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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 18-06-2011, 16.31.44   #21
CVC
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Gli psicologi mi pare distinguano due tipi di aggressività: l'aggressività fredda e l'aggressività calda.
Il primo tipo è quello che si riscontra ad esempio negli animali da preda che uccidono a sangue freddo per far fronte alle necessità. Il secondo è quello caratteristico dell'ira.
Nel secondo caso si tratta di intemperanza, secondo Seneca l'ira nasce dall'ingiuria, il magnanimo non si vendica delle ingiurie perchè non risente dell'ira e sa che non ci si può sentire disprezzati da qualcuno senza porsi più in basso di lui. Ciò non significa che per evitare l'ira bisogna sentirsi più in alto degli altri, è sufficiente non mettersi al di sotto.
Per la cosiddetta "aggressività fredda" credo si possa parlare di killer istinct o mors tua vita mea. Il soldato in guerra può darsi che non disprezzi il nemico, ma deve pensare alla sua soppravvivenza e a quella dei suoi compagni, quindi è pronto ad uccidere. Allo stesso modo l'aquila non è per spregio
che affonda gli artigli nelle carni della preda, ma il non farlo equivarrebbe per lei al lasciarsi morire.
Ed ancora, per rimanere fra noi uomini, quando si va ad un colloquio di lavoro ci si fa poco scrupolo del fatto che la propria assunzione escluda quella di un proprio simile che, magari, avrebbe più bisogno di quel posto di quanto ne avremmo noi.
Eraclito parla di una concezione di giustizia cosmica che impedisce alla lotta dei contrari di risolversi mai con la vittoria completa di uno di questi:"Bisogna riconoscere che la guerra è propria a tutte le cose e che la discordia è la giustizia e che tutto nasce e finisce fatalmente attraverso la lotta"

Ultima modifica di CVC : 18-06-2011 alle ore 23.21.17.
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Vecchio 18-06-2011, 20.38.02   #22
ulysse
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Scrivo questo post. ECC................. ........................

E’ mia opinione, avvalorata da riscontri scientifici, che ogni fenomeno riscontrabile nell’essere umano sia presente, ovviamente in gradi e intensità diverse, in ogni specie o essere vivente che lo ha preceduto nell’evoluzione, qualsiasi sia la/ le teorie evolutive che si ritengono probabili.
Ma non credo sia così...se mai è vero l'inverso: la freccia evolutiva è verso di noi a salire...non a scendere ...supposto che siamo noi gli ultimi più alti rami dell'albero!
Certo la mia gatta Mafalda ha molto di me, anche se in gradi e intensità diverse,...persino in gradi superiori in certi casi...specie a livello sensoriale.... vista e udito in particolare.
Ma mi è difficile pensare che un'ameba abbia qualcosa dei caratteri umani: certo deve reagire a qualcosa...a un qualche stimolo esterno nella sua aspirazione a sopravvivere...difficile dire come.

Mi par che esista, piuttosto, la tendenza, nella evoluzione degli organismi discendenti da uno stesso ceppo, a divergrere nei loro caratteri via via che si modificano.
Che essi si siano poi molto differenziati è provato dal fatto che le specie di tutti i tipi possoni essere riunite in generi, i generi in famiglie, le famiglie in sottordini e così via...risalendo l'albero, dal tronco ai rami, ai ramoscelli, ecc...

La ragione di ciò sembra consistere nel fatto che la discendenza modificata delle forme dominanti in via di sviluppo tende ad adattarsi ai diversi luoghi via via occupati dal vivente nel suo procedere fisico e gentico per direzioni divergenti.
Luoghi che hanno caratteri molto diversi nella economia della natura.
Luoghi cui non sono adatti i ceppi precedenti od originali.

Ogni genere, famiglia, sottordine ecc...pur mantenedo in prevalenza i caratteri del ceppo originario è tuttavia strutturato nel corpo e nello spirito in coazione e sinergia con l'ambiente in cui vive.
Quindi è pensabile che gli ultimi, i rami più alti, abbiano sempre qualcosa di piu' o di diverso ripetto ai ceppi di derivazione anche se non necessariamente di meglio o di peggio.
Citazione:
.................Ho assai poca competenza per quanto riguarda gli insetti tuttavia si può affermare con certezza almeno in base alle conoscenze attuali che tutte le specie animali sono in grado di provare il dolore.
Certo il dolore, almeno quello fisico, ha un valore salvifico, di allarme verso danni inflitti dall'esterno o anche per disfunzioni interne. L'intensità di una tale percezione dipende dalla ricchezza e complessità del sistema nervoso: io distinguerei fra viventi che percepiscono il danno a livello cosciente, quindi con "dolore" e viventi che reagiscono al danno automaticamente...persino le piante lo fanno e rimarginano le loro ferite.

