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13-11-2007, 16.55.19 | #52 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 27-03-2007
Messaggi: 173
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Sono perfettamente d'accordo, ma io volevo solo parlare di fenomeni che sono già stati dotati di nome A volte è proprio difficile comprendersi. Citazione:
Condivido al 99,9 per cento, ....eh...non si sa mai! Per Albert Se dovessi cercare il sistema per far divenire intelligente una macchina cercherei uno stratagemma che in qualche modo possa affascinare la macchina, ma non mi interesso molto di intelligenza artificiale...........quel che a me interessa sarebbe trovare una definizione di intelligenza che sia condivisibile. Quando parlo di forza del linguaggio intendo proprio quel fascino che fa sì che noi evidenziamo nell'ambito di una realtà indistinta delle distinzioni; come dire, se noi non fossimo affascinati dalle macchine non le produrremmo, ma la prima macchina che fu presentata al mondo fu contraddistinta dal signifcante "macchina"; se la gente non fosse stata interessata a tale evento a cosa ci servirebbe il vocabolo "macchina"? Cosa te ne fai di una lingua se i termini che la compongono esistono solo a livello di astrazione? Resta altresì chiaro che all'interno della lingua esistano vocaboli molto astratti, ma non dimentichiamo che nella nostra civiltà umana il pensiero produce molte realtà, quasi come le produce una mano, quindi i sostantivi astratti si sono avuti inerentemente alla realtà dello strumento "pensiero" che è naturalmente immateriale. Quel che penso infine, continuando nella ricerca di una definizione per "intelligenza", è che l'intelligenza non brilli di una luce propria, ma sia invasa nel fenomeno dell'interpretazione del tempo...tempo di vita, tempo di morte. Provocatoriamente potrei chiedere agli scienziati: voi che cercate il gene dell'intelligenza avete mai considerato che l'intelligenza possa coincidere con il codice genetico? Ciao |
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13-11-2007, 19.13.24 | #53 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Non risolvi il problema. Ti ripeto: ad un numero finito di immagini, corrispondono sempre un numero infinito di interpretazioni. Quel "deciderà poi su quali [caratteristiche] focalizzarsi", salta a piè pari la mia obiezione: è proprio lì il problema! Citazione:
Ogni lingua ha un limitato numero di parole per nomi di oggetti (chiamiamoli) "concreti". Il resto sono parole per nomi di oggetti "astratti", ma anche per tutto quell'enormità di parole che non sono nomi: io, quello, quindi, finché, spesso, mangiare, perché, mimare, nostro, parlare, sbadatamente, poco, il, quando, etc............. [Per piacere, leggi e considera attentamente ogni parola, credo sia molto importante.] Per questi ultimi, i non-nomi, non c'è speranza, e si vede chiaramente: non è possibile comporli con immagini di oggetti "concreti". Per i nomi di oggetti "astratti", alcuni puoi provare a costruirli come tu hai suggerito per il cerchio (anche se ricadresti sempre e comunque nel problema di sopra), ma per la maggior parte è irrealizzabile. Che oggetti indichi per spiegare la parola "oggetto"? Che situazioni e luoghi indichi per spiegare le parole "situazione" e "luoghi"? Che immagine indichi per spiegare la parola "immagine"? Prova a pensarci su, però io non vedo proprio soluzioni Citazione:
Ma io non devo aver visto tutti i tipi di tavoli per immaginarmeli. Semplicemente alcune volte prendo in considerazione alcuni aspetti, altre volte altri. In poche parole: in alcune circostanze ritengo rilevanti alcune caratteristiche, altre volte altre caratteristiche. Non vedo perché mai questa cosa, così naturale, dovrebbe essere ritenuta strana. Noi ogni giorno estendiamo l'uso dei termini al mondo che ci circonda, e questo tocca il culmine quando facciamo dell'ironia, o, in generale, quando usiamo una qualsiasi delle innumerevoli figure retoriche. Diciamo che usiamo la fantasia per estendere questi usi, ma non andiamo a cercare in immagini passate (anche perché così facendo non ci sarebbe mai una vera invenzione). Citazione:
