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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 29-05-2006, 21.50.20   #51
Weyl
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Re: Inoltre...

Citazione:
Messaggio originale inviato da odos
dietro la "serena condiscendenza", non c'è la benevolente ingenuità fanciullesca immaginata da una altrettanto pessima rappresentazione di uno stereotipo, bensì la matura coscienza che a muovere ogni tua inefficace e contraddittoria argomentazione c'è un odio che arriva da tutt'altro che dalla conclusione di un ragionamento. Esplicita quest'odio prima di raccapezzarti a stento in un collage di argomentazioni fatte ad Hoc solo per esprimere quest'odio sotto sembianza di ragionamento e debole retorica.


Credevo, sinceramente, che ti interessasse il mio punto di vista e, ingenuamente, ho ritenuto di proportelo.
Vedo, al contrario, che il tuo non era che un gioco dialettico indirizzato semplicemente a trascinarmi nella trappola di un ambito di discussione assolutamente fazioso ed incapace di presumere un dissenso rispettabile.
Preferite applaudirvi vicendevolmente?
Tanto meglio per voi. Non avete bisogno di critica: non vi serve.
solo una piccola precisazione, in onore alla lingua italiana: il termine più adeguato a raccogliere in concetto il mio punto di vista su di voi e i vostri squallidi e farisaici rappresentanti non è "odio", bensì "disprezzo".

Tienilo a mente: come italiano ti saranno date poche occasioni per provare tale sentimento.
L'odio, in realtà, è affar vostro, come lo è il "ressentment" degli impotenti nei confronti di chi guarda in faccia la realtà, senza raccontar frottole.
Per provare il disprezzo occorre aver sangue vero nelle vene.

Per tutto il resto, continuate pure a congratularvi e felicitarvi tra voi: le "magnifiche sorti e progressive" sarete voi stessi a sperimentarle.
Esattamente come i vostri nonni, i quali, al canto dell'Amba Alagi, in un tripudio di sicumera e presunzione, nani scomposti e isterici, pretesero di misurarsi con popoli dalla schiena diritta.

In ben altro scenario di conflitti, non diverso per gli interessi in gioco, sebbene per i mezzi adoperati (non armi, ma denaro), state preparandovi lo steso destino.
Buon pro ve ne faccia.
Weyl is offline  
Vecchio 29-05-2006, 22.35.10   #52
odos
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Beh Weyl

certo che si può dialogare, ma il sentirsi offesi fa scattare la molla.

E' difficile anche mandare giù parvenze di giochi retorici. Le tue parole ricalcano quelle di Berlusconi in molti punti, anzi proprio nella presentazione del 3d. Questa unicità che vorresti millantare, sorge solo allo scopo di contrapporsi sempre e comunque ad un appartenente o presunto alla cerchia da te tanto disprezzata.

Io so benissimo che il rifiutare una fazione non comporta l'aderire alla fazione opposta, ma allora ti prego di mantenerla questa unicità, e di non scendere a patti con nessuno.

