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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 03-03-2013, 21.29.32   #11
Giorgiosan
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Facebook è un album di fotografie condivisibile, più la possibilità di vari modi di comunicazione scritta.
Cosa c'è di negativo?
Ho amici negli Stati Uniti e in Inghilterra che pubblicano le foto dei loro bambini, della loro famiglia, degli amici ... e le ricevono dalla loro famiglia in Italia.
Un amico che studia archittetura all'Erasmus in Portogallo, posta le foto di siti archittetonici, di spettacoli ai quali assiste.
Molti postano quasi quotidianamente, per cui la comunicazione verbale è ridotta, altri lo usano come veicolo politico, altri per prolungare il tifo sportivo, alunni che continuano a dialogare con i compagni ... insomma è uno specchio del mondo, con la particolare scelta dello scambio di immagini.

Scomodare nuovamente il nichilismo, o strapparsi i capelli al grido di "O tempora o mores!" a me sembra un poco eccessivo, una proiezione del proprio pessimismo, una malinconia del tempo passato.

Mutata mutanda lo stesso discorso vale per Twitter, le news democratiche.

Bisognerà prendere atto che c'è la rete che è lo specchio del mondo, con il buono, il colto, lo sciatto, le truffe, le belle iniziative sociali e culturali e quelle meno.

Preferisco i "graffiti" in rete di quelli che impiastricciano i muri: è una mia impressione o gli-imbratta-tutto sono diminuiti? Non lo so, spero sia così.

Il virtuale è qualcosa e il nulla non è.

La sapienza è vita, la sapienza è conoscenza, la sapienza è fede. Il nichilismo è un corto circuito della mente.

Ultima modifica di Giorgiosan : 04-03-2013 alle ore 12.43.16.
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Vecchio 04-03-2013, 17.19.38   #12
gyta
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Soren.. la tua descrizione del 'luogo' è impeccabile, anche per la chicca della definizione di 'massa'..
Citazione:
Preferisco i "graffiti" in rete di quelli che impiastricciano i muri: è una mia impressione o gli-imbratta-tutto sono diminuiti?
(Giorgiosan)
Le bombolette.. costano!

La realtà degli squatters e quella di facebook e similari
sono da sempre incompatibili. O ti riferivi ai teppistelli filo naziskin?

Citazione:
Bisognerà prendere atto che c'è la rete che è lo specchio del mondo, con il buono, il colto, lo sciatto, le truffe, le belle iniziative sociali e culturali e quelle meno.
(Giorgiosan)
Ecco, sono d’accordo..
Giorgio, non ci tiriamo i capelli.. abbiamo scoperto che non li allunga e non serve ad una maggiore coscienza e comunione reale..
Di certo come dici è lo specchio di una certa fascia dell’uomo, in linea con la stampa spiritualotta e falso libertaria dei promotori della “new”.. New age, new economy new entry.. new esci..

Che poi il pensiero umano giri fondamentalmente intorno a poche chiarezze chiave
non significa povertà di argomentazioni e di spirito..
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Vecchio 04-03-2013, 20.18.40   #13
Soren
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@Giorgiosan