Per questo secondo tipo di viventi direi che i nostri sistemi etici non si scomodano: rispetto per la vita, è imperativo etico, ma le stragi che operiamo coi vari insetticidi non ci turbano piu di tanto...mentre proviamo dispiacere per un uccellino che si spiaccica sul parabrezza dell'auto.
Citazione:
Acquisito questo mi pare conseguente ipotizzare che se sono in grado di percepire il dolore allora devono essere in grado di percepire altre sensazioni quali paura, benessere, piacere, ecc. ecc.
Ovviamente proporzionalmente alla loro struttura nervosa, alla loro fisiologia ecc. ecc.
Come affermato sopra e per quanto non ci sia una netta linea di divisione, siamo empatici verso viventi che mostrino una qualche capacità di rendersi conto e allora proveranno piacere, paura e dolore...per lo meno sencondo il nostro immaginario... Ma chi non dà questa impressione è spacciato!

In caso di invasione di extraterrestri (che suponiamo evoluti oltre ogni didre) spero che riusciamo a dar loro questa impressione!
Chissa perchè il viceversa non mi preoccupa molto...per quanto questa mia espressione mostri una punta di razziasmo: infatti per schiavizzare, torturare od uccidere qualcuno, tenerlo in stato di inferiorità o eliminare una qualche forma di vita, abbiamo necessità di pensarlo non senziente, comunque inferiore o almeno moralmente degenerato...a meno che non siamo sadici e degenerati noi stessi.
Citazione:
Dico questo non per criticare la definizione di Ulisse di “piccoli robot” dotati di qualche ganglio nervoso, perché evidentemente era una iperbole per significare la grande differenza fra l’essere umano e gli altri esseri viventi…(.almeno credo) ma per ribadire il mio rispetto per ogni forma di vita che credo condiviso da tutti..
Certo c'è una differenza qualitativa fra umani e animali, ma non poi così grande da ricorrere all'iperbole del robot.
I primati forse sono le nostre alternative meno fortunate su questo pianeta. Ma nemmeno gli altri animali terricoli o acquatici o volatili, che non saprei come meglio definire, sarebbero equiparabili a robot.

Robot sono proprio gli insetti ...in particolare le formiche , magari le api o altri insetti del genere viventi in società aggregate: robot perchè non vivono di vita propria, ma in funzione del nido, dell'alveare, ecc...: è, specialmente, quella loro organizzazione superiore e genetica insieme che li fa apparire e agire come robot...ed anche perchè di neuroni non dovrebbero averne poi tanti...per quanto anch'èssi costituiscano un miracolo...della naturale evoluzione, ovviamente!
Citazione:
Dopodiché se devo eliminare un papataccio che mi sta addentando o sforacchiando il collo non ho alcun scrupolo morale a sopprimerlo con una pacca …lo stesso dicasi per altri animali che attentano alla mia salute o a quella degli altri o alla mia o a quella degli altri integrità.
E' un pò la teoria della guerra giusta...della violenza giusta: aggredisco per difendermi!

Non credo comunque, per rientrare nella supposizione iniziale, che la nosrtra insensibiltà etica verso gli insetti sia indice di una nostra indole violenta e sopraffatrice, non dico verso gli umani, ma nemmeno verso ogni altra specie vivente che mostri capacità empatica o esploda nella sua bellezza: curiamo le piante ad esempio ed i fiori...per nostro piacere ...ovvio!

Per ritornare alla interazione fra HSS, oramai sappiamo, o dovremmo sapere, come incanalare le nostre pulsioni difensive e aggressive nei confronti dei nostri simili: "la nostra formazione e cultura di civiltà dovrebbe dirci che c'è lo stato (o dovrebbe esserci) a sopperire, o altro organismo comunmitario, ed è così se coltiviamo come nostri i valori di democrazia, giustizia e solidarietà nell'ambito dello stato e sue leggi."

