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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 13-02-2011, 19.24.31   #51
femmefatale
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Riferimento: Il senso della vita

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Originalmente inviato da La_viandante
Ai tuoi Sartre e Camus io aggiungerei anche Vladimiro di Beckett ma non sono d'accoro seppure il senso non è dato una volta e per tutte restaa a noi la decisione di dare un senso o subirlo, vuoi forse dirmi che se sei innamorata il tuo lu del momento non dia il senso totale e definitivo a ogni tuo momento della vita? Io sono dell'idea che se pure il senso non ci sia di per sé possiamo darlo noi, nelle nostre passioni, nei nostri amori, coi nostri ideali, solo nostro, il senso siamo noi persomìnamente a dare colori all0esistenza che di per sé non ne avrebbe

infatti.
Beckett l'ho divorato ieri, di fila.
quanto è vero.
quanto è brutale.
nessun senso da cercare. c'è solo da aspettare, l'atto in sè dell'aspettare un emerito NULLA come nel deserto dei tartari.
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Vecchio 13-02-2011, 19.47.09   #52
femmefatale
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Riferimento: Il senso della vita

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Originalmente inviato da tobaccoaddicted
Posso dimostrartelo quando vuoi. Purtroppo non posso farti parlare con una persona a me molto, ma molto cara e vicina... non c'è sia più, per uno scherzo della vita. Ma è stata bene con sé stessa e, di conseguenza, con gli altri. Di certo, io ho visto e vissuto con i miei occhi situazioni in cui chiunque si sarebbe rifugiato sul lato oscuro della luna, mentre c'è chi non l'ha fatto e... vuoi sentire... ha vinto. E' semplicemente la dimostrazione che se la vita è dura, tu puoi essere più dura. Magari non lo credi possibile, ma il fatto che qualcuno ci riesca, ribadisco, ne dimostra la possibilità. E non ne faccio un bel parlare tanto per essere "buonista", ma perché ripeto, ho visto.

OK.la tua amica era più forte di me.
soddisfatto? volevi sentire questo?
che lei era forte, io debole perchè non mi rialzo più?

la mia vita, a 24 anni, sola come un cane per mia scelta -mi sono autorelegata, figuratevi se vado nel mondo con ciò che mi devo trascinare a vita.....- con l'unico conforto dei miei adorati pensatori che voi tanto biasimate...eppure anche Sartre ha VISSUTO CON UN DIFETTO ESTETICO, lui è stato male, magari come me..quei pensatori mi stanno vicino, non certi sciocchi buonisti da "la vita è meravigliosa".

ripeto, una donna vale solo per come è fuori.
se dite il contrario siete ipocriti.
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Vecchio 14-02-2011, 14.00.15   #53
tobaccoaddicted
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Riferimento: Il senso della vita

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Originalmente inviato da femmefatale
OK.la tua amica era più forte di me.
soddisfatto? volevi sentire questo?
che lei era forte, io debole perchè non mi rialzo più?

la mia vita, a 24 anni, sola come un cane per mia scelta -mi sono autorelegata, figuratevi se vado nel mondo con ciò che mi devo trascinare a vita.....- con l'unico conforto dei miei adorati pensatori che voi tanto biasimate...eppure anche Sartre ha VISSUTO CON UN DIFETTO ESTETICO, lui è stato male, magari come me..quei pensatori mi stanno vicino, non certi sciocchi buonisti da "la vita è meravigliosa".

ripeto, una donna vale solo per come è fuori.
se dite il contrario siete ipocriti.

Non era un'amica.

Un difetto estetico non cancella le virtù.

Questa persona non era più forte di te. Nessuno biasima i tuoi adorati pensatori, questo lo stai esternando, dimostrando chiaramente che è una TUA scelta, per cui non è il mondo (o gli uomini) che ha un problema. Ne hai uno? Datti da fare per risolverlo. Non ci riesci? Hai tutto il rispetto per averci provato. Il rispetto, per me, vale più del pensiero, seppure autorevole, di chicchessia.
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Vecchio 29-05-2011, 21.57.04   #54
femmefatale
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Riferimento: Il senso della vita

per quanto mi riguarda, tutto ciò che Jankèlèvitch ha scritto nel suo libro "la morte" rappresenta il senso dell'esistenza.

certi libri ti tolgono "la verginità dagli occhi", una volta che li hai letti, non si torna più indietro.

io il senso della vita l'ho già trovato e non capisco perchè non siate d'accordo neanche un pò con certe affermazioni tratte da quei pensatori che mi piacciono e che secondo me hanno spiegato il senso della vita.

