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21-05-2006, 00.22.02 | #85 | |
Ospite abituale
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La chiesa ha colonizzato la destra. La sinistra non piace, non perché abbia in se elementi ex comunisti, ma perché incarna quel liberalismo che vuole uno stato libero e non sottomesso alla chiesa. Ultima modifica di VanLag : 21-05-2006 alle ore 00.23.15. |
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21-05-2006, 00.53.24 | #86 | |
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Non farti troppe illusioni! La destra non è colonizzata. La destra, tutte le destre del mondo, da sempre appoggia le idee pià conservatrici della religione e si finge paladina della chiesa per raccattare i voti di chi a paura di una eventuale liberalizzazione dei costumi. E la Chiesa ci sguazza. Qualcuno scaccerebbe a frustate "i mercanti dal tempo". Ricordate? "Voi non potete servire Dio e Mammona”! |
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21-05-2006, 01.09.46 | #87 | |
Ospite abituale
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P.S. Se la metafora è poco chiara la spiego un’altra volta perché ora vaneggio (beh se non van-eggio io chi altri?) Notte a tutti. |
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21-05-2006, 20.41.49 | #88 | |
Ospite abituale
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22-05-2006, 07.05.30 | #89 |
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Il Santo Padre richiama il diritto alla vita «dal suo concepimento alla sua fine naturale»
«Non si oscuri il matrimonio con istituzioni diverse» Città del Vaticano - Diritto inalienabile alla vita, centralità della famiglia e dei suoi valori, libera professione della fede. Il Santo Padre è tornato a parlare ai suoi fedeli, in occasione dell’incontro con il nuovo ambasciatore di Madrid, Francisco Vazquez Vazquez, dei valori cristiani. Nei giorni scorsi, un manipolo di anticlericali al soldo del nuovo governo Prodi cercava di imbavagliare il Pontefice accusandolo di parlare di cose che non gli riguardano. Addirittura il presidente della Camera Fausto Bertinotti aveva dichiarato, sotto i riflettori di Porta a Porta, che «sui Pacs il Papa sbaglia». Un attacco inutile che la Santa Sede ha rimandato al mittente. Tanto che, ieri mattina, papa Benedetto XVI ha rivendicato quei valori che, a prescindere dalla fede professata, sono centrali nella vita di ogni uomo. «La Chiesa proclama senza riserve il diritto alla vita dal suo concepimento alla sua fine naturale, il diritto a nascere, a formare e vivere in una famiglia, senza che questa si veda soppiantata o offuscata da altre forme o da istituzioni diverse», ha spiegato il Santo Padre sottolineando l’importanza dell’incontro mondiale delle famiglie, che avrà luogo prossimamente a Valencia. «Spero che questo incontro - ha continuato il Papa - mi darà l’opportunità di celebrare la bellezza e la fecondità della famiglia fondata sul matrimonio, la sua altissima vocazione e il suo imprescindibile valore sociale». Vazquez è stato mandato a Roma dal governo Zapatero con l’intento di ricucire i rapporti fra l’esecutivo socialista al governo in Spagna e la Chiesa cattolica dopo i numerosi contrasti che avevano caratterizzato i rapporti fra le due parti. La visita del nuovo rappresentante di Madrid, che è stato per oltre due decenni sindaco della città di La Coruna, anticipa il viaggio che Benedetto XVI farà in Spagna l’8 e il 9 luglio per partecipare alla fase conclusiva del V Incontro mondiale delle famiglie. Il Pontefice ha ricordato come la Chiesa sia impegnata in un’azione «caritativa rivolta a chiunque abbia necessità o aspetti una mano amica fraterna e disinteressata che allievi la sua situazione», ma ha pure sottolineato che Chiesa e Stato potrebbero collaborare proficuamente nel campo «dell’assistenza e dell’aiuto umanitario». Secondo il Santo Padre, infatti, gli obiettivi conseguiti in seguito a questa collaborazione sono molti: «Tuttavia, c'è da sperare che questo avvenga ogni volta in modo più marcato». Per quanto le numerose opere assistenziali portate a termine in Spagna possano considerarsi una vittoria della testimonianza cattolica nel mondo, Benedetto XVI non dimentica le pessime decisioni assunte dal governo di Josè Luis Rodriguez Zapatero come l’istuzione del matrimonio fra coppie dello stesso sesso, il divorzio “express” e l’abolizione dell’ora di religione nelle scuole. Anche le norme relative alla ricerca sulle cellule embrionali umane non hanno incontrato il favore della Chiesa rendendo i rapporti con il governo spagnolo ancora più freddi. Benedetto XVI ha, quindi, ricordato l’importanza dell’insegnamento religioso nelle scuole, «fondamentale nello sviluppo