Ok, lasciando stare aneddoti vari, cosa intendi tu per il tutto? Io, come detto, accetto l'Hegel della fenomenologia, solo per gli spunti che ho già citato e, in parte il principio della dialettica. Per il resto, lo ritengo pesante, molto noioso. Sinceramente, non sono disposta ad accettare l'idea che il mondo sia il frutto di un disegno provvidenzialistico. Questa è la mia idea, ritengo il confronto culturale qualcosa di straordinario, è per questo che, ora, ti chiedo cosa tu trovi di così straordinario nella filosofia di Hegel, in maniera del tutto tranquilla

Il senso della vita è quella cosa che se ti manca sei fritto, sei fuori gioco, sei un automa.

Spiegare il senso della vita, comprendere la vita con regole e definizioni precise è pura follia.

Mi sono chiesta il senso della mia vita quando avevo perso tutte le mie illusioni.

Ora ho smesso di cercare il senso della mia vita e mi è accaduta una cosa straordinaria: ora riesco a vivere.

Cercare di capire perchè siamo qui, in questi corpi, è cosa buona, è studio degno di essere intrapreso. Ma vivere è altro.

Vivere è scoprire giorno dopo giorno mondi sconosciuti che sono sotto i nostri occhi e nei nostri cuori e noi non vediamo, accecati dalla ricerca di certezze e verità o anche sopraffatti dall'alienazione.

Teorizzare, ipotizzare è importante ma quel che conta è la vostra, la nostra esperienza quotidiana di vita vissuta.

Ai bambini basterebbe dire che la vita è un grande gioco misterioso e straordinario. Pieno di sorprese belle e brutte e che vanno vissute tutte.

perché proprio capire?
piuttosto che cercare di "capire" ogni atto ed ogni esperienza che a noi appare manifesta, e di cui poi ognuno si "costruisce" le proprie rappresentazioni, sarebbe più lecito accettarne le varianti e le sfumature per renderla propria e a suo modo autentica.

mi suona di "illusione"...se si cerca di conoscere la vita, si cerca di conoscere se stessi.

Capire che non c'é nulla da capire, non é ancora capire... -Giorgio Gaber-