come potete confutarli?

come fate a confutare un Cioran o un Jankèlèvitch?
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Vecchio 03-06-2011, 22.12.53   #55
Tempo2011
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Riferimento: Il senso della vita

Citazione:
Originalmente inviato da femmefatale
il senso della vita è che tutto, tutti, finiscono nel nulla.
prima attraversiamo il dolore, la malattia, la vecchiaia, l'angoscia e poi ci aspetta la morte, che farà piazza pulita di tutto ciò che siamo stati: belli, brutti, ricchi o poveri ecc.
le cose non sopravvivono, le persone per prime se ne vanno, tutto finisce e le uniche cose "positive" sono i brevi attimi di "felicità" che ci vengono concessi dalle piccole cose...a volte.
Non esiste nessun divenire, in fondo non vale la pena fare nulla, bisogna solo imparare a lasciarsi travolgere dall'indifferenza.Una cosa vale l'altra....
Io la penso così.
Tanto vi farà orrore questa mia visione.
Eppure siamo, chi più chi meno, tutti "Nauseati" e tutti "Stranieri"...Siamo tutti "Giovanni Drogo", stiamo tutti ad attendere qualcosa per una vita intera,"I tartari del deserto", per poi finire solo con il rimpianto.
Sotto un profilo umano ed emozionale condivido tutto il tuo assunto, mentre sotto un profilo filosofico, a mio modo di vedere, andrebbero fatti dei distinguo molto importanti.
Mi spiego meglio: è noto che la fatica esistenziale esternata da "tutta" l'umanità, dipenda dal fatto che qualcuno o qualcosa abbia operato e stabilito per noi la nostra presenza in questo mondo; perciò, noi saremmo il risultato finale di un progetto altrui, in qualsiasi modo lo volessimo individuare.
Nella pratica, la "prigione" rappresentata da questa realtà, a quanto sembra, non è la massima aspirazione di ogni essere umano insistente nelle più svariate latitudini o ceti sociali; infatti, sappiamo che questa frustante verità colpisce tutti.
Praticamente, volenti o dolenti siamo schiavi di una volontà "costruttiva" cui non abbiamo partecipato e che, nella stragrande maggioranza dei casi, non ci piace.
Ora, abbrevio il mio assunto per venire alla differenza cui accennavo, portando dei paragoni in prima persona.
Vediamo: una volta acquisita la consapevolezza di essere solo un “prodotto” dell’altrui volontà, per rimpadronirmi della mia libertà ho una sola strada da percorrere: interrompere la mia esistenza che altri hanno voluto e progettato.
Detto questo, però, nello stesso momento che attuassi il gesto di grande autonomia, applicando il mio libero arbitrio, perderei la consapevolezza di quella libertà cui anelavo. Perciò, assaporerei quella libertà solo nell'attimo prima di compierlo
Allora, tu ti chiederai: dove sta la differenza tra il mio lamentarmi sull'inutilità della vita e la tua interpretazione filosofica della libertà? Benissimo! la si può individuare nel fatto che tu aneli la morte solo per le difficoltà che incontri in questa vita, mentre io ragiono sui perché di queste difficoltà e di quest’angoscia che abbiamo verso la vita.
Nella pratica accade questo: la “consapevolezza” di questa situazione di non libertà a me da un grande sollievo, come quando si è subito un lutto per la dipartita di un essere umano, morto ammazzato, e alla fine si scopre il suo assassino, giacché si chiederebbe la giusta punizione che si merita.
Nel frattempo che si riflette, si potranno vagliare altre sfumature che ci aiutino a comprendere le nostre difficoltà nel vivere che, se vogliamo, potrebbe essere considerata un dono, anche se non richiesto...
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Vecchio 10-06-2011, 12.24.03   #56
femmefatale
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Riferimento: Il senso della vita

