Rivangando i ricordi
del liceo, ecco una definizione filosofica di amore platonico.
In alcuni "dialogoi" Platone affronta il mito dell'amore. Nel Simposio è detto che Eros (amore) è desiderio di qualche cosa che non ha, ma di cui ha bisogno (=l'amato), ed è quindi mancanza, desiderio di qualcosa. Eros è il figlio di Penìa (povertà) e di Poros, dunque non è un dio ma un semidio, un demone. Che non ha la bellezza ma la desidera. Che non ha la sapienza ma la cerca e quindi è per eccellenza filosofo (al contrario degli dèi che sono già sapienti e belli e beati, questo sempre stando alla mitologia greca eh?).
L'amore è perciò desiderio di bellezza, e la bellezza si desidera perché è il bene che rende felici. L'uomo, destinato a morire, tende a "immortalarsi" attraverso la generazione, lasciando, dopo di sé, un figlio che gli somigli.
La bellezza è dunque il fine dell'amore. Ma quale bellezza?
Ci sono diversi gradi e ad essi l'uomo può procedere solo dopo un lungo cammino di riflessione. C'è dapprima la bellezza corporea, da cui l'uomo viene subito attirato. Ma sopratutto c'è la bellezza dell'anima. Poi per Platone vi è la bellezza delle leggi e delle istituzioni. Al di sopra ancora si trova la bellezza delle scienze e, infine, c'è la bellezza in sé, l'Idea di Bellezza, che è la fonte di ogni altro tipo di bellezza. Come può l'uomo giungere a contemplarla?
E' quanto Platone spiega nel Fedro. L'anima è paragonata ad una coppia di cavalli alati tirati da un auriga. Uno dei cavalli è eccellente, l'altro è pessimo. Compito dell'auriga è indirizzare verso l'alto (il mondo delle Idee) la coppia di animali. Il cavallo pessimo cerca sempre di tirare verso il basso in modo che l'auriga riesca a contemplare poco il mondo delle Idee. Quando poi l'anima si appesantisce (o per colpa o per dimenticanza), perde le ali dei cavalli e va ad incarnarsi in un uomo che sarà tale quale essa lo rende. L'anima che è riuscita a vedere di più, andrà nel corpo di un uomo che si dedicherà alla sapienza e all'amore, mentre l'anima che ha visto dei meno andrà a finire in un corpo dedito solo alle sollecitazioni più egoistiche. Orbene, nell'anima incarnata - quindi nell'uomo - il ricordo delle realtà ideali è risvegliato proprio dalla bellezza. L'uomo non può fare a meno di riconoscere la bellezza e, al suo richiamo, risponde con l'amore. L'amore è quindi la guida dell'anima (è psicagogo) verso il mondo dell'essere e della verità. L'eros, in altri termini, si trasforma nella ricerca filosofica che è, contemporaneamente, ricerca della verità ed unione delle anime nello sforzo comune di apprendere qual è la vera realtà. Ecco l'autentico significato di quello che viene tradizionalmente chiamato l’"amore platonico". Oh, almeno secondo la filosofia greca
PS. x Armonia
Si, è chi immagini