Ospite abituale
Data registrazione: 05-06-2005
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Mangiate ancora pollo?
Non condannate alla disoccupazione tanti padri di famiglia!
Comperate e mangiate tranquillamente polli e uova, il rischio è zero.
Chi è maggiormente a rischio?
Non l'uomo
"Il contagio da volatile all'uomo non può avvenire perchè il virus si assume inalando le feci polverizzate dell'animale infetto, ma nella trachea dell'uomo non esistono i recettori per questo virus avicolo. Il virus di origine aviare infatti non attecchisce nell‘uomo, non trova il recettore nelle cellule di mammifero, quindi il passaggio pollo-uomo non avviene. Inoltre il virus aviario cresce a 40 gradi, la temperatura del pollo è infatti attorno ai 39-40 gradi, e non può crescere bene in un ospite con una temperatura di 37 gradi"
Allora perchè i contagi, relativamente rari, nei paesi in cui sono avvenuti?
Perchè lì i contadini avevano un contatto talmente stretto, continuo e antiigienico con gli animali allevati che si erano per così dire sensibilizzati ai loro virus, cioè nella loro trachea si erano creati dei recettori per quel tipo di virus.
Una situazione che nei paesi europei non esiste e che rende improbabilissimo un contagio.
Infatti le persone che nei primi giorni avevano raccolto i cigni infetti senza guanti e mascherina non si sono contagiate (il periodo di incubazione è di 2-3 gg).
Ecco come vivono nelle zone a rischio.
"La culla di tutte le epidemie è il sud est asiatico. Abbiamo infestazioni imponenti, topi, ratti, scarafaggi, insetti vari, gente che viene dalla campagna e porta i suoi animali da vendere al mercato, dormono in ambienti estremamente carenti di igiene, convivono con animali, residui di cibi, contaminanti di vario tipo. Quindi il rimescolamento a tutti i livelli avviene con estrema facilità..
Perché gli animali, e soprattutto i volatili acquatici selvatici sono la causa di tutti gli eventi di cui stiamo notando gli effetti? Perché soprattutto gli anseriformi e anatre selvatiche, germani, oche, fagiani possono albergare tutti i sierotipi. Quando in un singolo animale si mischiano due ceppi ne risultano altri. Il problema è la migrazione.
Quando è primavera i volatili dall‘Asia, Europa, Africa, migrano verso le zone artiche.
Lì trovano il disgelo, molto cibo, non ci sono competitori naturali, e si mescolano volatili acquatici di tutte le provenienze. Si riproducono in grande quantità e tutti i ceppi virali albergati si rimescolano fra loro. La progenie è giovane e ben adatta a questo rimescolamento e sono portatori sani.
Normalmente pensiamo che l‘influenza si trasmetta attraverso l‘apparato respiratorio. Nei volatili invece la trasmissione è prevalentemente di tipo oro-fecale: le feci sono altamente contaminate poiché c‘è una quantità enorme di virus nell‘intestino. Cosa accade? Nelle zone artiche nascono decine di ceppi virali diversi. Poi i volatili in autunno si rispostano e arrivano per primi in Asia.
Qui incontrano paludi e risaie: basta la contaminazione di uno stagno, di una risaia, di un singolo animale, per infettare migliaia di animali, poiché il virus presente nelle feci galleggia, l‘animale mangia il cibo che galleggia in questi stagni e si infetta. Pensiamo poi agli allevamenti promiscui: anatre, oche, tacchini, polli, quaglie, allevati con i suini. Questa è la cosa più grave."
Neanche tanto i polli degli allevamenti, tenuti al coperto e isolati dalle reti antipassero, controllatissimi poi quelli dei grandi allevamenti con veterinari propri.
Allora chi?
Gli uccelli selvatici che stazionano nelle Oasi. Eh sì, purtroppo, proprio questi, le specie protette. E non solo rischio di contrarre la malattia, ma anche il rischio di essere abbattuti. Mi spiego. Se un cigno, o un anatide malato, o meglio più volatili malati, atterra in una zona umida, e contamina le acque con le feci, acque che vengono ingerite da altri volatili selvatici tra cui può diffondersi il virus, lì si ha un focolaio. E siccome queste Oasi oggi come oggi sono controllatissime, se ne accorgono subito e ... il principio della sicurezza impone che questi animali vengano abbattuti.
E' triste ma è così.
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