"La macchina-uomo dovrebbe essere in grado in base al contesto di capire quale prendere in considerazione": ma così, ancora una volta, fuggi il problema e assumi già che le macchine siano in grado di superare lo scoglio che io ho presentato. Un tipo di esempi con i contesti, potrebbe essere questo. Sto parlando con te di una particolare discussione. Dopo un po' dico "Perché noi non ci stancheremo mai di ripeterlo!". A chi è riferito quel "noi"? A me e a te? A noi maschi? A tutti quelli la pensiamo come me su alcune affermazioni che ho precedentemente affermato nel dialogo (quali?)? A noi con i capelli castano scuro? A noi italiani? etc............. Ci sono infinite classi che potrebbero esser fatte riferire a quel "noi", e noi (appunto! ) riusciamo a capirlo perché riusciamo a contestualizzare, a ritenere rilevanti alcuni aspetti del dialogo precedente (e anche di alcune assunzioni di sfondo: altro problema classico dell'AI, le conoscenze di sfondo) e trovare il referente corretto di "noi". Prendo a prestito un esempio fatto da Hilary Putnam, per mostrarti un altro tipo di dipendenza dal contesto. Noi sappiamo il significato delle parole "tavolo", "molto", "c'è", "caffè" e "sul". Queste nostre conoscenze, però, non determinano per nulla il contenuto dell'enunciato "C'è molto caffè sul tavolo". Esso (come ogni enunciato) non ha un contenuto determinato separato dai particolari atti di proferimento. Le parole/enunciati hanno significato solo nel flusso della vita. Persino il contenuto vero-funzionale di tale enunciato varia al variare del contesto: a volte può venire pronunciato per dire che ci sono molte tazzine sul tavolo, oppure che vi sono molti sacchi di caffè sul tavolo, oppure che c'è del caffè rovesciato sul tavolo, etc...... Citazione:
Tu continui ad affermare che la tua teoria vale in linea di principio. Ma, come ho cercato di mostrarti, ciò non è vero. Inoltre, vorrei indurti a considerare ciò che è più ragionevole credere, invece di ciò che è logicamente possibile immaginare. |
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14-11-2007, 10.03.15 | #54 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-03-2007
Messaggi: 173
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Io direi che ogni sostantivo, che si riferisca ad oggetto materiale o immateriale, si definisce all'interno di quello che compie nel tempo quell'entità a cui si riferisce il nome; in altre parole un sostantivo fa sempre qualcosa, ma è proprio quel qualcosa che tocca la sfera del soggettivo: una sedia può anche essere un'arma, ma quando l'oggetto sedia fu definito la prima volta venne convenzionalmente accettato come oggetto su cui ci si siede. Ogni sostantivo e ogni oggetto può essere cioè manipolato conformemente ad una situazione, ovvero ogni oggetto possiede una funzione che trascende la sua definizione accettata convenzionalmente; per quel che concerne poi i sostantivi più astratti, l'affare si complica maggiormente di fatto, nel senso che già per noi è difficile stabilire cosa sia la felicità, nel senso che le definizioni del nostro vocabolario spesso risultano non completamente adeguate, al punto che ci si può chiedere senza risposta "ma secondo te, luigi è felice?". Ciao |
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14-11-2007, 10.08.44 | #55 | |
Moderatore
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Piacerebbe anche a me ... non ho mai trovato una definizione soddisfacente di "intelligenza"! |
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14-11-2007, 10.40.20 | #56 | ||||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
La cosa mi preoccupa (ovviamente) perché penso ai concetti e ai significati come frutto della mente umana, che ha un numero finito di neuroni e può avere un numero finito di stati e quindi di pensieri. Mi preoccupa anche perché se vogliamo riprodurre (con tutti i distinguo del caso) la mente umana in un computer, il numero di bytes è allo stesso modo finito Citazione:
Sono assolutamente d'accordo sull'estensibilità del concetto. Secondo me però, in ultima analisi, il concetto nasce dalle immagini, secondo te, se non ho capito male, "esiste" già per conto suo ... sei in ottima compagnia, mi pare sia l'idea di base della filosofia di Platone Citazione:
è chiaro che non so come superare questo scoglio, ma secondo me nemmeno tu puoi provare che non potranno mai farlo. Per spiegarmi meglio, rispetto al problema "effettuare misure di precisione a piacere, anche nel mondo subatomico" Heisemberg ha provato che non è un problema tecnico, ma proprio non si può fare nemmeno in linea teorica. Qua secondo me è ancora un problema tecnico Citazione:
