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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
02-09-2015, 22.23.47 | #32 | |||
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: il postmodernismo e la verità decostruita
Scusatemi se interseco le risposte, lo faccio per evitare che qualcuno ci senta sotto una polemica personale. Le parti quotate mi servono solo come punti di ancoraggio per il discorso in modo che possa risultare sufficientemente breve.
Citazione:
La risposta di Levinas (riportata dalla mia memoria della lettura di "Totalità e infinito" di circa un anno fa) è che l'altro in questione (e nota bene che non è un fatto di volontà, perché con la volontà posso solo voler fare l'altro mio, magari anche pensando di fare un'opera di bene nei suoi confronti, al contrario, è un recedere dalla volontà dell'io) è l'altro che mi si presenta davanti nella sua sincera condizione umana, ossia nel suo bisogno di individuo reale, con il suo volto e la sua parola sincera, nuda. Io riconosco allora il suo bisogno che non è il mio e a questo mi inchino soccorrendolo senza farlo mio, ossia rispettandone la distanza che ci rende diversi e sulla quale si impernia ogni valore. Questo atto implica che io non ho più bisogno di un altro che diventi mio o come me, implica che io mi senta già totalmente pieno di me stesso, perché solo in tale condizione posso desiderare un altro a cui dare anziché prendere. Al di là del condividerlo o meno credo che il discorso morale di Levinas sia estremamente interessante, non costruisce alcuna ontologia né alcuna logica e si pone ben oltre la logica io-altro della dialettica hegeliana. Andrebbe comunque letto. Il problema non è quindi lo scafista o il disperato sul barcone, né il ricco o il povero, è chi può apparirci nel suo umano e individuale stato di bisogno a fronte della effettiva possibilità che abbiamo di aprirci alla sua umana trascendenza, ossia alla sua umana sincera e irriducibile alterità che non può essere ricondotta ai nostri modi di concettualizzare e progettare. Lo possiamo considerare una pura prassi dopotutto, la trascendenza non è pianificabile e nemmeno teologizzabile, si presenta se siamo disposti ad accoglierla. E' che in genere ci terrorizza, oggi più che mai, a negarla o chiuderla in una totalità si riempie dei mostri della follia. Citazione:
Nel forum ne abbiamo già a lungo parlato. Se vuoi approfondire questa è una delle riflessioni svolte https://www.riflessioni.it/forum/filo...-severino.html Se credi puoi riprenderla, qui penso ci porterebbe un po' troppo fuori tema. Concludo, anche per tornare in tema, con l'ultima osservazione di paul, a cui faccio presente per inciso che è ben lontano dalle mie intenzioni attribuire etichette politiche ai filosofi, anche se è indubbio che certi sistemi filosofici possono, senza l'intenzione diretta degli autori, o addirittura in contrasto con essa, determinare conseguenze a livello politico di enorme portata. La domanda comunque è questa: Citazione:
Non credo che siano le logiche formali, ma neppure le nostre volontà coscienti, individuali o collettive a determinare o cambiare i destini dell'umanità. Beato comunque chi ci crede e non teme la delusione. |
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10-09-2015, 16.42.08 | #33 | |
Ospite
Data registrazione: 27-08-2008
Messaggi: 135
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Riferimento: il postmodernismo e la verità decostruita
Citazione:
ciao.. però Un fondamento è Logicamente ed OntoLogicamente NECESSARIO: infatti "chi nega la verità dice 1 sua verità": cioè egli (per es. il Rorty) dice che "la verità è che non ci sono altre verità se non quella indicata da questa stessa proposizione".. parafrasando Cartesio se "non si può dubitare di dubitare" allora "si è certi di dubitare".. ed allora.. forse potremmo passare dal concetto di 1 Verità a quello di Molte Verità Ognuna Reale che il Linguaggio nomina come Opinioni.. ed infine si può arrivare ad Hegel che dicendo "il Vero è l'Intero" indica la Verità come Sintesi (la Somma) di Tutte le OO Verità/Opinioni.. Piero |
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