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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
02-11-2012, 10.28.13 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Una base per l'estetica
B.Croce nel trattato “Estetica” , se non ricordo male , la colloca nella teoretica e precisamente nella conoscenza intuitiva, dividendola da quella concettuale.
L’idea di bello a mio parere affonda addirittura nell’energia elettromagnetica , un suono e un colore sono frequenze i principi delle melodie e delle armonie seguono delle scale, delle regole interne ( tonica, dominante, ecc.) e quindi anche la composizione. Kandinski nel suo manifesto spiega la teoria del colore , ma dopo averlo appreso dalla scienza fisica e seguendo convegli sull' antroposofia di Steiner. E anche qui esistono dei colori fondamentali. Voglio arrivare a dire che addirittura certi colori e suoni sono collegati a stati terapeutici ad un benessere psico/fisico. Quindi c’è una base fondamentalmente biologica che fa sì che quel suono o colore rappresenti bello/buono/ utile. I veleni nei vegetali e negli animali appartengono generalmente a colori forti e suoni “sgraziati”. Rane con colori rosso acceso, l’amanita muscaria fra i funghi,( L’amanita phalloide è più pericolosa perché si confonde con il “buono” dei colori tenui) il colore mimetico di difesa di alcun animali o l’accenderlo nei periodi degli amori da parte degli animali, sono segnali che i suoni e i colori hanno codici biologici. Il famoso “imprinting” ad esempio nel colore acceso del becco interno dei pulcini negli uccelli induce un automatismo nei genitori a cercare e dargli cibo. I canti nei periodi degli amori che segnano i territori e richiamano le femmine. C’è sicuramente qualcosa di archetipo per cui un suono “risuono” in noi come all’”erta” per paura ( pensiamo solo a un genitore che “sgrida”) o alla voce suadente di una madre che parla a un bambino di pochi mesi che ride.Forse il gesto che accompagna un suono o un colore possono essere dei “segreti” sepolti in noi, che rimangono ancestralmente per sempre come simbolo e segno. Altro è l’arte che esce dall’intuizione per diventare arte concettuale e diciamo pure provocatoria nella modernità . A mio parere non è più arte nel canone estetico dell’intuizione, ma diventa”atto” preconcettuale: il“gesto dell’artista”. Ma qui si va oltre la discussione. |