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28-03-2005, 18.58.35 | #47 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-06-2003
Messaggi: 401
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X Nereo Villa
Ho letto molto del tuo materiale che condivido. Stiamo entrambi portando avanti una battaglia contro la truffa colossale del sistema bancario. Ho avuto modo di confrontarmi con il programma di AFIMO, tramite Luciano Orsini, di cui ho molta stima. Non so se tu hai letto il programma del Movimento Dell’UManità (MODUM), un movimento spirituale che ha deciso di scendere in campo insieme ad altri movimenti e associazioni che intendono perseguire la riforma del sistema monetario. I contenuti del nostro programma sono descritti nel documento http://www.ascensione.org/obiettivi_...la_umanita.htm . C’è credo un solo punto del programma che vorrei approfondire con te, ed è quello che riguarda la modalità di controllo dell’inflazione. Noi pensiamo più giusto che si debba fare con la tassazione dell’utile delle imprese, mentre AFIMO prevede la fiscalità monetaria con relativa datazione del denaro che consiste in sostanza nel tassare la massa monetaria. Comunque penso che questo aspetto, una volta che sia stata restituita al Popolo la proprietà della moneta, si possa tranquillamente risolvere analizzando a fondo la problematica e adottando la soluzione migliore per il bene comune. |
29-03-2005, 09.50.47 | #49 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
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Caro Esperantiano,
ti rispondo con quest'altra risposta. Ciao a presto. Nereo Cara ***, ti ringrazio. Cerco di risponderti. Esistono tante cabale, cioè tante tradizioni (come le confessioni religiose). Io non ho mai studiato una cabala. Non credo nelle cabale. La mia posizione è cattolica (cioè universale) aconfessionale (e ovviamente da' fastidio a molti, vedi per es.: http://digilander.libero.it/afimo/ca...ereo_con_ebreo). Ho studiato fra uno spinello e l'altro durante le mie tourné, perché lo spinello di per sé mi annoiava, ed avendo la mattina ed il pomeriggio liberi, compravo valige di libri quando dovevamo andare fuori Italia. Perciò ho sempre scelto io i testi da leggere (la mia cultura è prevalentemente antroposofica). Sentivo, come musicista, il bisogno di cercare la verità del suono e della parola, e sono approdato ai numeri studiando gli hertz della scala eptatonica. Ora mi occupo di musica (astromusica, un lavoro che comincia solo oggi a dare i suoi primi frutti (http://digilander.libero.it/psicoast...a/conforto.htm ; http://digilander.libero.it/psicoastrologia/promo.htm ). Anch'io andavo spesso alla biblioteca dell'università teologica di Milano e fui "incoraggiato" da Ravasi. Mi disse che c'era di meglio, per es., rispetto a Steiner, Fabre d'Olivet, ecc., ma questo meglio non l'ho mai trovarlo. Sei molto gentile a dirmi che interpreto bene la numerologia, ed ho capito cosa intendi. Però in realtà non bisognerebbe interpretarla (cerco sempre di portare esperimenti) come non si dovrebbe secondo me interpretare un'altra qualsiasi logica (logica matematica, logica immaginativa, logica ispirativa, logica intuitiva, e così via). Certamente quando andrò a Roma (dovrei andare a trovare Bellia, che è un mio amico studioso della triarticolazione pratica dei poteri dell'organismo sociale) te lo dirò. Tuo marito ha fatto bene a preferito l'arte del doppiaggio al covo di vipere della rai (conosco l'ambientone). Ti manderò anche un CD con le mie canzoni "demenziali" antisignoraggio (credo che la strada pratica verso la libertà passa dal riso, e che finché l'uomo non imparerà questo sarà schiavizzato, sia servendo il suo padrone, sia lottando per servirne uno nuovo. I governanti lo sanno molto bene, ed è per questo che governano. L'ultima cosa che sarebbero disposti ad ammettere è l'ilarità irrispettosa. Ecco il senso di queste canzoni). A proposito di musica ti incollo una pagina che ho scritto per un editore. Un caro abbraccio. Nereo ----- Original Message ----- From: nereo.villa To: *** Sent: Sunday, March 27, 2005 6:36 PM Subject: Sul coraggio della libertà Caro ***, ti invio queste mie considerazioni, sperando ti possano interessare. Buona Pasqua Nereo Sul coraggio della libertà: ovvero come è difficile la vita senza