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03-01-2009, 09.22.00 | #32 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
ciao Andrea, mi ricordo la discussione! Premetto che non voglio essere spacciato per un mistico che crede nell'eden e in adamo ed eva, sto facendo una critica laica alla teoria. Premetto anche che purtroppo non potrò seguire nei prossimi giorni attentamente (e ne rispondere) alla discussione, e me ne dispiace. Comunque sia Io ricordo che tu sostenevi che la teoria di Gould degli equilibri punteggiati era quella migliore. Dawkins non è d'accordo... la maggior parte dei biologi dice che la teoria gradualistica è la migliore. Ci troviamo difronte ad un enigma incommensurabile, perchè se ad aver ragione è Dawkins (che è biologo) allora i fossili dovrebbero parlar chiaro... Gould invece che oltre a essere stato (è morto purtroppo) un biologo è stato un paleontologo di fama internazionale riscontrava che tale gradualità non è confermata dal reperto fossile. Ora attenzione, perchè qui viene il bello, la teoria evoluzionistica, quella che dice che c'è un'origine comune (e non quella che spiega e studia i processi in tempi brevi e quindi osservabili delle dinamiche di speciazione ecc.) se può non avvalersi dei fossili per attestare o dimostrare, o verificare (scegli tu il termine piu adatto) la teoria della macroevoluzione, la teoria punteggiata e tutta la paleontologia potrebbe non servire. I biologi in pratica dicono (non tutti) che basta la biologia per attestare la veridicità delle macroevoluzioni, mentre i paleontologi (rappresentativo Gould)dicono che è indispensabile lo studio dei fossili. Allora bisogna decidere, Gould era un paleontologo (oltre che biologo),se la sua teoria punteggiata non è giusta secondo molti biologi (i piu rappresentativi)dovrebbe bastare la biologia. Ti porto l'esempio di S.Rose, neuroscienziato, che forse non è rappresentativo tra i biologi evoluzionisti, ma che sostiene che lo studio dei fossili è indispensabile, e studiare l'evoluzione altro non è che studiare la "Storia"... che si studia con i reperti storici (in questo caso con i fossili). Ritorniamo quindi a Dawkins e alla biologia gradualistica: a loro chiedo e pretendo la dimostrazione biologica della macroevoluzione. Non, attenzione, un racconto di come siano andati i fatti, di quelli non ne abbiamo bisogno, la dimostrazione che i fatti inequivocabilmente, quindi storicamente, siano andati come loro pensano. Se invece Gould ha ragione ci troviamo difronte a due teorie differenti e in contrasto... e nessuna porta alcuna prova inconfutabile che la macroevoluzione sia davvero avvenuta. Gould avrebbe ragione almeno nel dire: guardate signori e signore, che i fossili non attestano alcuna "gradualità". Per cui i fossili smentiscono Dawkins e la maggior parte di biologi evoluzionisti, ed è forse per questo che Darkins e tutti gli altri non si interessano dei fossili? Se quindi hanno prove incontestabili che loro hanno ragione (anche sulla gradualità) e che dei reperti fossili possiamo farne a meno, allora vengano a parlarcene, ma non devono essere chiacchiere le loro,devono portare prove incontestabili, non una storia inventata ma una verificata. Non voglio sentire genotipo, fenotipo... ne ho le tasche piene di termini che non portano prove biologiche (a sentire Darkins) inconfutabili che dall'ameba si è passati all'uomo. |
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03-01-2009, 10.11.42 | #33 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
L'attenzione scientifica di T. de Chardin non è concentrata sui meccanismi evolutivi quanto all'individuazione di eventuali linee di sviluppo di un ramo filetico nel suo sviluppo spazio-temporale.
