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29-05-2006, 22.35.10 | #52 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Beh Weyl
certo che si può dialogare, ma il sentirsi offesi fa scattare la molla. E' difficile anche mandare giù parvenze di giochi retorici. Le tue parole ricalcano quelle di Berlusconi in molti punti, anzi proprio nella presentazione del 3d. Questa unicità che vorresti millantare, sorge solo allo scopo di contrapporsi sempre e comunque ad un appartenente o presunto alla cerchia da te tanto disprezzata. Io so benissimo che il rifiutare una fazione non comporta l'aderire alla fazione opposta, ma allora ti prego di mantenerla questa unicità, e di non scendere a patti con nessuno. Disprezza quanto vuoi, ma non sventolare bandiere che non ti riguardano, allora. |
30-05-2006, 10.43.57 | #54 |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,150
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Il disprezzo espresso da Weyl è il disprezzo dei vinti, di chi elegge a paradigma unico ed inviolabile cui uniformare ogni propria vocazione esistenziale, la concezione malinterpretata dell’eroe, dell’uomo fiero ed invitto che abita le boscaglie dell’Oriente nel rifiuto sdegnato di una sconfitta irredimibile e senza appello. Una visione desueta, anche se romantica, dell’uomo che fu e che ancora dovrebbe essere, che stringe, e a questa s’avvinghia, la ferraglia della supposta superiorità della propria ideologia che rifugge il lassismo del prossimo. Idea ed ideologia non più utili per la vittoria finale, cui, nonostante tutto, si prepara ed ammaestra senza ritenere riserva alcuna. Significativa è la retorica che trasuda da ogni suo intervento – schiena dritta, sangue vero nelle vene, capo ritto, stoico osservar la vita -, tutte cose già viste e sentite, che hanno impregnato un intero ventennio della nostra ignominiosa storia. C’è anche del vero in quel che afferma, non si può negare; molto, troppo facile buttar la rete nel versante in cui il pesce pullula perché si tratta di allevamento controllato. La società italiana è in mano al nanismo morale ed ideologico, ma riferire la propria visione sociale ad ideologie oramai tramontate e che sopravvivono solo in cuori afflitti da indomita nostalgia che guarda al passato come se colà fosse rinvenibile la vera età dell’oro, è addirittura commovente e insieme patetico. Si accusa il prossimo di asservire se stessi al sistema, quando non ci si avvede che si è asservita la propria mente e il proprio essere al fatuo pensiero del Gran Conducator – mai vista una persona tanto avvinghiata alla poltrona, altro che balle e belle parole -. S’istiga così alla ribellione civile e si chiama la truppa alla Grande adunata – Armatevi e partite, quando tornerete saremo vincitori -; s’insinua il rancore e il disprezzo, demarcando con astio i campi che, nell’allucinata immaginazione del fiero combattente, dovrebbero contenere i due contrapposti eserciti in armi – l’un contro l’altro armato -. Un giorno si volgerà indietro e vedrà il sole tramontare senza che i suoi parvuli raggi digradanti abbiano a lui offerto la vista degli elmi e delle scuri della torma amica; forse solo allora vedrà sorgere l’alba.
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31-05-2006, 02.16.27 | #55 | |
iscrizione annullata
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Vita fugit sicut umbra
Citazione:
Retorica... Non è che il tentativo di dar corpo, attraverso incroci di concetti e di attribuzioni, ad un intuito puramente intellettuale e amorale. Preferisci la razionalità? Eccotela. Le modalità mediante cui il pensiero della "sinistra" interpreta il dissenso sono affini a quelle che la psicoanalisi attribuisce al "rifiuto terapeutico" da parte del nevrotico. Come la seconda pretende di interpretarlo e ricondurlo alle dinamiche proprie del transfert, annullando di fatto le possibilità di critica del paziente, allo stesso modo il postmarxismo (erede dell'ortodossia socialista) annichilisce il dissenso riconducendolo alle dinamiche sociali che esso pretende di aver categorizzato. In entrambi i casi la dialettica "dissenso-potere" si avvita nella circolarità di un'interpretazione dei fenomeni interazionali che confida nella "oggettività razionale" dei suoi strumenti ermeneutici. La debolezza (e lo stampo nettamente ottocentesco e positivista) di tale impostazione, si rivelano sia nell'inconsistenza dell'impianto metafisico cui necessiterebbero di appoggiarsi, come anche nella inaccessibilità al metodo sperimentale, sul piano epistemologico. Affini, dunque, al fideismo, tali sfondi ideologici e culturali si prestano perfettamente all'autoreferenzialità politica, in una sorta di autarchia teoretica della prassi sociale, la quale finisce inevitabilmente per autoconvalidarsi negli assunti teorici che l'hanno prescritta. Lo sconfinamento nel totalitarismo risulta, quindi, pressochè automatico, poichè la critica ed il dissenso non possono che esservi lette che come istanze "regressive" o reazionarie del sistema, allo stesso modo in cui lo scetticismo alla cura viene letto dalla psicoanalisi come resistenza nevrotica al "cambiamento". Il caso estremo, ossia irriducibile, della "dissociazione" dal sistema (ossia l'opposizione radicale), affine alla dissociazione psicotica, va sedata con mezzi coercitivi e reclusa nel manicomio, ossia isolata, poichè irredimibile e scandalosa. Questi schemi banali, ottocenteschi, sopravvivono nel Jurassic Park del pensiero della sinistra: palesandosi, ovviamente, anche in questo modesto consesso. Più estesamente, sono ancora operanti nelle modalità gramsciane perseguenti (e di fatto oggi eseguenti) l'egemonia istituzionale e delle agenzie di potere sociali e culturali della società civile. Tutto ciò, caro visechi, non mi indignerebbe e non mi preoccuperebbe più di tanto se non fosse che tali corde vetuste tengono insieme un paese sfiancato e sfilacciato sul piano sociale, arretratissimo sul piano tecnologico e sommerso dai debiti di due generazioni. E ancora ciò sarebbe poco, se non fosse che questo sistema-Italia si trova collocato, vaso di coccio già pieno di crepe, in mezzo a pesanti vasi di ferro. Torno a ripetere ciò che ho già detto: Berlusconi, con tutte le ambiguità e le debolezze del personaggio, è stato un paracadute per questo Paese. Ora inizia la caduta libera. |
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31-05-2006, 08.39.11 | #56 |
Frequentatrice abituale
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Questa è bella!
