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05-08-2011, 18.29.52 | #32 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-01-2009
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Citazione:
Come ho già detto altrove, la Verità è corrispondenza, assimilazione del pensiero all'essere. Ma l'essenza del pensiero è di riferirsi all'essere, un pensiero di nulla sarebbe nulla di pensiero - annullerebbe il pensiero. Perciò basti dire che Verità è il pensiero, senza aggiunte. Ogni formulazione di un diverso concetto di Verità sarebbe sempre un pretendere che le cose stian in un modo e non in un altro, e perciò ancora una volta un corrispondere (adeguarsi) del pensiero allo status quo. La filosofia non è una moda, ma è il luogo in cui si svolge l'eterno, ossia ciò che resiste al divenire e quindi anche a quel divenire che è il gusto e la moda. Ogni era del sapere ha avuto le sue forme espressive, dal dialogo platonico alle questiones della Scuola, dalle raccolte di appunti delle lezioni degli aristotelici ai saggi brevi, dai trattati moderni al sistema degli idealisti, fino al frammento aforistico. In questo senso veritas est filia temporis, temporale e storiche sono le sue espressioni letterarie, le movenza stilistiche, le lingua che la avvolgono e testimoniano. Ma non vi è immediata implicazione tra il fatto che si manifesti nella storia e il fatto che sia essa stessa storica, che anzi tale implicazione si ha l'onere di dedurla e non di assumerla acriticamente. Che poi ogni genio sia frutto della cultura del proprio tempo, che sia in certo senso chiamato a raccontarlo nella sua globalità e sintetizzi in sè le grandi energie che lo muovono, nulla toglie al fatto che tale cultura possa essere messa in discussione dalle sue fondamenta, che non abbia le carte in regole per reggere una critica raffinata e ben escogitata. |
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08-08-2011, 20.14.31 | #33 |
Ospite
Data registrazione: 01-08-2011
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Vedo qui una definizione correspondentistica della verità: premetto che sono un coerentista e che forse potremmo avere solo un problema di terminologia. Vedremo. La verità, sostengo, non è considerabile come corrispondenza, almeno per come usualmente si intende il termine: ci sono dei problemi. Ricorderete tutti l' esempio di Gavagai di Quine. Si tratta di rovesciare l' approccio: se io vedo qualcosa, posso darne una resa razionale differente, e si può parlare di verità solo come coerenza della resa con tutte le altre rese. Facciamo un esempio: vediamo il sole sorgere nel cielo. Quello che vediamo è interpretabile come "il sole gira intorno alla terra" oppure "la terra gira intorno al sole"? Quella che fra le due risulterò più coerente con tutto il resto risulterà vera. Più propriamente si parla di coerenza con un modello di verità. Un modello di verità è così definito nel mio linguaggio:
1) enumerazione dei valori di verità validi 2) spiegazione dei valori medesimi del punto 1 3) spiegazione di come applicare il punto 2 ad una sintassi Nel caso umano più comune, ovvero noi con i nostri 5 sensi, succede qualcosa del genere: vedo/sento ecc. qualcosa, ne effettuo una conversione nei termini concettuali della ragione, poi affermo che tale conversione è vera perchè essa rimanda a dei dati che si possono vedere/sentire ecc. i quali possono essere interpretati come detto dalla conversione stessa. |
08-08-2011, 21.10.03 | #34 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Citazione:
Citazione:
Ma poi, esiste un modello di verità? verità assoluta? verità relativa? eterna? contingente? bohh! Ecco ...contingente...forse può andare! dipende se un filosofo puo' accettare una verità solo contingente! Forse per un filosofo una verità contingente non è neppure verità!!! Citazione:
Naturalmente neppure sono spiegabili e l'applicazione del punto 2 ad una sintassi non ha senso. Citazione:
sperimentare noi stessi quando seduti su un treno fermo crediamo di partire semplicemente perchè invece parte il treno accanto al nostro. Ma l'esempio eclantante della falsità del percepito, di cui ancora resta traccia nel nostro linguaggio, è proprio il moto relativo sole/terra: infatti è il sole e non la terra che sorge e tramonta...diciamo...ma niente è vero poichè tutto dipende dal sistema di riferimento scelto e posto in un qualunque punto dello spazio. Lo stessa trasformazione tolemaico/copernicana fu solo per un comodità matemtica! La terra che gira e rivoluziona attorne al sole? bene! tanti epicicli in meno! Quindi come la mettiamo?...coerenza con tutto il resto di che cosa? |
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10-08-2011, 18.17.01 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-01-2009
Messaggi: 111
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Citazione:
La teoria coerentista presuppone quella corrispondentista: anche ammettendo che una proposizione sia vera in base alla sua coerenza con la totalità delle convinzioni del soggetto, rimane che essa è quella vera e non quella falsa e che io sarò nel vero pensandola e nel falso negandola. Il tuo esempio sui moti dei corpi celesti, inoltre, presuppone che la realtà non abbia consistenza in sè a prescindere da ciò che ne sa il soggetto: un conto è l'indeterminatezza gnoseologica, un'altro quella ontologica. Allo stesso modo, non sapere tra due proposizioni contraddittorie quale sia vera e quale falsa non compromette la validità del p. del terzo escluso, che si limita a dire che necessariamente se una è vera l'altra è falsa (a prescindere dal fatto che io sappia quale delle due sia vera e quale falsa). |
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17-08-2011, 11.59.56 | #36 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,706
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Non avevo risposto a questa domanda in quanto le cose che penso mi sembrano il frutto di mie personali pensieri che di volta in volta scopro essere pensati da altri... o forse mai pensati da altri. Quindi non appartengo a nessun pensiero in particolare.