Supponendo che tu sia di età più avanzata della mia, credo che le persone oltre ad una certa fascia avendo una vita "reale" già ben concretizzata subiscano di meno l'influsso perverso dei social network. "Perverso" più per la natura del ragazzo tipico ( e della gioventù attuale ) che di per sé, perché usati con moderazione e tenuti al di fuori di certe sfere della vita credo che gli SN ( perfavore abbreviamolo! ) siano un ottimo strumento di comunicazione, il problema è che per giovani e adolescenti ( chi è ancora più potenza che atto, diciamo ) ci sia un tale assorbimento della vita nei suoi aspetti sociali dentro la sua riproduzione virtuale, rapida e comoda che avviene negli SN, che per altro avviene nei più dei casi come una mera facciata impropria di sé ( con successiva crescente identificazione nella propria maschera sociale ); cioè dentro questi si canalizza al giorno d'oggi gran parte dei bisogni sociali dei più giovani, che vi si "massificano". Io sono un nerd più o meno da sempre, per me la comunicazione/le conoscenze via internet sono uno standard e forse per questo mi sembra di poter fare un paragone e notare parecchie differenze da qual'era lo stato della questione prima e com'è dopo l'avvento degli SN; una volta su internet c'erano soltanto i nerd e questi, come me, avevano una vita reale con tot conoscenze ed una virtuale con tot altre e i due mondi però erano ben separati e si incrociavano raramente, oltre al fatto che su internet il livello medio dell'utente era ben più alto dal punto di vista intellettuale da chi si conosce mediamente dal vivo, eccezion fatta per certi ambienti. E soprattutto, i nerd effettuavano la di sopra distinzione in maniera molto chiara, ed avevano la possibilità di discernere la propria immagine ( cioè identità ) di sé virtuale in modo altrettanto chiaro da quella "reale". Ora la realtà "vera" e quella virtuale sono legate così saldamente attraverso gli SN, all'interno dei quali è necessario adattare la propria immagine ad un range sconfinato di persone che tra l'altro vengono da tutti gli ambienti della nostra vita, e spesso questo giochino si riverbera nella propria identità fuori da internet. in un sistema sociale comunitario così costruito si hanno molte più possibilità di perdere di vista le individualità in gioco; pensaci, tu scrivi mai messaggi come quelli che posti su questo forum su facebook, o ti limiti a conversazioni più brevi e leggere, giusto magari per sentire qualche vecchia conoscenza ( esclusione fatta per la chat magari )? ora pensa se il tuo comportamento con tutte le persone che conosci fosse allo stesso modo "leggero"; i legami forti si farebbero piuttosto rari, i discorsi significativi anche. oggi il legame interpersonale è uso e consumo, la conservazione, a meno che non sia ai fini del primo, è passata piuttosto di moda. E gli SN in parte rispecchiano questa tendenza di social trash ( lo chiamo trash per la mancanza di significatività... non vuol essere dispregiativo, per quanto suoni tale. Il trash è uno dei miei generi preferiti eh! ), ed in parte la rafforzano moltissimo. Sarebbe buono se tutti avessero già sviluppato forti sensi d'identità, ma al giorno d'oggi questo è un processo molto "allentato" e secondo me l'immersione fin dall'adolescenza in queste reti sociali dove tutti sono qui e subito non offre alcuno spunto per la maturazione personale, e tuttavia ruba moltissimo tempo. Parlo un po' per esperienza personale, un po' per evidenza sociologica sulla fascia dei minori. Saluti
Soren is offline  
Vecchio 05-03-2013, 22.15.35   #14
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@ Soren
Sono assolutamente d'accordo con ciò che affermi (sarà che anch'io ho un "passato informatico" - direi
ormai tra-passato, visto che sono una decina di anni che uso internet in maniera "normale").
A me, come forse avrai notato, premeva mettere in risalto la brevità del discorso che si fa sui SN. In realtà,
ho provato qualche volta a rispondere a persone (quarantenni, o ultra...) che facevano dei commenti politici,
ed ho notato che SEMPRE il discorso viene fatto cadere dopo due o tre brevissime repliche.
Nota che ho risposto a persone che, abitualmente, postano commenti politici (per cui si direbbe siano interessati
all'argomento), ma quel che ho notato è che questo loro interesse rimane irrimediabilmente alla superficie;
anzi: alla superficialità (e già dire superficialità è un eufemismo).
Non c'è non dico voglia di approfondimento, che sarebbe chiedere troppo, ma nemmeno voglia di scambiare due
chiacchiere. Tantomeno se si mostra di non pensarla alla stesso modo (ho notato anche che se si usa una
fraseologia non proprio da analfabeti la discussione viene chiusa immediatamente, e senza nemmeno salutare).
A mio avviso, diceva bene "Variabile+Fisso" (mi pare fosse lui), che affermava che sui SN ci può essere
soltanto "amicizia", o identità di vedute. Manca totalmente la voglia di rapportarsi a chi non la pensa allo
stesso modo. Mi sembrerebbe significativo.
un saluto
0xdeadbeef is offline  
Vecchio 06-03-2013, 04.32.30   #15
Soren
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Citazione:
Originalmente inviato da 0xdeadbeef
@ Soren
Sono assolutamente d'accordo con ciò che affermi (sarà che anch'io ho un "passato informatico" - direi
ormai tra-passato, visto che sono una decina di anni che uso internet in maniera "normale").
A me, come forse avrai notato, premeva mettere in risalto la brevità del discorso che si fa sui SN. In realtà,
ho provato qualche volta a rispondere a persone (quarantenni, o ultra...) che facevano dei commenti politici,
ed ho notato che SEMPRE il discorso viene fatto cadere dopo due o tre brevissime repliche.
Nota che ho risposto a persone che, abitualmente, postano commenti politici (per cui si direbbe siano interessati
all'argomento), ma quel che ho notato è che questo loro interesse rimane irrimediabilmente alla superficie;
anzi: alla superficialità (e già dire superficialità è un eufemismo).
Non c'è non dico voglia di approfondimento, che sarebbe chiedere troppo, ma nemmeno voglia di scambiare due
chiacchiere. Tantomeno se si mostra di non pensarla alla stesso modo (ho notato anche che se si usa una
fraseologia non proprio da analfabeti la discussione viene chiusa immediatamente, e senza nemmeno salutare).
A mio avviso, diceva bene "Variabile+Fisso" (mi pare fosse lui), che affermava che sui SN ci può essere
soltanto "amicizia", o identità di vedute. Manca totalmente la voglia di rapportarsi a chi non la pensa allo
stesso modo. Mi sembrerebbe significativo.
un saluto