Non è prorio cosi sempre, ma, all'opposto, "potrebbe cominciare ad essere veramente pericoloso se intervengono e soggiaciamo a ideologie localiste inculcanti la paura e la necessità di difendersi dal diverso, cattivo e degenerato che ci invade."

Il meccanismo psicologico e comportamentale è sempre lo stesso: verso qualunque specie vivente ...compreso l'HSS.

Il lupo, che assale il gregge e si mangia la nostra pecora, è cattivo... quindi lo uccidiamo...e magari è solo affamato...e deve sfamare i suoi lupacchiotti....come affamate erano le formiche che invadevano la madia della nonna!
Ma, stranamente, piango per il lupo...non per le formiche fetenti!

Ultima modifica di ulysse : 19-06-2011 alle ore 10.47.50.
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Vecchio 19-06-2011, 08.42.56   #23
Tempo2011
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Gli psicologi mi pare distinguano due tipi di aggressività: l'aggressività fredda e l'aggressività calda.
Il primo tipo è quello che si riscontra ad esempio negli animali da preda che uccidono a sangue freddo per far fronte alle necessità. Il secondo è quello caratteristico dell'ira.
Nel secondo caso si tratta di intemperanza, secondo Seneca l'ira nasce dall'ingiuria, il magnanimo non si vendica delle ingiurie perchè non risente dell'ira e sa che non ci si può sentire disprezzati da qualcuno senza porsi più in basso di lui. Ciò non significa che per evitare l'ira bisogna sentirsi più in alto degli altri, è sufficiente non mettersi al di sotto.
Per la cosiddetta "aggressività fredda" credo si possa parlare di killer istinct o mors tua vita mea. Il soldato in guerra può darsi che non disprezzi il nemico, ma deve pensare alla sua soppravvivenza e a quella dei suoi compagni, quindi è pronto ad uccidere. Allo stesso modo l'aquila non è per spregio
che affonda gli artigli nelle carni della preda, ma il non farlo equivarrebbe per lei al lasciarsi morire.
Ed ancora, per rimanere fra noi uomini, quando si va ad un colloquio di lavoro ci si fa poco scrupolo del fatto che la propria assunzione escluda quella di un proprio simile che, magari, avrebbe più bisogno di quel posto di quanto ne avremmo noi.
Eraclito parla di una concezione di giustizia cosmica che impedisce alla lotta dei contrari di risolversi mai con la vittoria completa di uno di questi:"Bisogna riconoscere che la guerra è propria a tutte le cose e che la discordia è la giustizia e che tutto nasce e finisce fatalmente attraverso la lotta"
Per me sarebbe interessante conoscere il tuo parere, anche sull'attuale aggressività che registriamo nella nostra società e, più in generale, nelle nazioni occidentali.
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Vecchio 19-06-2011, 10.05.12   #24
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
ulysseCerto il dolore, almeno quello fisico, ha un valore salvifico, di allarme verso danni inflitti dall'esterno o anche per disfunzioni interne. L'intensità di una tale percezione dipende dalla ricchezza e complessità del sistema nervoso: io distinguerei fra viventi che percepiscono il danno a livello cosciente, quindi con "dolore" e viventi che reagiscono al danno automaticamente...persino le piante lo fanno e rimarginano le loro ferite.
Perdonami ulysse ma, da solo, questo tuo assunto basterebbe a evidenziare che le nozioni sul tema sono, appunto: nozionistiche; giacché stai elencando fatti del mondo animale che non corrispondono alla realtà dei fatti, perlomeno laddove parli di complessità del sistema nervoso ecc.; e per chiarire la mia affermazione ti porto un esempio sull'ameba - da te citata -. Infatti, pur essendo un essere unicellulare possiede una memoria e, a quanto sembra, non prova dolore; o perlomeno, non tanto da morirne. Di fatto, quando la stessa è tagliata in più parti, pur continuando a vivere, mantiene inalterata la propria memoria fino al punto di ricordarsi i percorsi che la condurrebbero al cibo. Questo è avvallato dal famoso esperimento del tunnel bidirezionale. Infatti, la prova consisteva nel mettere un’ameba davanti ad un tubo che, verso la metà, prendeva due direzioni, una delle quali portava al cibo preferito dalla stessa.
Ebbene, la prima volta l’ameba prese la direzione sbagliata, e avendo trovato la strada sbarrata, tornò indietro prendendo l’altra direzione, dove trovò puntualmente il cibo. Rimettendo l’ameba al punto di partenza, la stessa, senza nessuna esitazione si diresse verso il cibo prendendo la direzione giusta.
Fatto questo primo esperimento, l’ameba fu tagliata in due; bene: tutte e due le parti s’incamminarono verso il cibo senza tentennamenti. Questo avvenne anche quando la stessa fu tagliata in quattro ecc.
Come vedi, la realtà animale è molto più complessa e misteriosa di quanto tu pensi e divulghi; infatti, un essere unicellulare, dove dovrebbe averlo il sistema nervoso? E perché una volta divisa in quattro, tutte e quattro le parti si dirigerebbero verso la strada giusta che gli permetterebbe la sopravvivenza?
Citazione:
Robot sono proprio gli insetti ...in particolare le formiche, magari le api o altri insetti aggreganti del genere: robot perché non vivono di vita propria, ma in funzione del nido, dell'alveare, ecc...: è specialmente quella loro organizzazione superiore e genetica che li fa apparire e agire come robot...ed anche perché di neuroni non dovrebbero averne poi tanti...per quanto anch'èssi costituiscano un miracolo...della natura ovviamente!
A mio modo di vedere, anche l’essere umano si comporta in funzione della società, ma lo facciamo perché in tal modo ci garantiamo la sopravvivenza; specialmente ai giorni nostri. Siamo anche noi dei robot? Io credo di sì. Perlomeno fino a quando non avremo compreso che cosa ci stiamo facendo in questo mondo.
Citazione:
E' un po’ la teoria della guerra giusta...della violenza giusta: aggredisco per difendermi!
Non credo comunque, per rientrare nella supposizione iniziale, che la nostra insensibilità etica verso gli insetti sia indicativa di una nostra indole violenta.
Violenta no, ma ignorante sì.
Citazione:
Oramai sappiamo, o dovremmo sapere, come incanalare le nostre pulsioni difensive e aggressive nei confronti dei nostri simili: [b]la nostra formazione e cultura di civiltà dovrebbe dirci che c'è lo stato a sopperire ed è così se coltiviamo come nostri i valori di democrazia, giustizia e solidarietà nell'ambito dello stato e sue leggi.
Vedo che dopo l'escursione (non per polemica) sulle neuro scienze etologiche, hai fatto una capatina nel tema del thread. In pratica la tua affermazione è la stessa che ho fatto io, però sarebbe interessante se la argomentassi un po’ di più, poiché quello che accade intorno a noi dovrebbe metterti paura, almeno pari a quella che ti hanno messo le formiche che ti invasero e rubarono la marmellata, fatta dalla tua cara e simpatica nonna, presumo.