della personalità dell’alunno». Le posizioni assunte da diversi governi occidentali (e soprattutto da quello presieduto da Zapatero) sono, infatti, figli di una società fortemente «secolarizzata che promuove una visione dell’umanità separata». Una società, insomma, che è «indifferente agli insegnamenti di Dio» e che «toglie dalla portata dell’uomo e della donna l’esperienza di una genuina speranza». Conseguenza inevitabile della nuova società «lontana dall’amore di Dio» è il basso tasso di natalità: «Questa inquietante testimonianza d’incertezza e timore, anche se non sempre consapevole - ha spiegato Benedetto XVI - è in completo contrasto con la definitiva esperienza di vero amore che per sua natura è contraddistinta dalla fiducia, cerca il bene dell’amato e guarda all’Eterno». Da qui l’importanza della testimonianza del Fatto cristiano che « educa le coscienze e afferma la dignità della persona e della società umana». Fuori luogo la replica del radicale Daniele Capezzone che ha parlato di «intervento politico a gamba tesa»: «Ormai, è un’offensiva quotidiana, volta a scrivere un vero e proprio programma di governo, a dettare l’agenda politico-parlamentare, a stabilire cosa si può fare e cosa no». Perché (sia ben chiaro) il Pontefice può parlare solo quando fa comodo agli “amici” della Rosa nel Pugno: bene sull’amnistia, male sui pacs. 21.5.06 su Padania |
22-05-2006, 10.01.38 | #90 |
Ospite abituale
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Non credo vi siano grossi dubbi ormai, la Chiesa stà risprofondando nell’oscurantismo più assoluto e bieco. L’avvento del nuovo pontefice, noto per essere uno dei personaggi più reazionari e conservatori dell’elite episcopale, anche se indubbiamente uno dei più colti e intelligenti, stà involvendo la politica della Chiesa, non più volta all’apertura ed alla comprensione delle altrui ragioni, ma concentrata solo ad affermare le proprie, espressione ermeneutica del Verbo divino. Ratzinger pare non voglia comprendere che la secolarizzazione è anche conseguenza dell’assolutismo ideologico della Chiesa, una sorta di reazione liberista. La crisi del matrimonio religioso non è conseguenza dei Pacs, è piuttosto fortemente determinata da una nuova e più libera visione del mondo e delle relazioni insorgenti fra questo e l’uomo. Non m’interessa minimamente ciò che può scrivere un quotidiano come ‘La Padania’, sappiamo bene a chi e a quali turpi istanze dà voce; mi preoccupa, invece, questo nuovo corso – che nuovo non è – della politica pontificia, che ricorda tanto gli anni bui in cui i sacerdoti esortavano dal pulpito di votare una ben definita parte politica, adombrando, a motivazione del loro pretendere, scenari apocalittici in caso di vittoria elettorale delle sinistre. Pensavo e speravo che certo modo medioevale d’intendere ed interpretare la propria funzione e il proprio compito fosse ormai consegnata alla storia e che per il futuro potessimo essere esentati da questa continua, dannosissima ed ingiustificabile ingerenza, che arreca più danni proprio alla Chiesa che allo stato laico.
Detto ciò, nelle parole di Benedetto XVI rilevo un’incongruenza che val la pena evidenziare: <La Chiesa proclama senza riserve il diritto alla vita dal suo concepimento alla sua fine naturale, il diritto a nascere, a formare e vivere in una famiglia, senza che questa si veda soppiantata o offuscata da altre forme o da istituzioni diverse.>. I Pacs non minano od offuscano alcuno dei diritti citati in questo periodo. Non ottenebrano il diritto alla vita, quello a nascere e tanto meno il diritto di ciascun nascituro di crearsi una famiglia, nelle forme, però, che questi ritiene essere la più confacente e prossima alla sua intelligenza e formazione culturale. L’introduzione dei Pacs non annebbia il diritto ad ottenere un matrimonio religioso, offre, invece, una diversa opportunità di legame fra persone che non siano religiose. Il valore sociale della famiglia è sancito nella Costituzione Italiana, i Pacs inserirebbero nell’ordinamento giuridico della repubblica un nuovo modo di avvalersi delle facoltà previste nella carta costituzionale, senza sminuire minimamente le altre modalità, quali quelle fondate sul matrimonio religioso e civile. La battaglia della Chiesa, su tale argomento, è di retroguardia, senza possibilità di attingere ad una motivazione sociale atta a giustificarla. Non vi è neppure un substrato teologico che possa avvalorare le pretese della Chiesa. L’adozione dei Pacs si presenta come una necessità di cui uno stato civile e laico non credo possa fare a meno per troppo tempo. Lo Stato ha il dovere di ammodernare il proprio ordinamento giuridico sulla base dei bisogni e delle necessità dettate dal mutare dei tempi. Ciao |