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22-02-2009, 10.17.19 | #72 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: Domande folli
Credo che sia difficilmente conciliabile, Ornella: ed è come se le chiese non si fidassero della libertà e dell’intelligenza degli uomini, proprio come nella dostoevskiana “Leggenda del grande inquisitore” in cui Cristo, tornato dopo quindici secoli sulla terra, viene condannato a morte dall’inquisitore il quale lo accusa di aver illuso il popolo, che per essere felice non può essere libero ma ha bisogno di un’autorità che gli dia quello che gli serve e niente di più. E Cristo – dice Ivan Karamazov che racconta la leggenda – tace e lo bacia sulle vecchie labbra.
E’ così, dunque, che la chiesa si è assunto il compito di sostituirsi a Cristo e spiegarci qual è la verità e come dobbiamo comportarci, tanto che il tuo appello a leggere il Vangelo mi sembra un’aspirazione troppo bella per corrispondere a quanto la chiesa cattolica veramente auspica, visto che in un passato non molto lontano vietava addirittura ai buoni cristiani di leggere la Bibbia piuttosto che farsela esporre da un prete che sia una guida sicura.….Ma lasciamo da parte questi casi spinosi che richiamano le lunghe diatribe fra riformisti e controriformisti, e ampliamo l’orizzonte al di là della chiesa cattolica: il punto da decidere mi pare questo: sono proprio necessarie le chiese per avere fede in Dio? Certo qualche passo del vecchio testamento può turbare le anime belle; certo qualche allievo uscito dalla quinta elementare potrebbe trovare difficile credere nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, e qualche studente di filosofia rimanere turbato da quanto è capitato a Galileo e a Giordano Bruno e chiedersi se ci sono ancora libri da mandare al macero per ragioni di fede….E se non pretendo di togliere a una chiesa il diritto di dire la sua su problemi concernenti l’oggi o il domani, forse un po’ di prudenza gioverebbe prima di decidere di avere l’esclusiva su quanto riguarda l'assoluta verità. Comunque non vorrei infierire sulla religione di casa nostra cioè sui miti e santini cristiani, e posso per esempio passare alla Grecia e al “Prometeo” di Eschilo, incatenato sulla rupe a farsi rodere il fegato dai corvi di Zeus piuttosto che rinunciare a credere nella coscienza degli uomini – se non vogliamo addirittura risalire alla preistoria, cioè a quel momento in cui l'uomo cominciava a diventare sapiens e si udì il primo sciamano ammonire ch’era tempo perduto cercare con le nostre misere forze di arrivare alla verità, ed era più saggio affidarne il compito a lui, pena l’inferno. (Con questo, Ornella, non voglio dire che si possa risolvere il problema religioso con qualche post o qualche domanda folle, visto che è un problema che ha accompagnato la storia del mondo e certo l’accompagnerà ancora per qualche secolo). |
22-02-2009, 18.30.02 | #73 |
Ospite abituale
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Dottrine e libri.
