della ragione non quella accademica tanto, sembra, adulata da Giorgiosan.

Gli scritti di Schopenhauer e Spinoza avevano carta rigida,
quelli di Marx e Nietzsche di edizione più economica troppo impolverati
cossicché in tempi duri mi fu maggiormente utile l’uso dell’acqua,
caro Giorgiosan protettore delle scartoffie e dei concili.
Talvolta trovo più moralità cristiana nei testi dei sabba metallari
che negli scritti di alcuni cattolici ma logico, la mia visione è di parte.

Chi non vuol sentire dovrà sperimentare. ammonì qualcuno.

Un forum di filosofia dovrebbe mantenersi come luogo di incontro fra pensieri viventi
mai rimessa di sterili ortodossie. La moralità (non il bigottismo) è frutto di un pensiero libero e critico
capace di mirare ai valori vivi dell’interiorità umana e della luce della ragione,
non si acquisisce come un avere, brama e si esprime attraverso l’autoliberazione da sovrastrutture
dannose al pensare ed all’azione.

Chi vuol giurare è libero di farlo, chi vuole comprendere è libero di farlo; chi vuole abiurare anche.
E chi ama su nulla discutere a discutere di nulla si troverà.
In un mondo eccedente di parole dove troppo spesso fa difetto la comunicazione
la diretta evidente semplice chiarezza sintetica di un solo pensiero sperimentato
dona alla mente ciò che le occorre: la capacità del pensiero razionale appartiene alla mente
ed a chi ne vuol fare uso diretto.

Penso e mi auguro di essere riuscita trasparentemente
nel mio intento di chiarire la mia posizione in merito..
gyta is offline  
Vecchio 24-03-2013, 22.43.50   #38
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Citazione:
Giorgiosan

I fondamentali della morale non possono cambiare e per augurarsi che cambino bisognerebbe argomentare. Bisognerebbe cambiare il posto che occupa la ragione? O bisognerebbe cambiare il "funzionamento" della coscienza, che è il funzionamento della mente?
E argomentiamo allora: ma da ambo le parti però. Infatti, continui a chiedermi a quale morale mi riferisco senza specificare quante sono per te le morali che fanno parte della tua esistenza, o quelle applicate nella religione cattolica o dai laici. Parlo semplicemente di morale perché, a mio modo di vedere, la morale è unica, ed essa si modifica con l'acquisizione di nuove esperienze. Perciò non è mai esistita una morale basata su dei fondamentali fissi precostituiti, poiché quelli si sono innescati nella mente umana per pura solidarietà utilitaristica, agli inizi dell'umanità. Ovvero: quando l'uomo, per migliorare e prolungare la sua sopravvivenza, si rese conto che era meglio allearsi agli altri uomini. In questo senso la morale è un concetto antico, ma il suo codice e la consapevolezza è abbastanza recente. Mi sembra di ricordare che Gesù stesso, quando gli apostoli gli chiesero quale era la prima cosa che avrebbero dovuto mettere in pratica, egli rispose semplicemente: non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te. Oppure: fai agli altri quello che desideri che gli altri facciano per te. Allora possiamo affermare che tutti i comportamenti che noi definiamo morali o amorali, sono il frutto di trasformazioni avvenute nei millenni. Ti porto un esempio: la pedofilia veniva praticata dai romani senza che implicasse la morale, mentre mantenere la parola la implicava. Attilio Regolo ne è l'esempio lampante. I tempi nostri la pretendono per tutte e due i fatti citati, ma sono dovuti passare duemila anni per giungere a ciò.
Citazione:
Si conoscono molto meglio e sono state acquisite le patologie che diminuiscono la responsabilità e di conseguenza la colpabilità. Anche la comprensione dei condizionamenti e di quanto influiscano sulle decisioni.
Dopo quello che ho specificato sopra, non posso accettare questa tesi, poiché, secondo me, non si può parlare di patologie, ma di prese di coscienza dovute alle tradizioni che troviamo belle che pronte nella società di appartenenza; mentre è la cultura che fa aumentare la sensibilità in ognuno di noi, e che poi andrà a modificare il concetto di morale. Un po' come è avvenuto per i valori di riferimento. Ecco! Il valore e la morale viaggiano a braccetto: se modifichiamo il primo si modifica anche il secondo.
Citazione:
Questo riguarda i codici morali.
In molti codici morali la lapidazione esiste tutt'ora anzi per il fenomeno del fondamentalismo mussulmano negli ultimi 50 anni si è avuto un ritorno di fiamma.
Di questo ero al corrente anch'io; quindi, mi riferivo al cristianesimo. Se è per questo, anche i soldati israeliani, recentemente, hanno spezzato con delle pietre, le ossa ai loro nemici, come imposto agli ebrei dalla Bibbia.
Citazione:
Questa affermazione generica non significa alcunché
Perdonami giorgiosan: tutti e due abbiamo ricordato che alcune religioni commettono ancora certi riti amorali, e quando affermo che la morale laica ha superato quella religiosa, rilevi che ho fatto una affermazione generica? Certamente si sta passando da palo in frasca, poiché, come sappiamo, le religioni che ci interessano sono un miscuglio di credenze, di riti ecc. che alcuni continuano a praticare e altri no. Forse in questo sta la genericità, ma non è che sto parlando della Luna.
Citazione:
- le morali religiose sono molte e diverse
- le morali laiche sono molte e diverse