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Originalmente inviato da Tempo2011
Sotto un profilo umano ed emozionale condivido tutto il tuo assunto, mentre sotto un profilo filosofico, a mio modo di vedere, andrebbero fatti dei distinguo molto importanti.
Mi spiego meglio: è noto che la fatica esistenziale esternata da "tutta" l'umanità, dipenda dal fatto che qualcuno o qualcosa abbia operato e stabilito per noi la nostra presenza in questo mondo; perciò, noi saremmo il risultato finale di un progetto altrui, in qualsiasi modo lo volessimo individuare.
Nella pratica, la "prigione" rappresentata da questa realtà, a quanto sembra, non è la massima aspirazione di ogni essere umano insistente nelle più svariate latitudini o ceti sociali; infatti, sappiamo che questa frustante verità colpisce tutti.
Praticamente, volenti o dolenti siamo schiavi di una volontà "costruttiva" cui non abbiamo partecipato e che, nella stragrande maggioranza dei casi, non ci piace.
Ora, abbrevio il mio assunto per venire alla differenza cui accennavo, portando dei paragoni in prima persona.
Vediamo: una volta acquisita la consapevolezza di essere solo un “prodotto” dell’altrui volontà, per rimpadronirmi della mia libertà ho una sola strada da percorrere: interrompere la mia esistenza che altri hanno voluto e progettato.
Detto questo, però, nello stesso momento che attuassi il gesto di grande autonomia, applicando il mio libero arbitrio, perderei la consapevolezza di quella libertà cui anelavo. Perciò, assaporerei quella libertà solo nell'attimo prima di compierlo
Allora, tu ti chiederai: dove sta la differenza tra il mio lamentarmi sull'inutilità della vita e la tua interpretazione filosofica della libertà? Benissimo! la si può individuare nel fatto che tu aneli la morte solo per le difficoltà che incontri in questa vita, mentre io ragiono sui perché di queste difficoltà e di quest’angoscia che abbiamo verso la vita.
Nella pratica accade questo: la “consapevolezza” di questa situazione di non libertà a me da un grande sollievo, come quando si è subito un lutto per la dipartita di un essere umano, morto ammazzato, e alla fine si scopre il suo assassino, giacché si chiederebbe la giusta punizione che si merita.
Nel frattempo che si riflette, si potranno vagliare altre sfumature che ci aiutino a comprendere le nostre difficoltà nel vivere che, se vogliamo, potrebbe essere considerata un dono, anche se non richiesto...


io non incontro più nessuna difficoltà a vivere, perchè mi è indifferente quasi tutto, ormai.
e tra qualche anno forse sarò ancora più indifferente.

la vita non è mai dono.
subiamo il fatto che due persone ci abbiamo imposto l'esistenza con il soddisfacimento del loro capriccio carnale e della loro superbia nel credere che a creare una persona, le avrebbero dato amore e felicità.

lo dice il Talmud:
meglio per l'uomo non essere mai nato.
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Vecchio 10-06-2011, 22.02.00   #57
Sirviu
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Riferimento: Il senso della vita

Citazione:
Originalmente inviato da femmefatale
io non incontro più nessuna difficoltà a vivere, perchè mi è indifferente quasi tutto, ormai.
e tra qualche anno forse sarò ancora più indifferente.

la vita non è mai dono.
subiamo il fatto che due persone ci abbiamo imposto l'esistenza con il soddisfacimento del loro capriccio carnale e della loro superbia nel credere che a creare una persona, le avrebbero dato amore e felicità.

lo dice il Talmud:
meglio per l'uomo non essere mai nato.

Se è meglio per un uomo non essere mai nato, qual è la condizione diversa dal vivere ? La conosciamo ?
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Vecchio 11-06-2011, 00.36.43   #58
Tempo2011
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Riferimento: Il senso della vita

Citazione:
Originalmente inviato da femmefatale
io non incontro più nessuna difficoltà a vivere, perchè mi è indifferente quasi tutto, ormai.
e tra qualche anno forse sarò ancora più indifferente.

la vita non è mai dono.
subiamo il fatto che due persone ci abbiamo imposto l'esistenza con il soddisfacimento del loro capriccio carnale e della loro superbia nel credere che a creare una persona, le avrebbero dato amore e felicità.

lo dice il Talmud:
meglio per l'uomo non essere mai nato.
Se tu interpellassi i tuoi genitori, scopriresti che nemmeno loro hanno chiesto di venire al mondo; poi incontrerai i tuoi nonni, i bisnonni e così via, fino ad arrivare a quell’entità o a quel qualcosa, già accennato, che ha progettato il tutto. Qualcuno l'ha chiamato dio, altri, casualità.
In ogni modo, se la vogliamo mettere sul piano assoluto, posso garantire che la mia scomparsa, la tua o quella di chiunque altro da questa terra, è assolutamente irrilevante per il progettista, poiché ha programmato il tutto in modo impeccabile, purtroppo, ancora una volta, per scopi sconosciuti.
A noi, essendo in balia di eventi progettati da altri, resta solo la grande soddisfazione di essere solidali l’un con l'altro. In questo senso, poiché mi sembra di aver compreso che non disdegni leggere, vorrei farti visionare un libro sullo stesso tema che, purtroppo, non si trova più in commercio ma che, se vuoi, ti spedirei volentieri, se solo m’indicassi una casella postale o un qualsiasi appoggio dove inviartelo. Forse, allora, potremmo parlare con più cognizione del senso della vita e dell’importanza che potrebbe avere l’uomo in quest’Universo.