Per fare questo è necessario analizzare l'andamento dello sviluppo di un ramo filetico in un ambiente di dimensioni continentali. Il settore che si occupa di questo è chiamato geobiologia. L'Istituto di Geobiologia di Pechino e T. de Chardin, coi suoi collaboratori, ricostruirono l'evoluzione di numerosi rami filetici presenti nel continente asiatico. Un esempio di direzionalità dell'evoluzione viene evidenziato in un gruppo di mammiferi deel Pleistocene cinese: i topi talpa. Dall'analisi geobiologica, emergono chiare le linee di sviluppo dei vari rami filetici e caratteri simili emergono in rami filetici vicini ma orrmai separatisi. Per ora mi fermo qui perchè abbiate modo di focalizzare questo argomento ed eventualmente d' informarvi. Ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 03-01-2009 alle ore 13.03.47. |
03-01-2009, 11.18.43 | #34 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
è importante, in cosa si sono separati? Cosa ha prodotto questa differenziazione? E' possibile vedere ed osservare nuove basi, oppure si sono separate solo morfologicamente? |
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03-01-2009, 13.42.23 | #35 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
Questi micro-mammiferi si erano rivelati un ottimo strumento di studio perché si erano riprodotti con grande frequenza e i fossili erano perciò numerosi e si erano ben conservati per alcune decine di milioni di anni. Teilhard aveva potuto osservare la separazione di tre linee da un ceppo originario. Le tre linee erano caratterizzate dalla diversa struttura dell’occipitale: convesso in una, concavo in un’altra e piatto nelle terza. Queste tre linee ormai separate, avevano però sviluppato caratteri simili: vi era stato un accrescimento parallelo di taglia, un passaggio dei molari alla crescita continua ed infine una fusione delle vertebre cervicali. Rami filatici separati non divergono in maniera casuale, ma scorrono per lungo tempo abbastanza paralleli, proprio perché sottoposti alle stesse spinte ambientali, manifestano l’emergenza di caratteri simili. Ma questo avviene anche tra rami filatici ormai molto lontani. Secondo l’interpretazione di Teilhard questa è la microortogenesi, il cui esempio più importante è l’emergenza di forme sempre più cerebralizzate in rami filetici molto distanti quali, ad esempio, gli artropodi e i vertebrati. E questa è quella che Teilhard chiama Macroortogenesi Sempre secondo l’interpretazione teilhardiana, da questi dati emerge chiaramente che vi è una direzionalità nell’evoluzione: l’evoluzione è direzionale perché segue spesso binari che scorrono paralleli. Mi fermo qui, ma sarebbe da completare, il pensiero di Teilhard, con un successivo livello di ortogenesi che lui chiama megaortogenesi o legge di complessità coscienza, è la megaortogenesi dell'universo. Ciao |
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03-01-2009, 13.51.53 | #36 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
Sono d'accordo. Ho solo una riserva sul caso e la casualità. Ovviamente la mancanza assoluta di causalità porterebbe a teorizzare un determinismo nel quale la libertà sembrerebbe non avrebbe spazio, ma io credo che la questione non sia stata ancora affrontata in maniera soddisfancente né a livello scientifico né a livello filosofico. Ciao...spero di risentirti presto nel forum. |
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03-01-2009, 15.41.29 | #37 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
No, non ho mai detto che Gould è migliore. Ho parlato di Gould solo perché a volte è utilizzato dai creazionisti quale paladino dell’attacco al Darwinismo, cosa assolutamente infondata. Citazione:
La soluzione c’è già, si chiama sintesi moderna. Da tutto ciò che scrivi in seguito sembra tu non conosca la suddetta sintesi, ti invito a prenderne visione così da poter discutere su un terreno comune. Sul resto non replico perchè mi sembra ci si stia addentrando nella teoria scientifica e non più su basi filosofiche, se si vuole io posso anche iniziare ad inserire contributi scientifici, ma probabilmente si andrebbe palesemente fuori dagli schemi filosofici. Più tardi posterò invece degli stralci dei libri di Dawkins sul finalismo. Saluti Andrea |
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03-01-2009, 15.43.28 | #38 | |||
weird dreams
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una critica alla critica
