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18-12-2012, 22.33.14 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
Citazione:
La nostra vita...un equivoco di possibilità concesse". Ovvero; tra tutte le realtà che la materia ha prodotto, la nostra ha il primato per poterlo studiare. A questo punto, però, si presenterebbe una nuova domanda; ovvero: ma perché l’universo vuole che la vita da lui prodotta lo debba studiare? Forse che l’Universo ha bisogno di noi per una ragione che ancora non conosciamo? Se le cose stessero veramente in questo modo, lo scopo della nostra vita sarebbe di tirare avanti nel migliore dei modi, per giungere a comprendere che cosa vuole da noi l’Universo. Allora ecco che, una volta compresa la famosa richiesta, anche per la versione scientifica si formerebbe un Massimo Sistema indicante: chi ci ha creato e perché l’ha fatto. |
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19-12-2012, 08.29.59 | #44 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
@ Sgiombo (vai sempre in bici?)
Toglimi una curiosità: perchè di definisci ateo, e non magari agnostico? mauro[/quote] Ben ritrovato, Mauro! Certo che vado ancora in bici! (Anche se in questo forum ho ripetutamente parlato -o forse é meglio dire: brontolato- circa i miei sessant' anni, non mi sento ancora del tutto decrepito). E tu? Ti faccio i migliori auguri per il 2013 (che estendo a tutti gli altri partecipanti al forum). So bene che del Dio dei deisti non si può dimostrare né che esiste né che non esiste (mentre del Dio delle religioni abramitiche si può facilmente dimostrare che non esiste, data l' esistenza reale del male che mi pare innegabile e che é logicamente inconciliabile con la sua onnipotenza e infinita bontà; che ci siano molti che ciononostante ci credono é innegabile e per parte mia lo spiego col fatto che logica e razionalità umane sono relative, come tutte le caratteristiche umane). Però (a parte la sua totale irrilevanza pratica per noi uomini) preferisco trattarlo come Biancaneve e i sette nani, nembo Kid ed i più svariati tipi di omini verdi con le antenne ed eventualmente sei o più arti e/o la coda, entità che in teoria potrebbero esistere da qualche parte nell' universo e alle quali non credo. |
19-12-2012, 14.08.14 | #45 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2012
Messaggi: 381
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
@ Ulysse
Vedo che sei molto ottimista... Io trovo invece che quelli che tu definisci "odiosi quesiti esistenziali" siano in realtà le vere domande. Quelle domande per cui molti filosofi (ad es. Wittgenstein) che inizialmente hanno creduto di potervi prescindere hanno, in seguito, dovuto ammetterne la radicalità (e, naturalmente, l'irrisolvibilità). A cos'altro si riferisce il "non sapere" socratico? E che altra risposta dà la Critica della Ragion Pura? Naturalmente non che io pretenda di ridurre l'intera filosofia a quelle domande. La filosofia, dal mio punto di vista, è anche "interpretazione del mondo"; è anche un paziente e certosino lavoro di relazione fra i vari saperi (per questo oggi, nel mondo dell'iperspecializzazione, essa è tanto trascurata se non vituperata); ma, appunto, è "anche" questo, senza che con ciò io pensi di stabilirne una qualche gerarchia per ordine di importanza. A mio avviso, il mondo dei Cinici era lo stesso nostro mondo, così come noi lo vediamo e lo interpretiamo oggi. Se, come sosteneva Nietzsche, la filosofia è nata come risposta "laica" alle medesime domande che ha posto, prima di essa, la religione (e alle quali ha dato le "sue" risposte), allora non possiamo immaginarci un mondo diverso, se non nella quantità dei "segni" (nel senso semiotico del termine), da quello nel quale si muovevano i Cinici. Ovviamente avrei bisogno di ben altro che queste quattro righe per spiegare compiutamente il mio punto di vista. Diciamo, in estrema sintesi, che chi come me non crede al "progresso" (se non a quello tecnologico) ben difficilmente riesce ad immaginare mondi "diversi". un saluto mauro |
19-12-2012, 20.14.32 | #46 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
Citazione:
Difficile pensare che la Vita sia frutto di un caso. E le leggi che governano l'Universo, un caso anch'esse? Sarà......... |
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19-12-2012, 20.59.41 | #47 | ||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
Citazione:
Ma deriva principlamente da due fatti che ritengo eclatanti: 1)- Ognuno che arriva bel bello ti pone la domanda "perchè viviamo"? ...quando già tutti sappiamo che "non lo sappiamo"...ma ancor di più....un perchè non c'è! ...ma se non soddisfa, lo possiamo chiedere al prete! 2)- Quanto alle cosiddette "odiose domande" esse sono irresolvibili... se vogliamo che siano irresolvibili...in realtà molte ipotesi e molti studi in proposisito si sono fatti e si fanno...cercando di risolvere. Ma, a parte le tante complicazioni che la scienza moderna mette in atto per individuare l'origine della vita... (la "panspermia" sembra prevalere)...per il come siamo potremmo riferirci a Darwin, al Neodarwinismo, alla genetica, alla biologia, ecc.. alle varie psicologie oggi in auge: certo non tutti gli esperti concordano...ma non sono così sprovveduti...da continuare con la vecchia litania ...chi siamo... dove andiamo... di dove veniamo... ecc... Comunque ho giusto sotto mano un interessante libro di Iris Fry: "L'origine della vita sulla terra" (ed Garzanti 2002). Certo non risolve, ma qualcosa dice. Citazione:
