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28-09-2009, 13.18.46 | #1 |
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
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Laicità in salsa Odifredda
Piergiorgio Odifreddi restituisce con lettera circostanziata alla associazione Subalpina Mathesis il premio Peano vinto nel 2002 per il miglior testo di divulgazione matematica dell'anno, non potendo, asserisce, condividere lo stesso premio con il collega Giorgio Israel vincitore di quest'anno, essendo quest'ultimo un "collaboratore del governo" (Israel avrebbe collaborato con il ministro Gelmini) e un "fondamentalista" : "Israel «è il tipico ex comunista ora collocato all’estremo opposto: si pensi al sionismo oltranzista dei suoi interventi sul sito Informazionecorretta.com.Consi dero deleteria l’attuale linea ministeriale, alla quale ha direttamente contribuito. E anche gli attacchi che ha sferrato alla divulgazione scientifica e al Festival della matematica erano inaccettabili»."
Partiamo da 4 presupposti: Definire un dominio assoluto per il concetto di laicità è difficile. Questo non significa che la medesima possa significare tutto e il suo contrario. Un concetto che pare doversi accompagnare imprescindibilmente a quello di laicità è tolleranza. Il gesto di Odifreddi non sembra un'espressione di tolleranza, ma non solo. Un paradigma utile con cui giudicare il fatto può essere questo vale a dire la liberalità con cui la Columbia University richiese - più che concedere - ad Ahmadinejad di tenere un discorso in occasione del suo viaggio in USA.Il rettore volle cioè erigere la struttura di un contraddittorio civile e liberale ancorchè serrato, domandando all'iraniano il perchè del suo negazionisno di fronte all'olocausto.Il nostro ovviamente non rispose limitandosi a denunciare un generico attacco alla platea (!). ma il modello offerto da quel caso è a mio avviso una buona declinazione di cosa possa e debba essere la laicità oggi: Non sono d'accordo con le tue idee. Ma le tollero. Di più, nonostante non concordi con le tue idee farò voltairianamente di tutto per consentirti di esprimerle in piena libertà (equivalente al perorare politicamente un sistema in cui la libera opinione sia sempre assolutamente garantita) Inoltre, mi farò premura di offrirti personalmente occasioni di confronto in cui esprimerle (equivalente al gesto del rettore della Columbia che cerca un contradditorio proprio con colui dal quale dissente massimamente e su questioni "vitali"). Il passaggio qui è dal concetto basico di tolleranza già spesso disertato, a quello di ricerca attiva delle ragioni altrui ottenuta tramite il dialogo, la domanda ed il suo relativo assoluto, l'ascolto. Qualunque costrutto dogmatico infatti sembra proliferare in modo fisiologico nell'ambiente in cui permanga chiusura alla contaminazione razionale instillata dallo strumento del dialogo : come già scritto qua sopra, per lo stesso motivo il Papa avrebbe dovuto essere accettato alla Sapienza di Roma ed essere fatto soggetto/oggetto di libere domande all'insegna di dialogo contaminatore.L'anno successivo non sarebbe più andato o avrebbe invece 'incontrato' inequivocabilmente il suo nuovo ruolo di "capro espiatorio" atto a rispondere e a discutere in un'officina della ragione quale la Sapienza dell'irragionevolezza della fede e magari della sensatezza e plausibilità maggiori o minori dei comportamenti del suo magistero nei secoli e in questi anni. mentre scegliendo la chiusura preventiva, la non-accettazione di quel confronto, assurgendola a rifiuto-simbolo e vessillo di una ragione ribelle ed incontrastata, non si è fatto altro, non si farà, che rinforzare quel carattere tabuistico e irragionevole su cui il culto invece si basa per rigenerarsi e mantenersi imperituro e tragicamente uguale a sè stesso. Alla luce di queste considerazioni il gesto di Odifreddi di restituire platealmente il premio che avrebbe dovuto 'condividere' con un collega ebreo 'fondamentalista' e 'sionista' appare in tutto il suo portato di icasticità : Odifreddi ritiene di non poter figurare nell'ambito di riconoscimento pubblico in cui compaia anche colui dal quale dissente. Odifreddi verosimilmente non siederebbe mai in un consesso dibattimentale che avesse precise finalità di elaborazione di significati etico/sociali in cui fossero presenti da lui dissidenti di pari grado dell'Israel. Odifreddi, lungi dal farsi carico di ricercare personalmente e attivamente quel dialogo contaminatore di cui sopra, solleva eccezioni anche al motto voltairiano della "tolleranza in presenza di massima dissidenza". |
30-09-2009, 18.14.09 | #5 |
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
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Riferimento: Laicità in salsa Odifredda
"Israel «è il tipico ex comunista ora collocato all’estremo opposto: si pensi al sionismo oltranzista dei suoi interventi sul sito Informazionecorretta.com.Consi dero deleteria l’attuale linea ministeriale, alla quale ha direttamente contribuito. E anche gli attacchi che ha sferrato alla divulgazione scientifica e al Festival della matematica erano inaccettabili»."
