Mali e punizioni.
Caro Emme Ci,
osservi:
"Certo, oggi sembra farsi strada nella coscienza dell’occidente un’opposizione a ritenere un’azione degna di morte, ma non sarei sicuro che questo sentimento possa durare in ogni caso e per sempre. Si tratti di un laico o di un religioso, è troppo forte il bisogno di credere in un bene o in un male assoluto, per scrivere sul registro la parola pietà.".
Suppongo Tu usi del vocabolo di pietà nel significato di misericordia ovvero indulgenza.
In questo caso, non mi pare che stimare alcun uomo male assoluto o mosso dal demone stesso del male ci costringa necessariamente a nulla misercordia verso lui ovvero ad una misericordia minore, che quella che gli concederemmo se non lo stimassimo male assoluto o mosso dal demone stesso del male; anzi, forse proprio la perfezione nel male potrebbe perciò indurci ad assolverlo, perché non potremmo giudicarlo colpevole d'aver deliberatamente e liberamente eletto il male, posto che un male perfetto non può che essere insito per natura, ed a maggior ragione non potremmo, se supponessimo ch'egli fosse mosso dal demone del male.
E che ?:
vogliamo punire chi sia malo per sua natura ineluttabile ovvero perché sia costretto al male da un demone irrefrenabile ?.
Anakreon.
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