Ultima modifica di Tempo2011 : 19-06-2011 alle ore 23.17.48.
Tempo2011 is offline  
Vecchio 20-06-2011, 08.58.08   #25
CVC
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Per me sarebbe interessante conoscere il tuo parere, anche sull'attuale aggressività che registriamo nella nostra società e, più in generale, nelle nazioni occidentali.
L'escalation di aggressività che si ravvisa nella nostra società è secondo me frutto della caduta delle inibizioni verso i nostri istinti violenti. Il killer istinct è latente in ognuno di noi, in ragione di questo la società ha creato delle convenzioni per proteggersene: la religione, la buona educazione, le leggi. L'egocentrismo crescente caldeggiato dai media porta all'indebolimento di queste barriere. L'egocentrismo porta le persone a pensare a quelle convenzioni come a un qualcosa di limitante, dei freni alla propria libertà personale. I mass media puntano a far crollare tutte le nostre inibizioni, persone completamente disinibilte diventano soggetti perfetti per l'acquisto compulsivo. Guardiamo in tv spettacoli vili, telefilm violenti e sanguinolenti in linea con i nostri istinti più bassi senza provarne la minima vergona. Emozioni da colosseo, da "gustare" standosene comodamente seduti in poltrona. Non è sufficiente dire che il sangue in tv è finto, lo "spettacolo" è realistico e la mente può percepirlo come tale. Per non parlare della febbre per i fatti di cronaca nera allestiti sotto forma di intrattenimento.
E' un errore pensare che i nostri istinti non abbiano bisogno di "barriere" di protezione. E la crescente indifferenza, nei giorni nostri, verso le istituzioni sociali (leggi, religione, educazione) è direttamente proporzionale all'aumento della violenza e alla regressione della civiltà.
Mi è capitato di sentir dire per radio che è cambiato il profilo dell'individuo che si reca dallo psicologo. Una volta andava dallo psicologo l'individuo inibito e timido, privo di autostima; ora sembra si rivolgano agli specialisti gente che ha una condotta di vita dissoluta, senza controllo sulla propria vita sessuale e sulle proprie finanze, che cerca di ripristinare le inibizioni perdute.
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Vecchio 20-06-2011, 11.32.59   #26
nemesi1
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Sicuramente l'uomo l’ha nel DNA e, secondo me, quello che apprende è il modo in cui si può controllare.
Citazione:
Dell’ignoranza, nel non sapere che l’unica salvezza per l’uomo sta nella solidarietà.
Dell’egoismo, derivante dalla paura nel non sapere i motivi della nostra presenza in quest’universo.