La regola dell'amicizia leggera ed il suo piacere/vantaggio principale è proprio che si può allargare la propria rete di contatti con tanto di guadagno empatico senza doversi per forza confrontare con l'altro; il legame è cioè di natura eminentemente sociale ( da contrapporsi ad individuale ), garantisce un supporto in questo senso, ci comunica sicurezza in noi stessi; è senz'altro positivo fino a quando non desideriamo approfondirlo; violiamo così una regola fondamentale dell'amicizia leggera che è di essere, appunto, leggera; se diamo segno di voler discutere, di volerci confrontare come individui e non come semplici "tipi" svanisce l'interesse perché un legame che abbia anche un peso al giorno d'oggi, in cui al mito dell'amore romantico, dell'amicizia "vera" si è passati a quello della libertà, non piace; il sistema sociale si è evoluto verso la massima indipendenza dei singoli che socializzano in modo da non dover mettere in gioco la propria individualità e non trovarsi poi in situazioni difficili o in relazioni compromettenti. Un po' perché nel secolo della potenza - sia individuale che sociale, dove anche i rapporti umani sono ridotti a strumenti tecnici per obiettivi personali ( basti pensare allo sviluppo di discipline come il social engineering ), la relazione deve sempre essere asservita a fini che vanno oltre la sua natura e se in questa anziché trovare una scorciatoia trovano un limite o un costo energetico preferiranno volgersi altrimenti. Con ciò non voglio dire che le relazioni autentiche e significative siano in declino ma che il loro ruolo e forma sia destinato a cambiare ancora parecchio. Questo discorso vale poi a dire: non interessa discutere quando si può parlare con qualcun'altro con cui non ce ne è bisogno... e che magari si mostra più semplice e strumentalizzabile ai fini della rete e del piacere, cioè dell'aspetto social dell'interazione. Ora ovviamente non voglio generalizzare troppo perché le relazioni che contengano una qualche rilevanza al valore ancora personale nascono e credo nasceranno sempre, però il discorso si sposta in un secondo piano... dopo quello del "social" leggero che. E ancora non credo che sia per questo meccanismo la colpa imputabile ad alcuno se non al sistema che iterazione dopo iterazione e innovazioni varie si è instaurato; è assimilabile per me, il gioco sociale, ad un equilibrio di Nash, dove il primo che gioca fuori dalle regole si rende exploitabile ( o oltremodo strumentalizzabile ) dal prossimo, a meno che il prossimo a sua volta non giochi senza tenere contro dell'equilibrio. L'intero discorso si regge poi su di una visione conflittualista che la società per bene ( integrata ) si sforza in ogni modo di ridurre ed ignorare, appunto perché al suo interno si è già verificato il contrario. In un SN, nato per favorire l'integrazione, il conflitto è bandito senza bisogno di regole non scritte; chi lo genera o lo incentiva è penalizzato o semplicemente ignorato. E per conflitto intendo anche scontro di opinioni o tentativi di portare un discorso sopra il livello conveniente: se una persona si dichiara atea o credente non c'è spazio per la discussione sulla fede e la religione; se sei d'accordo commenti positivamente o metti il mi piace, se non lo sei tiri dritto. In questo modo le persone comunicano dove c'è qualcosa di comune, e non lo fanno dove manca. è per il vivi e lascia vivere in fondo. Un peccato che il conflitto sia una parte tanto fondamentale della società che non credo si rifugerà nei vicoli a morire d'indifferenza. Effettivamente mi sembra che con un incremento dell'indifferenza verso i problemi sociali, sentiti come estranei al processo di integrazione ( siccome semplicemente messi da parte ), ci sia stato anche un notevole incremento dei conflitti violenti. Ho letto stasera da qualche parte che l'asessualità può essere considerata una risposta normale in una società ipersessualizzata. Mi chiedo se non si possa dire lo stesso della sociopatia in una società ipersocializzata ( a discapito dei sentimenti comunitari ).
Ma non volendo uscire troppo dalle righe, mi limito a riassumere il tutto... Sì è significativo che non può ci si può confrontare con gli altri. Ok il vivi e lascia vivere, ma il "adattati o sta zitto/faccio finta che non esisti" mi sembra un po' troppo. Peccato che sugli SN le due cose viene da sé che si equivalgano. è un difetto del sistema ipersocializzato che rappresentano. Ovviamente non credo che una persona adulta avrebbe alcun problema ad adeguarsi, se non che con qualche riserva intellettuale, mi chiedo però quanti dei ragazzi che si troveranno ad usare necessariamente questi siti e dal cui giusto uso potrebbe dipendere buona parte della propria vita sociale, si troveranno in una fase critica della loro vita e del loro pensiero a dover adeguarsi ad un livello di comunicazione decisamente troppo basso ed acritico. Trovo che per le femmine venga naturale essendo più "socially skilled" scindere la propria personalità in maniera efficace, ma credo che i maschi andranno in contro a non pochi conflitti interiori con questa costruzione ipocrita di una "facciata" che dovrà discostarsi più o meno dalla loro visione di sé ( non me ne vogliano le femmine, in fondo è biologia... o neurobiologia che si voglia ).
Soren is offline  
Vecchio 06-03-2013, 11.29.40   #16
gyta
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Soren, le tue argomentazioni sono ineccepibili e non posso far altro che condividerle appieno,
ma è un errore imperdonabile imputare alla biologia, neurobiologia od ormoni
il livello intellettuale e introspettivo degli individui. Le differenze mentali fra i sessi sono
determinate dalla storia che ci portiamo alle spalle, storia di una sessualità per entrambi i sessi
repressa, distorta e manipolata da millenni e non dal puro simbolismo sessuale che rafforza tendenzialmente
qualità comunque coesistenti in entrambi i generi. Le tendenze sono sviluppate in funzione dei ruoli sociali
e ciò che di puro consta del simbolismo dei due generi è aspetto dominante relazionale
e non capacità di elaborazione intellettiva. Come sempre gli “ismi” seppure sottovoce portano informazioni sfalsate.

