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08-01-2006, 18.12.58 | #62 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Inquadrato da chi? E' un problema personale o un problema generale? Distinguiamo. Sembra che tu voglia dimostrare di essere in un certo qual modo per poter essere accettato da qualcuno o da qualche gruppo, perché solo così riusciresti ad accettare te stesso.
Non sarà forse questo che ti procura rabbia? Il dover dimostrare... Perché se sei stanco, come dici, di essere etichettato dalle persone che frequenti (presumo), credo però che nessuno ti obblighi a frequentarle, o sbaglio? Il mondo è abbastanza grande per poter trovare le persone che ci aggrada avere come amici. vedi, ci sono diversi atteggiamenti e aspetti caratteriali nelle persone gay che ho conosciuto nel corso del tempo che non mi sono piaciuti e che spesso ritrovo, ma per mia fortuna nessuno mi ha obbliga a condividerli o subirli. "Non ragioniam di loro, guarda e passa" diceva Dante. A me non interessa essere accettato da tutto l'universo eterosessuale. Sono nelle condizioni di potermene altamente fregare. Problema generale. Io mi accetto e sono dichiarato senza troppi problemi. Però mi trovo ad esempio a lavoro in pizzeria a dover sopportare le sfuriate omofobe del proprietario mi sento a disagio. Senza contare che potrei essere licenziato. Non sempre sono gli amici. Non posso stare tranquillo neppure in famiglia o in paese: se gli amici del mio fratellino sapessero che sono gay chi pagherebbe? Io no di sicuro perché i miei amici che mi rispettano li ho. A volte ci tocca subire anche se non vorremo. |
08-01-2006, 19.00.38 | #63 | |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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Citazione:
Mi sembra di avere capito infatti che bside viva una condizione privilegiata non alla portata di tutti. Non so se creata da lui stesso o trovata già fatta. Comunque una condizione che gli permette di evitare molti di questi problemi. Sbaglio? |
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08-01-2006, 20.31.36 | #64 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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Non mi sembra proprio di vivere una situazione privilegiata, ho semplicemente imparato a non farmi travolgere emotivamente (e non solo) da certe situazioni. I commenti estemporanei non mi preoccupano molto. Se quindi sentissi il mio datore di lavoro fare dichiarazioni omofobiche, la cosa mi lascerebbe alquanto indifferente, compatirei la sua ignoranza e l'eventuale suo disprezzo sarebbe lo specchio del mio disprezzo e saremmo in un certo senso pari.
Del resto cosa potrei fare? Intavolare una conversazione e convincerlo a cambiare idea? Non mi sentirei in nessun modo motivato, non avendo bisogno del suo consenso, della sua approvazione o della sua accettazione, per sentirmi contento o realizzato. Questo è il punto! In questo senso ho scritto che me ne posso fregare di quel che pensa o dice tanta gente, perché la mia vita e l'idea che ho di me stesso, non dipende dai loro giudizi! I problemi della famiglia e del paesino, che posso capire, li ho risolti andando a vivere per conto mio e lontano quel tanto che basta per non avere impicci. In parte sono stato fortunato, ma devo dire che mi sono speso molto per realizzare questo. Poi siccome non credo di dover dichiarare niente a nessuno (quando l'ho fatto qualche volta, è stato solo perché ero interessato a mantenere l'amicizia e sono stato costretto dalle circostanze) perché non mi va di fare della mia vita una bandiera o di stare in prima linea a farmi massacrare (tanto di capello a chi ha questa vocazione) ho preferito fare tabula rasa di tutta una serie di amicizie e rapporti che non m'interessavano più. Ho esagerato? Forse sì, ma non ho rimpianti. |
09-01-2006, 02.20.45 | #65 |
Ospite abituale
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Messaggi: 422
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Messaggio originale inviato da bside [/i]
.> Questo è il punto! In questo senso ho scritto che me ne posso fregare di quel che pensa o dice tanta gente, perché "la mia vita e l'idea che ho di me stesso", non dipende dai loro giudizi! Melany: Bellissimo pensiero,quoto in pieno.Bisognerebbe ricordarsene sempre in ogni cosa, non solo in quest'ambito. >Poi siccome non credo di dover dichiarare niente a nessuno (quando l'ho fatto qualche volta, è stato solo perché ero interessato a mantenere l'amicizia e sono stato costretto dalle circostanze) Quoto. anche io penso che se dobbiamo considerare gli omosessuali e gli eterosessuali sullo stesso livello, allora non c'è bisogno che una persona gay mi faccia la dichiarazione ufficiale. Se non la faccio io etero la dichiarazione ufficiale, perchè mai dovrebbe farla una persona gay? |
10-01-2006, 20.24.52 | #66 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Del resto cosa potrei fare? Intavolare una conversazione e convincerlo a cambiare idea? Non mi sentirei in nessun modo motivato, non avendo bisogno del suo consenso, della sua approvazione o della sua accettazione, per sentirmi contento o realizzato. Questo è il punto! In questo senso ho scritto che me ne posso fregare di quel che pensa o dice tanta gente, perché la mia vita e l'idea che ho di me stesso, non dipende dai loro giudizi!
