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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
29-01-2013, 16.50.32 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-01-2013
Messaggi: 331
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
sicuramente appartiene al nichilismo.
la dimensione sociologica che sorprende è la capacità di indirizzamento del politically correct che parte dal basso(e non più dall'alto) visto il numero impressionante di dati che vi scorre. Questo lo ascolatavo su qualche striscia di pochi minuti di commento.Credo di ricordare che il politically correct è ciò che si impone come glamour (con il suo corredo di celebrità e lustrini) francamente preferisco il nichilismo del forum, che almeno mi permette di cercare di strutturarmi e di mantenere se possibile questa forma mentis nella lunga corsa verso l'inabissamento. chissà nella vita reale (dove si fanno alla fine i conti del proprio esser nel mondo) potrebbe essere utile, e forse come alcuni sostengono salvificante (diciamo con carmelo bene meglio: consolante). di certo twitter consegna ostaggi e inermi di fronte al grande nulla. ma immagino ogni generazione contiene in sè almeno il 99,9etc% di questi soggetti inconsapevoli. (ma questo è il mio moralismo cieco e che cerco di combattere ogni tanto, dovresti anche tu mauro ). |
29-01-2013, 17.29.50 | #6 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
n.b:
Le sfaccettature effettive sono molteplici.. dipende da dove vogliamo illuminare.. Da una determinata angolazione, direi oggettivamente centrale, è una sorta di gioco di potere riservato a chi non ha coscienza reale del proprio potere e di chi di questa incoscienza ne fa strumento per il proprio. Se da una parte è vero che la rete internettiana è e si affaccia fondamentalmente libera dall’altra le falle del cosiddetto “Sistema” (o “maturazione emotiva mentale media”) ripropongono se stesse ovunque. |
29-01-2013, 19.35.46 | #7 |
fuori dal branco è bello
Data registrazione: 10-08-2011
Messaggi: 101
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
Su facebook devo dire di aver notato qualcosa di particolarmente diffuso, ovvero, la tendenza al voler andare daccordo, per mia sensazione, un andare d’accordo forzato, poco genuino, una sorta di perbenismo, ipocrisia, potrà sembrare banale ma perché non vi è il tasto “non mi piace” ? E’ un problema far sapere che un determinato stato non piace ? Funziona così: se mi piace lo faccio sapere, se non mi piace ometto, più semplicemente. Ho notato che se si condivide un’idea se ne parla, diversamente, non ci si rende partecipi, cosa orribile !! Io trovo che sia molto più stimolante parlare con chi la pensa diversamente che trovarsi a discutere con chi ci sostiene, tuttavia, ciò che mi rende ancor più triste, è la tendenza alla generalità con la quale si affrontano i discorsi, si evita quanto più possibile di volerci vedere dentro nelle cose, ma questo succede anche al di fuori di un socialnetwork.
Ti dirò, prima ancora che ignoranza e nichilismo, una deriva psicologica, l’inconscio che elabora a nostra insaputa, bombardati dalla sottocultura televisiva, ecco che forse ricado nella medesima generalità che io stesso accuso, ma non saprei dire molto di più. Mi chiedo: siamo ad un punto di non ritorno ? |
02-02-2013, 21.59.26 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2012
Messaggi: 381
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
@ Tutti voi
L'aspetto che più mi interessa, in questi "socialnetwork", è appunto la brevità dei discorsi che vi si fanno. Dicevo che anche i politici più in vista hanno il loro profilo (sembra che non averlo limiti, e molto, quelle possibilità di trovare "consenso" così appetite dai politici). Persino il Papa ce l'ha... Naturalmente, non che io pensi di dare particolari "colpe" ai socialnetwork. Semplicemente, i socialnetwork riflettono quella che è la nostra società: la società che io definisco del "qui ed ora"; la società del disimpegno intellettuale (da qui la brevità dei messaggi); dello slogan ben congegnato; la società del "fast think". Abbiamo visto, durante quella che è stata definita la "Primavera Araba", come i socialnetwork abbiano assunto un ruolo di primo piano. E' stato attraverso i socialnetwork che i giovani hanno potuto organizzarsi, ed operare in vista del rovesciamento delle dittature. Una volta però rovesciate le dittature, la debolezza (ma io parlerei di una vera e propria irrilevanza) della società del "fast think" è apparsa in tutta la sua immanenza. Ed ecco allora che gruppi politicamente organizzati hanno preso il potere ri-creando condizioni forse peggiori di quelle che i giovani dei socialnetwork avevano combattutto. Un qualcosa di simile, anche se certamente con toni meno drammatici, sta succedendo in Europa. Dove "movimenti" sorti dalla "rete" si sono affacciati alla politica (o vi si stanno affacciando) privi di un solido retroterra "ideologico" (assumo questo termine non nel senso negativo che gli viene generalmente dato), e con modalità che si stanno rivelando alquanto discutibili dal punto di vista della "democraticità". Noto però che Variabile+Fisso aggiunge un altro aspetto interessante: in certi socialnetwork non c'è l'opzione per dire: "non mi piace". E' vero: c'è una tendenza (sciocca) ad andare tutti d'accordo, e se qualcosa non trova la generale approvazione viene semplicemente ignorata (o "epurata", con riferimento a certi movimenti politici di cui dicevo sopra). Io credo vi sia, nella nostra società, un inquietante tendenza alla rimozione di quello che viene