Citazione:
Resto del parere che non sia espresso in maniera precisa, ma forse la sua espressione era perlopiù metaforica. Non credo sia esatto dire che la selezione “trasporta informazione”, essa è solo un ovvio filtraggio a cura del tempo; assai probabile è che “[…]Come dune scolpite in forme fantastiche dai venti del deserto, come rocce modellate dalle onde dell’oceano, i geni del cammello sono stati plasmati nell’epoca lontanissima in cui l’animale abitava i mari, poi nell’epoca in cui sopravvisse nei deserti primordiali, e via via nei periodi successivi, fino ad arrivare al cammello odierno. Se solo potessimo comprenderne il linguaggio, il suo genoma narrerebbe di mondi primevi e del loro progressivo cambiamento.[…]” (Richard Dawkins ne “L’arcobaleno della vita” cap.10 “Il libro genetico dei morti”). Citazione:
Non essendo religioso non faccio allusioni religiose, tutt’al più potrei alludere a qualcosa di religioso. Pignolate a parte, in questo caso mi sono servito del termine “eletto” per smascherare una piccola fonte di confusione sull’espressione “il più adatto” (infatti il termine “adatto” ha un’accezione finalistica) e in seguito proporre un concetto più preciso e più generale, più adeguato al nostro fine. Ma bada che non era mia precisa intenzione alludere a sciocchezze. Citazione:
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03-01-2009, 16.03.46 | #39 |
Ospite abituale
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Giorgiosan e tutti quelli che vorranno partecipare alla costruzione di una critica laica a Darwin:
Facciamo il caso che io sia l'essere vivente da studiare.La teoria dice che io sono, per esempio, a Napoli e che poi mi trasferisco a Roma. Non mi posso essere trasferito all'istante, ciò è avvenuto nel tempo. La teoria afferma che io a Napoli ero un essere vivente e a ora sempre essere vivente sono rimasto ma a Roma mi ritrovo con un notevole cambiamento. Se ci soffermiamo alla nostra vita di tutti i giorni i cambiamenti li vediamo tutti, ammesso che questi siano stati apportati in un lasso di tempo sufficiente per il cambiamento stesso, tutto dipende da che tipo di cambiamento pensiamo di vedere in una vita umana. I capelli da neri sono diventati grigi, gli occhi da vispi sono diventati incuvati e pieni di rughe ecc. Questa è una possibile evoluzione temporale riscontrabile. Ora però il lasso di tempo da considerare è generazionale, quindi dirò che io ero a Napoli e mio figlio si trova a Roma. Posso vedere anche qui un certo tipo di evoluzione e di cambiamenti, io infatti ero un pò bassino a Napoli,mentre mio figlio a Roma è molto piu alto (ecc.). Ora la teoria dell'evoluzionismo studia lassi di tempo considerevoli e sostiene che io ero sempre a Napoli con certe caratteristiche, ma a Roma un mio discendente si sarà trovato molto diverso da me. Se io ero un rettile mio propropronipote è diventato un uccello. Quando si affronta questo salto così considerevole vuol dire che tra me e il mio prrrrronipote devono esserci stati degli esseri che assomigliavano un pò a me e un pò a lui. Se la teoria ammissibile è quella graduale, devo constatare moltissimi esseri simili lungo la strada fra Napoli e Roma, oppure è possibile dire che molti cambiamenti siano avvenuti in un lasso di tempo piu breve, e quindi che la gradualità non è possibile verificarla se mi metto a scavare tra Napoli e Roma. Una domanda comunque da porsi è: quanto piu breve? E' possibile verificare con un tempo di anni un cambiamento così "sostanziale"? Se la risposta è no, significa che non è possibile verificare che un notevole insieme di cambiamenti si verifichino veramente. Se abbiamo bisogno di un tempo lunghissimo allora basta constare la gradualità dei cambiamenti sotterrando tutti i miei pronipoti. Dovremmo poter notare infatti molti passaggi che si sono verificati che dimostrebbe che la teoria è giusta; incontestabilmente ciò dovrebbe testimoniare che il passaggio da me all'ultimo nipote della discendenza si sia verificato. Se tu dici(mi riferisco a Giorgiosan, ma è rivolto a chiunque porta esempi di ricerche varie) che lo scienziato ha notato cambiamenti nella discendenza da un essere comune, deve poter escludere che i cambiamenti siano all'interno di un tipo base e deve poter "certificare" che il discendente sicuramente deriva dall'essere in comune, e questo lo può fare se ha a disposizione, per poterlo