Non credo che Odifreddi voglia impedire in qualche modo a nessuno di esprimersi, infatti ha difeso la persona Israel; tratto sempre dallo stesso articolo: Eppure di recente Odifreddi ha solidarizzato con Israel, consigliere del ministro dell' Istruzione Maristella Gelmini, per i minacciosi attacchi che gli sono stati rivolti sul Web. «È molto grave che sia stato definito "puparo ebreo" e paragonato a Marco Biagi, ma non gradisco essere accomunato a lui in nessun modo», spiega Odifreddi al «Corriere». Mi pare ovvio che prende le distanze morali......mi azzarderei. Si potrebbe ricadere giustamente nella disputa assoluto e relativo. Provo a spiegarmi: _Se nessuno può tenere sul palmo della mano il vessillo della Verità, allo stesso tempo, coerentemente, nessun comportamento umano può essere ritenuto lodevole o deprecabile. Questo annulla ovviamente qualsiasi possibilità per gli esseri umani di fregiarsi di qualsiasi valore che può essere appunto relativo. Pongo però un quesito?Non è che forse il sig Odifreddi circoscrive il valore personale rispetto ad una convenzione acquisita che si chiama Democrazia?Apparire vicini in un albo equivale in questo caso a legittimare, premiare è legittimare. Ma è un'altra discussione. Ultima modifica di ornella : 30-09-2009 alle ore 21.19.27. |
30-09-2009, 20.06.31 | #6 |
Ospite abituale
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Riferimento: Laicità in salsa Odifredda
Il dialogo implica una disponibilità all'ascolto da ambedue le parti.
La disponibilità all'ascolto non è aprire i padiglioni auricolari ma la consapevolezza che il proprio punto di vista è soltanto una opinione e, se si dialoga, che si desidera implementare coll'eventuale concorso degli altri. E' l'apertura e la disposizione a cercare la verità. Il dialogo è la vera disposizione alla pace. Ci sono interlocutori che fingono soltanto di dialogare nell'attesa di proclamare la propria verità come inconfutabile: sono i fanatici, gli ideologi, i fondamentalisti. Con questi non vale la pena di dialogare perchè sarebbe vano ed ingenuo. Il dialogo non è onnipotente. Ultima modifica di Giorgiosan : 01-10-2009 alle ore 07.40.10. |
01-10-2009, 15.11.55 | #7 | ||||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
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Facciamo l'esempio di prima delle dieci domande al vaticano poste legittimanente da un giornale laico letto ogni giorno da qualche milione di persone e la cui eco possa raggiungerne altrettante : ove tali domande non avessero nulla di oggettivamente sedizioso o di capzioso o di retorico, ma invece muovessero spinte dal comune buon senso che spesso basterebbe da solo a mettere in crisi molti precetti ecclesiastici, quando non partorite all'impronta di un contraddittorio sul filo dei temi etico-filosofici più alti, come potrebbero quelle stesse con il dibattito che anche in assenza di risposte ne seguirebbe, non gettare le basi di conoscenza atte a far germinare il seme del dubbio in molti cattolici ortodossi, osservanti e praticanti?Ovviamente ti parlo da ottica agnostica. E non è possibile presupporre forse che in seguito e dietro alla spinta di tali dubbi fattisi concreta perplessità il culto per come oggi inteso possa mutare, leggi evolversi, all'insegna di una ragione che io giudicherei maggiore o migliore? Insomma questo è un paese dove sono tutti laici, ma nel quale i media di più ampia tiratura, da 'repubblica' al 'corriere' alla 'stampa' non prendono mai posizioni ferme e davvero laiche nei confronti del vaticano.Veniamo definiti un paese clericale, ma è anche perchè abbiamo i grandi media più clericali d'europa e non mi riferisco ovviamente alle testate facenti capo a berlusconi. |
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01-10-2009, 16.54.01 | #8 | |||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
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Riferimento: Laicità in salsa Odifredda
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Scherzavo, scusa Citazione:
Intendevo tutti i partecipanti al forum. Mi sbagliavo Citazione:
E' quello che volevo evidenziare. Nessun sistema può essere liberale in modo puro |
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01-10-2009, 21.09.23 | #9 | |
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
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http://antefatto.ilcannocchiale.it/g...e_s piego_per |
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01-10-2009, 22.34.54 | #10 | |
Studente di teologia
Data registrazione: 15-08-2009
Messaggi: 55
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Odifreddi non è nuovo a certe uscite, anche se l'avevo sempre sentito rimanere comunque nella decenza... non mi sorprende ma mi rattrista venire a sapere notizie del genere...
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La libertà di parola ha dei limiti, fissati dalla legge italiana, però non si può censurare una persona solo perchè sta dicendo qualcosa su cui non si è d'accordo... La cosa importante non è forse il punto della discordia ma il come si vuole cercare di superarlo: se è il dialogo il metodo deciso allora anche posizioni completamente discordi possono avvicinarsi (senza per forza fondersi però ); se la strada scelta è la polemica allora sarà già più difficile avere una relazione fruttifera... Diciamo che per fortuna la democrazia tutela anche chi è contrario ad essa (fino a quando l'opposizione rimane solo verbale s'intende) Ultima modifica di Sesbassar : 01-10-2009 alle ore 23.58.33. |
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