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19-02-2009, 18.02.07 | #32 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Citazione:
Secondo me è necessario alzare lo spettro degli obbiettivi delle religioni e renderlo ancora più generico. Infatti se per le religioni che riferiscono a Dio si può, con buona ragione, usare il termine assoluto in alternativa a Dio, questo decade in altri casi. Il più emblematico di questi casi è il buddismo. A parte il lamaismo, cioè il buddismo tibetano che nasce dal sincretismo con una religione precedente ed è intriso di formule e riti oltre che di divinità, il buddismo tradizionale non affronta in nessun modo il problema di Dio e della divinità in genere. Quello che interessa al credente buddista è l’adempimento del suo sviluppo spirituale, che una volta compiuto si risolve nell’illuminazione. Ora non so se possiamo equiparare l’illuminazione all’assoluto. A sensazione mia direi di no. Possiamo dire che il buddismo, una religione che ha centinaia di milioni di seguaci in tutto il mondo, è una filosofia e non una religione? Anche qui non mi sembra il caso. Il buddismo ha ordini monastici, ha libri sacri, ha formule e preghiere, ha tutto quello che hanno le religioni tranne l’interesse alla divinità quindi è una religione con tutti i sacri crismi. L’assenza della tensione al divino è ancora più profonda nel taoismo, il quale, interallaciato com’è al confucianesimo, rischia davvero di essere più una filosofia che una religione. Ma anche le speculazioni taoiste trascendono la materia per rivolgersi all’ineffabile, allo spirito ed allora credo che anche qui sia giusto parlare di religione. Se poi guardiamo in giro per il globo i culti delle popolazioni autoctone cancellati, nella folle corsa alla cristianizzazione del mondo, come quelli del sud America o dell’Africa ci accorgiamo che sono per lo più animisti e assai poco teisti. Il mono-teismo sembrerebbero essere una fissazione derivante dalle religioni del libro e forse, prima ancora, dai culti delle civiltà che formarono la “nostra” storia nel bacino medio orientale. Il primo esperimento conosciuto di monoteismo avvenne nel 1356 a.C. quando il sovrano egiziano Amenhotep IV impose al suo popolo il dio Aton come unico Dio. Eppure ancora 1000 anni dopo quella data, i filosofi greci, spinti dall’amore per la “sofia”, cercavano un generico “principio eterno” e non un Dio. Ecco allora che quel Dio, che per noi occidentali sembra essere il fulcro delle risposte ai nostri problemi esistenziali, se visto in un contesto più ampio, svanisce nel nulla. Si può credere nello spirito ed essere spirituali anche senza credere in un Dio unico e qui mi fermo perché altrimenti dovrei parlare di quanto più vitale sia la spiritualità liberata dal fardello di un assoluto, ma allora davvero comincerei a dire, secondo me, qual è la religione più vera, entrando così nel merito della tua domanda, cosa che non voglio fare per ovvi motivi. |
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20-02-2009, 09.11.59 | #33 |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Il tuo intervento, VanLag, mi costringe a cercare se c’è qualcosa di erroneo nella mia logica, cioè in quel concetto d’assoluto che ho posto alla base dei miei ragionamenti senza prevedere le difficoltà in cui mi sarei cacciato. Il guaio del termine assoluto è infatti che richiama – per lo meno a noi discendenti di Adamo e salvati da Noè e Gesù Cristo – il concetto o l’intuizione di un Dio, mentre per me – quando cominciati a dargli tale importanza da renderlo un principio insostituibile della filosofia - sorpassava anzi neppure teneva conto di qualsiasi riferimento teologico o religioso: era la verità assoluta, cioè incontestabile, e basta. E questa mi pareva un’asserzione logica, non teologica, perché è impossibile che una verità assoluta non ci sia, anche o proprio in quanto non sappiamo qual è e potrebbe avere qualsiasi formulazione….potrebbe essere risolta in proposizioni come quella parmenidea (tutto è essere) oppure eraclitea (tutto diviene e quindi è e non è) o quella di Democrito (tutto è fisico) o di Platone (tutto è idea), fino alla versione biblica che tutto è opera di Dio o a quella buddistica che Dio c’è anche se non c’è…O forse il Dubbio pensa che il concetto di verità assoluta sia un assurdo o un arbitrio? Ebbene, può essere questa la verità assoluta e io mi cospargo il capo di cenere, e devo riconoscere che anche questo è possibile, cioè che la verità assoluta non c’è e perciò c’è. Dunque il punto d’appoggio di tutta la mia filosofia o meglio della filosofia è questo, è l’argomento dell’assoluto, che ci consente di credere che la verità esiste anche se non la conosciamo e possiamo solo cercarla senza speranza di trovarla mai, perché se la trovassimo non sarebbe più assoluta ma relativa.