analizzare, l'essere comune e tutti i discendenti. Poi deve accertare che l'ultimo discendente ha prodotto cambiamenti del tipo "costruttivo", ovvero strutture genetiche che in precedenza non c'erano, e quindi verificare che non si tratti di modifiche genetiche di geni che l'essere comune aveva già con se. In pratica se un rettile è diventato un uccello, non basta verificare solo che abbia un piumaggio piumaggio, ma anche verificare che all'interno della linea evolutiva si trovino discendenti con un cambiamento della struttura ossea (per esempio) che pone l'uccello in grado di volare. Ciò significa osservare una evoluzione, ovvero verificare che quanto si dice non sia solo il frutto della fretta di chiudere un cerchio; in fondo è abbastanza facile scambiare un rettile e collegarlo a una linea evolutiva che va verso l'uccello, se non sappiamo nulla della storia di quell'essere che abbiamo fra le mani, basta credere che una certa forma di piumaggio attaccata per caso al rettile sia la testimonianza di una congiunzione che non si trovava, se poi quel rettile non ha alcuna parentela con l'uccello questo ha poca importanza. E per finire non mi si venga a portare l'esempio, che è anche scritto su wikpendia, sui batteri. Anche Wikpendia dopo aver debbo bla bla (provata scientificamente ecc.) dice: " Uno dei pochi fenomeni di evoluzione osservabili, per via della estrema brevità dei cicli vitali in gioco e quindi della rapidità con cui è possibile osservare la successione delle generazioni, è quello relativo alla progressiva resistenza agli antibiotici da parte dei batteri." Ora sfatiamo questo mito: i batteri dispongono di una riserva di variabilità genetica, trattasi di geni non attivi ma che vengono attivati quando subentrano determinate condizioni ambientali. E' indubbio che la resistenza a un antibiotico sia un processo microevolutivo (qualcuno non riesce ancora a comprendere quale sia la differenza) con effetto selettivo positivo nel momento in cui i batteri sono esposti all'effetto selettivo degli antibiotici. Chiamasi anche "trasferimento genetico orizzontale", ma in questo trasferimento non si sviluppa alcuna nuova informazione genetica, bensì geni gia esistenti vengono distribuiti fra vari individui in modo nuovo. Possiamo anche dire che le mutazioni genetiche sono le uniche in grado di produrre nuove strutture, ma ciò non significa che viene prodotto un gene nuovo o allele nuovo. Con questo io vi saluto e un arrisentirci p.s. vi leggerò, non credo di poter rispondere in tempi rapidi, forse in un tempo evolutivo che però non si sa quanto grande potrà essere. Mi aspetto però massima chiarezza e linearità della logica biologica a chi interviene se lo fa contro la mia valutazione, perchè solo così potrà portarmi a sostenere la teoria evoluzionistica invece di ritenerla soltanto una plausibile congettura. |
04-01-2009, 10.01.50 | #40 | |
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Riferimento: Una critica laica a Darwin
Citazione:
Senza dimenticare che la sintesi moderna pur partendo da posizioni vicine a quelle di Darwin, ha subito delle importanti revisioni. G.G. Simpson, paleontologo e autore della teoria delle zone adattive ha pubblicato vari libri di riflessione filosofica, sul fenomeno evolutivo. Le coseguenze filosofiche che egli trae dai processi evolutivi: " La storia della vita è decisamente non casuale. Ciò appare chiaro da molte caratteristiche dal materiale documentario, ivi compresi quei punti che abbiamo già trattato in relazione ai fenomeni di ricambio e ai vasti processi di sostituzione tipici di epoche determinate. Ma ciò risulta ancor più chiaro da due altri fenomeni abbondantemente documentati dai fossili. Ambedue hanno a che fare con l'orientamento dell'evoluzione. -Il primo riguarda la direzione del mutamento nella morfologia ( e perciò anche nella funzione e nel comportamento) che in una data linea di discendenza continua spesso per lunghi periodi di tempo senza notevoli deviazioni; -il secondo riguarda l'esistenza di orientamenti simili o paralleli che spesso compaiono, tanto contemporaneamente che successivamente, in moltissime diverse linee di discendenza che di solito sono correlate. " (George G. Simson, L'evoluzione, Zanichelli, Bologna 1978, pag 117) ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 04-01-2009 alle ore 13.50.02. |
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