Disprezza quanto vuoi, ma non sventolare bandiere che non ti riguardano, allora.
odos is offline  
Vecchio 30-05-2006, 00.54.14   #53
trudina
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Weyl per come la vedo io, destra o sinistra, è una gara di poteri a noi non resta che sperare al meglio e decidere con lo strumento delle votazioni
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Vecchio 30-05-2006, 10.43.57   #54
visechi
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Il disprezzo espresso da Weyl è il disprezzo dei vinti, di chi elegge a paradigma unico ed inviolabile cui uniformare ogni propria vocazione esistenziale, la concezione malinterpretata dell’eroe, dell’uomo fiero ed invitto che abita le boscaglie dell’Oriente nel rifiuto sdegnato di una sconfitta irredimibile e senza appello. Una visione desueta, anche se romantica, dell’uomo che fu e che ancora dovrebbe essere, che stringe, e a questa s’avvinghia, la ferraglia della supposta superiorità della propria ideologia che rifugge il lassismo del prossimo. Idea ed ideologia non più utili per la vittoria finale, cui, nonostante tutto, si prepara ed ammaestra senza ritenere riserva alcuna. Significativa è la retorica che trasuda da ogni suo intervento – schiena dritta, sangue vero nelle vene, capo ritto, stoico osservar la vita -, tutte cose già viste e sentite, che hanno impregnato un intero ventennio della nostra ignominiosa storia. C’è anche del vero in quel che afferma, non si può negare; molto, troppo facile buttar la rete nel versante in cui il pesce pullula perché si tratta di allevamento controllato. La società italiana è in mano al nanismo morale ed ideologico, ma riferire la propria visione sociale ad ideologie oramai tramontate e che sopravvivono solo in cuori afflitti da indomita nostalgia che guarda al passato come se colà fosse rinvenibile la vera età dell’oro, è addirittura commovente e insieme patetico. Si accusa il prossimo di asservire se stessi al sistema, quando non ci si avvede che si è asservita la propria mente e il proprio essere al fatuo pensiero del Gran Conducator – mai vista una persona tanto avvinghiata alla poltrona, altro che balle e belle parole -. S’istiga così alla ribellione civile e si chiama la truppa alla Grande adunata – Armatevi e partite, quando tornerete saremo vincitori -; s’insinua il rancore e il disprezzo, demarcando con astio i campi che, nell’allucinata immaginazione del fiero combattente, dovrebbero contenere i due contrapposti eserciti in armi – l’un contro l’altro armato -. Un giorno si volgerà indietro e vedrà il sole tramontare senza che i suoi parvuli raggi digradanti abbiano a lui offerto la vista degli elmi e delle scuri della torma amica; forse solo allora vedrà sorgere l’alba.

visechi is offline  
Vecchio 31-05-2006, 02.16.27   #55
Weyl
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Vita fugit sicut umbra

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi
Il disprezzo espresso da Weyl è il disprezzo dei vinti, di chi elegge a paradigma unico ed inviolabile cui uniformare ogni propria vocazione esistenziale, la concezione malinterpretata dell’eroe, dell’uomo fiero ed invitto che abita le boscaglie dell’Oriente nel rifiuto sdegnato di una sconfitta irredimibile e senza appello. Una visione desueta, anche se romantica, dell’uomo che fu e che ancora dovrebbe essere, che stringe, e a questa s’avvinghia, la ferraglia della supposta superiorità della propria ideologia che rifugge il lassismo del prossimo. Idea ed ideologia non più utili per la vittoria finale, cui, nonostante tutto, si prepara ed ammaestra senza ritenere riserva alcuna. Significativa è la retorica che trasuda da ogni suo intervento – schiena dritta, sangue vero nelle vene, capo ritto, stoico osservar la vita -, tutte cose già viste e sentite, che hanno impregnato un intero ventennio della nostra ignominiosa storia. C’è anche del vero in quel che afferma, non si può negare; molto, troppo facile buttar la rete nel versante in cui il pesce pullula perché si tratta di allevamento controllato. La società italiana è in mano al nanismo morale ed ideologico, ma riferire la propria visione sociale ad ideologie oramai tramontate e che sopravvivono solo in cuori afflitti da indomita nostalgia che guarda al passato come se colà fosse rinvenibile la vera età dell’oro, è addirittura commovente e insieme patetico. Si accusa il prossimo di asservire se stessi al sistema, quando non ci si avvede che si è asservita la propria mente e il proprio essere al fatuo pensiero del Gran Conducator – mai vista una persona tanto avvinghiata alla poltrona, altro che balle e belle parole -. S’istiga così alla ribellione civile e si chiama la truppa alla Grande adunata – Armatevi e partite, quando tornerete saremo vincitori -; s’insinua il rancore e il disprezzo, demarcando con astio i campi che, nell’allucinata immaginazione del fiero combattente, dovrebbero contenere i due contrapposti eserciti in armi – l’un contro l’altro armato -. Un giorno si volgerà indietro e vedrà il sole tramontare senza che i suoi parvuli raggi digradanti abbiano a lui offerto la vista degli elmi e delle scuri della torma amica; forse solo allora vedrà sorgere l’alba.


Retorica... Non è che il tentativo di dar corpo, attraverso incroci di concetti e di attribuzioni, ad un intuito puramente intellettuale e amorale.
Preferisci la razionalità?
Eccotela.

