Ciao e benvenuto (al benvenuto non rinuncio mai)
Letto, interessante, piaciuto, complimenti all'autore dell'arzigogolo (non da intendere in senso spregiativo), non mi sogno di confutare, è mia intenzione provare a dissentire argomentando, mi spiego:
1. tu hai
anche meriti e
anche colpe su tutto ciò che fai
2.
Non esiste il destino
3. Tu non sei comunque la persona che credi di essere, bensì un essere in balia
anche degli eventi.
L'uomo non credo sia il risultato dei soli tre input di cui si parla nel sito da te indicato. Il DNA racchiude al suo interno, fra le varie altre componenti, anche una certa dose di VOLONTA'. Una volontà in nuce, silente e che si sviluppa interagendo con l'ambiente, arrivando, quindi, a manifestarsi nel mondo attraverso le scelte … a cui io credo. Il Dna non è un elemento a sé stante, privo di quelle qualificazioni e di quei caratteri che lo rendono concreto ed agente. Il Dna contiene al suo interno, racchiusi come in uno scrigno magico, ad un livello embrionale, anche quegli elementi tipicizzanti l'uomo, che si espanderebbero interagendo appunto con l'ambiente circostante. Il Dna non è un elemento amorfo e privo di vita, si modifica, infatti, man mano che il feto si sviluppa all'interno dell'utero materno. Alcuni autorevoli ricercatori parlano di una precisa volontà di agire (nascere o morire) da parte del feto. Questa circostanza testimonierebbe appunto la preesistenza - rispetto al momento della nascita - di una forte propensione a scegliersi la strada che più gli si confà. Una 'scelta' che parrebbe sfuggire a qualsiasi calcolo, previsione e algoritmo matematico o logico, che prescinde dalla sua stessa 'qualità' biologica; eppure non soggiace ad un destino, sembra proprio che scelga. Difficile da dimostrare. Il Dna è una struttura stratificata che racchiude delle potenzialità che si esaltano o mortificano operando in simbiosi con alcuni altri propri intrinseci costituenti, uno fra questi sembra che sia appunto la
volontà. Forse il termine non è del tutto appropriato, forse è limitativo e non rende bene l'idea delle sue effettive capacità d'interagire proficuamente con l'ulteriore componentistica dell'animale uomo. Forse sarebbe più appropriato definirla una tensione, una forte propensione (cosciente?) a svilupparsi solo a determinate condizioni che esso stesso autonomamente determina per il proprio bene, sfuggendo così alle regole fisiologiche comunemente note.
Se noi dovessimo attribuire valore e significato a questa ipotesi, ne discenderebbe che l'intero processo mentale che giustificherebbe l'esistenza del destino, del Fato, sarebbe inficiato sin dalle fondamenta, per cui avremmo non tre ma più Input coagenti. Infatti, a quelli da te elencati dovrebbe essere aggiunta, quantomeno, la Volontà. Fra l'altro, converrai con me, è quest'elemento che rende mai ipotizzabile o prevedibile l'agire dell'uomo. Il fattore 'U'; la variabile indipendente che, nel corso della Storia, esalta l'uomo, sovverte le regole, presumibilmente anche quelle non note, lo affranca da schemi e canoni prefissati, ancorché non noti. Converrai con me che postulare l'esistenza del destino dischiuderebbe una porta a quanti, a torto o a ragione … a ragione? Ma va là … profondono energie nell'insana e vana attività di leggere il futuro. Converrai con me che quest'insano determinismo deresponsabilizzerebbe eccessivamente l'uomo.
Ma, me ne rendo ben conto, mi dirai, sconsolato: <così è!>.
Ti risponderei, atterrito: <manco per sogno!>.
Concludo affermando che la volontà si manifesterebbe inconsciamente, a livello neuronale, in quel 535 millesimo di secondo prima che l'azione si compia, per arrivare allo stato di coscienza 86 millesimi di secondo prima dell'atto - sempre che i calcoli ragionieristici siano corretti e validi per tutti … io dubito. Aggiungo pure che la medesima forza (la volontà … questa volta immaginerei solo quella cosciente) potrebbe anche annullare inopinatamente l'atto … ma comprendo che sarebbe facile argomentare che anche questa azione sarebbe il risultato dei tre Input da te suggeriti … ovvio che io, anche in questo caso, non potrei che affermare:<Scherzi?>
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Per ogni step da te indicato, convincenti nella meccanica e nella logica, dovresti aggiungere quantomeno un ulteriore elemento che interagisce, quest'elemento, a parer mio, dovrebbe essere la Volontà … forse c'è anche dell'altro, ma per il momento penso che quanto precede sia più che sufficiente per giustificare una maggior fiducia nell'opera dell'uomo (ovviamente non quell’attuale, piuttosto quella potenziale).
Chissà! Ti immagino già mentre ti affretti a sostenere che la Volontà è insita nel Dna e che, pertanto, la tua teoria non sarebbe invalidata dall’introduzione di quest’innovazione. Immaginami mentre ribatto affermando che anche se fosse insita, non è il Dna, n’è una componente, per cui la spinta ad agire, ove mai fosse primigenia nel Dna, sarebbe successivamente assunta da un elemento che si discosta alquanto dall’istintività … ma ovviamente quest’ultima parte della chiacchierata è solo frutto della mia fervida ed ipertrofica fantasia.
Il Destino presuppone una Verità immanente, un serio lettore del destino, ove mai ipotizzabile e non totalmente risibile, avrebbe in mano la Conoscenza delle cose future, io dubito vi sia uomo che possieda anche solo la Conoscenza delle cose presenti e passate.
Ciao … scommetto che ti ho battuto in contorsionismo dialettico … al limite, se il tempo me lo permetterà, sono disponibile, su richiesta, a riprendere tutto da capo cercando, stavolta, di essere meno astruso.