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01-05-2010, 23.06.08 | #4 | |||
Ospite
Data registrazione: 01-05-2010
Messaggi: 36
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Citazione:
Innanzittutto La ringrazio per il suo contributo al mio post. Personalmente non conosco Putnam, non l'ho mai sentito nominare e non l'ho mai studiato né avuto modo di leggerlo, in quanto ultimamente mi sono concentrato sull'Epistemologia scientifica. Citazione:
Riferendomi al commento sopracitato di Putnam, ho, però, secondo il ragionamento condotto finora, da ribattere dei punti:
Nel mio intervento precedente avevo accennato appunto alla determinazione, qualora possibile, del fenomeno e del noumeno secondo i filosofi, che io personalmente potrei interpretare così:
Ed effettivamente noi non possiamo coglierne la sinteticità perché qualcosa di troppo piccolo rispetto alla nostra capacità visiva. Citazione:
Io non sono d'accordo con Putnam fin quando non mi vengono fornite delle argomentazioni solide a favore della sua tesi. Sebbene anche io non riesca a darne una interpretazione efficace preferisco ragionare ed appurare, considerando anche i vostri contributi, ma non voglio giungere alla conclusione non razionale che esso non esista. Putnam, rileggendo quanto da Lei riportato, non si sofferma tanto sulla potenziale esistenza del noumeno, quanto alla possibilità di una sua descrizione con il linguaggio umano. Linguaggio che scaturisce dalla conoscenza empirica e scientifica degli enti che ci circondano. Io, invece, desidererei, per condurre efficacemente il mio ragionamento, una argomentazione solida che possa o smentire o confermare l'esistenza del noumeno/fenomeno relativamente alla loro percezione e struttura fisico-ontologica. |
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02-05-2010, 03.35.29 | #5 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2009
Messaggi: 59
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Prima di tutto, secondo me, i tuoi post sono incredibilmente complessi e ricchi di espressioni ultraelaborate. Non credo che un linguaggio più complesso assolva meglio all'analisi del tuo problema. Infarcire il linguaggio il più possibile mi pare segno di confusione, quasi che chi parla non riesce più a controllare le sue stesse parole.
E questo è un problema perchè mal mi riesce di capirti. A tutta prima mi verrebbe da chiederti come speri di poter essere più chiaro dei filosofi che — come giustamente hai fatto notare tu stesso — non sono riusciti a spiegarsi adeguatamente. Comunque: Citazione:
1. Parti da premesse kantiane, che mi creano un po' di problemi. Prendi praticamente per assodato il dualismo fenomeno/noumeno, anche senza sapere cosa sia il «noumeno». 2. Mi chiedo, se non sai né che esiste il noumeno, né cosa sia, perchè sei convinto che esista il «fenomeno» (che è un concetto strettamente legato a quello di «noumeno», visto che quest'ultimo, secondo te, starebbe alla base del primo)? Citazione:
1. Non possiamo conoscere il noumeno? Per Kant no, per altri — Fichte, Schelling, Hegel, Schopenhauer — si. 2. Putnam non parla di io-penso. 3. Sono scettico che si possa "determinare scientificamente" cosa sia il «noumeno». Non lo fa e non ha bisogno di farlo. Per quel che ne so io, la scienza non fa — per fortuna — metafisica. Non si chiede com'è il mondo «in sé», sempre che dire così abbia qualche significato. 4. Ti ripeto: continui a prendere per assodato il dualismo fenomeno/noumeno. Non sai cosa significano i termini che usi, ma sei fermamente convinto che noi conosciamo quel che dici "oggetto fenomenizzato" (presupponendo l'idea di un «oggetto noumenizzato», o «in sé»). 5. Il linguaggio è uno strumento degli utenti, che lo utilizzato per gli scopi più disparati, fra i quali il principale è la comunicazione. Tu credi che i sassi parlino fra di loro, chiedendosi magari come sono «in se stessi»? Citazione:
Sei sicuro di avere un'idea chiara di queste due definizioni? Soprattutto queste parti: "evolve biologicamente", "trasformarsi parzialmente", "costituendo più identità aggregandosi ad altre sostanze". Oltretutto dai una importanza incredibile al senso della vista. Non conosciamo anche con altri sensi? Dietro all'odore, mettiamo, del sapone, c'è un «noumeno»? E a questo punto, perchè non potrebbe esserci — sempre per il tuo modo di procedere — qualcos'altro alla base del «noumeno» stesso? |
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02-05-2010, 11.38.31 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Il noumeno indica una linea di confine fra la conoscenza scientifica e il suo oggetto che è il fenomeno. Noumeno è ciò che si sottrae alla conoscenza scientifica e rappresenta la cosa in sé, l’essenza che non si può conoscere perché l’essere umano non dispone di un intuizione intellettuale capace di conoscere le cose al di là di ogni riferimento empirico.
