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26-08-2012, 18.10.18 | #53 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 17-08-2012
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Riferimento: Il tempo esiste?
Citazione:
Siamo solitamente convinti che la realtà consista solo in ciò che è qui, ora, nel presente, e che ciò che era o che sarà non sia affatto reale, ma lo era o lo sarà. Questa è la visione razionale della realtà, dove l’essere è ciò che abita il presente, ed è composto di oggetti che esistono di per sé e mutano nel tempo. Più questa interpretazione del reale è considerata “vera” e più ci si convince che il presente sia un’occasione unica, che non si ripeterà. Si allentano così i nostri legami con il nostro passato e le responsabilità verso il futuro. Al punto che niente ha più davvero valore, e che perciò tanto vale vivere al meglio in quanto ogni lasciata è persa. Questo è il nichilismo, che alberga nel cuore di ogni essere razionale. Perché è il lato oscuro della stessa razionalità. Razionalità che però è solo uno strumento nelle mani della Ragione. Strumento indispensabile, senza il quale nemmeno potremmo pensare, ma solo uno strumento da utilizzare al meglio senza esserne succubi. La razionalità non è fonte di Verità! In sostanza concordo con Severino per quel che riguarda l’essenza del nichilismo, mentre non condivido le sue conclusioni, con le quali vuol fornire una sua “verità” appellandosi all’”essere è il non essere è” parmenideo. Non è più il momento di “verità” a cui aggrapparsi. Il nichilismo deve ormai essere affrontato in tutto il suo orrore, è la sfida necessaria perché ne va della nostra evoluzione. Ho avuto modo di confrontarmi con lui in più occasioni ma non c’è stato verso… Ritengo che ciò che aveva da dire di significativo l’ha detto quarant’anni fa con “Essenza del nichilismo”. E da lì non è più andato avanti. Con “esistenza” mi riferisco al significato che ne dà la filosofia dell’esistenza di Karl Jaspers, al quale devo tantissimo. L’esistenza è lo stato di risveglio, nel quale si avverte la Trascendenza, pur non conoscendola assolutamente. L’esserci è viceversa la visione razionale della realtà oggettivata, dove non c’è alcuna Trascendenza. In questo senso, l’esserci è tutto quello che c’é. Perché è scissione originaria soggetto – oggetto. Indubbiamente il divenire fa parte dell’esserci, però come parte dell’interpretazione razionale della realtà. Viceversa, l’esistenza si manifesta quanto si avverte la situazione-limite. La situazione-limite, quando avvertita spezza l’esserci. Perché ne mette in crisi i fondamenti che, nell’esserci, non sono mai problematizzati. L’esistenza non è oggettivabile, perché autentica libertà. Libertà che si manifesta nell’istante della decisione. Questa decisione è per l’eternità. Io decido qui ora, e decidendo… sono. Il divenire dell’esserci è trasparente all’esistenza, perché la decisione esistenziale non ha in vista scopi, finalità future, ma solo ciò che, in quella situazione, deve essere deciso. Per questo motivo, ogni decisione esistenziale ha in vista l’eternità. Eternità che non ha niente a che vedere con un divenire senza fine. Citazione:
L’Essere parmenideo equivale, per quel che posso comprendere, alla Verità. Un tempo si credeva nell’esistenza della forza gravitazionale. Era una Verità, perché sempre confermata dai sensi. Ora si fa largo l’idea che questa forza non ci sia, perché ciò che i nostri sensi colgono sono solo effetti della curvatura dello spazio-tempo. I fondamenti, a cui ci appoggiamo per cercare di comprendere, sono indispensabili per la nostra vita nell’esserci, ma sbagliamo di grosso quando ne vogliamo trarre delle considerazioni definitive sulla Realtà, trattando questi fondamenti come assoluti. Ciao Giorgiosan, e grazie del benvenuto! Ultima modifica di bobgo : 26-08-2012 alle ore 23.31.41. |
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26-08-2012, 20.32.28 | #54 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-10-2007
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Riferimento: Il tempo esiste?
