due persone s'incontrano, si piacciono, si conoscono, s'innamorano. Si Amano.
Decidono di sposarsi (religiosamente o civilmente) perchè si amano, perchè ritengono giusto farlo nei loro confronti e...diciamocelo....ancke nei confronti di genitori, parenti e amici, chiamati tutti a raccolta, per testimoniare a quel matrimonio celebrato esclusivamente solo per amore e per suggellare un impegno già preso moralmente, civilmente e/o spiritualmente tra loro stessi, perchè è la persona amata quindi: intelligente, fidata e stimata. Fin qui sfido chiunque a: "Chi si oppone parli ora o taccia per sempre"
Che del matrimonio in sè si sia fatto un contratto sia a livello religioso o civile è un dato di fatto. Nel contrarre matrimonio si hanno dei diritti e dei doveri già stabiliti dalla legislatura i quali, se nn rispettati, sono penalmente perseguibili (questo a tutela di entrambi i coniugi) Sia nel matrimonio religioso che in quello civile si sceglie il "regime dei beni" (comunione o separazione) che c'è da scandalizzarsi tanto? Sono propensa a pensare che in fondo al nostro piccolo cuore (in questo caso) si badi molto bene alla moneta! Tradotto sarebbe così: comunione dei beni = qualsiasi bene acquistato dai coniugi all'interno del matrimonio è comune ad entrambi al 50% del valore. Separazione dei beni = qualsiasi bene acquistato dai coniugi all'interno del matrimonio è di proprietà esclusiva del coniuge acquirente. Escluse le eredità che, in entrambi i casi, restano di proprietà dell'erede. In pratica nn lo vedo assolutamente come problema disfattista di una coppia che si sposa per amore, ma una questione di praticità.
A livello legale è sempre bene scegliere la separazione dei beni sia che si abbiano degli interessi comuni, sia nò, perchè tutela in un certo qual modo la coppia (socialmente utile
) appena costituita ufficialmente. Pensate a chi lavora in proprio, nn sempre le cose vanno bene, in un problema di tipo fallimentare (dipende molto dalla società commerciale creata per es.: snc; sas) il titolare risponde in prima persona anche con i beni personali; se nn ci fosse il regime della scelta di separazione dei beni entrambi i coniugi (la famiglia legalmente costituita) si ritroverebbero con il culo per terra, invece così l'altro può essere d'aiuto. (direi che questo è amore).
Finchè si và d'amore e daccordo tutto bene....
Come si fà a dire "bisogna essere sicuri di chi si và a sposare?"
Che, forse ha un cartellino "sono io, sposami!"
Tra tanti discorsi fatti mi meraviglio! Ma come, si fanno tante domande e riflessioni su chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo ecc.ecc....ed abbiamo la presunzione di conoscere perfettamente l'altro? La persona che resterà con noi per tutta la vita?
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Il matrimonio è una cosa seria, per chi ci crede come simbolo di suggello di una promessa già fatta, a monte dell'evento della cerimonia in sè.
Proposta: (discutibile)
perchè non la convivenza? (nn ci sono diritti, ma solo doveri morali reciproci, nn dettati dalle norme, ma dalla ns. coscienza)
Ogni interesse resterebbe al di fuori della coppia e, non facendoci coinvolgere da questi, si parlerebbe di vero amore. O nò?
Un'ultima cosa: Gesù disse: crescete e moltiplicatevi......ma di matrimonio, all'interno del Vangelo, chi ha mai parlato?
finito
ciao,