Questo modo di impostare la questione della conoscenza è superato? Il pensiero di Kant è un tentativo di sintesi fra una concezione antica e una novità già presente al suo tempo il pensiero metafisico ed il pensiero antimetafisico… E’ riuscito il tentativo? L’intuizione sensibile ha ben poco a che fare con le “descrizioni quantistiche”, che si esprimono infatti unicamente come costrutto matematico La quantistica è un modo di conoscere contro intuitivo in cui le categorie spazio e tempo non sono necessarie…ma per Bachelard, che conosce bene microfisica e chimica queste sono scienze nuomeniche… anche lui sembra impegnato in un tentativo di sintesi.. C’è riuscito? Per quanto mi riguarda non capisco cosa voglia dire porre dei limiti alla ragione e questo è senz’altro un mio limite. Sono d’accordo con Nikolaj Stavrogin riguardo al modo di esporre di Philosophus, troppo denso, troppe categorie in una sola volta. Ultima modifica di Giorgiosan : 02-05-2010 alle ore 18.11.12. |
02-05-2010, 13.42.22 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Citazione:
Non che io voglia bacchettare i colleghi propensi a lasciarsi trascinare nel gorgo di PHILOSOPHUS: mi sento però piu' a mi agio con le esressioni di Nikola.... piuttosto che mettermi a ragionare di indefinite entità a priori inconoscibili, di ipotetiche essenze oltre le nostre stesse capacità conoscitive. Fortuna, appunto, che la scienza non fa metafisica...a parte che non potrebbe: sarebbe inconceibile e incongruente col concetto di scienza. Oserei dire che il mondo/universo è semplicemente (magari se pure approssimativante) ciò che appare, o meglio cio' che noi percepiamo o che riusciremo a percepire ed esplicare sempre piu' coi nostri sensi...con le protesi, gli strumenti, i metodi di ricerca che la scienza mette e metterà a disposizione....si arriva alla microfisica...all'origine della materia/energia... alla particella di Dio...così detta. Del resto i nostri cani e gatti percepiscono un mondo di odori, di rumori e di visioni che supera di molto il nostro mondo senza ricorrere ad entità metafisiche...siamo sempre nell'ambio del fenomeno...pur con la strordinaria acutezza della vista dell'aquila. Ci sono poi illustri predecessori che mi confortano con le loro battute...e che mi pare si adattino straordinariamente con le osservazion di Nikolaj: Ad esempio Voltaire: Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia! Ma non intendo essere sacrilego...anzi mi scuso della battuta...non ho saputo resistere!. Vorrei però esprimere quella che ritengo una differenza sostanzale fra l'impostazione del significato di scienza e di quello di filosfia. La scienza, che pure si sforza di mettere in atto metodi che garantiscano l'esattenza del trovato, la sua congruenza col fenomeno, ne ammette nel contempo una possibile caducità...almeno sul piano teorico. Ma credo sia propro questa ammissione di caducità, insieme con l'idea che niente è inconoscibile, a costuire il potente motore del progresso nella conoscenza scientfica. La filosofia che si autoproclama sapere superiore perchè con rigida logica ragiona e indaga sulla inconoscibile, assoluta essenza delle cose in sè: "noumeno".... continua da millenni a rivoltolarsi su se stessa. Così' almeno mi pare, ma non vorrei essermi preclusa la possibilità di interloquire ancora su questo forum. |
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02-05-2010, 14.57.35 | #8 | ||||||||
Ospite
Data registrazione: 01-05-2010
Messaggi: 36
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Citazione:
D'accordo, mi scuso per questo. Tenterò d'esser più chiaro. Citazione:
No no, forse non sono riuscito bene a comunicare il mio intento. Riferendomi a Kant, ed a tutti i filosofi che hanno stabilito un dialismo cosa in sé/ciò che ci appare, ho scritto che, qualora il noumeno esistesse, cosa si intenda precisamente per noumeno e fenomeno, ovvero per cosa in sé e fenomeno. Ma non dal punto di vista razionale o filosofico, bensì tangibile, scientifico. Citazione:
