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14-03-2006, 13.01.39 | #32 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Magari in tanti conoscono l'alfabeto muto e parlano ben quattro lingue. Il problema culturale non si risolve solo con la scolarizzazione: occorre vedere che cosa si studia, come e perché. Inoltre è importante distinguere il mondo arabo dal mondo islamico: le etnie non vanno confuse con le religioni. E' vero che si potrebbe parlare dei monasteri del tibet, ma ugualmente dei totem dei pellerossa distrutti dagli eserciti nordisti e, perché no? delle devastazioni dei lanzichenecchi e così via, fino a ripercorrere tutta la tradizione caina della storia. Sappi che invocare gli errori e i crimini commessi da alcuni per legittimare quelli commessi da altri è un metodo sterile: specialmente se gli eventi comparati si inquadrano in contesti storici lontani tra loro e non solo sotto il profilo cronologico. Ma è vero che in occidente c'è molta ignoranza del mondo arabo e islamico. Come è vero che non è minore nel mondo arabo e islamico l'ignoranza della cultura occidentale. L'occidente ha prodotto ed esportato violenza da sempre, ma ha anche prodotto la razionalità, la poesia, la musica, le arti visive. Forse dirai che tutto questo e di più lo hanno fatto anche i magrebini. Ma ammetterai almeno che sono la tecnologia e la scienza dell'occidente che curano non solo da noi la bronchite e la diarrea. Infine: sei proprio sicura che il tuo collega americano non fosse un umorista? |
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14-03-2006, 13.57.43 | #33 |
Per aspera ad astra.
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Sono d'accordo con
romolo, stare a leggere il corano 24\7 a scuola è tutto tranne che formante per le menti dei giovani. Tu dici che l'inquisizione non è stata indirettamente scatenata dall'avanzare dell'islam, sei sicuro? Forse non è stato anche un mezzo per conformare la dottrina cristiana per evitare una sua relativa assimilazione islamica? Mi sembri che una bolla d'oro una certa ad aboloendam chiarisca qualcosa............. Lo dici tu stesso, tutti paesi arabi (in medio oriente) hanno una forma di arabo moderno, quindi che ne è stato della cultura precedente? Cosa della percentuale di crisitnai in altri paesi? Vedi la turchia..... I magrebini sinio al 700 non parlavano mozarabico? (lingua romanza) Ultima modifica di Pippo : 14-03-2006 alle ore 14.01.29. |
14-03-2006, 15.17.40 | #34 | |
iscrizione annullata
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Citazione:
Sicurissima!! Ho meso un link per mostrare cosa si studia, ma pare che non lo abbiate letto!!! Dunque, la razionalità, la poesia e l'arte, prima di esportarle, le abbiamo importate proprio dal mondo arabo. Alcune piccole banalità come lo 0, l'astronomia, il violino e il liuto, li abbiamo importati da loro e questo mi pare storicamente incontrovertibile. Riporto il contenuto del link che avevo messo per esteso. Noterete che non si tratta di scuola coranica!! ----------------------------------------------------------------- Il sistema formativo nel Paese di Firdusi Istruzione in Iran ----------------------------------------------------------------- di Andrea Massaroni Ottobre 2005 La sorprendente realtà al femminile di un Paese che investe in formazione universitaria più di quanto facciano l’Italia, Israele o la Francia. L’Iran ha 68 milioni di abitanti, più del 50% dei quali ha meno di 18 anni. L’età media della popolazione (24,23 anni) è tra le più basse al mondo. [1] I dati UNESCO gli attribuiscono un numero di studenti (7.028.924) della scuola primaria equivalente a quelli di Francia e Germania messi assieme, più di due volte e mezza l’Italia. Nel Paese l’istruzione, obbligatoria dai 6 ai 10 anni, è gratuita. Il curriculum scolastico si articola in 12 anni: 5 di scuola primaria, 3 di scuola secondaria inferiore, 3 di secondaria superiore e 1 propedeutico all’università. La lingua d’istruzione è il Farsi. L’accesso all’università è subordinato al superamento di un concorso di selezione, il Konkoor . L’università pubblica, molto selettiva, è anch’essa gratuita. I tassi di scolarizzazione sono