partita IVA e senza partito Sono un musicista studioso di problemi sociali e vorrei fare alcune considerazioni su musica, Stato e loro degenerazione attuale, sperando di dare un contributo al cambiamento sociale che nel futuro dovrà avvenire. I pensieri che seguono sono frutto di vari incontri con giovani aspiranti musicisti che purtroppo hanno assorbito un semplificatorio modo di pensare inculcato dal sistema scuola, televisione, ecc., in cui l'individuo con la sua creatività ha un valore relativo. Ho notato che molti giovani pretendono dopo soli pochi mesi di studio della musica di eseguire brani come strumentisti, imitando coloro che dopo avere appreso quattro concetti base sui problemi sociali o economici pretendono di insegnare alla gente, non facendo altro che generare ideologie, astrazioni. L'impostazione di pensiero dei giovani d'oggi è perdente, in quanto essi sono per lo più meramente teorici ed astratti. Finché si parla di teorie monetarie, economiche, sociali, ecc., va tutto bene, ognuno dice la sua e tutto rimane come prima, perché sono tutte parole. Però nella musica non è così (per fortuna). Perché? Cercherò di spiegarlo prendendo le mosse da un ragionamento concreto (per esempio, se ho due pani e ne mangio uno, rimango con un pane. Se invece dico che la matematica è convenzionale, o un'opinione come un'altra, il mio ragionamento è astratto). Occorre sapere distinguere innanzitutto il concetto di unità di misura da quello di unità aritmetica, che sono due cose diversissime. L'unità di misura 1 non ha senso se non in ordine a ciò che si vuole misurare. Per es., si parlerà dell'acqua e allora l'unità di misura 1 sarà equivalente a 1 litro. Si parlerà di sistema metrico e allora l'unità di misura sarà 1 metro. Si parlerà di sistema dodecafonico e allora avremo il 12 come unità di misura. Una volta le uova si contavano a dozzine: e l'unità di misura duodecimale 1 non poteva che essere il 12. Così l'unità di misura nel sistema sessagimale è il 60, e così via. Non così per l'unità aritmetica. Essa ha senso sempre. E non per convenzione. Dopo l'uno c'è il due, perché se non vi fosse il due non ci sarebbe neanche il ritmo. E la vita cos'è se non ritmo? Ecco perché anche l'aritmetica proviene, etimologicamente dal ritmo della vita stessa. Il divenire comporta il ritmo. Il ritmo comporta il ritorno di un evento. L'evento ripetuto non è già più evento ma processo. Lo studio dei processi porta a scoprire le leggi della natura. Le leggi naturali non possono essere anti-giusnaturalistiche, né astratte, o scollegate dalla dimensione temporale. Per troppi anni lo Stato è stato astrattamente condotto dall'insostenibile principio per cui con sufficienti dati e con una forza sufficientemente applicata nei posti giusti esso avrebbe potuto non solo predire esattamente il corso della società, ma anche dirigerlo e manipolarlo a volontà. Oggi ci troviamo di fronte alla PROVA che non è possibile raggiungere questo obiettivo attraverso la forzatura di alcune parti dell'organismo sociale (che è un sistema complesso, non un quiz), e abbiamo secoli di esperienza di manipolazioni statali fallite. Eppure molti continuano a sperare che un giorno o l'altro troveranno un modo per forgiare la società secondo i loro piani. Fatto sta che l'interruzione del FEEDBACK DI VERIFICA tra lo Stato e la sua "clientela" impedisce allo Stato di governare realmente la società. E invece di governare la società, lo Stato cerca di imporre e rinforzare sempre di più le condizioni che ritiene "migliori" per la società in senso generale, kantiano ed astratto (Kant infatti diceva: "Opera in modo che le norme del tuo operare possano valere per tutti gli uomini". Ma questo dire è la morte di ogni agire sociale promosso da individui vivi, i quali per essere tali, e non zombi, soprattutto nel legiferare dovrebbero considerare non come tutti gli uomini agirebbero, ma come io devo agire nel mio caso individuale concreto. Anche qui vi è un problema culturale, perché si tratta di reintegrare nel pensare i livelli che ad esso competono: il contesto concreto, la responsabilità, e la dignità dell'uomo. Nel corso della storia europea della coscienza, il pensare ha infatti espulso questi livelli e se ne è isolato). Per questo motivo Rudolf Steiner che è per me il più grande pensatore del secolo