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28-10-2005, 08.23.34 | #8 |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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maternità
ho letto, ma non ricordo esattamente i vari riferimenti, cmq...
Mi è capitato di pensare e di parlare di maternità sia naturale sia artificiale e non ho, personalmente, ancora trovato una risposta PER GLI ALTRI. Non ho la più pallida idea (dovrebbe esistere?) se sia più egoistico o più generoso il desiderio di un figlio proprio. Non trovo nemmeno scandaloso prestare utero, ovuli, provette ecc.ecc. a chi ha desiderio di maternità e paternità (di norma sono due i genitori). Come al solito si decide e si giudicano "per" e "gli" altri. Per quel che riguarda le adozioni anch'io penso sia giusto che questi bimbi abbiano una famiglia, ma in Italia le adozioni sono sempre state tutt'altro che semplici e lo sapete benissimo anche solo per "sentito dire", tant'è che spesso ci si rivolge o rivolgeva all'estero nei paesi dove c'è maggior miseria e dove non è un "grosso problema" portarseli a casa. (anche questo fa parte dell'egoistico desiderio di maternità o diventa, in questo caso, pietismo?). Oggi nei nostri ospedali, non saprei all'estero, quando una donna partorisce e non desidera riconoscere il neonato, esso viene messo in stato di adozione su disposizione del Giudice del Tribunale dei Minori e di solito non supera i sei mesi di ospedalizzazione, mi sembra già di buon auspicio per quelle coppie che da anni sono in lista di attesa. Un mio pensiero invece va a quelle donne che si riducono all'abbandono del pargolo: perchè non pensarci prima? buongiorno a tutti |
28-10-2005, 11.11.48 | #9 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Tammy, credo che qui il discorso sia un po' strano. Che differenza c'è tra un bimbo adottato o un bimbo ottenuto in questo modo? Forse solamente che il primo non ha ereditato il carattere e la fisionomia dei genitori adottivi, mentre il secondo ha unicamente quelli del padre. La madre anagrafica cosa ha fatto per essere definita madre? Non è come se adottasse il figlio generato da suo marito?
Non sto giudicando nessuno, comnuque. Io sono solo un po' perplesso. Anzi, molto perplesso. Inoltre, essendo stato in un istituto so cosa significa e quali implicazioni vi siano poi, anche in età adulta per chi ha vissuto quell'esperienza. Ognuno è libero di agire come crede, ma... cosa spiegheranno al bambino tra qualche anno? Chi glielo spiegherà? E se poi iniziassero a prenderlo in giro i coetanei? Sono tutti interrogativi che spero si sia posta la famiglia in questione e spero abbiano già meditato sul da farsi. |
28-10-2005, 11.30.22 | #10 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Re: maternità
grazie, speriamo lo sia un buon giorno.
Giustamente tammi fa notare che non è giusto giudicare gli altri e le loro scelte, anche se ci sembrano strane....però penso sia lecito sollevare qualche dubbio, anzi secondo me è utile al progresso civile. Personalmente sono d'accordo con mr. Bean, queste "pratiche" complicate per avere un figlio geneticamente proprio (in questo caso nemmeno: sarà geneticamente del padre e della sorella che presta l'ovulo)mi sembrano eccessive e direi squilibrate, per figli e genitori. Credo che come ha già detto qualcuno, ci sia una componente istintiva di procreazione, ma che il grosso lo giochi una forma di vuoto....di frustrazione interiore: il sentirsi realizzata come donna solo se si è in grado di garantire a se stesse, e forse ancora di più, al partner, una continuità genetica. secondo me questa è un po' di povertà interiore. Senza contare che ci sono molte persone che non desiderano affatto adottare, anzi l'idea di allevare un figlio che non appartiene loro geneticamente, fa ribrezzo....a me è capitato di parlare con amici, maschi, che la pensano così. E' vero che in Italia le pratiche di adozione sono abbastanza difficoltose e gli aspiranti genitori devono sottoporsi a una sfilza di indagini e prove che dovrebbero tarare le loro attitudini, la loro stabilità psicologica e di coppia. Ho parlato con una psicologa che si occupava di questo e mi ricordo esattamente quello che mi ha detto: "le coppie che adottano sono un problema che cercano un altro problema". In genere una coppia che adotta, lo fa dopo anni di tentativi falliti di procreare, e spesso sono stati anni di frustrazione e crisi. Un bambino abbandonato che si è fatto 6 mesi di istituzionalizzazione è anche un problema: in genere soffre di coliche, dorme poco, è irrequieto. Bisogna essere certi di quello che si fa. Come ho già detto in un'altra occasione....bisogna sempre partire dal diritto del minore: di nascere, di essere adottato....non si deve mai partire dal diritto dell'adulto di procreare o di adottare....che diritto è? Secondo me quando una coppia, o una single, parte da questo presupposto, l'avere un figlio come unico mezzo di realizzazione, come diritto assoluto, parte da un presupposto sbagliato e assai pericoloso...e molto egoistico, che non va mai bene, perchè c'è in ballo la vita di un altro molto più debole di te. un saluto a tutti |