alti: nell’anno scolastico 2002-2003, il 92% degli aventi diritto (anche se l’Iranian Chamber dava già per il 2000 un dato del 97,8%) frequentava regolarmente la scuola primaria, il 91% la scuola secondaria inferiore e il 68% la scuola secondaria superiore. Pur non potendo annoverare i dati delle scuole secondarie superiori dei paesi occidentali (ad esempio l’ 86% degli USA, il 93% dell’Italia; il 96% della Germania e il 110% della Francia) l’Iran spicca se confrontato con i risultati medi del continente asiatico dove solo il 43% degli aventi diritto frequenta le scuole secondarie superiori. E’ il segno dell’attenzione riservata nell’agenda politica all’alfabetizzazione e alla formazione. Delle 22 università statali esistenti nel 1978, si era passati a 98 nel 2000. A questi vanno aggiunti gli istituti privati: l’Università Islamica di Azad, ad esempio, ha sedi in 110 località e raccoglie circa mezzo milione di iscritti. Internet era una realtà presente nelle scuole fin dall’inizio del decennio, in sintonia con un forte interesse verso le la scienza e la tecnologia. Certo non è lo scenario stereotipato che il lettore occidentale si potrebbe immaginare. E le sorprese non finiscono qui. Negli anni recenti il numero di studentesse iscritte all’università è cresciuto enormemente. Anche se i dati Unesco per l’anno 2002-2003 erano meno eclatanti (51%), il dottor. Said Peyvandi, professore di scienze sociali a Parigi ed esperto del sistema educativo iraniano già nel 2003 indicava al 60% la componente femminile nelle nuove immatricolazioni scolastiche. Peyvandi parlava di fenomeno sociale, destinato ad influenzare il mercato del lavoro, il ruolo delle donne nella società e nella famiglia, fino ad incidere lo stesso futuro dell’Iran. I dati statistici dei test di ingresso all’università per l’anno 2004 danno ora una idea ancora più netta del fenomeno. Il coefficiente tra numero di studentesse e numero di studenti è complessivamente di 1,52. Nelle facoltà scientifiche il coefficiente è 2,21, in quelle di scienze sociali è 1,90, in quelle di lingue straniere 1,65, in quelle artistiche 1,30 e solo in matematica - coefficiente 0,77 - prevalgono le immatricolazioni maschili. Sorprende una tale abbondanza femminile nelle facoltà scientifiche: da dove nasce tanto interesse per materie che in Occidente vedono una generale prevalenza numerica maschile? Occorre parlare con alcune ragazze iraniane per conoscere le coordinate del fenomeno: a fare la differenza non è l’interesse per le materie quanto la connotazione sociale ad esse associate: le materie scientifiche -ingegneria in testa - sono un segno di distinzione e capacità. “Senza offesa, ma studiare scienze sociali e letteratura era roba per chi ha voti bassi”, dice Hiedeh per motivare la scelta di puntare su matematica e fisica alle superiori e poi laurearsi in ingegneria chimica all’università. “In realtà non ho lavorato da ingegnere un solo giorno della mia vita e senza rimpianti, perché ho scoperto successivamente che i miei interessi erano diversi. Molte tra le mie colleghe ingegnere lavorano in tutt’altro settore: chi fa l’arredatrice d’interni, chi l’agente commerciale, chi l’insegnante d’inglese, e c’è perfino una istruttrice d’aerobica!”. Paradossalmente, è dopo la rivoluzione del 1979 e l’islamizzazione delle istituzioni educative che le ragazze delle famiglie tradizionaliste e conservatrici iniziarono a trovar modo di accedere agli studi. La classe media già mandava le ragazze a scuola quando gli insegnanti erano uomini, le scuole non erano islamiche e le classi ancora miste. Nei primi anni della Rivoluzione un terzo delle donne lavoratrici, generalmente impiegate e segretarie, furono licenziate dal nuovo regime. Ora, le donne iraniane riconquistano spazio nel mondo del lavoro come ingegneri e professionisti qualificati. Donne a capo di un ufficio o di una banca, in posizioni dove molti dei loro subordinati sono uomini, cominciano ad essere una situazione comune a Tehran. Questi cambiamenti toccano anche la struttura familiare. Si alza l’età media di matrimoni e diminuisce il tasso di natalità. Con un tale aumento di personale qualificato, l’ Iran si confronta da alcuni anni con la difficoltà di creare adeguati posti di lavoro. Anche in questa ottica si colloca l’intenzione espressa da Ahmadinejad - egli stesso ingegnere - di preparare il paese all’ingresso nel World Trade Organization. Intanto si può partire da un dato di fatto: l’Iran del futuro potrà avere una classe dirigente femminile. [1] Per farsi una idea l’età media è 24,66 in India, 27,81 in Brasile, 32,26 in Cina, 36,27 negli USA, 41,77 in Italia. |
