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20-03-2006, 14.58.13 | #23 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Si vede che te lo puoi permettere! Io non me lo potrei permettere.
Guarda che io non ho detto che la cosa che conta di più in assoluto è lo stipendio. Ho detto che è per quello che si lavora!!!!! Il lavoro è un contratto: il mio lavoro in cambio di uno stipendio. Qualsiasi persona sana di mente sa che si tratta di questo e non di altro!!! Certo, c'è chi ha l'immensa fortuna di fare un lavoro che gli piace, o di lavorare in un ambiente gradevole. Non sono molti ad averla, ma qualcuno ce l'ha. Ma comunque sia, quando lavori, vendi per denaro il tuo tempo e le tue competenze. Questo è. Tutto il resto è assolutamente soggettivo. |
20-03-2006, 15.23.16 | #24 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
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Citazione:
no, non ci siamo se mettiamo al primo posto lo stipendio. Può essere che io non sia sano di mente, ma SONO. Se non avessi accettato di fare un periodo di 2 mesi a 300 euro in borsa lavoro, e di telelavorare a meno di 700 euro al mese, part-time, se avessi considerato lo stipendio come ingrediente principale, forse NON SAREI. Io non ho mai pensato di lavorare per lo stipendio e, francamente, quando si vede la morte in faccia ci si rende conto che occorre modificare la propria scala dei valori. Lo stipendio per me è solo una conseguenza del lavoro. Se tutti lavorano bene (intendo anche i datori di lavoro), allora tutti potranno coglierne i frutti migliori. Diversamente, se si va avanti con le contrapposizioni, non si approderà a nulla. Oggi sono felicissimo di telelavorare, anche se part-time e con uno stipendio non proprio esagerato. Lo so che il lavoro è un contratto ma non è solo un contratto! E' qualcosa di più... |
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20-03-2006, 15.40.49 | #25 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
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Citazione:
Sai benissimo che da un certo punto di vista sono anche d'accordo con te. Lo stipendio non è al primo posto nella mia scala di valori, altrimenti avrei fatto cariera, invece non l'ho fatta. Per scelta. Perchè non è nelle mie corde entrare in competizione. E altrimenti non mi sare rimessa a studiare per cercare di fare, finalmente, il lavoro che amo! E quello non lo farò certo solo per soldi, visto che è un lavoro che si può fare bene solo per amore! Ma questa è, appunto, una questione soggettiva. Da qui, dal mio posticino davanti a un computer, oggi vedo quattro persone che stanno rifacendo il tetto della casa di fronte. Io mi chiedo, farebbero tutta quella fatica, starebbero fuori al freddo, rischierebbero di farsi male se non fossero pagati per farlo? Quando parliamo di lavoro, non dobbiamo pensare al nostro caso particolare. Dobbiamo pensare a tutti i lavori. A tutte le condizioni di lavoro. E se parliamo della relazione tra lavoratore e datore di lavoro, dobbiamo pensare al lavoro come un contratto dove ognuno dei due da qualcosa in cambio di qualcos'altro. Questi sono i patti. Patti che devono essere rispettati da tutte e due le parti. |
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20-03-2006, 16.58.24 | #26 | |
Ospite abituale
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Citazione:
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20-03-2006, 17.29.17 | #27 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Infatti un imprenditore, un artigiano, un libero professionista, un commerciante, hanno potuto ritoccare il loro tariffario su beni o prestazioni, in maniera da colmare l’aumento, mentre il lavoratore dipendente non ha e non ha avuto nessun margine di manovra. La collaborazione è e deve essere assolutamente bidirezionale e, se è vero che il datore di lavoro fornisce l’opportunità di lavorare, è anche vero che senza la forza lavoro quello stesso datore di lavoro non potrebbe fare nulla. Guai a non vedere questa pari dignità ed a pensare che - siccome siamo quelli che danno il lavoro possiamo fare tutto ciò che vogliamo. – Ecco perché dico che la legge dello stato deve essere sopra le parti, cioè sopra le fazioni religiose, sopra le fazioni economiche, sopra le fazioni intellettuali etc….. Altrimenti inevitabilmente genererà ingiustizie. |
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20-03-2006, 17.29.31 | #28 |
Nuovo iscritto
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Messaggi: 1,287
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uno che ragionava così
l'hanno fucilato, per fortuna.