Ultima modifica di Tempo2011 : 11-06-2011 alle ore 20.29.11.
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Vecchio 11-06-2011, 12.44.37   #59
ulysse
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Riferimento: Il senso della vita

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Originalmente inviato da Tempo2011
Se tu interpellassi i tuoi genitori, scoprirai che nemmeno loro hanno chiesto di venire al mondo; poi incontrerai i tuoi nonni, i bisnonni e così via, fino ad arrivare a quell’entità o a quel qualcosa, già accennato, che ha progettato il tutto. Qualcuno l'ha chiamato dio, altri, casualità.

La vita ha senso se noi glielo diamo...qualunque sia l'origine della vita stessa.
Se apettiamo che altri dentro o fuori questo universo dia o abbia dato un senso a questa vita...abbiamo un bell'aspettare.

Quindi è la nostra etica, l'operare e impegnarci in conformità alla nostra etica che dà un senso alla vita...che poi dentro l'etica ci metto anche la lotta per vivere e le soddisfazioni o insoddisfazioni che possiamo cavarci.
Lotta significa essere svegli e darci da fare per raggiungere fini e scopi personali e/o sociali che ci prefiggiamo o che sono necesari o noi, alla società , alla specie.

Che se poi nessuna speranza ci sostiene tanto vale buttarci dal ponte.

Osservo però che, in genere, i ponti non sono così affollati: ...significa che l'evento del buttarsi non poi è così frequente...nonostante la disperazione lamentata e predicata dagli ignavi che poi non si buttano...ma che, forse, non si peritano o non sanno che diffondendo di tali lamentazioni e filosofie potrebbero indurre altri sconsiderati a farlo.
Citazione:
In ogni modo, se la vogliamo mettere sul piano assoluto, posso garantire che la mia scomparsa, la tua o quella di chiunque altro da questa terra, è assolutamente irrilevante per il progettista, poiché ha programmato il tutto in modo impeccabile, purtroppo, ancora una volta, per scopi sconosciuti.
Non scopi sconosciuti...è proprio che nessuno scopo esiste al di fuori di noi...e nessun programma per noi...per lo meno dopo tre o cinque o dieci mila anni di ricerca nessun indizio ne è scaturito...
Anzi gli indizi, o creduti tali, sono via via scomparsi.... come il caso di quel tal orologio che qualcuno trovò su di un'isola deserta: ebbene l'orologiaio che lo avrebbe logicamente progettato e costruito non s'è mai ritrovato e si dubita oramai fortemente che nemmeno sia mai esistito.
Citazione:
A noi, essendo in balia di eventi progettati da altri, resta solo la grande soddisfazione di essere solidali l’un con l'altro.
Ma non siamo in balia di eventi progettati da altri: gli eventi, bene o male, li progettiamo noi...o sono conseguenti a nostre azioni...che compiamo magari anche l'uno all'insputa dell'altro o l'un contro l'altro insipientemente...per nostra imperizia o per inseguire chimere e poi ce ne lamentiamo e atribuiamo colpe a vanvera al cielo e al'inferno.

Ah!...Se fossimo più formati e abituati al sapere oggettivo, alla razionalità ed alla concretezza delle necessità del vivere fisico e spirituale insieme con la fantasia e l'allegrezza...se abbandonassimo chimere e vani intendimenti...e perseguissimo strade piu' sensate magari anche di sempre maggior incoraggiamento e di solidarietà reciproca!....
ulysse is offline  
Vecchio 12-06-2011, 17.41.02   #60
femmefatale
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Originalmente inviato da ulysse
La vita ha senso se noi glielo diamo...qualunque sia l'origine della vita stessa.
Se apettiamo che altri dentro o fuori questo universo dia o abbia dato un senso a questa vita...abbiamo un bell'aspettare.

Quindi è la nostra etica, l'operare e impegnarci in conformità alla nostra etica che dà un senso alla vita...che poi dentro l'etica ci metto anche la lotta per vivere e le soddisfazioni o insoddisfazioni che possiamo cavarci.
Lotta significa essere svegli e darci da fare per raggiungere fini e scopi personali e/o sociali che ci prefiggiamo o che sono necesari o noi, alla società , alla specie.