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14-03-2006, 15.33.33 | #35 | |
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Citazione:
L'arabo classico corrisponde più o meno al nostro latino, solo che loro lo conoscono tutti! In Magreb si parla una forma di arabo moderno. Prima dell'islamizzazione, c'erano varie lingue, tra cui il berbero. Ancora parlato dai berberi. La cultura berbera è ancora molto viva. Il berbero però, come quasi tutte le lingue africane, è una lingua solo orale. Quindi tutti i berberi parlano anche arabo. I confronti saranno anche sterili, come dice Romolo, ma secondo me invece aiutano a capire. Per fare un confronto, che ne è stato da noi delle culture precristiane? Delle religioni sciamaniche? Della cultura etrusca? Confrontare non serve a giustificare, ma ad evitare una demonizzazione unilaterale. Non ho dati sulla turchia a portata di mano. Puoi trovarteli su internet da solo, se vuoi. La turchia non è un paese arabo. Non si parla arabo in turchia, ma turco. E' però un paese a predominanza islamica. Ma anche se non ho dati, ti posso dire di aver visitato, in turchia, moltissimi monasteri cristiani ortodossi. Ce ne sono di più di quanti ne abbia trovati in Grecia, ad esempio. Quello che invece è molto interessante, in tutto il mondo islamico non tradizionalmente arabo, è il sincretismo tra le culture, i culti e le lingue preislamiche, che sono stati in grande parte intergati e non distrutte. Facevo più sopra riferimento ai rituali gnawa. Ma ci sono decine di esempi analoghi. Dall'ottavo secolo ad oggi, è passato un sacco di tempo. Credo ci siano pochissimi paesi che hanno conservata intatta la cultura di allora!!!!!!!!!!!!!! A me, almeno, non ne vengono in mente, ma se li vuoi citare tu... |
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14-03-2006, 16.37.32 | #36 | |
Utente bannato
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Re: Seguendo la via del Corano.....
Citazione:
Salve, giustamente hai parlato di Islamismo, ma devi sapere che,per fortuna esiste anche l'Islam. La pace sia con te in Nome di Allah. Kant ar-Rahman. |
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14-03-2006, 16.44.26 | #37 |
Utente bannato
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L'equazione occulta.
Salve,
pochi al mondo conoscono queste equazioni: Cristianesimo:Cattolicesimo= Islam:Islamismo oppure: Islam:Islamismo= Dio:Satana Cristianesimo:Cattolicesimo=S Francesco:Jack lo Squartatore. Disse il Gesù storico,quello realmente esistito,quello cristiano: "SAPPIATE CHE SATANA SI MASCHERA DA ANGELO DI LUCE:" E allora?Dove andrete a scovare Satana? Fra i serial killer? Fra i mafiosi? Fra gli stupratori? Fra i cannibali antropofagi? Certamente no,vero? Kant ar-Rahman. |
14-03-2006, 20.12.24 | #38 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Così come il cristianesimo ha avuto grande influenza sulla cultura europea così anche la religione islam ha influenzato molto la cultura araba. Però, mentre il cristianesimo poco a poco ha perso il suo potere ed i paesi occidentali quindi sono stati secolarizzati, questo processo non ha ancora avuto luogo nei paesi arabi. E questo fatto fa sì che lo sviluppo sociale e morale verso più grande libertà individuale, viene ostacolato. La "dittatura" mentale dell'islam, ostacola lo sviluppo del pensiero libero, la facoltà di riflettere sulle domande esistenziali, ostacola gli individui da diventare "cercatori della verità" e muoversi al fuori della dottrina islamica. La creatività può nascere e crescere solo in libertà e questo spiega il fatto che più o meno tutti le invenzioni moderni son prodotti "occidentali" mentre nei paesi arabi la creatività nel ultima epoca è stat molto bassa. Il fatto che le nazioni arabe nel passato sonio stati molto avanzate non cambia il fatto che nei giorni nostri questo non è più il caso. Io penso che sia abbastanza chiaro che l'islam perderà fra poco il potere sulle nazioni arabe, e con ciò lo sviluppo andrà molto veloce in tutta la regione. Io penso anche che sia un sbaglio parlare del "mondi islamico" quando in realtà spesso si intende il "mondo arabo". Ciao Ultima modifica di Rolando : 14-03-2006 alle ore 20.16.25. |