Citazione:
Secondo me la questione è molto diversa, infatti gli argomenti di Zenone sono completamente sballati sia nella fisica aristotelica, sia in quella newtoniana sia in quella einsteniana. In particolare se il moto è pura illusione lo è in senso proprio assoluto, secondo Zenone. Invece secondo Einstein l'illusione è più raffinata, essendo essenzialmente un effetto della visione relativa cui è costretto, suo malgrado, qualsiasi osservatore. Comunque Einstein celebra il funerale del "tempo" assoluto, ma non certo quello del moto. |
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27-08-2012, 02.46.43 | #55 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tempo esiste?
Citazione:
Non posso immaginare me stesso ai tempi di Zenone, se non in una finzione borgesiana. Credo che avrei provato a confutarlo così: 1) nè Achille, nè la tartaruga scivolano perfettamente, senza alcun attrito, lungo il piano della corsa; 2) ogni volta che il piede di Achille tocca il terreno, questo vi si imprime con una grande forza, e da esso terreno (per reazione) egli ne riceve in un solo istante una spinta quasi uguale; 3) anche la tartaruga preme debolmente sul terreno, per riceverne indietro una spinta quasi uguale, ad ogni suo passo. Ma la forza che la tartaruga esercita sul terreno è molto più piccola di quella che sviluppa, ad ogni passo, il piede di Achille. Dunque: in ogni momento in cui Achille tocca terra, Achille rimbalza molto più di quanto, toccando terra, fa la tartaruga. Possiamo interrompere il volo di Achille mentre oltrepassa la tartaruga? Chi o che cosa lo fermerà, o lo rallenterà fino al limite di un fotogramma, mentre il suo balzo si dispiega nello slancio del suo corpo? (Sarà, forse, l'argomentare di Zenone a trattenerlo in volo...?) |
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27-08-2012, 10.01.46 | #56 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tempo esiste?
Citazione:
Il relativismo è una conseguenza della volontà di controllare gli eventi, la filosofia è una conseguenza della volontà di controllare la coscienza. Per questo penso che nessuna filosofia possa essere relativa. Non so se il nichilismo possa essere il punto di partenza di una nuova filosofia. Intanto bisognerebbe definire senza equivoci cosa si intende per il nulla: per Leopardi il nulla era qualcosa da cui fuggire rifugiandosi nell'illusione generata dal genio poetico che intrattendo l'animo diventa reale; per Schopenauer il nulla era il mezzo per "dire no" alla volontà considerata come ragione dell'eterna conflittualità del mondo. Per Nietzsche il nulla viene mitigato dall'ipotetico eterno ritorno delle cose, peraltro già presente in Eraclito e negli Stoici, i quali invece credevano nell'esistenza di Dio. Si rischia di fare diventare il concetto di nulla il nuovo deus ex machina della filosofia. Io andrei cauto col seppellire il senso comune quando grandi filosofi come Heidegger e Gentile hanno avuto un'interpretazione delle sciagure del XX secolo, nazismo e fascismo, così diverse dal senso comune che le ha considerate tali. Se l'avvento della razionalità è un dramma, allora le bestie dovrebbero essere felici e l'unica felicità sarebbe l'appagamento dei sensi. Visto che sono in pieno nella zona OT cercherò di rimediare. L'esistenza del tempo è l'esistenza dell'autocoscienza, dato che non possiamo negare di avere una coscienza, non possiamo negare il tempo. Il problema sorge quando si usa il tempo per controllare gli eventi, quando cioè si stabiliscono delle misure convenzionali per misurare la durata degli eventi allo scopo di controllarli. In fisica l'unità di misura per il tempo è il secondo, e per poter affermare che la distanza percorsa è uguale alla velocità moltiplicata per il tempo, occore considerare tutti i secondi come omogenei, uguali gli uni agli altri. La questione è che i secondi percepiti dalla coscienza non sono tutti uguali gli uni agli altri, perchè la coscienza percepisce il tempo come una durata non suddivisibile in parti uguali. Esiste il tempo della fisica ed il tempo della coscienza. Il tempo della fisica è uno strumento per controllare i fenomeni ed è misurabile, il tempo percepito dalla coscienza è la realtà mentale non misurabile. |
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27-08-2012, 12.20.14 | #57 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il tempo esiste?