Caro San Giorgio,
affermi: "Sono certo che non me ne vorrai, per la tua grande umiltà, se ti dico che non sai quasi alcunché di cristianesimo e di cattolicesimo.". In primo luogo, come gran parte degli abitanti dell'Italia, adolescente fui educato alla religione di Cristo, secondo la dottrina Cattolica Romana: perciò, benché non ne sia dottisimo, non tratto di cose che mi sono ignote. In secondo luogo, ai miei tempi la scuola era assai più rigorosa, che sia quella odierna, e quindi anche la dottrina Cattolica era insegnata seriamente. In terzo ed ultimo luogo, ho sempre avuta una certa inclinazione per lo studio delle dottrine dei filosofi antichi e, dunque, anche delle dottrine dei Cristiani circa le questioni che, da innumeri secoli, l'uomo si pone, investigando di sé stesso e dell'universo. Comunque sia, se, riferendo la dottrina Cristiana, ho in qualche cosa errato, sappimelo dire: ne terrò buona nota. Quanto poi alla sentenza del vate Giudeo, il quale secondo Te risponderebbe alla mia osservazione stupefatta: "un nume che scrive i suoi comandamenti nei sassi e nelle carte, quando li potrebbe incidere nei cuori e nelle menti degli uomini"; Ti ricordo, perché evidentemente l'ignori, che tutte le elucubrazioni dei Cristiani circa il dio, più o meno trino, circa Cristo, più o meno figlio di dio, circa la salute offerta ai mortali dal dio per il figlio suo, circa l'anima nostra immortale e destinata al premio ovvero alla pena perpetua, circa la creazione e tutto il resto; tutte tali elucubrazioni furono abbondantemente e ripetutamente scritte nei libri, che ancor oggi, forse non a caso, appelliamo sacri. Ti confesso, se vuoi posso giurare sullo Stige, che a me tutte quelle elucubrazioni non furono mai notificate da un dio, né quand'ero in sogno né quand'ero desto: evidentemente Geremia, al meno nel mio caso, errò; per gli altri, domanderò in giro e riferirò quanto prima. Tuttavia se, eccetto che per me, alla notificazione delle dottrine sacre usa provvedere direttamente il nume, inspirandole nel cuore di ciascuno, mi domando e Ti domando perché i Cristiani abbiano scritti, trascritti, tramandati ed ancora conservino religiosamente i libri sacri. Poté essere conveniente, anzi, necessario trascrivere le opinioni di Platone o d'Aristotele o degli altri sapienti umani, i quali, essendo stati notoriamente mortali, non avrebbero potute incidere le proprie sentenze nella mente d'uomini lontani o futuri; ma perché scrivere e trascrivere nei libri i comandamenti e la dottrina del dio; perché conservare e tramandare i libri, commentarli ed interpretarli, se il nume stesso comunica tutto divinamente a ciascuno di noi ?. In fine, forse Te ne sei dimenticato, Tu stesso ammonivi che leggessimo i libelli Cristiani: "Leggere e rileggere e rileggere, con umiltà intellettuale". Leggere e rileggere che cosa, se il dio stesso, come predisse Geremia, certifica: "porrò la mia legge nel vostro animo, la scriverò nel vostro cuore" ?. O Geremia predisse malamente ovvero il dio è stato negligente, al meno con me: debbo, dunque, supporre che tutti i libri sacri siano stati trascritti e tramandati per me, tutti i commentatori, tutti gl'interpreti abbiano nei secoli passati penato per me ?. O forse contro alcun altro dei mortali il dio è stato parimenti negligente, dimenticando inscrivergli in cuore la dottrina vera ?. Dio negligente o maligno ?; non so: Tu che dici ?. Anakreon. |
22-02-2009, 18.51.56 | #74 |
Ospite abituale
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Conventi e cucine.
Cara Ornella,
annoti: "Giorgiosan ha semplicemente detto che per parlare di Cristianesimo bisognerebbe almeno leggere i Vangeli, eventualmente con la purezza di chi vuole comprendere e poi eventualmente criticare.". Se non ricordo male, i libelli dei Cristiani furono molti, assai più che i quattro concessi dalla Chiesa Romana: si tratta dunque di stabilire quale mai dobbiamo leggere e comprendere, essendo noto che ciascun libello dice la sua verità, quando pur non narra cose che contraddicano quelle riferite dagli altri. Comunque sia, non voglio fare l'interprete dei libri sacri, ma considerare la dottrina Cristiana prevalente, quella cioè che pone Cristo figlio del dio e salvatore universale: difficile sarebbe, d'altronde, perseguire tutte le innumere dottrine profferte da coloro, i quali s'appellarono e s'appellano Cristiani, abbiano o non abbiano esse fondamento nei libelli sacri. Se poi quei libelli, quattro o più, siano stati o no mal interpretati dai Cristiani, non è cosa di cui, non essendo Cristiano, mi dia pena più che tanto: per la controversia presente, esamino quello, che passa il convento; se fu cucinato male, cura altrui. Anakreon. |
23-02-2009, 01.37.13 | #75 | ||||
Nuovo ospite
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Riferimento: Domande folli
Ciao a tutti.