definito "conflitto". La società dei "polli in batteria" non riesce più nemmeno a pensare che un qualcosa possa essere oggetto di opinioni e di interessi diversi. Io trovo sia anche per questo che non vi è più approfondimento delle questioni: che bisogno c'è di "approfondire" quando già sappiamo di essere tutti d'accordo? Certi "tweet" mi ricordano le parole che, in ogni tempo, pronunciano gli autocrati: brevi, secchi, di sapore propagandistico e sempre studiati nella loro "medietà". Tutto il contrario che nella democrazia, ove al contrario gli argomenti devono essere "noiosamente" sviscerati in tutti i loro aspetti, al fine di cercare di appianare; di sintetizzare; di arrivare ad un necessario compromesso. La democrazia non può perciò essere "fast", ma è solo e necessariamente "slow"; perchè la democrazia non solo assume implicitamente l'idea del "conflitto", ma ne fa il suo fondamento assoluto. In definitiva, anche il pensiero "breve" che sgorga dai vari Twitter e Facebook ci parla di una decadenza, che io ritengo ormai irreversibile, della democrazia. Se ben ci pensate, è proprio nella "brevità" del discorso che si è infranto il sogno, pur democratico, dei giovani arabi. un saluto ed un ringraziamento a coloro che hanno risposto a questo post. |
03-03-2013, 13.31.10 | #9 |
Ospite
Data registrazione: 26-12-2012
Messaggi: 111
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
Non demonizzo queste cose perchè trovo che a volte un breve e preciso messaggio di 140 parole fà più effetto di un proliferare di lettere....discorsi.....etc... ...non sò a volte questi messaggi brevi sono fulmini a ciel sereno(naturalmente stò molto generalizzando ma capita che sia così)
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03-03-2013, 16.35.55 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-05-2009
Messaggi: 164
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Riferimento: Dal pensiero debole al pensiero breve
Visto che uso in dosi massicce facebook per comunicare e sono ancora nella fascia maggiormente incriminata nell'uso del messaggio breve e decisamente poco significativo... vorrei condividere qui le mie riflessioni sociologiche sull'argomento, visto che ne trovo l'occasione.
In passato per contattare amici e conoscenti per i "geeks" come me c'erano strumenti molto efficienti e "intimi" come msn, che permetteva messaggistica instantanea privata, se si voleva uscire a fare qualcosa, farsi una partita online, in un attimo si poteva contattare chi di rispetto, e faceva parecchio comodo. Ora usano tutti facebook invece ed anch'io mi sono adeguato siccome la chat mi fa comodo per lo stesso motivo per cui usavo prima msn... ma non ho parole per l'uso che la gente ne fa... condivide di tutto, ogni foto che abbia il minimo contenuto umoristico, ogni frase che gli sembra degna di essere appesa sulla propria bacheca per fare i profondi ( quando ovviamente è di qualcun'altro! ), lo stato medio riguarda una qualsiasi cavolata o avvenimento insignificante, alla fine la gente per scambiare due parole come si deve usa sempre la messaggistica privata ( i PM ), purtroppo avere un account di facebook è un po' come avere un'identità virtuale in una stanza con tutte le persone che si conoscono, e la propria immagine deve essere più o meno consona a quella di ogni relazione che abbiamo ( virtualmente o realmente ) con queste persone per essere valida, o almeno la tendenza generale è di restringere i propri post in un range di stupidità e superficialità che possa non turbare nessuno, siccome nessuno, stando in una stanza con tutte le persone che conosce, vorrebbe farsi guardare da tutti mentre dibatte con qualcuno, a causa dell'ovvio impatto sulla propria immagine. Risultato, il livello medio di una conversazione pubblica su facebook è il più basso del range di livelli di conversazioni che una persona può sostenere, cioè il più insignificante possibile per "buona norma", così come chiunque uscendo di casa cerca di vestirsi in maniera casuale per non doversi sentire gli occhi della folla addosso. Su facebook e cioè nelle comunicazioni il principio vale ancora di più trattandosi di input verbali anziché visivi ed essendo presenti un gran numero delle persone verso le quali adattiamo la nostra immagine. Di migliaia di puttanate che ho letto fin'ora non ne ho mai commentata nessuna per non dovermi trovare nella situazione di apparire il noioso/precisino di turno, e mi rendo conto che su facebook vige lo stesso principio che vale per le persone che vanno sul palco televisivo: fingere, pretendere ( nel senso di fingere ), fingere. Ciò che di educativo c'è è che da ottimi spunti di riflessione sui patterns e trends comunicativi tra le varie fasce o parti micro o macro della società. Ancora oggi dopo due anni non mi stanco di scorrere la home per vedere cosa la gente decide di pubblicare sul proprio profilo sotto gli occhi di tutti... in un certo senso è una miniera di informazioni, è il massimo picco del trash normativo e culturale che oggi infuria in occidente, e come tale è un enorme risorsa gratuita per qualunque ricerca macrosociologica ( nazionale e continentale ). è il pascolo, la massa, che finalmente si mostra senza veli nella sua essenza a chiunque voglia guardare. Non è poco. ( Per massa non intendo "l'insieme delle persone conformiste e superficiali", siccome uso il termine in maniera poco dispregiativa voglio precisare, ma piuttosto la superficie comune povera di cultura di una larga parte della popolazione... il resto della persona su facebook non esce... pena perdersi nella superficie ). |