Noto che per comprendere il tempo (e la sua esistenza) si sia dovuta, per necessità, aggiungere anche lo spazio, e qualcuno anche il movimento.
Insomma il tempo da solo pare non avere senso. Dovremmo però aggiungere (per necessità) anche l'oggetto, altrimenti sembra (e sarà possibile?) che sia lo spazio/tempo a muoversi. Poi, sempre per necessità, avremmo bisogno di una unità che indichi l'oggetto+spazio/tempo. E' questa unità a muoversi. Il fatto è che noi non sappiamo indicare (se no intuitivamente) cosa sia questa unità. Secondo intuizione a muoversi sono "punti" adimensionali. Il fatto è che i punti adimensionali (per loro stessa ammissione) non hanno dimensioni, quindi non sono ne spazialmente ne temporalmente individuabili. l'oggetto+spazio/tempo perde quindi l'oggetto. Rimane lo spazio/tempo. Ma allora è lo spazio/tempo che si muove come un oggetto? Non mi pare sia una conclusione giustificata dall'intuizione. A questo punto tutto il castello cade. |
27-08-2012, 16.15.31 | #58 | |
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Riferimento: Il tempo esiste?
Citazione:
Parmenide nega il molteplice (la negazione del tempo ne è una diretta conseguenza). Certo non si va molto in là, nella scienza, negando il molteplice. Tuttavia, mettere in dubbio l’oggettività in sé significa non dare “valore assoluto” alle nostre interpretazioni della realtà. Interpretazioni necessarie, indispensabili per il nostro vivere, ma che giustamente evolvono nel tempo in quanto non sono la Verità. D’altronde la teoria einsteniana va nella direzione parmenidea. In quanto l’Essere diventa spazio-temporale. Ossia una realtà quadridimensionale che non muta ma è. Un’intuizione dovuta alla luce, l’unico assoluto che sostituisce gli assoluti dello spazio e del tempo, annichilendoli. La luce infatti di per sé non parte e non arriva, ma è da sempre sia partita sia arrivata, per essa l’universo non è che un semplice punto senza dimensioni. Pure la teoria del Big Bang, che prevede la nascita dello spazio e del tempo, non fa che dirci che siamo ancora in quella singolarità, a-spaziale e atemporale. Dal punto di vista filosofico, ovvero di chi cerca la Verità, è secondo me errato sia negare tempo, spazio, moto,… sia ritenerli assoluti. Sia in un caso sia nell’altro si limita la ricerca arbitrariamente. L’esserci è tutto quello che c’è, e la scienza ci aiuta a orientarci in esso. Ma poi tocca a noi cogliere la “cifra” di ciò che veniamo a conoscere, consci che la Verità non ci appartiene. |
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27-08-2012, 23.22.21 | #59 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Il tempo esiste?
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Non è il nichilismo il punto di partenza, il nichilismo è una sfida. Per sperare di vincere questa sfida è necessario partire dal relativismo, ossia dalla tabula rasa su verità assolute. Ogni filosofia nasce perché ha come humus il relativismo. Nasce fluida, aperta all’ignoto, con fede nella Verità che non conosce. Poi lo slancio si esaurisce e la filosofia diventa “sistema” con le sue “verità” ormai fissate, in sostanza non è più filosofia. Sul fatto che l’avvento della razionalità sia drammatico non mi pare vi possano essere dubbi. I miti di Prometeo e di Adamo non fanno che narrare la drammaticità di questo evento epocale. Il ritorno allo stato animale, che corrisponde al paradiso terrestre, non è possibile. Ma sovente questo è il desiderio di chi è succube del nichilismo. Occorre invece andare avanti, e per farlo è necessario riconoscere che non vi è nulla, ma proprio nulla di assolutamente certo. Citazione:
Vorrei solo aggiungere che cadendo il castello, nel quale c’eravamo imprigionati da soli… siamo liberi! |
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28-08-2012, 13.52.35 | #60 |
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Riferimento: Il tempo esiste?