Ciò che rovinava però la saldezza dell’argomento era ed è che questo richiama ostinatamente la parola Dio costringendomi a chiedere a me stesso se non fossi ancora religioso mentre mi cullavo nell’idea di essere solo un filosofo. E allora come posso chiedere ora qual è la religione vera? Con questa domanda ho fatto un bel salto indietro, anche se nell’argomentare ho accennato alla possibilità – davvero ironica per la nostra storia biblico-cristiana – che la religione vera sia quella che sorpassa qualunque religione ecclesiale e adesso, col tuo aiuto, dico qualsiasi religione comprese quelle dell’Africa, dell’America e dell’antico Egitto, avvicinandosi perfino all’ateismo se questo è il riconoscimento che la verità è semplicemente questo fisico universo che da sempre sfida la fantasia dell’uomo costringendo il fantasma di Dio a rifugiarsi inutilmente in un buco nero. Perché, fino ad ora, sembra che nessuno sia riuscito a gettare l’occhio in un buco nero anzi non si sappia neppure se veramente esista. E mentre potrei raccogliere il tuo invito a considerare il buddismo come la religione vera perché non è religione, potrei ancora chiederti: e se il nirvana fosse questo buco nero, cioè veramente l’ultimo posto in cui si è rifugiato Dio, ed è per questo che gli astronomi non lo vedono? |
20-02-2009, 22.24.39 | #34 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Citazione:
Se è solo un assoluto quello che cerchi ne ho uno da fornirti. E’ un dato incontrovertibile, inderogabile, direi assolutamente assoluto perché è l’unica certezza che abbiamo nella vita. Questo dato è: - io, qui ed ora, esisto – Ovviamente quell’enunciato va visto dal tuo punto di vista, o meglio dal punto di vista di ciascuno in maniera da dire: - io, emmeci esisto, io epicurus esisto, io koli esisito, etc - . Se provi a negarlo vedrai che l’esistenza assieme all’identità si sposta al fattore che nega ed – io esisto – continua ad essere incontrovertibile. E così all’infinito avrai sempre una catena nella quale colui che nega sarà più vero del negato e non potrai mai spegnere l’esistenza in lui. Altri assoluti non ne ho trovati ma già uno mi basta e mi avanza. Il problema invece, secondo me, è un altro è che siamo così avvezzi all’idea di Dio da non poter accettare una spiritualità che non preveda nessun Dio. Eppure chi crede nell’immortalità dell’anima o se vuoi dello spirito, senza bisogno di un Dio certamente è uno spiritualista, e le filosofie che stanno attorno a questi pensieri, certamente sono religioni. Se poi, in accordo alla mia metafora, le religioni sono strade che portano ad un'unica vetta, allora quando saremo in cima non solo ci troveremo tutti uniti ma finalmente sapremo ….. Sapremo cosa è il principio eterno, cosa è la Verità … cosa è Dio, cosa è l’illuminazione, cosa il nirvana e forse anche cosa sono i buchi neri ma è probabile che a quel punto non avremo più voglia di parlare. Il resto mi sembra faccia parte di un conflitto tra filosofie occidentali e filosofie orientali che ci trova su versanti avversi, (scusa la cacofonia), per cui non so se questa sia la sede più opportuna per parlarne. Tu non vuoi conoscere il fascino del wu wei ed io, d’altro canto, non posso più affidarmi solo della dialettica per conoscere la Verità. |
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21-02-2009, 15.46.58 | #35 |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Grazie della rivelazione, VanLag, ma purtroppo un qualunque dizionario di filosofia mi insegna che questo identificare l’assoluto con l’io è già stato tentato più volte da noti filosofi, e con scarsi risultati…..Perché almeno uno di essi ha barato, Cartesio, che sembra sfidare il diavolo in quanto principe del dubbio così da dimostrargli che non incrina il suo “ego sum” e invece quello era un diavolo da quattro soldi, visto che il filosofo non aveva mai dubitato che il suo io esistesse perché è un'idea chiara e distinta e Dio, da cui ogni verità dipende, non dice bugie. Il secondo sconfitto sull’evidenza dell’io è – prendi a caso – un qualunque filosofo idealista, visto che tutti gli idealisti a un certo momento, per salvare l’io su cui fondano la loro esistenza, passano dall’io empirico all’io puro e alla fine lo trasformano in Dio, e chi s’è visto s’è visto. Il terzo – forse il più recalcitrante – è Stirner che nel suo famoso libro “L’unico” vuol dimostrare che solo l’uomo come sé stesso ha un’assoluta verità e ogni filosofia che pretenda di subordinare l’individuo a ideali sociali o entità superiori è una forma patologica di ossessione che si traduce in una schiavitù. Naturalmente attraverso Stirner si può arrivare all’anarchismo radicale, ma sta di fatto che Stirner conclude il suo libro con la frase “io ho riposto la mia causa nel nulla” e non so se gli anarchici abbiano ottenuto qualcosa di più.