Il problema per un individuo, uomo o donna che sia, di giovane età è quello di trovarsi a vivere rapporti
di falso confronto e forgiare su questi la propria capacità relazionale ed il concetto stesso di relazione,
con l’esito obbligato di rallentare o eludere il giungere a quella interezza emozionale che caratterizza
l’individuo sano e capace di percorrere un possibile cammino di benessere.
Rapporti di falso confronto che non sono solo rintracciabili nelle modalità di comunicazione dei social network
ma di ogni famiglia sfasciata e rintracciabili seppure ce ne scordiamo troppo spesso in tutta la modalità dello svolgersi
dell’insegnamento scolastico, finalizzato ben poco ad una funzionalità intesa come sviluppo del potenziale umano.
C’è uno scritto di Albert sulla rubrica scienze molto divertente ed istruttivo sul livello mentale sul quale la burocrazia pasce..
Vi invito a leggerlo.. Quel metro è misura e occhio sottile sulla realtà sociale..
E con questo per oggi vi saluto!
Una nuova materia di insegnamento: la semplicità
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Vecchio 06-03-2013, 14.56.52   #17
Giorgiosan
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Mi limito a pochi commenti ... prendo occasione dal tuo post, Soren

Le relazioni autentiche e significative sono sempre state in declino.

C'è un tema, quello politico, che è meglio evitare in una cena fra amici se non si vuole guastare l'atmosfera ... era così 3000 anni fa, come oggi e come domani.

Le comunicazioni brevi, essenziali e sintetiche sono di gran lunga preferibili alla prolissità ... Ockham docet

Donne e uomini sono persone ed hanno i medesimi pregi ed eventualmente i medesimi difetti.

Le nuove generazioni sono più evolute delle passate, se non si ammette questo bisogna ammettere che le generazioni passate hanno fallito.