Penso che l’intuito conosca l’ambiente.
Il problema umano è il concettualizzare, costruire una teoria della conoscenza che permetta di definire meglio i fenomeni. La stessa base teorica scientifica, sta facendo “troppa acqua “ soprattutto grazie alle scoperte dell’ultimo secolo. L’epistemologia ha sempre più difficoltà ha “recintare” le scienze. Manca una teoria che superi lo sperimentalismo, la relatività e la meccanica quantistica non sono da lei irregimentabili. Oggi è la “cerchia accademica” che decide se una teoria è vera o falsa: una convenzione. Un bambino o un animale, imparano a camminare intuitivamente, senza bisogna di calcoli ingegneristici. La percezione sensitiva e il sistema di equilibrio interno ( nell’uomo è all’interno dell’orecchio) che permettono i sistemi dinamici del movimento, diventano subito esperienza memorizzata, così come imparare ad andare in bicicletta. Il tempo è anche ritmo non solo il susseguirsi dell’attimo precedente al conseguente. L’infinitamente piccolo ha velocità diverse del macro. Il quark si “muove” diversamente da una stella, tanto per fare un esempio, seppure la stella( il macro) sia ovviamente composta dal micro. Questo è un problema, perché i nostri apparati sensitivi sono tarati a misura dimensionale del nostro corpo e dei nostri fini materiali, la sopravvivenza, non sono costruiti per dare più conoscenza ( vedere ad esempio tutto lo spettro elettromagnetico), ma sono affinati, specializzati e settorializzati. Dal punto di vista strettamente filosofico ritengo importante il concetto di tempo in Heidegger. L’autore di “Essere e tempo “ con l’esserci nel mondo, nel progettarsi tende ad attualizzare il futuro. Il progettarsi significa portare il futuro nell’oggi, affinchè l’essere si progetti nel tempo. Il tempo non è solo convenzione od oggettività è anche soggettività. Il nichilismo di Nietzsche nasce anche dallo “scrollarsi” il carico storico, la sedimentazione culturale dagli antichi greci per ritornare alla pre-storia. L’”eterno ritorno” ha un presupposto nel “nulla si crea e nulla si distrugge”. Se tutto era già e solo si trasforma , allora anche il tempo. Il fallimento storico della ragione raziocinante nel tentativo di ricercare una verità assoluta, pongono in Nietzsche una carica irrazionalistica che ha avuto il merito di mettere a nudo le contraddizioni storiche del pensiero occidentale che di fatto condizionano l’uomo, lo appesantiscono come un fardello, dall’altra non ha trovato una soluzione, una formulazione che non fosse solo contestativa, ma progettuale. Quindi la messa in discussione della ricerca di una verità assoluta , l’abbandono della metafisica, ha di fatto consegnato alle scienze naturali il testimone della ricerca di una verità ,come potenza salvifica dell’umanità come progettazione storica. Oggi l’uomo è di fatto nella tecnologia, ma senza più un pensiero comprensivo del”tutto”. Perché le scienze naturali si muovono in altre forme teoriche , in linguaggi diversi della filosofia, non cerca il senso dell’Essere, suddivide l’universalità dei fenomeni estrapolandole dal contesto, cogliendole dal tutto senza arrivare a poterlo definire. Quindi siamo nel relativismo. Un sintomo è la mancanza di un’etica , di una morale che ha lasciato il posto al cinismo, all’ego animale( se non bestiale). Il problema è sempre stato l’Essere e quindi l’uscire dal relativismo ha necessità che rivenga predicato, si coniughi di nuovo nella storia, ma tenendo conto dell’esperienza della storia precedente, delle contraddizioni teoriche e pratiche, cioè delle ricadute della teoria nella pratica L’Essere ha quindi senso del tempo, porlo al di fuori significa non dargli l’esistenza, o lasciarlo spettatore e non protagonista, vedere la vita che scorre senza un significato, mortificarlo. Il neo spiritualismo è un altro sintomo contrapposto al cinismo ed entrambi segnalano il problema dell’Essere. |