Ne deriva che per controllare l'aggressività,l'uomo debba confliggere con ciò che gli è costituzionale. Ovvero la censura, il divieto forza la sua natura aggressiva.
E come potrà mai superare l'egoismo se ce l'ha nel DNA? Come potrà mai vedere nella solidarietà qualcosa di più dell'opportunità di usare l'altro (che deriva sempre dall'egoismo) per la propria sopravvivenza?

Citazione:
La valutazione contingente. Tanto per portare un esempio, la legge prevede la legittima difesa.

Chi valuta la situazione contingente?

Citazione:
Tra le tre ipotesi ho scelto quella che ritenevo più adatta al mio nuovo modo di ragionare (prima le bruciavo).

Una tua personale considerazione. Nell'episodio delle formiche, non c'è stata quindi nessun'altra autorità che abbia indirizzato la tua scelta.

Citazione:
Mi sembra di averlo già accennato che, se dovessimo fare l'elenco di tutte le violenze, piccole e grandi, non basterebbe un'enciclopedia, giacché di violenze varie le società ne sono state sempre stracolme; da quelle perpetrate dallo stato (La tassa sul macinato). Dalla chiesa (l'inquisizione). Dalle Banche (Interessi vergognosi). Dai politici (Abuso di potere e ladrocinio), e, più in generale, da tutti quelli che ne hanno avuta la possibilità.

Perfetto. Se l'avevi già accennato ti chiedo scusa per non averlo trovato, ma ciò che mi preme evidenziare è che non si può allora parlare di violenza che dilaga (uso parola tua), dal momento che c'è sempre stata. Semmai cambiano le forme e la sensibilità con cui la si guarda.

Citazione:
Negli ambiti da te elencati si aggiungerebbe quello religioso, in modo che nell’elenco, vi possano essere rappresentate alcuni miliardi di persone.
In tal senso posso esprimere la mia opinione che, per una domanda così complessa è poca cosa. Per altro, non dividerei la violenza a settori, come, famigliare, politica, religiosa, amministrativa ecc., perché, a mio modo di vedere, la violenza è figlia di due sole matrigne: dell’ignoranza e dell’egoismo.


Non si tratta di catalogare la violenza a settori, ma di considerare i riflessi su quegli ambiti. Ad esempio come può un'autorità esterna controllare la violenza in famiglia senza limitare la libertà personale dei componenti?

Citazione:
Il resto dovresti aggiungerlo tu…non posso mica fare tutto io.

C'è tempo, c'è tempo...per ora goditi i preliminari
nemesi1 is offline  
Vecchio 20-06-2011, 22.04.52   #27
Tempo2011
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

Citazione:
nemesi1
Ne deriva che per controllare l'aggressività, l'uomo debba confliggere con ciò che gli è costituzionale. Ovvero la censura, il divieto forza la sua natura aggressiva.
E come potrà mai superare l'egoismo, se ce l'ha nel DNA? Come potrà mai vedere nella solidarietà qualcosa di più dell'opportunità di usare l'altro (che deriva sempre dall'egoismo) per la propria sopravvivenza?