passato, parlava già nel 1919, di coraggio della libertà nella vita sociale, e di ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI COME UNICA VIA REALE PER RISANARE L'ECONOMIA (http://digilander.libero.it/afimo/li...solidale03.htm). Per questo coraggio della libertà che egli mi ha trasmesso ho potuto appoggiare, nei miei scritti su internet la denuncia per truffa del prof. Auriti (ex docente di diritto) alla Banca d'Italia e alla BCE. Con queste denunce egli dice sostanzialmente allo Stato: "Io ti amo nella misura in cui tu sei vivo. Se sei morto, cosa devo amare? Il cadavere? La burocrazia senza FEEDBACK?" Allo stesso modo ho appoggiato tutto il lavoro del matematico Nicolò Giuseppe Bellia in merito al suo progetto di fiscalità monetaria per l'Italia, progetto in cui le competenze dello Stato sono circoscritte alla sfera del diritto e tutto quello che è fuori da questo ambito come per esempio il mercato e l'economia rientra nella responsabilità di coloro che sono in grado di produrre beni e servizi. (continua) |
29-03-2005, 09.52.52 | #50 |
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(continazione x Esperantiano)
Tornando alla musica, a mio avviso, i giovani d'oggi mancano, appunto di coraggio della libertà. Appena nati sognano già la SIAE. Nascono vecchietti e suonano stanchi. Sono già morti prima di nascere. Sono zombi. Come farà a uscirne un Mozart se non si eliminerà la SIAE? (L'ultimo mio scritto sulla SIAE è il seguente: http://digilander.libero.it/nereovil...e/fanculo_siae )
Oggi la tecnologia permette di fare musica da stanchi appena nasci, e senza studiare lo strumento o studiandolo pochissimo. Però questo porta alla musica zombi e basta. Io ho oramai sessant'anni però sono più giovane e vivo di quelli che sento alla radio. Costoro hanno semplicemente imparato il giro del fumo e fanno tutto in base a formalità, computers (il computer è in fondo la massima ed unica manifestazione della burocrazia che può servire l'umano) ma secondo l'adagio SIAE del "così fan tutti". Questo è un errore logico che porta alla schiavitù. L'essere umano esiste da un lasso di tempo che non raggiunge neanche il 5% di quello in cui i dinosauri hanno vissuto sulla terra. Dunque non siamo ancora stati abbastanza a lungo su questo pianeta perché qualcuno possa sostenere seriamente che una cosa debba essere fatta in quel tale modo "perché si è sempre fatto così". Se oggi si fa della musica antiswing, il "così fan tutti" non può impedire di percepirla come musica floscia e stanca. Perciò e per fortuna occorre studiare gli strumenti non in modo virtuale o burocratico ma concreto, pratico, acustico. Quando i giovani faranno ciò, allora anche le politiche cambieranno (soprattutto le politiche monetarie). Se invece si continuerà nella dimensione dell'astratto che domina il concreto non si faranno altro che politiche e musiche da zombi o da schiavi, perché niente cambierà, e tutto peggiorerà. I limiti umani della creatività artistica (che non dovrebbe averne) sono appunto questi: un'impostazione di pensiero astratto, impotente a distinguere l'unità di misura dall'unità aritmetica. Questo limite fa dire che la matematica è un'invenzione dell'uomo. Invece è una scoperta. Ecco perché l'uomo scopre in sé la sua creatività. Quando crea melodie non le inventa. Il marchingegno non può essere melodia, né ritmica, né armonia, ma solo musica da stanchi. E da stanchi è anche tutta la politica attuale, sostanzialmente produttrice e sostenitrice di schiavitù a vari livelli. Credo che la colpa non sia attribuibile ai politici. Il politico guadagna trenta o quaranta milioni delle vecchie lire al mese, ed è ovvio che faccia di tutto per continuare a guadagnare quella cifra. Siamo noi cittadini che dovremmo svegliarci! Io ad esempio sono stato costretto a smettere di suonare in quanto mi rifiuto di aprire una partita IVA che mi serve poi solo a pagare tasse che superano quello che guadagno con la musica. Il lavoro infatti scarseggia e quando trovi una serata se non hai appunto la partita IVA non te la fanno fare: siamo arrivati al paradosso che un gestore di locale non ti chiede se sei un bravo musicista, ma ti chiede solo se hai la partita IVA!!! Inoltre ormai tutte le feste di piazza sono gestite dai partiti e se non ne fai parte con il tesserone, sei escluso… |