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05-03-2013, 22.13.38 | #42 | |
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?
P.S :
Citazione:
Penso di aver risposto intorno alla questione nella discussione i giganti in riferimento ad Aggressor.. Quando mai “io sono stato.. io” ?!? Non c’è necessità, a mio avviso, di “uscire fuori da me” (=>estasi) ma è sufficiente ascoltare la nostra esperienza percettiva liberando la mente dai preconcetti intorno all’identità di chi esperisce cosa. E con la ragione che colgo la differenza fra l’immagine dei pre-concetti su me stesso e l’altro da me e la più semplice percezione pulita. Percezione di cosa? Percezione del percepire. Aperti, recettivi a questo stato che è la base sulla quale ogni altro stato si poggia (pensieri, definizioni, contenuti, immagini). Non c’è, a mio avvisiso, necessità di andare fuori di me, ma di cogliere quell’essere 'me' che non è fuori né dentro nulla (se badiamo alla percezione pura). L’identità non è fra oggetti ma il terreno privo di limite concettuale. Non è uno stato particolare, lo reputiamo tale perché siamo abituati a confondere la nostra capacità mentale con i contenuti concettuali e la mente, come essente, scompare dietro i pensieri che la colorano in un certo qual modo. E non è nemmeno necessario (anzi per me sarebbe deleterio) evitare il pensare. Semplicemente ci accorgiamo che il pensiero concettuale non è che una sua attività principale non la sua identità. |
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06-03-2013, 15.30.01 | #43 | |
Moderatore
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?
Citazione:
Vediamo se ho capito.. Tu sostieni che ciò che chiamiamo estasi altro non è che la mente nel suo stato fondamentale, la mente senza attività, la mente senza pensiero? Puoi spiegare meglio questo stato fondamentale, questa percezione del percepire? |
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07-03-2013, 06.38.31 | #44 | ||
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Data registrazione: 02-02-2003
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?
Citazione:
Assolutamente no. Saper distinguere la mente condizionata dalla mente base non significa assolutamente mettere a tacere la mente intellettuale né quella emotiva, tutt’altro, significa ascoltare con chiarezza facendo uso di tutti gli strumenti percettivi di cui la nostra mente è dotata. Significa in un certo senso ragionare più in profondità di quanto non si faccia comunemente nella consueta riflessione, significa conoscenza di sé analitica ed emozionale indagata e portata alla luce per gradi, a mio avviso. Se poi ti interessa comprendere meglio ciò che il buddismo dzochen intende con mente chiara ti consiglio di leggere direttamente chi meglio insegna questa parte del percorso interiore ( a mio avviso, nessuno meglio di Drubwang Tsoknyi Rinpoce ‘Dignità spontanea’ Ubaldini > per i mal pensanti, non ho percentuali sulla ubaldini ) Citazione:
con attenzione (che non è fissazione) un determinato oggetto (un oggetto, una stanza con gli oggetti che ci stanno dentro, i pensieri che ci vengono spontanei etc..) escludiamo l’oggetto (gli oggetti/ i pensieri) in questione, sempre continuando ad essere vigili, aperti, svegli e ciò che sempre c’è stato risalta ed è la percezione priva di oggetto, la 'percezione di percepire'. In questa limpidezza non c’è il silenzio dei pensieri ma la chiarezza sveglia della mente. “Dopo” di che sarebbe meglio non valutare la cosa da un ipotetico esterno ma verificarla direttamente. Quel Bene che tanto cerchiamo di “decidere” si palesa come naturale qualità della non idiozia di una mente riscoperta, detta con parole mie.. |
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08-03-2013, 12.30.58 | #45 | |
Moderatore
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?
Citazione:
Grazie, ti sei chiarita. E' necessario scoprire anche la saggezza del mondo orientale per far luce su queste questioni. Schopenhauer afferma: "La saggezza indiana fluirà indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze." |
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