Le modalità mediante cui il pensiero della "sinistra" interpreta il dissenso sono affini a quelle che la psicoanalisi attribuisce al "rifiuto terapeutico" da parte del nevrotico.
Come la seconda pretende di interpretarlo e ricondurlo alle dinamiche proprie del transfert, annullando di fatto le possibilità di critica del paziente, allo stesso modo il postmarxismo (erede dell'ortodossia socialista) annichilisce il dissenso riconducendolo alle dinamiche sociali che esso pretende di aver categorizzato.
In entrambi i casi la dialettica "dissenso-potere" si avvita nella circolarità di un'interpretazione dei fenomeni interazionali che confida nella "oggettività razionale" dei suoi strumenti ermeneutici.
La debolezza (e lo stampo nettamente ottocentesco e positivista) di tale impostazione, si rivelano sia nell'inconsistenza dell'impianto metafisico cui necessiterebbero di appoggiarsi, come anche nella inaccessibilità al metodo sperimentale, sul piano epistemologico.
Affini, dunque, al fideismo, tali sfondi ideologici e culturali si prestano perfettamente all'autoreferenzialità politica, in una sorta di autarchia teoretica della prassi sociale, la quale finisce inevitabilmente per autoconvalidarsi negli assunti teorici che l'hanno prescritta.
Lo sconfinamento nel totalitarismo risulta, quindi, pressochè automatico, poichè la critica ed il dissenso non possono che esservi lette che come istanze "regressive" o reazionarie del sistema, allo stesso modo in cui lo scetticismo alla cura viene letto dalla psicoanalisi come resistenza nevrotica al "cambiamento".
Il caso estremo, ossia irriducibile, della "dissociazione" dal sistema (ossia l'opposizione radicale), affine alla dissociazione psicotica, va sedata con mezzi coercitivi e reclusa nel manicomio, ossia isolata, poichè irredimibile e scandalosa.

Questi schemi banali, ottocenteschi, sopravvivono nel Jurassic Park del pensiero della sinistra: palesandosi, ovviamente, anche in questo modesto consesso.
Più estesamente, sono ancora operanti nelle modalità gramsciane perseguenti (e di fatto oggi eseguenti) l'egemonia istituzionale e delle agenzie di potere sociali e culturali della società civile.

Tutto ciò, caro visechi, non mi indignerebbe e non mi preoccuperebbe più di tanto se non fosse che tali corde vetuste tengono insieme un paese sfiancato e sfilacciato sul piano sociale, arretratissimo sul piano tecnologico e sommerso dai debiti di due generazioni.
E ancora ciò sarebbe poco, se non fosse che questo sistema-Italia si trova collocato, vaso di coccio già pieno di crepe, in mezzo a pesanti vasi di ferro.
Torno a ripetere ciò che ho già detto: Berlusconi, con tutte le ambiguità e le debolezze del personaggio, è stato un paracadute per questo Paese.
Ora inizia la caduta libera.
Weyl is offline  
Vecchio 31-05-2006, 08.39.11   #56
Patri15
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Questa è bella!

Lettera spedita dall'On. Volontè a don Paolo Farinella:
-------------------------------------------------------


Camera dei Deputati
Gruppo Parlamentare UDC
Il Presidente


Egregio Signor Parroco,

sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se
possibile con sollecitudine, una giaculatoria, di quelle che insegnavano
le nonne ai nipotini.

Io le ho imparate così e così le insegno alle mie figlie. Purtroppo vedo
che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata,
và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua
'trasmissione di fede'.

Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a
quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei
raccogliere in un volumetto semplice che penso utile ed edificante.
Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio.