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14-03-2006, 23.08.24 | #39 |
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Vedi, il conflitto di culture è proprio tra mondo islamico e occidente. Mondo islamico, non insieme di paesi di lingua araba. Perchè in questo momento l'islam è la "bandiera" intorno a cui si sono raggruppati. I paesi a predominanza islamica sono tantissimi e diversissimi. In situazioni economiche e culturali diversissime. Con lingue diversissime. Con diversissimi livelli di "secolarizzazione". Ma questa cosa l'ho già scritta molte e molte volte. Quello che sto cercando di fare, da che intervengo in questa discussione, è proprio portare esempi di questa diversità e della profonda diversità della maggor parte di questi paesi dal modello molto demonizzato che si è cristallizzato nell'opinione pubblica di chi delle altre culture sa pochissimo.
Cambiando argomento, una precisazione storica: la grande cultura araba che ha tanto dato anche alla nostra cultura in passato è nata dall'islam. Proprio della religione, che allora era un po' meno distorta. Ora, io sono una persona profondamente laica. Non sono nè mussulmana nè cristiana! Ma mi piace conoscere le culture e le religioni. Non voglio difendere l'islam in toto. L'islam ha un grosso difetto, cioè che nel corano ci sono scritte regole troppo rigide e troppo precise che erano, all'epoca, estremamente "moderne" e perfino femministe rispetto alla situazione dell'arabia preislamica, ma che oggi non possono rimanere intatte. Invece, il fatto che siano scritte nel libro sacro, le rende difficilmente modificabili. Però, per contro, proprio nel corano ci sono scritte cose che sono invece ancora molto moderne e civili. Io non voglio dire che l'islam è tutto buono, voglio solo dire che non ha senso demonizzarlo come invece si tende troppo a fare. Soprattutto senza conoscerlo. Oggi, per ogni persona civile, è un obbligo morale, secondo me, conoscere profondamente le altre culture, soprattutto quelle con cui ci incontriamo e scontriamo quotidianamente. ... non ho tempo di rileggere. Faccio sempre molti errori e mi scuso per questo. Ultima modifica di Fragola : 14-03-2006 alle ore 23.09.28. |
15-03-2006, 00.05.08 | #40 |
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La via del Corano dove ci porterá?
I problemi sono tanti , cosí abituati a superarli o ignorarli che ormai non sappiamo piú cosa prendere seriamente. Poi infatti conoscenze e coscenze si debilitano o meglio si annullano lasciando che problemi seri giorno dopo giorno assumano inavvertite dimensioni che poi saranno sempre piú.....pesanti. Veniamo al nocciolo , mondo islamico , mondo arabo , mondo nord africano , centro e sud africano e mondo asiatico. A noi non interessano le loro beghe , troppo ci sarebbe da raccontare . Ebbene noi ci dobbiamo confrontare solo con l'Islam e gli islamici , dell'insieme dei paesi citati da noi ci pervengoni solo islamici e l'islamico ha una unica dottrina che i milioni di islamici che ormai vivono in Italia dovrebbero farci riflettere molto seriamente , é una proliferazione che stá trasformando il nostro paese. Per spiegarmi ancora meglio , il 5% degli italiani pratica il cattolicesimo , mentre dei milioni di islamici che sono nel nostro paese il 95% frequenta moschee e segue le indicazioni dei loro iman , questa sperequazione sconfortata anche dal loro progressivo aumento ci dovrebbe fare riflettere , senza discutere del buono o del cattivo dell'essenze del Corano. Bello e buono non deve radicarsi nel nostro paese , per noi é meglio senza il Corano , meglio senza l'Islam meglio senza.....islamici mussolmani .
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