secondo me la teoria che ho cercato di esporre (male, peraltro) può essere tacciata di irrilevanza, non di falsità. Nel senso che dice pochissimo, è solo un contenitore, per spiegare come i concetti effettivamente si costruiscono bisognerebbe aggiungere molto altro. Quello che secondo me non serve introdurre sono entità arbitrarie, che mi puzzano molto di metafisica, penso al "contenuto mentale" di Searle, o alla "teoria causale del riferimento" di Hilary Putnam (con cui che avrebbe dimostrato che il famoso esempio del "cervello in vasca" non può esistere). Comunque mi rendo conto di averla spiegata male, anche se già mi avete aiutato a definirla meglio, e pensavo di aprire al proposito una nuova discussione |
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14-11-2007, 10.48.22 | #57 | |
Ospite abituale
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
In realtà è solo una questione di grado. La difficoltà sta forse nel fatto che non possiamo toccare queste cose, e nell'epoca delle scienze fisiche, tutto ciò che non si può toccare o vedere, o non esiste o non è rigoroso. La verità è che bisogna spostare l'attenzione dalla smania di trovare la definizione, il significato, e semplicemente guardare le molteplici situazioni nel quale lo diciamo. Questo è tutto il significato che la parola "felicità" può avere. Un'intenzione non fallisce mai, intende sempre qualcosa (se non è una filastrocca). E noi possiamo rintracciare i significati guardando all'intenzione, alla situazione e la contesto, in modo sufficientemente preciso, come con una sedia. |
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14-11-2007, 17.25.41 | #58 | |
Moderatore
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Beh, io la vedo così (immagino che vi sembrerà semplicistico, ma è il mio modo di vedere): non si può esprimere un giudizio oggettivo a proposito della felicità di qualcun altro. Io ho un determinato e personale concetto di felicità, da me elaborato; se vedo luigi e mi chiedo se è felice (non è una citazione da Aldo Giovanni e Giacomo ) esprimo un mio personale e soggettivo giudizio. Un'altra persona che vede luigi nello stesso momento può esprimere un giudizio concorde o discorde. Fortunatamente di solito i giudizi concordano, ed è uno degli aspetti della realtà che ci aiuta a conoscerla |
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16-11-2007, 10.00.42 | #59 | |
Ospite abituale
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Citazione:
Allora, visto che la discussione langue, proverò a dare una definizione per intelligenza: l'intelligenza è la capacità che permette ad un organismo di continuare a vivere o di morire in un determinato momento, ovvero una proprietà che regola la motorietà corporea e psichica. Per questo noi possiamo pensare solo ciò che diciamo. Se guardiamo la nostra lingua possiamo vedere come questa sia in gran misura una testimonianza convenzionata di ciò che ci fa vedere la luce: abbiamo cioè scomposto tramite un vocabolario tutto ciò che si muove, tutto il movimento del mondo (statiicità compresa, ovvero movimento nel tempo - quella cosa sta ferma). Odos dice : "La verità è che bisogna spostare l'attenzione dalla smania di trovare la definizione, il significato, e semplicemente guardare le molteplici situazioni nel quale lo diciamo. Questo è tutto il significato che la parola "felicità" può avere." Giustamente questa frase mette in crisi il vocabolario stesso ed evidenzia forse, sentiremo eventuali commenti, che l'essenza del linguaggio non risiede nella convenzione essendo quest'aspetto, sempre forse, un'evoluzione da qualcosa che nacque come istinto emotivo. Ciao P.S. Se nel regno dell'informatica esistono i virus, nessuno ha mai prodotto un batterio? |
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19-11-2007, 14.56.49 | #60 | ||
Moderatore
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Riferimento: "L'uomo può pensare solo ciò che può dire".
Ciao, albert, per evitare di perdersi in una discussione troppo vasta, cercherò di concentrarmi su un solo punto per volta. Inizio col seguente:
Citazione:
E tu hai risposto così: Citazione:
Mi sembra che manchi il punto. Io NON sostengo la teoria del significato-come-immagine, quello sei tu. Io non sostengo che ad ogni significato ci siano associate infinite immagine, questo è ciò che tu dovresti credere per essere coerente con le tue idee. Ma, come naturalmente ti accorgi pure te, questo genera un assurdo, quindi la tua tesi è sbagliata. Spero di essermi spiegato bene |
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