I problemi della famiglia e del paesino, che posso capire, li ho risolti andando a vivere per conto mio e lontano quel tanto che basta per non avere impicci. In parte sono stato fortunato, ma devo dire che mi sono speso molto per realizzare questo. bside, una cosa è quando puoi comunque parlare senza perdere la tua unica fonte di guadagno. Nell'altro lavoro che faccio si sa di me perché non mi piace nascondere.. scenetta classica: CRI CRI: uffa, devo assolutamente trovarti una morosa IO: ascolta, guarda che non serve che.. CRI CRI: insomma, un uomo ha bisogno di una donna e.. IO: Cri, tesoro veramente non.. CRI CRI: non voglio permettere che tu non trovi una donna.. IO: Cri, sono gay! CRI CRI: .. allora ti trovo un uomo! le amiche di lavoro.. Andare lontano? I miei amici più cari sono qui, i miei genitori mi accettano e sono molto affezionato a loro, mia nonna idem.. però neppure mi va che si faccia sapere in giro e che giunga alle orecchie degli amici di mio fratello (con cui lavoro in pizzeria) e che ne farebbero il loro zimbello per colpa mia o sapere i miei cari penalizzati dal fatto che sono omosessuale. Ho vissuto in Scozia per qualche mese ma poi il cuore è sempre dove si trovano le persone più care e fedeli.. Insomma, voglio bene a tutti quelli che mi stanno vicino e loro me ne vogliono! Mi tocca scendere a compromessi per mantenere una situazione positiva per tutti. |
10-01-2006, 21.13.17 | #67 |
Ospite abituale
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Dichiarsi non è un obbligo, è una scelta. Sartre mi pare che avesse detto che l'omosessualità la dichiara chi non l'accetta. Io ci vedo un fondo di verità, perché ad esempio non vedo la necessità che un datore di lavoro sappia dei gusti sessuali dei propri dipendenti. Non si tratta di mentire o nascondersi, ma di tenere per sè fatti che riguardano solo la propria vita privata, nella quale gli altri non hanno alcun diritto d'interferire men che meno un datore di lavoro al quale non vedo come possano interessare le mie o tue pratiche sessuali. Se tu hai scelto di fare sapere a tutti di te, e di vivere in maniera molto visibile, perché hai sentito questa esigenza, hai fatto bene, ma non puoi stupirti delle conseguenze spiacevoli o dei problemi che la cosa ti ha comportato. Non puoi pretendere di essere compreso, amato e benvoluto dal mondo intero. Devi accettare, anche se non ti piace l'idea, che qualcuno possa non accettarti per come sei. Devi ignorare chi non ti capisce, non farti carico del pregiudizio altrui, tirar dritto per la tua strada, vivere la tua vita. Non ci sono compromessi.
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11-01-2006, 16.52.09 | #68 |
Utente bannato
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Uffa, capisci sempre quello che vuoi bside.. non vado a dirlo a tutti ma in certi casi mi par giusto mettere certe cose in chiaro con alcune persone. Con altre preferisco passare inosservato e non certo dichiararmi.
capitto? |