Citazione:
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Solo che occorre distinguere: interpretazione di quale mondo? Citazione:
In altri campi, una particolare specifica specializzazione è dovuta proprio ad un mondo complesso e sempre più...un sapere non più dominabile da un solo intelletto o ristretto team di intelletti: le specilizzazioni proliferano perchè proliferano idee e teorie...certo che occorre non esagerare!...ma chi giudica e...limita? E' probabile che, in conseguenza, la filosofia sia un pò messa in sottordine, persino vituperata, ma non potrebbe essere che tiene a fatica il passo? Oggi le scienze, in particolare la fisica, la cosmologia, ecc... si fanno sempre più aggressive e dispongono di mezzi intellettuali, comunicativi, sinergici e strumentali sempre piu' evoluti e sofisticati. Lo sbocco nella tecnologia, poi, è un traino formidabile. Di contro, della filosofia, pur con dialettiche sofisticate, i riferimenti sono sempre a vecchi gloriosi filosofi...: almeno è quanto mi giunge dalla filosofia di questo forum! Citazione:
Citazione:
Mentre la scienza scrive le pagine del futuro! Mi pare comunque che dai termpi dei cinici greci e romani...molta acqua sia passata sotto i ponti: se non l'uomo, che da oltre 100.000 anni ha sempre gli stessi impulsi, pur diversamente orientati, la società, in cui l'uomo vive, è enormemente più comlessa ed ha rifermenti diversi: bene o male la scienza, la politica, l'economia, ecc... hanno dato e danno una impronta, al nostro vivere e pensare, inimmaginabile...non dico poche centinaia, ma poche decine di anni fa. Citazione:
Sarà impressione mia, ma il mondo è diverso...già da quando andavo io a scuola: l'iPad5 non c'era! In effetti, invece, ai tempi dei cinici io non c'ero, ma so che tante altre cose non c'erano e nemmeno certi concetti: in fondo la forma è sostanza...e con essa il mondo cambia...istante per istante! Persino io mi permetto di dire: Panta rei! |
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19-12-2012, 22.39.44 | #48 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2012
Messaggi: 381
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
@ Ulysse
Beh, sei proprio convinto che non serva cercare nella "Critica della Ragion Pura", ma che tutte le risposte siano ne: "L'origine della vita sulla terra" di Iris Fry? Naturalmente con questo non voglio dire che tutte le risposte siano nella "Critica" e che l'altro saggio non serva: voglio semplicemente dire che anche davanti alla scienza dovremmo assumere un atteggiamento critico. Lo stesso autore della "Critica", Kant, era convinto che le leggi della fisica e della meccanica fossero esatte e perciò incontrovertibili. Finchè...arrivò un signore che ci disse che l'osservato dipendeva dall'osservatore; e che perciò non vi sono "fatti", ma solo interpretazioni (tradotto in termini filosofici): era Albert Einstein. Non sono forse critici quei filosofi (gli "epistemologi") più attenti alla scienza che ci hanno detto che un programma scientifico è promosso sulla base di un interesse particolare, e dunque "umano"? Non è forse critico quel filosofo (Popper) che ha individuato nella "falsificazione" il criterio che distingue la scienza dal dogma (e in un clima che ancora considerava la "conferma" come un criterio certo di scientificità)? Lo stesso atteggiamento critico dovremmo assumere nei confronti di un concetto che, molti, danno per assodato: il "progresso". Cosa vuol dire "progredire"? Io credo che si possa "progredire" solo verso un qualcosa: cos'è questo qualcosa? La domanda, ritengo, è tutto fuorchè banale. Perchè se si usasse il termine che io reputo più appropriato: "divenire", saremmo costretti ad ammettere che non si va necessariamente verso il meglio (come il termine "progresso" suggerisce), ma verso un qualcosa che "diviene", che dunque cambia, ma non certo necessariamente verso il meglio. Certo al tempo dei Cinici l'iPad5 non c'era (ti sottolineavo però che nemmeno io nego nego il progresso; o meglio, il divenire tecnico o scientifico), ma non c'era neanche, e se ben ci pensi, una società così disumana come quella odierna, o persino abominevole, come certe manifestazioni storiche del 900 hanno mostrato. ciao |
20-12-2012, 18.13.04 | #49 |
Ospite abituale
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
Il senso della vita sta in una gioiosa partecipazione terrena,ognuno a suo modo e secondo inclinazioni, e non fuori da essa. La salvezza si trova nel sapere, nella realtà, non nei vari sistemi metafisici istituzionali o inventati a propria misura. Spesso facciate di valori che celano opportunismi e non nobili interessi.
Distaccano e disimpegnano verso il nostro mondo terreno e quotidiano con evasioni astratte. È fuga dalla realtà di chi teme confronti con la realtà che sta intorno, in crisi di identità e con scarsa autostima. Rifugge a criteri logico-razionali, per povertà etica, estetica,identitaria, con false domande e problemi. Lo scopo della vita si sostiene sul comprendere il mondo e non nel trascendere in enti oltremondani: la contingenza in cui siamo immersi è materia bastante per uno scopo pratico e non teoretico. Oggi molto diffusi sono i neo-spiritualismi per costruirsi un'identità non posseduta arsenio |
21-12-2012, 02.40.42 | #50 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Non riesco ben a capire il ruolo che mi è stato dato.
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