Forse, è proprio per questa ragione che sono nati i valori di riferimento; da quando l’uomo ha compreso che l’aggressività è molto democratica, come l’aria, l’acqua e il vento, poiché l’hanno tutti. Perciò ha pensato bene che forse era meglio non uccidere se non voleva essere ammazzato a sua volta.
Da questa prima comprensione del problema, si presume che sia nata la solidarietà “opportunistica”; ovvero: aiuta l’altro, non per bontà, ma perché l’altro può aiutare te a sopravvivere.

Citazione:
Chi valuta la situazione contingente?
Il proprio senso di valutazione della realtà che ti circonda. Se non si possiedono quel senso della misura e l’equilibrio per metterlo in atto, si può andare anche all’Ospedale, in galera o al cimitero.
Citazione:
Una tua personale considerazione. Nell'episodio delle formiche, non c'è stata quindi nessun'altra autorità che abbia indirizzato la tua scelta.
No! Solo il senso della misura.
Citazione:
Perfetto. Se l'avevi già accennato, ti chiedo scusa per non averlo trovato, ma ciò che mi preme evidenziare è che non si può allora parlare di violenza che dilaga (uso parola tua), poiché c'è sempre stata. Semmai cambiano le forme e la sensibilità con cui si guarda.
E’ vero! La violenza, proprio perché fa parte del DNA di tutti gli animali, vi è sempre stata; poiché serviva all’uomo per sopravvivere cacciando le prede o per difendersi. Nel mille e ottocento sulla terra esisteva un miliardo di persone. Dopo solo duecento anni siamo sei miliardi; quindi, la moltiplicazione degli episodi deve tener conto di questa proporzione con l’aggiunta dei sistemi tecnici che abbiamo a disposizione per attuare violenze anche a distanza. In pratica, senza sporcarsi le mani ma, solo la coscienza. Per quanto riguardano le forme e la sensibilità non ci si potrebbe giurare, poiché oggi, più di ieri, si sa tutto e tutti i giorni, al punto di farmi affermare: non ci sarà il pericolo per la società di decadere, davanti a quest’assuefazione?
Citazione:
Non si tratta di catalogare la violenza a settori, ma di considerare i riflessi su quegli ambiti. Ad esempio come può un'autorità esterna controllare la violenza in famiglia senza limitare la libertà personale dei componenti
L’autorità esterna dovrebbe mettere a disposizione i mezzi culturali, educativi, di giustizia sociale, penale e civile, per far sì che tali violenze siano mediate in tutti i settori poiché, a mio modo di vedere, come ho già affermato, la violenza è figlia dell’ignoranza e dell’ingiustizia.
Tempo2011 is offline  
Vecchio 21-06-2011, 09.48.07   #28
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Riferimento: Le formiche invadenti e l'aggressività umana.

CVC
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L'escalation di aggressività che si ravvisa nella nostra società è secondo me frutto della caduta delle inibizioni verso i nostri istinti violenti. Il killer istinct è latente in ognuno di noi, in ragione di questo la società ha creato delle convenzioni per proteggersene: la religione, la buona educazione, le leggi. L'egocentrismo crescente caldeggiato dai media porta all'indebolimento di queste barriere. L'egocentrismo porta le persone a pensare a quelle convenzioni come a un qualcosa di limitante, dei freni alla propria libertà personale. I mass media puntano a far crollare tutte le nostre inibizioni, persone completamente disinibilte diventano soggetti perfetti per l'acquisto compulsivo. Guardiamo in tv spettacoli vili, telefilm violenti e sanguinolenti in linea con i nostri istinti più bassi senza provarne la minima vergona. Emozioni da colosseo, da "gustare" standosene comodamente seduti in poltrona. Non è sufficiente dire che il sangue in tv è finto, lo "spettacolo" è realistico e la mente può percepirlo come tale. Per non parlare della febbre per i fatti di cronaca nera allestiti sotto forma di intrattenimento.
E' un errore pensare che i nostri istinti non abbiano bisogno di "barriere" di protezione. E la crescente indifferenza, nei giorni nostri, verso le istituzioni sociali (leggi, religione, educazione) è direttamente proporzionale all'aumento della violenza e alla regressione della civiltà.
Mi è capitato di sentir dire per radio che è cambiato il profilo dell'individuo che si reca dallo psicologo. Una volta andava dallo psicologo l'individuo inibito e timido, privo di autostima; ora sembra si rivolgano agli specialisti gente che ha una condotta di vita dissoluta, senza controllo sulla propria vita sessuale e sulle proprie finanze, che cerca di ripristinare le inibizioni perdute.
Secondo me, l'aumentata violenza, più che a una caduta d’inibizione, a parte tutti gli altri argomenti che abbiamo già postato e che contribuiscono pesantemente, potrebbe derivare anche dalla mancanza di una pena sicura, giacché l'impunità o la pena mite, invita a proseguire su quella strada. Tanto per portare un esempio: se, intenzionalmente, uccidi un bambino ti becchi l'ergastolo; invece, se ne uccidi cinque mentre sei in auto ubriaco e drogato, comportandoti bene al processo, può darsi pure che in galera non ci entri nemmeno. Ecco un esempio di una violenza, aggiunta a un'altra.
Molti affermano che nei paesi dove vige la pena di morte i crimini non sono diminuiti; bene! Sicuramente però, saranno diminuiti i criminali che restano in giro per commetterne altri.
Per altro, condivido che i Mass Media influenzino gli atteggiamenti della popolazione, sopratutto di quella giovane e, in minor misura, di quella anziana. Per esempio, guarda cosa è accaduto in un quarantennio sull'abbigliamento giovanile: Jeans, scarpe categoricamente di gomma e una maglietta estiva o invernale. Quando è iniziata questa libera scopiazzatura di costumi non esisteva internet, ma i media sì.

