ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
14-03-2004, 11.06.26 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
|
Per Mary - Compromesso e disubbidienza
(dedicato anche a Rodi, il cui messaggio mi arriva mentre rispondo)
Cara Mary, le tue parole sono incoraggianti, e mi arrivano in un momento in cui ne ho bisogno. Il fatto che tu ti renda conto di "farneticare" in quanto cristiana, la dice lunga a proposito di tale bisogno. Anch'io non ho fatto che farneticare in tal senso. Credo che i matti siano coloro che non farneticano come me (o come te). Ti mando questi pensieri dalla pagina http://digilander.libero.it/afimo/co...bidienza.ht m "Tra quanti scrivono di sociologia e tra la gente in generale, è ancora assurdamente diffusa, non solo in ambito sociologico ma anche nella gente in generale, l'opinione che gli antagonismi politici alla tirannia ed ai malgoverni, non abbiano gli stessi difetti di questi ultimi. Eppure, l'affermazione fatta a suo tempo dai capi nazisti, che dichiararono di avere coscientemente impiegato i meccanismi della democrazia per sovvertirla, dovrebbe consente di guardare più in profondità nelle realtà politiche. Il fatto che la democrazia presenti vantaggi rispetto alla tirannia non vuol dire che essa, o qualsiasi altra forma di potere centrale, debba necessariamente ricevere il consenso delle scienze sociali, una volta che queste siano applicate alla trasformazione cosciente della società. "Ciò che importa attualmente - scriveva Alex Comfort nel 1950 ("Authority and delinquency. A study in the psichology of power", oggi tradotto in italiano col titolo "Potere e delinquenza" dalle ed. Elèuthera) - non è tanto la psicologia dei delinquenti al potere, quanto la nostra volontà di disobbedire e di resistere loro, in nome dei nostri interessi e di quelli della specie umana. E possiamo forse opporci e resistere con più efficacia se li comprendiamo meglio, risparmiandoci così di perdere il nostro tempo con scelte di tipo riformista che, STRUTTURALMENTE, hanno al loro interno i semi del potere delinquente". Oggi, dopo cinquant'anni, le cose stanno non solo come le aveva coraggiosamente denunciate il Comfort ma sembrano peggiorare sempre più e si può dire che il massimo problema terroristico attuale non sono i kamikaze o Bin Laden ma la DELINQUENZA POLITICA (http://digilander.libero.it/afimo/paura6.htm) che li GENERA. Sia nel lavoro che nella vita comune la gente ha talmente paura dei capi, dei poliziotti, dei carabinieri, dei politici e di chi ci governa con la frusta delle multe e delle cinture del protezionismo coatto, che appena parli di ingiustizia sociale ti senti rispondere che l'ingiusto in definitiva sei tu, e che risulti tale in quanto sei troppo rigido, unilaterale, intollerante, ecc., e che nella vita qualche compromesso dev'essere accettato per sopravvivere. Credo pertanto che il concetto di compromesso debba essere approfondito. Il compromesso è un patto costitutivo in cui due parti promettono reciprocamente (com-promettono) di rispettare accordi presi secondo la logica in cui chi non li rispetta perde una certa somma. Qui siamo nel compromesso di tipo legale. Il compromesso psicologico riguarda invece l'interiorità delle parti. In ognuna di esse il compromesso può essere lecito o illecito. E' lecito quando, a motivo dell'accettazione vi è un valore umano. In questo caso è lecito in quanto l'interiorità porta consapevolmente un sacrificio in nome di un valore riconosciuto dalle parti. Quando invece il compromesso coinvolge l'interiorità in modo da rimuovere tale consapevolezza, il valore viene inquinato o svenduto. Allora il compromesso non è lecito ed anche tutto ciò che, in tale contesto, tende a compromessi conduce solo a vie sbagliate. Qualsiasi valore è determinato da un rapporto o da una correlazione con qualcuno o qualcosa (queste stesse parole, per es., acquistano valore, cioè concreto contenuto, nella misura in cui si rapportano alla liceità sopra accennata del compromesso). Il valore umano dell'obbedienza è determinato dall'atto conforme all'ascolto (obbedienza = ob-audienza) del suo contenuto. Se tale contenuto non è esso stesso conforme a se stesso, cioè è illogico, è necessariamente iniquo. In tal caso il valore dell'obbedienza è nullo in quanto falso. Non si tratta allora di obbedienza ma di succubanza, o di rassegnazione, mascherate da civiltà. Ad esse si contrappone il valore della disobbedienza civile. Il valore della disobbedienza civile è la possibilità di realizzare un compromesso lecito quando la contingenza è quella del compromesso illecito. "POESIA" DEL COMPROMESSO Io sono un cittadino dello Stato italiano. Non ho pregiudizi e sono rispettoso delle leggi giuste. La giustizia poggia sul diritto. Il diritto poggia sul pensare razionale e comprensibile a tutti. Là dove non c'è pensare razionale, non può esservi giustizia, né diritto, dunque non deve esservi