Che se poi nessuna speranza ci sostiene tanto vale buttarci dal ponte.

Osservo però che, in genere, i ponti non sono così affollati: ...significa che l'evento del buttarsi non poi è così frequente...nonostante la disperazione lamentata e predicata dagli ignavi che poi non si buttano...ma che, forse, non si peritano o non sanno che diffondendo di tali lamentazioni e filosofie potrebbero indurre altri sconsiderati a farlo.

Non scopi sconosciuti...è proprio che nessuno scopo esiste al di fuori di noi...e nessun programma per noi...per lo meno dopo tre o cinque o dieci mila anni di ricerca nessun indizio ne è scaturito...
Anzi gli indizi, o creduti tali, sono via via scomparsi.... come il caso di quel tal orologio che qualcuno trovò su di un'isola deserta: ebbene l'orologiaio che lo avrebbe logicamente progettato e costruito non s'è mai ritrovato e si dubita oramai fortemente che nemmeno sia mai esistito.

Ma non siamo in balia di eventi progettati da altri: gli eventi, bene o male, li progettiamo noi...o sono conseguenti a nostre azioni...che compiamo magari anche l'uno all'insputa dell'altro o l'un contro l'altro insipientemente...per nostra imperizia o per inseguire chimere e poi ce ne lamentiamo e atribuiamo colpe a vanvera al cielo e al'inferno.

Ah!...Se fossimo più formati e abituati al sapere oggettivo, alla razionalità ed alla concretezza delle necessità del vivere fisico e spirituale insieme con la fantasia e l'allegrezza...se abbandonassimo chimere e vani intendimenti...e perseguissimo strade piu' sensate magari anche di sempre maggior incoraggiamento e di solidarietà reciproca!....


non necessariamente ci si suicida in senso fisico (=buttarsi dal ponte secondo la tua metafora)

si muore e ci si uccide dentro.

io infatti mi ritengo ormai morta dentro dal 2003.

il mio corpo fisico va avanti a vivere.il cuore bate, i polmoni respirano.

ma dentro, nell'"anima"\ "autostima"\ "spirito", chiamatelo come volete, io sono morta.esattamente nel 2003.

concepisco la mia vita come un corpo che va avanti a vivere lo stesso meccanicamente.punto e stop.non ho più niente di emozioni o sogni.

quelle frasi prese dal Talmud o dalle Lamentazioni bibliche -unico testo che apprezzo dalla Bibbia e che mi rappresentano totalmente- sono vere e illuminanti.

"meglio per l'uomo non essere mai nato".

o ancora nella Lamentazione numero tre:
cito solo un versetto, ma consiglio di leggerla tutta, anzi, tutte le Lamentazioni.

"mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce"

queste sono frasi vere, che fanno capire, come già detto da Sartre nell'"Esistenzialismo è un umanismo" che non importa se esista o no un dio.è indifferente.Che esiste o no il "progettista", non cambia nulla.
L'uomo deve essere consapevole che è solo, libero fino al dolore più assurdo, abbandonato e che è "gettato".
Ma conoscete bene anche voi l'illuminante frase di Heidegger.

non c'è proprio niente da fare, nulla da progettare o organizzare.
esistiamo solo per fare i burattini di qualche dio, oppure siamo un caso (sto citando i Teologi dell'anti dio, Klossowski)

siamo solo "adam", solo terra. polvere. in definitiva nulla.

Citazione:
Originalmente inviato da Sirviu
Se è meglio per un uomo non essere mai nato, qual è la condizione diversa dal vivere ? La conosciamo ?


pensa alla metafora di Schopenhauer:

affliggerci per il tempo in cui non ci saremo più, e analogo ad affliggerci per il tempo in cui ancora non c'eravamo.

illuminante e pienamente completa.

il Nulla è l'unico paradiso che dobbiamo augurarci.
un bel Nulla eterno.

non nascere mai.
non mettere al mondo infelici burattini.
non desiderare nessuna vita eterna nè tantomeno "resurrezione della carne" -figuratevi se io posso accettare un'eternità trascindomi il corpo-

raggiungere il Nulla emotivo è quanto dobbiamo fare, esercitandoci a diventare atarassici, per espiare il fatto stesso di essere qui, non per scelta nostra.
femmefatale is offline  

 



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