Le nuove generazioni sono meno ipocrite nella sfera sessuale e meno ipocrite in genere.

Le lunghe "narrazioni" filosofiche sono in realtà una manifestazione delle nostre individuali personalità, per non dire, una intenzione di espandere il proprio ego, che non interessa ad alcuno.

Ultima modifica di Giorgiosan : 06-03-2013 alle ore 16.06.29.
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Vecchio 07-03-2013, 10.05.05   #18
Soren
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Citazione:
è un errore imperdonabile imputare alla biologia, neurobiologia od ormoni
il livello intellettuale e introspettivo degli individui. Le differenze mentali fra i sessi sono
determinate dalla storia che ci portiamo alle spalle, storia di una sessualità per entrambi i sessi
repressa, distorta e manipolata da millenni e non dal puro simbolismo sessuale che rafforza tendenzialmente
qualità comunque coesistenti in entrambi i generi. Le tendenze sono sviluppate in funzione dei ruoli sociali
e ciò che di puro consta del simbolismo dei due generi è aspetto dominante relazionale
e non capacità di elaborazione intellettiva. Come sempre gli “ismi” seppure sottovoce portano informazioni sfalsate

Citazione:
Donne e uomini sono persone ed hanno i medesimi pregi ed eventualmente i medesimi difetti.
Le nuove generazioni sono meno ipocrite nella sfera sessuale e meno ipocrite in genere.

Era una nota a margine, ma ci avrei scommesso che avrebbe messo in moto qualche critica :P

La storia certamente segna le differenze ma le scrive tanto nella biologia che nella cultura e nell'educazione. Neurobiologicamente le femmine hanno la parte destra e sinistra del cervello più coese che gli permette una maggiore empatia e guida istintiva nelle situazioni sociali, leggendo e adeguandosi meglio alle situazioni di tal tipo. Io non ho preferenze di parte ma trovo sciocco non tenere a mente le differenze che si sono storicamente segnate tra i sessi per la comprensione sia delle singole dinamiche sia delle loro interrelazioni. Non so Gyta quale "ismo" velato mi rimproverassi, ma l'unico che mi sembra appartenermi è "evoluzionismo" ed in questo le differenze si marcano anche per via della differenziazione di ruolo in cui i sessi sono storicamente da sempre coinvolti. L'ipocrisia è il risultato ed una componente essenziale dell'iterazione sociale educata a cui tutti più o meno partecipiamo, e non significa molto altro che maggiore adattamento al contesto a prescindere dalla propria personalità. Solo perché ciò è ottimale non toglie nulla alla sua ipocrisia. Che poi questa abbia una connotazione normalmente negativa è per altrettante cause sociali e non mi concerne, per me è solamente una tecnica d'adattamento ad un sistema che tra l'altro non ne può fare a meno per funzionare efficacemente. Cioè, non che a me piaccia anzi è una cosa che trovo faticoso sopportare, ma riconosco che è estremamente funzionale.