Ultima modifica di Tempo2011 : 22-06-2011 alle ore 01.17.02.
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Vecchio 22-06-2011, 09.56.29   #29
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Secondo me, l'aumentata violenza, più che a una caduta d’inibizione, a parte tutti gli altri argomenti che abbiamo già postato e che contribuiscono pesantemente, potrebbe derivare anche dalla mancanza di una pena sicura, giacché l'impunità o la pena mite, invita a proseguire su quella strada. Tanto per portare un esempio: se, intenzionalmente, uccidi un bambino ti becchi l'ergastolo; invece, se ne uccidi cinque mentre sei in auto ubriaco e drogato, comportandoti bene al processo, può darsi pure che in galera non ci entri nemmeno. Ecco un esempio di una violenza, aggiunta a un'altra.
Molti affermano che nei paesi dove vige la pena di morte i crimini non sono diminuiti; bene! Sicuramente però, saranno diminuiti i criminali che restano in giro per commetterne altri.
Per altro, condivido che i Mass Media influenzino gli atteggiamenti della popolazione, sopratutto di quella giovane e, in minor misura, di quella anziana. Per esempio, guarda cosa è accaduto in un quarantennio sull'abbigliamento giovanile: Jeans, scarpe categoricamente di gomma e una maglietta estiva o invernale. Quando è iniziata questa libera scopiazzatura di costumi non esisteva internet, ma i media sì.
Io credo che severità delle pene e certezza della pena siano due argomenti distinti.
I vari casi di suicidio in carcere testimoniano che il carcere non è una pena leggera, penso basterebbe farsi un giro in posti come San Vittore per farsene un'idea.
Le pene ci devono essere ma bisogna agire sulla prevenzione, cercare di rendere le nostre città il più possibile vivibili e umane. Una persona in preda alla disperazione calcola poco le conseguenze dei suoi gesti
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Vecchio 22-06-2011, 22.06.16   #30
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Io credo che severità delle pene e certezza della pena siano due argomenti distinti.
I vari casi di suicidio in carcere testimoniano che il carcere non è una pena leggera, penso basterebbe farsi un giro in posti come San Vittore per farsene un'idea.
Le pene ci devono essere ma bisogna agire sulla prevenzione, cercare di rendere le nostre città il più possibile vivibili e umane. Una persona in preda alla disperazione calcola poco le conseguenze dei suoi gesti

La prevenzione rientra in quelle istituzioni che abbiamo indicato e che dovrebbero funzionare come: la scuola, il sociale, la politica e le sue leggi, la giustizia ecc. Mi sembra che sia stato già affermato che, se non funziona la testa tutto il resto ecc. ecc.
Per altro, a questo elenco ci aggiungerei la distribuzione dei beni, fino ad arrivare al punto che, i ricchi siano meno ricchi e i poveri meno poveri; in maniera che quei disperati (come giustamente hai ricordato tu), non debbano perdere il lume della ragione per il solo fatto di essere al mondo, e non avere il necessario per soggiornarvi in tutta dignità.
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