Quindi devi specificare a quale morale laica ti riferisci ed a quale morale religiosa, se vuoi essere compreso.
In tal senso il mio pensiero l'ho espresso. Ora potresti farmi un piccolo elenco di queste tante morali?
Citazione:
Non era affatto quest’ultimo ma il giuramento relativamente alla chiesa cattolica e se pronunciarlo fosse motivo di perdita di dignità o segno di riprovazione per chi lo esigeva.
Mi sembra di aver cercato di spiegare il mio pensiero sul perché sono rimasto male davanti a quei giuramenti di massa imposti dall'alto ma, probabilmente, non sono riuscito a comunicartelo.
Citazione:
L’insegnamento cattolico pone delle gravi riserve sul giuramento come quella che non si deve prestare ad una autorità illegittima né per futili motivi.
Per uno che afferma che il giuramento non dovrebbe esistere proprio, giacché quel dio cui si poggia il cristianesimo proibiva di farlo, le gravi riserve messe in atto dal vaticano non mi sembrano una giustificazione sufficiente per disubbidire a quella proibizione.

Ultima modifica di Tempo2011 : 25-03-2013 alle ore 19.24.28.
Tempo2011 is offline  
Vecchio 25-03-2013, 08.27.37   #39
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Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Gli scritti di Schopenhauer e Spinoza avevano carta rigida,
quelli di Marx e Nietzsche di edizione più economica troppo impolverati
cossicché in tempi duri mi fu maggiormente utile l’uso dell’acqua,
caro Giorgiosan protettore delle scartoffie e dei concili.
Questa fine disquisizione che rivela una rara competenza dei papiers hygiénique mi ha aperto gli occhi su una possibilità che mi era completamente sfuggita:
l’uso pratico (non parlo di morale) e disinibito delle biblioteche, almeno di quei volumi stampati in carta morbida.

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
la capacità del pensiero razionale appartiene alla mente
ed a chi ne vuol fare uso diretto.
E’ importante ribadire questo, Jacques II de Chabannes non si sarebbe espresso diversamente.

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
In un mondo eccedente di parole dove troppo spesso fa difetto la comunicazione
la diretta evidente semplice chiarezza sintetica di un solo pensiero sperimentato
dona alla mente ciò che le occorre:
Ecco! Finalmente posso concordare con te.

Il resto del tuo post è, ahimè, troppo erudito perché possa coglierne le allusioni letterarie, storiche, filosofiche, religiose e fin’anche politiche.
Pensa, per la mia beota semplicità o sempliciotteria ha la parvenza di una grande soupe.

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Penso e mi auguro di essere riuscita trasparentemente
nel mio intento di chiarire la mia posizione in merito
Lo stesso mi auguro io.
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Vecchio 26-03-2013, 05.26.41   #40
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Citazione:
Il resto del tuo post è, ahimè, troppo erudito perché possa coglierne le allusioni letterarie, storiche, filosofiche, religiose e fin’anche politiche.
(Giorgiosan)
La comprensione del mio scritto non richiede erudizione ma semplice conoscenza della lingua italiana.
Perché non ti limiti alla comprensione del testo ancor prima delle eventuali allusive implicazioni?
Citazione:
Pensa, per la mia beota semplicità o sempliciotteria ha la parvenza di una grande soupe.
(Giorgiosan)
Può apparire una zuppa se scordi di considerare l’analisi logica del testo. Non era un elenco il mio,
ma riferimenti all’uso di ciò che intendo con moralità.
Citazione:
Questa fine disquisizione che rivela una rara competenza dei papiers hygiénique mi ha aperto gli occhi su una possibilità che mi era completamente sfuggita:
l’uso pratico (non parlo di morale) e disinibito delle biblioteche, almeno di quei volumi stampati in carta morbida.
(Giorgiosan)
Peccato che i cavilli non te li perdi mai. Il mio non era un invito a fare falò dei libri ma a rammentare che senza l’uso del nostro intelletto non sono che carta stampata e che l’uso dell’intelletto è prioritario a qualunque supporto esterno. Siamo noi a comprendere attraverso la nostra esperienza ed il confronto, non è l’acquisizione coatta (leggi accademica) che ci consegna la capacità di comprendere il cuore dei percorsi mentali, tanto più se percorsi relativi ad altri ma la nostra ricerca, la nostra analisi diretta in ciò che vogliamo e desideriamo per davvero comprendere, allora il confronto autentico, fosse anche con un libro stampato, diventa possibile.

Sennò ripetiamo come pappagalli concetti che non ci appartengono minimamente
e nella peggiore delle ipotesi concorreranno a fare di noi delle persone incapaci di sentire e di pensare per davvero.

Perché non ci parli del tuo punto di vista riguardo alle motivazioni che impongono l’uso del giuramento in ambito della chiesa cattolica?

Che poi mi citi il Rosmini, Kant o Aristotele al fine di comprendere cosa sia la morale,
trovo d’obbligo una risposta come quella che ti ho dato.

Perché non rispondi a Tempo2011 che ti domanda una spiegazione al tuo dire sulle “molte e differenti morali laiche e religiose”, per ora mi sembra tu risponda riferendoti esclusivamente a codici religiosi, sarebbero queste le uniche concezioni intorno alla morale? O quelle di Kant (che non mi pare proprio delucidi un granché in materia..)? O usi Kant per asserire che un’azione è secondo intenzione? Mi sembrerebbe solo un tergiversare ed un travisare ingenuo al fine di evitare il porti direttamente in discussione, come cattolico se vuoi, di fronte ad una lecita domanda che il 3d pone.

Se vuoi parlare di conoscenza dell’interiorità umana forse faresti meglio ad indirizzare ed indirizzarti verso ben altri ricercatori, non trovi? (domanda inutile, forse..)
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