Ho cercato una sezione di presentazione ma non sono riuscito a trovarla oppure non c'e' proprio. In ogni caso mi butto subito in una discussione. Spero sia giusto cosi'. Citazione:
Se Dio ha dotato l'uomo di libero arbitrio cio' implica una responsabilità divina in tutte le azioni umane possibili, presupponendo la divinità come onniscente. Ad una eventuale obiezione che sostenesse il fatto che l'uomo non debba giudicare con parametri umani un eventuale disegno divino, credo si possa legittimamente rispondere che quegli stessi parametri di giudizio furono voluti da Dio nella sua creazione dell'uomo. Citazione:
L'evoluzione ha dotato l'homo sapiens di un forte istinto sociale che ha reso possibile per la specie umana la sopravvivenza in situazioni di difficoltà attraverso la collaborazione con altri individui. Estendendo il concetto di tribu' all'intero genere umano credo sia inevitabile che un alto numero di individui lotti per l'affermazione di diritti che si ritengono inalienabili per tutti. Citazione:
Benche' Darwin parlasse di specie l'evoluzione passa per i singoli individui. Una specie e' la somma di tutti i cambiamenti genetici che singoli individui hanno subito riuscendo poi a trasmetterli alla progenie. Il concetto di rivoluzione di Marx e' collettivo e implica un'azione da parte di una massa di individui aventi un comune interesse nel rovesciare un determinato stato di cose svantaggioso per una moltitudine. Togliendo Marx forse ogni evoluzione e' una rivoluzione a suo modo. Citazione:
Perche' lui e' il boss e fa cio' che vuole |
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23-02-2009, 13.59.23 | #76 |
Ospite abituale
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Dei ed ombre.
Caro ed oscuro Lato,
alla domanda d'Emme Ci: "Alla fine, perché alle domande di uno scolaro il maestro è tenuto a rispondere, mentre Dio non risponde mai? ", rispondi: "Perche' lui e' il boss e fa cio' che vuole". O forse perché noi lo congetturiamo come alcuno, il quale possa o debba rispondere, ma, se pur sia, tale non è. Tu stesso affermi: "ogni cosa ha un'ombra". E' possibile che l'ombra nostra sia quel dio, che ciascuno elucubriamo. Anakreon. |
25-02-2009, 16.22.52 | #77 |
Ospite abituale
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Riferimento: Domande folli
Caro Darkside, in fondo, quella lista di domande folli non l’avevo presentata come un invito a rispondere: volevo richiamare qualcosa che è al centro di ogni filosofia, la quale è piuttosto una scoperta di problemi piuttosto che di soluzioni. Voglio dire che le risposte cambiano, possono sempre cambiare, ma le domande – le domande veramente importanti – sono forse sempre le stesse. A cominciare da quella che chiede che cos’è la filosofia, o meglio – per dovere di completezza – che cosa sono religione e filosofia, considerando che in queste si esprime la nostra ricerca di verità.
La religione? Per la religione la verità c’è fin dall’inizio e non c’è bisogno di andarla a cercare: chi non la conosce è perché non vuol conoscerla o perché – come diceva san Tommaso – non si accorge che dovrà impiegare un tempo lunghissimo per arrivare a ciò che la chiesa gli mostra senza bisogno di passare notti a cercarla. Ma la filosofia? Beh, la filosofia crede che una verità assoluta ci sia (se no perché incomodarsi a cercarla?) anche se non conosce la risposta o la muta continuamente e ostinatamente, come dimostra il fatto che ci sono tante soluzioni quanti sono i filosofi e quanti siamo noi stessi, in questo forum, a moltiplicarle come i pani e i pesci di santa memoria. E allora chi è veramente folle? Chi fa la domanda o chi dà la risposta? (Per carità: questo non è un invito a rinunciare alla filosofia, ma anzi a inventare nuove domande, fossero pure apparentemente - solo apparentemente - folli come quella che Loris Bagnara ha mandato in onda testé (“Perché esiste qualcosa invece che il nulla?’) |