Però caro VanLag mi sembra che il finale del tuo messaggio una certa aura d’incenso la emani….Forse però non dipende dalla tua logica cristallina, ed è piuttosto un inconveniente insormontabile quando si parla di assoluto, senza differenza fra Occidente ed Oriente. Anche se poi tu puoi dire che l’occidentale agisce e l’orientale si stende sulla riva del fiume a praticare il wu-wei (anche oggi, VanLag?) |
21-02-2009, 18.10.52 | #36 |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Io però credo nell'esistenza di un dio inteso come artefice iniziale del mondo, però ritengo che il suo intervento si sia limitato ad una specie di Fiat inizialeio avrebbe dato l'energia iniziale affinchè il mondo si sviluppasse, ma poi ha lasciato che la materia si sviluppasse da sè in base a leggi che non dipendono dal divino, ma dal gioco della natura. In effetti, le leggi che portano un atomo di idrogeno ad unirsi con un altro di ossigeno sono naturali, dipendono dalle caratteristiche della materia e la natura delle cose basta a spiegarle. Così pure l'uomo, è semplicemnte il frutto di un atto riproduttivo da cui poi, in base a leggi del tutto naturali, si sviluppa. Tuttavia non mi ritengo un materialista o un ateo, perchè comunque credo nell'esistenza di un Dio e penso anche che, in casi del tutto eccezionali, Egli possa intervenire.
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21-02-2009, 20.16.16 | #37 |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Tutte le religioni sono uguali, le differenze sono solo sfumature.
Quindi non avrebbe alcun senso dopo avere affermato questo, dichiarare quale è la religione vera. O lo sono tutte o non lo è nessuna. Voglio, tuttavia, pubblicare una profezia di Paolo di Tarso: tutte le religioni scompariranno, resterà solo la fede in Cristo. L'ultima religione a scomparire sarà l'ebraismo che confluirà nella fede in Cristo. |
21-02-2009, 21.22.30 | #38 | |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Citazione:
Comunque tra oriente ed occidente mi è capitato nelle mani il libro "Tiziano Terzani in Asia" e sono incappato in questa “riflessione”, attribuita ad un suo ospite che Terzani definisce “il fiorentino bizzarro”. l’occidente – diceva - è la cultura intesa come scienza, cioè come conoscenza del mondo attorno all’io, mentre l’io è solo strumento e luogo di pensiero; ne derivano le scienze della natura e dell’osservazione. L’oriente invece – cioè l’India, perché secondo lui tutto viene da lì - vuol dire cultura in quanto ricerca dell’io pensante, il pensiero inteso come pensiero dell’io che pensa a se stesso perché l’io non è parte del tutto, ma il tutto, il distinguere è illusione; il tutto, l’assoluto, è verità. Cercare di distinguere è la via dell’errore. In queste due direzioni – dice lui – il mondo si è mosso per secoli arrivando a questo pauroso abisso di oggi in cui da una parte c’è l’io che ha dimenticato se steso nella conoscenza dell’attorno, anzi è diventato schiavo del conosciuto - la civiltà della macchina e la fine dell’umanesimo - ; dall’altra parte c’è l’io che ha raggiunto profondità ricchissime e forme di cultura avanzate, ma che avendo dimenticato la conoscenza dell’attorno, ora muore di fame e ancora di peste e di lebbra … A parte la frase – tutto viene dall’India - che è un’affermazione che mi ritrova discorde, in quanto dal poco che so di cultura asiatica non ci sono motivi di credere che l’India abbia influenzato la Cina, anche perché, considerando la geografia di quei posti, io ce le vedo poco le armate dell’imperatore Ashoka inerpicarsi per la catena himalayna o misurarsi coi Mongoli per “portare il verbo”. Ma a parte quello, dicevo, il resto mi è sembrata una riflessione da condividere con chi è interessato a questi discorsi. Quasi un episodio di sincronicità. Mi chiedi se il wu