Recentemente mi è però capitato di leggere una biografia su internet di questo personaggio Alfred Korzybski (1879 -1950). sono io 100 anni fa e mi supera pure, perchè oltre a superare i principi aristotelici, contrappone al principio di identità un principio di non-identità (l'unico principio che io non avevo eliminato). Fantastico l'aneddoto riportato su wikipedia è simpatico: Un giorno, mentre teneva una lezione ad un gruppo di studenti, s'interruppe per prendere dalla sua borsa un pacchetto di biscotti avvolto in un foglio bianco. Borbottò che aveva solo bisogno di mandar giù qualcosa, e offrì i biscotti agli studenti seduti nella prima fila. Alcuni ne accettarono uno. – Buoni questi biscotti, non vi pare? – disse Korzybski dopo averne preso un secondo. Gli studenti masticavano vigorosamente. Poi tolse il foglio bianco mostrando il pacchetto originale. Sul quale c'era l'immagine di una testa di cane e le parole “biscotti per cani”. Gli studenti videro il pacchetto e rimasero scioccati. Due di loro si precipitarono fuori dall'aula verso i bagni tenendo le mani davanti alle bocche. – Vedete signori e signore? – commentò Korzybski – ho appena dimostrato che la gente non mangia solo il cibo, ma anche le parole, e che il sapore del primo è spesso influenzato dal sapore delle seconde -. La sua burla mirava ad illustrare come certe sofferenze umane vengano originate dalla confusione tra la rappresentazione linguistica della realtà e la realtà stessa. Come non essere d'accordo? |
14-12-2011, 17.35.10 | #37 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 13-12-2011
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
scuola di pensiero? Sono un razionalista ma penso che ci dobbiamo concentrare maggiormente sulle idee e non basandoci sui cinque sensi come fece Aristotele. A mio parere non esistono scuole di pensiero o raggruppamenti di pensatori perché l'uomo pensa solamente in solitudine, forse può discuterne dopo con altre persone ma il pensiero è qualcosa di privato e unico.
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14-12-2011, 23.05.21 | #38 | |
prof
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
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24-12-2011, 15.28.41 | #39 |
Ospite abituale
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
Ultimamente mi stò avvicinando a una sorta di Platonismo o a una visione simile a quella di Giordano Bruno secondo cui dall'unità scaturisce il molteplice.
Semplicemente considero che ogni soggetto possa rappresentarsi in modo diverso la realtà, anche attraverso teorie teologiche, tuttavia ogni posizione particolare non potrà precludere una logicità in cui muoversi e a cui fare riferimento (anche gli scettici devono motivare la loro posizione). Dunque un essenza comune legherebbe ogni fenomeno, la logicità appunto, come idea delle idee, come la forma più generale delle forme; la quale però, per dirsi esistente o presente, per non identificarsi nel non essere che è sempre uguale a sé stesso e statico, deve realizzarsi nel molteplice come suo organizzatore, per ciò che fondamentalmente è: "armonia". Molteplice come rappresentazione dell'assoluto, come unico modo che ha per conoscersi e porsi, non come sostanza diversa da lui. Una sorta di motore immobile dunque. Ma oggi le scenze sembrano non dar valore a questo tipo di impostazione, per loro è vero ciò che si incontra negli accidenti delle sperimentazioni per quanto i risulati di quei lavori possano sembrare irrazionali. Per esempio, e l'ho scritto anche in un altro post, è dagli anni 20 che si parla del caso come entità ontologica, ma il "caso puro" è una sostanza tanto opposta a quella che conosciamo che è impossibile concepire in che modo si possa relazionare con la sostanza causale e spazio-temporale (che considero razionale perché possiamo comprenderla), un po come il Dio onnipotente cristiano o la res cogitans di Cartesio. Anche se il modo particolare in cui percepiamo lo spazio e il tempo fossero contingenti per la specificità di ogni soggetto, essi dovrebbero corrispondere a una qualche realtà dell'essere, altrimenti non potremmo dire che i fenomeni che percepiamo derivano da quell'essere perché non avremmo con lui nulla in comune. Comunque la teoria della decoerenza quantistica scardina la teoria del caso fortunatamente, ciò vorrebbe dire che per ora anche la conoscenza scientifica si attiene alla razionalità per quanto non la consideri una fonte di verità. Anche la teoria della singolarità, che porta a identificare uno stadio dell'universo con un punto matematico (teoria inconcepibile se ci si chiede come la materia possa perdere le sue proprietà spaziali e da dove potrebbe cogliere una causa per l'effetto dell'esplosione in cui dovrà realizzarsi), si stà scartando in favore di altre che ammettono solo l'avvicinarsi a quel punto e a un esplosione prima della singolarità. |
25-12-2011, 12.46.21 | #40 | |
Ospite
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Riferimento: A quale scuola di pensiero appartieni?
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Una scuola di pensiero, e' come un cappio intorno al collo. E' soffocante, eppure ci si finisce dentro. I memi poi, hanno una dinamica simile ai geni, cercano nuovi territori,si diffondono per contagio. Ritengo che,anche in questo campo,una teoria dell' ''UNO'', trasversale a tutte le scuole e omnicomprensiva e non solo di carattere filosofico,dovrebbe rappresentare la soluzione migliore. Se non altro perche' espressione di sintesi. Del resto la ricerca di frontiera non puo' che essere interdisciplinare. Ma cio' non e' sufficiente. Una ricerca di maggior approfondimento, dovrebbe porsi, ancor prima delle diverse scuole di pensiero, la questione del metodo. Certificare come assiomi ,metodi e strumenti di analisi e' un errore di base notevole. Mantenere ''le distanze'' da queste scuole,considerandole, senza finirci dentro e' fondamentale, non tanto per i loro contenuti ,ma per il metodo di analisi adottato, dato per scontato o ineluttabile. |
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