Svirgola sei filofascista? Nò, perchè a leggerti si direbbe, ma potrei anche sbagliarmi e sei un padre padrone che sfrutta la manovalanza la sottopaga e la tiene col ricatto del: o lavori da schiavo o ti caccio. Vedi i rapporti di lavoro sono regolati da contratti nazionali in linea generale e da contratti a livello locale nella propria categoria di appartenenza: metalmeccanici, (mitici eroi degli anni 70 con scioperi ad oltranza), pubbico impiego, bancari, sanitari, pubbici servizi, ecc.ecc. Queste norme regolano i diritti e i doveri dei lavoratori che, se venissero di colpo a mancare, a mia madre che ha scioperato ad oltranza per avere riconosciute le 40 ore settimanali, il riconoscimento alla maternità, l'adeguamento del proprio stipendio a quello di uno uomo ed altre conquiste, le verrebbe un colpo seduta stante....e TU non vuoi che a mia madre venga un colpo vero? Nei doveri di un dipendente c'è anche quello di svolgere il proprio lavoro, per il quale viene retribuito, con diligenza. Il Datore di lavoro, a sua volta, ha tutti i diritti di licenziare uno scansafatiche, ma....... eh sì! Ma lo deve provare. Vedi quando si parla di antipatia o simpatia si rischia di essere oggetto di mobbing. Per il TUO modo di intendere un rapporto di lavoro ti suggerisco, qualora tu diventassi un imprenditore, di non avvalerti di dipendenti a tempo indeterminato, ma puoi scegliere tra liberi professionisti o precari con contratti capestro..... Lo sciopero è anch'esso regolato da norme, non è che uno si alza la mattina e decide di fare sciopero, e non ci sono altre forme di rivendicazione per cose, tra l'altro, già scritte nei contratti nazionali, il problema è che si arriva sempre all'ultimo giorno a sottoscrivere un contratto a livello locale e se non ci fosse la contrattazione ad oltranza (firmare i contratti all'alba) si rischia di perdere tutto quello che era stato concordato a livello nazionale. Una cosa a me non và giù: i cosiddetti "crumiri" (non i biscotti) ma quelli che di scioperi non ne fanno per non perdere la giornata di lavoro, ma nel contempo si godono anche i benefici dei sacrifici altrui. Mi piacerebbe che tornassero i famosi picchetti, anche se anticostituzionali....chi se frega! |
20-03-2006, 18.05.15 | #29 | |
eternità incarnata
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Citazione:
qui ti debbo contraddire. E' risaputo che i datori di lavoro, per liberarsi di quelli che tu chiami rompiballe, sborsano quattrini a non finire. Qui sta l'assurdità del sistema! In pratica, chi compie il proprio dovere nel migliore dei modi, poi si sente dire che nulla gli è dovuto. Era il suo dovere, che diamine! Chi invece non onora lo stipendio che prende, ma al contrario, fa gli affaracci suoi (sia al lavoro che a mezzo di malattia), provocando seri danni, è considerato un pericolo di cui disfarsi quanto prima a qualsiasi costo. Questa è l'assurdità del sistema, così come è assurdo il meccanismo dello sciopero, in cui a perderci sono: il lavoratore che lo attua per la parte economica, i destinatari del servizio, e, infine, forse il datore di lavoro, ovvero colui contro il quale si vuole protestare e scioperare. Ricordo, sempre riferito agli anni '80, quando c'era da scioperare. Dove lavoravo io non lo faceva mai nessuno perché una giornata di sciopero, avrebbe significato il giorno dopo ore di straordinario, per recuperare con le ordinazioni! Capite l'assurdo? Se si ferma una catena di montaggio che fa tot pezzi all'ora, forse si crea un danno al datore di lavoro, perché è impensabile riuscire a recuperare i pezzi perduti. Invece, quando si ha a che fare col commercio è diverso il discorso. |
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20-03-2006, 18.10.49 | #30 | |
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Citazione:
Perchè? Perchè dover fare straordinari per recuperare il lavoro? secondo me c'è solo il recupero delle ore perse nelle proprie tasche. Chi ti obbiga a fare straordinari? Il datore di lavoro? Non esiste proprio. |
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