wei persiste anche oggi nella Cina che si industrializza….. Bhe il wu wei non è sinonimo di inazione, a piuttosto a che vedere con una azione naturale e disinteressata, che con il sedersi lungo il fiume ad aspettare che la manna cada dal cielo. Prendi queste due frasi: Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi stessi La prima derivante da un detto di Confucio la seconda da quanto disse Cristo secondo i vangeli di Luca e di Matteo riportati qui di seguito: "Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro" (Luca 6:31) "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro" (Matteo 7:12). Queste due frasi sono emblematiche della così profonda diversità tra la cultura Cinese e la cultura occidentale, ma quel - non fare – prima del sostantivo “il male” non è un incitamento all’inazione indolente è anzi un invito all’intelligenza dell’uomo affinché comprenda come prima ancora di poter pensare al bene sia necessario prendere le distanze dal male. Una volta prese le distanze dal male forse si vedrà come per fare il bene non basta la buona volontà ma occorre un qualche cosa che in oriente si chiama compassione e che tu forse chiami pietà, (anche se hai glissato sulla mia domanda riguardo alla pietà). Il fare, se non è guidato dalla compassione o almeno da un'intelligenza sensibile può troppo facilmente diventare male. |
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22-02-2009, 14.08.44 | #39 |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
La massima citata era ben conosciuta nell'antichità, come massima aurea, specialmente nel giudaismo, sotto forma negativa: non fare ad altri quello che non vorresti fatto a te.
Gesù dà a questa massima un senso positivo che è molto più esigente. Ultima modifica di Giorgiosan : 22-02-2009 alle ore 16.39.17. |
22-02-2009, 16.41.48 | #40 |
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Riferimento: Quale religione è la vera?
Ad evitare che, come spesso succede, da un punto di partenza si sviluppino linee divergenti che alla fine non portano a una conclusione, mi chiederei a questo punto se la domanda “qual è la religione vera?” è una domanda sensata o una domanda da scaricare eventualmente nella lista delle domande folli. Essa infatti fa presumere che tutti abbiano una religione, ma è così? Certo è difficile sostenere che possano essere del tutto irreligiosi coloro che cercano la verità – cioè l’assoluta verità - anche se non la trovano, perché quell’assoluto è un concetto che richiama irresistibilmente il divino, indipendentemente dalla professione che uno esercita nella vita per così dire civile - sia cioè scienza, religione o filosofia. (Come dice Socrate38, anche un universo retto da sole leggi fisiche può essere degno di un Dio). Però questo rende ancora più arduo il compito di decidere qual è la religione vera, e tanto più se pensiamo che ognuno dei sei miliardi di esseri di questo pianeta ha una sua idea della verità e forse una sua idea di Dio; e se, inteneriti da certi sguardi animali, volessimo allargarci anche a loro? (Ricordiamo quegli scimmioni del film di Stanley Kubrick che si alzano sulle rocce mugolando qualcosa che può essere la parola “Dio”?)
Insomma vorrei suggerire, VanLag, di non limitarsi a Confucio e San Luca e alle tradizionali contrapposizioni Oriente-Occidente, perché uno potrebbe dire che anche la scienza può essere una religione, e chi sa?, anche la filosofia….col che dovrei pentirmi d’avere lanciato strali contro le fantasie religiose e proporre una santa alleanza fra religiosi scienziati e filosofi: il che non eliminerebbe la mia domanda ma la renderebbe tremendamente difficile, forse soprattutto per Giorgiosan che pur avendo accennato che "tutte le religioni sono eguali" si affretta ad avvertire che alla fine dovranno convertirsi alla fede in Cristo. |