Ma dove ho scritto che sono fermamente convinto del noumeno? Sto supponendo la sua esistenza in vista di avere chiarimenti sul fronte tangibile. Citazione:
Ma infatti so che alla scienza importa il come e non il perché o il mondo in sé. Alla base della mia analisi sta la volontà di voler chiarire o interpretare cosa significasse noumeno e fenomeno per Kant dal punto di vista "reale". Citazione:
Se ho dato questa impressione, ovvero la mia convinzione, mi scuso, ma non è così. I termini che uso, quali? Citazione:
Sì. Evolve biologicamente: sappiamo che ogni ente esistente sul nostro pianeta evolve biologicamente, cioè si trasforma nello spazio e nel tempo biologicamente. Citazione:
No, altrimenti mi sarei agganciato al pensiero Fichtiano secondo cui tutto ciò che esiste è nostra creazione. E da lì avrei attinto il noumeno. Citazione:
Certamente conosciamo anche con altri sensi. Spero di esser stato chiaro. |
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02-05-2010, 17.26.57 | #9 | |
Ospite
Data registrazione: 01-05-2010
Messaggi: 36
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Citazione:
Da cosa riesci ad evincere che questa presunta entità sia inconoscibile? La Filosofia non ragiona sull'inconoscibile, e non potrebbe ragionarci perché appunto inconoscibile e non intelligibile. La Filosofia ragiona, o meglio, i filosofi ragionano intorno all'essere che è ben diverso dall'essere idealista o essere "trascendentale", ma è un essere Parmenideo in quanto tale, in quanto è predicabile di "esistenza". Io volontariamente non riesco a ragionare su qualcosa che non conosco perché non avrei abbastanza materiale empirico per poterci ragionare e ri-osservare i fatti. Mi chiedo solo, quantunque esista il dualismo fenomeno/noumeno (ed una mente geniale come quella Kantiana [come disse lo stesso Schopenhauer] ha avuto le sue ragioni {sicuramente discutibili, altrimenti sarebbero dogmi} per proporlo) cosa abbia voluto intendere lo stesso Kant per fenomeno e noumeno a livello tangibile. Solo questo. Poi naturalmente si può dibattere sull'esistenza del noumeno, nessuno lo vieta, perché è giusto mettere tutto in discussione al fine di non staticizzare una teoria. Però capite anche che non posso a priori rifiutare il noumeno se questo con argomentazioni fondate e solide non mi viene smentito. Perché il fenomeno potrebbe essere ciò che ci appare come disse lo stesso Kant e su questo nessuno ha difficoltà. Il noumeno potrebbe essere la sostanza, sostanza intesa come unione di più particelle, per esempio gli atomi, che aggregati danno forma ad un ente composto da qualità secondarie oltre che primarie. Il noumeno potrebbe essere la struttura in sé dell'ente stesso che produce un fenomeno dell'oggetto diverso in base all'angolazione del rapporto osservativo (in poche parole all'angolazione da cui si osserva l'oggetto) ed in base all'istante temporale. Il noumeno potrebbe anche non esistere. Ma prima di rifiutarlo a priori ritengo giusto ragionare sulla sua potenziale esistenza, non limitandoci a ciò che vediamo, non limitandoci alla vista, né agli altri sensi. Perché se noi non riusciamo a percepire il noumeno, non è detto che altri enti, biologicamente diversi da noi, non riescano a percepirlo sempre qualora esistesse. Su quest'ultima proposizione faccio riferimento a Jean Piaget che teorizzò con convinzione la natura delle forme mentali-logiche-proposizionali kantiane, ovvero di un impianto logico nel nostro cervello che ci consente di incapsulare la sinteticità del molteplice e di organizzarlo secondo quelle che sono le nostre strutture di conoscenza. |
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02-05-2010, 21.57.11 | #10 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Fenomeno e noumeno
Citazione:
Non è oggettivabile perché sarebbe comunque un a priori e costituente dello stesso ente che vorrebbe indagarlo. Dunque non mi pare possibile farlo con questi strumenti,tra cui la ragione come enunci.. |
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