Ultima modifica di Soren : 07-03-2013 alle ore 17.57.01.
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Vecchio 07-03-2013, 17.15.20   #19
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Soren, prendendo in considerazione l’ipocrisia, ti limiti ad un’analisi di tale fenomeno oppure cerchi di giustificarlo ? Oppure, riprendendo il concetto da te espresso “iterazione sociale educata”, presumi che educazione e ipocrisia siano difficili da distinguere ?
Se posso permettermi di fare un’estensione dell’argomento riprendendo i due fenomeni citati da 0xdeadbeef, ovvero, il rapido, povero, superficiale scambio di informazioni, dunque da una prospettiva sia qualitativa che quantitativa (quantitativa nel senso di una tendenza al singolo messaggio consistente di un numero di informazioni che consenta un minimo dialogo, di conseguenza non così rapido, quantomeno se l’argomento sia impegnativo), introdurrei nella medesima sfera, alcuni atteggiamenti diffusi che non mi sò spiegare (a differenza di un paracadute ), analogamente interagendo con conoscenti e amici con formazioni accademiche (che io non ho ) in alcuni casi lodevoli , non solo non hanno la tendenza al ragionamento in una discussione, ma nel caso ci fosse, è spesso evidentemente fallace e contraddittorio, quasi fosse il prodotto dei propri istinti piuttosto che mosso dall’emotività, inoltre, avviene difficilmente pure l’interesse alla discussione in sé o della materia per la quale si sono cimentati con anni di duro studio (forse per questo?), senonchè il dialogo verta sullo stupido noioso quotidiano nichilista al quale sono fortemente avverso, non percepisco che il problema sia riconducibile al fatto che essendo consapevoli della mia ignoranza nelle loro specializzazioni, non li incentivi a discutere, se ne hai l’interesse vero e se hai di fronte un interlocutore interessato all’apprendimento e nell’interazione di vedute, eccome ne discuti, e quando 0xdeadbeef cita Morin che a sua volta cita la conoscenza come deterrente di possibili crisi, dice bene che vi è dell’altro dimostrato da quanto appena detto.
Tuttavia, vi sono casi giustificati da mero spettatore, evitando di prendere parte a discussioni di alta competenza o conoscenza, perché come è vero che in questo forum vi sono molti argomenti ai quali si può partecipare con proprie idee e intuizione personale, è altrettanto vero che nei medesimi topic, arriva il momento in cui inevitabilmente interagisci con persone di più alto profilo dialettico (forma) e culturale (contenuto), e in tal caso quale sarebbe il comportamento più idoneo ? E’ corretto chiedere spiegazioni per propria mancanza? E fino a che punto ? Oppure abbiamo la presunzione di aver compreso dando luogo, di conseguenza, ad incomprensioni o mal interpretazioni reciproche ? Oppure il tuo interlocutore dovrebbe pretendere che tu vada a leggerti qualcosa di più, considerato che ha una fame più che legittima e non indifferente di confrontarsi con chi è di un livello pari o superiore ? Ma forse ora, stò involontariamente spostando l’argomento verso altra meta.
variabile + fisso is offline  
Vecchio 07-03-2013, 19.19.42   #20
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Citazione:
Originalmente inviato da Soren
Era una nota a margine, ma ci avrei scommesso che avrebbe messo in moto qualche critica :P

La storia certamente segna le differenze ma le scrive tanto nella biologia che nella cultura e nell'educazione. Neurobiologicamente le femmine hanno la parte destra e sinistra del cervello più coese che gli permette una maggiore empatia e guida istintiva nelle situazioni sociali, leggendo e adeguandosi meglio alle situazioni di tal tipo. Io non ho preferenze di parte ma trovo sciocco non tenere a mente le differenze che si sono storicamente segnate tra i sessi per la comprensione sia delle singole dinamiche sia delle loro interrelazioni.

L'intervallo compreso fra gli estremi maschio-femmina è occupato da una gran varietà di stati diversi ed oggi questa varietà appare con più evidenza. E' quindi la biologia stessa a non consentire la semplice distinzione che proponi.

Inoltre si dovrebbe anche tener conto del fatto che l'essere umano può comportarsi, pensare e sentire secondo l'anima o secondo l'animus per dirla usando gli archetipi usati da Carl Gustav Jung ma ancora più convincente è l'esperienza comune ed universale ...se uno è attento. Non è caratteristica dell'essere umano solamente perchè questa possibilità di polarizzarsi verso l'uno o l'altro polo si può osservare anche negli animali.

Ora non dirò che hai detto delle sciocchezze come hai fatto tu, voglio però farti notare che le tue considerazione sono un poco affrettate e vale la pena di approfondirle.

Ancora: la cultura, l'educazione, l'ambiente sono determinanti nel generare una grande differenza fra le psicologie individuali.
Quella semplificazione che hai fatto è eccessiva perché non tiene conto neppure di questa realtà.


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Originalmente inviato da Soren
L'ipocrisia è il risultato ed una componente essenziale dell'iterazione sociale educata a cui tutti più o meno partecipiamo, e non significa molto altro che maggiore adattamento al contesto a prescindere dalla propria personalità. Solo perché ciò è ottimale non toglie nulla alla sua ipocrisia. Che poi questa abbia una connotazione normalmente negativa è per altrettante cause sociali e non mi concerne, per me è solamente una tecnica d'adattamento ad un sistema che tra l'altro non ne può fare a meno per funzionare efficacemente. Cioè, non che a me piaccia anzi è una cosa che trovo faticoso sopportare, ma riconosco che è estremamente funzionale.

Riguardo all'ipocrisia tu la confondi col "camaleontismo", questo sì indispensabile alla sopravvivenza sociale e nei rapporti interpersonali

C'è molta differenza fra ipocrisia e "camaleontismo".

Ultima modifica di Giorgiosan : 08-03-2013 alle ore 07.56.21.
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