Lettera spedita dall'On. Volontè a don Paolo Farinella:
------------------------------------------------------- Camera dei Deputati Gruppo Parlamentare UDC Il Presidente Egregio Signor Parroco, sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se possibile con sollecitudine, una giaculatoria, di quelle che insegnavano le nonne ai nipotini. Io le ho imparate così e così le insegno alle mie figlie. Purtroppo vedo che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata, và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua 'trasmissione di fede'. Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei raccogliere in un volumetto semplice che penso utile ed edificante. Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio. Spero di averla convinta e non averla disturbata, Suo in Cristo Luca Volontè Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono: Luca Volontè c/o Gruppo UdC Via Uffici del Vicario 21 00100 Roma oppure via mail (ancora più comodo e rapido): VOLONTE_L@CAMERA.IT |
31-05-2006, 08.43.23 | #57 |
Frequentatrice abituale
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La risposta
Risposta del Parroco Paolo Farinella di Genova:
----------------------------------------------- Al Sig. Luca Volontè Camera dei Deputati Roma Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe scritto la delirante richiesta, di cui sopra. In quanto cristiano la ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il governo Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in appoggio a leggi immorali totalmente in contrasto con la dottrina della Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si fregia per convenienza partitica, raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire, in un libro, non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili, credendo così di millantare un credito che eticamente lei ha perso il giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo gli interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli. D'altronde, anche nel suo partito, lo stesso segretario Follini si è dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi para il sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni. Da cattolico? Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di fare "finire una ricca e proficua 'trasmissione della fede'"?. Quando ha votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto protezione? A santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca? La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le "giaculatorie", la impegni più proficuamente a meritarsi il lauto stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le paghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della "trasmissione della fede". Lei è stato eletto non per assemblare giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una opposizione legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il Paese, specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato. Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in silenzio e non le sbandieri in piazza perché così fanno anche gli ipocriti e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile. ------------------------------------------------------------ Che ne dite? Molto chiara la risposta di questo parroco, che non credo sia di sinistra (PER RIALLACIARMI AL POST DI WEIL) ma ha capito molte cose sul Berlusconi. Che ne pensate? Ciao, |
31-05-2006, 11.01.57 | #58 | |
Ospite abituale
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Re: Vita fugit sicut umbra
Weyl stai entrando nel grottesco con certe argomentazioni, secondo me non ci credi neanche tu.
Comunque, così si può andare avanti all'infinito. Io continuo a sostenere che il tuo disperzzo sia un disprezzo punto e basta e che tu non possa trovare nessuna argomentazione convicente che non sia la descrizione di una visione unilaterale. Qulsiasi cosa funga da sostegno a questo disprezzo ce la piazzi dentro. Persino Freud e la metafisica siamo andati a scomodare pur di vincere. Comunque non capito ancora una cosa: Citazione:
Non ho ancora capito come. Anche concretamente. Ti prego, se vuoi rispondere, di evitare, se ti è possibile, discorsi da balcone, o da Gabriella Carlucci. Grazie Ultima modifica di odos : 31-05-2006 alle ore 11.08.45. |
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31-05-2006, 11.10.20 | #59 | |
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Re: Vita fugit sicut umbra
Citazione:
Se proprio vuoi fare dotte citzioni, almeno cerca di farle pertinenti! Quello che dici fa chiaramente capire che non ti è chiaro cosa sia la psicoanalisi come prassi. Hai certo un vocabolario teorico che usi con un metodo che ad un profano potrebbe sembrare maestria, ma che è, in realtà, una mistificazione e non può ingannare chi di questi argomenti si occupa a livello professionale. La prassi psicoanalitica implica per forza di cose un'alleanza terapeutica tra soggetto e terapeuta e l'interpretzione delle resistenze non avviene mai sopra la testa del paziente, ma deve scaturire dal soggetto stesso. Tutto l'opposto dell'annullamento delle possibilità di critica!!! Mi rendo conto che la mia puntualizzazione è OT rispetto alla discussione, ma la ritengo comunque assolutamente doverosa. |
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31-05-2006, 11.26.00 | #60 | |
Frequentatrice abituale
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Re: Re: Vita fugit sicut umbra
Citazione:
Infatti era necessaria, Fragola. Ciao, |
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