Spero di averla convinta e non averla disturbata,

Suo in Cristo

Luca Volontè

Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono:
Luca Volontè
c/o Gruppo UdC
Via Uffici del Vicario 21
00100 Roma
oppure via mail (ancora più comodo e rapido): VOLONTE_L@CAMERA.IT
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Vecchio 31-05-2006, 08.43.23   #57
Patri15
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La risposta

Risposta del Parroco Paolo Farinella di Genova:
-----------------------------------------------


Al Sig. Luca Volontè
Camera dei Deputati
Roma


Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe
scritto la delirante richiesta, di cui sopra. In quanto cristiano la
ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il governo
Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in
appoggio a leggi immorali totalmente in contrasto con la dottrina della
Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si fregia per convenienza partitica,
raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire, in un libro,
non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a
tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili,
credendo così di millantare un credito che eticamente lei ha perso il
giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo gli
interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli.
D'altronde, anche nel suo partito, lo stesso segretario Follini si è
dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal
punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi
para il sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni.
Da cattolico? Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di
fare "finire una ricca e proficua 'trasmissione della fede'"?. Quando ha
votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe
inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto
protezione? A santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca?
La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le
"giaculatorie", la impegni più proficuamente a meritarsi il lauto
stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le
paghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della
"trasmissione della fede". Lei è stato eletto non per assemblare
giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una opposizione
legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il
Paese, specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato.
Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in
silenzio e non le sbandieri in piazza perché così fanno anche gli ipocriti
e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile.

------------------------------------------------------------

Che ne dite? Molto chiara la risposta di questo parroco, che non credo sia di sinistra (PER RIALLACIARMI AL POST DI WEIL) ma ha capito molte cose sul Berlusconi.

Che ne pensate?

Ciao,
Patri15 is offline  
Vecchio 31-05-2006, 11.01.57   #58
odos
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Re: Vita fugit sicut umbra

Weyl stai entrando nel grottesco con certe argomentazioni, secondo me non ci credi neanche tu.

Comunque, così si può andare avanti all'infinito. Io continuo a sostenere che il tuo disperzzo sia un disprezzo punto e basta e che tu non possa trovare nessuna argomentazione convicente che non sia la descrizione di una visione unilaterale.

Qulsiasi cosa funga da sostegno a questo disprezzo ce la piazzi dentro. Persino Freud e la metafisica siamo andati a scomodare pur di vincere.


Comunque non capito ancora una cosa:
Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Torno a ripetere ciò che ho già detto: Berlusconi, con tutte le ambiguità e le debolezze del personaggio, è stato un paracadute per questo Paese.
Ora inizia la caduta libera.

Non ho ancora capito come. Anche concretamente.
Ti prego, se vuoi rispondere, di evitare, se ti è possibile, discorsi da balcone, o da Gabriella Carlucci. Grazie

Ultima modifica di odos : 31-05-2006 alle ore 11.08.45.
odos is offline  
Vecchio 31-05-2006, 11.10.20   #59
Fragola
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Re: Vita fugit sicut umbra

Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Retorica... Non è che il tentativo di dar corpo, attraverso incroci di Le modalità mediante cui il pensiero della "sinistra" interpreta il dissenso sono affini a quelle che la psicoanalisi attribuisce al "rifiuto terapeutico" da parte del nevrotico.
Come la seconda pretende di interpretarlo e ricondurlo alle dinamiche proprie del transfert, annullando di fatto le possibilità di critica del paziente,

Se proprio vuoi fare dotte citzioni, almeno cerca di farle pertinenti! Quello che dici fa chiaramente capire che non ti è chiaro cosa sia la psicoanalisi come prassi. Hai certo un vocabolario teorico che usi con un metodo che ad un profano potrebbe sembrare maestria, ma che è, in realtà, una mistificazione e non può ingannare chi di questi argomenti si occupa a livello professionale.
La prassi psicoanalitica implica per forza di cose un'alleanza terapeutica tra soggetto e terapeuta e l'interpretzione delle resistenze non avviene mai sopra la testa del paziente, ma deve scaturire dal soggetto stesso. Tutto l'opposto dell'annullamento delle possibilità di critica!!!

Mi rendo conto che la mia puntualizzazione è OT rispetto alla discussione, ma la ritengo comunque assolutamente doverosa.
Fragola is offline  
Vecchio 31-05-2006, 11.26.00   #60
Patri15
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Re: Re: Vita fugit sicut umbra

Citazione:
Messaggio originale inviato da Fragola
...
Mi rendo conto che la mia puntualizzazione è OT rispetto alla discussione, ma la ritengo comunque assolutamente doverosa.

Infatti era necessaria, Fragola.

Ciao,
Patri15 is offline  

 



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