obbedienza. Obbedire a leggi ingiuste rende l'uomo deprivato della sua umanità, cioè del pensare, che progressivamente annichilito e spento, si trasforma in meccanicismo del pensiero più o meno addomesticato dalla paura di esse, con la forza imposte. Non riconosco l'ordine che poggia sulla forza. A forze dell'ordine che fermano il cittadino secondo logica indiziaria anziché secondo logica di ordine, costituito da ragioni di cittadinanza, riconoscibili come diritto alla vita, non oppongo violenza, qualora mi impongano un verbale. Però non obbedisco. Non riconosco il ruolo della coercizione nel mantenimento della socialità. La presenza di personalità delinquenti nelle cariche governative è un dato culturale che inizia col fratricidio (Romolo e Remo) e con la rapina (ratto delle sabine), e che procede nel tempo col nome di civis romanus e di ius, diritto, che è anticristianità e truffa, associazione a delinquere e usura, istigazione al suicidio e imposizione di gabelle, ai danni dei più deboli. Riconosco la mia patria, che è l'Italia. La riconosco come luogo ed ente pubblico, non privato con scopo di lucro come la "banca d'Italia S.p.A." che, generando debito pubblico, soffoca gli italiani. Queste considerazioni sono derivate dall'osservazione delle cose, ed anche la loro logica poggia su di essa. Chi sa considerare i fatti della vita senza pregiudizi non può che pervenire a queste conclusioni. Esse non sono idealistiche, né spiritualistiche, né provengono da una logica concettuale astratta. Provengono da osservazione del mondo interno e da quello esterno, e mirano a trovare un ponte reale fra i due, un compromesso dignitoso per entrambi". Ieri ho pubblicato "Il Goetheanum di Dornach come simbolo di pace cosmica" (http://digilander.libero.it/afimo/onu_e_goetheanum.htm) che riprende questi concetti sul mondo politico. Osservando la situazione generale della politica contemporanea, percepisco che la strutturazione del potere, basato su un grande ammasso di leggi, è tale da consentire ai politici di impedire ogni cambiamento che sia in contraddizione con lo spirito che fino ad oggi ha animato la formazione del conseguente del potere stesso. Allora mi chiedo quale sia la via possibile per attuare il capitalismo del popolo. Ma a questa domanda non riesco a trovare altra risposta se non che la rivoluzione del popolo dovrà partire dal cittadino, dall'individuo. Sotto l’incalzare dei problemi drammatici che la realtà andrà sempre più evidenziando, i politici, e coloro che hanno influenza sulla vita sociale, si orienteranno verso il cittadino nella misura in cui il cittadino li deriderà. Per questo motivo sto registrando la canzone "Bankestein", che un giorno potrò inviarti (se vuoi, mandami il tuo recapioto postale: nereo.villa@libero.it). Per favorire ed accelerare la "conversione" dei politici è necessario approfondire al massimo le basi della creatività di ognuno per far sì che costoro siano incalzati da più parti, riflettenti le loro deficienze. La gioia ci accompagnerà come nostra conquista permanente. Anche i politici, che sono tutti subumani, sono esseri umani che vogliono, e che vorranno sempre più, quello che noi vogliamo. Ciò avverrà presto perché le condizioni del progresso tecnico sono tali che non vi saranno più alibi per non indirizzarsi coraggiosamente verso sogni che prima erano oggettivamente impossibili. Lo stupore di coloro, di sinistra, di destra o di centro, a cui parlo del capitalismo del popolo può essere sintetizzato in una frase: “Troppo bello per essere vero!” La stranezza di questa risposta risiede nel fatto che chi la da' non si è mai stupito del “troppo brutto”, ma quasi vi si è assuefatto. Bene, anche per oggi ho fatto la mia omelia quotidiana. Ti abbraccio e ti ringrazio anch'io. La chiave che apre la porta dell’epoca della libertà, della creatività, e quindi della felicità, sia con noi. Ciao Nereo |
21-03-2004, 13.59.28 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
|
Novità
http://digilander.libero.it/afimo/pesos_di_che_guevara_(m_saba-n_villa).htm
|
21-03-2004, 22.54.08 | #24 |
Ivo Nardi
Data registrazione: 10-01-2002
Messaggi: 957
|
il link corretto suggerito da Nereo è il seguente:
Pesos di Che Guevara |
24-03-2004, 09.18.49 | #29 |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-12-2003
Messaggi: 52
|
Ho 3 novità da dirvi. La prima è che ho pubblicato una nuova pagina: "Quale gobba?" sulle costituzioni del male
e sul nostro futuro, inserendo all'inizio ed alla fine i vostri ultimi post, che mi hanno fatto riprendere quegli appunti da me lasciati nel cassetto da un paio di settimane. Infatti le cose da dire erano molte e la fiducia nella gente poca, dal momento che da un paio di settimane, appunto, si continua a sentire parlare dell'ONU (anche ieri sera a "Porta a porta"), come se l'ONU fosse San Michele. La seconda novità è che ieri mi hanno regalato un convertitore per files MP3. Perciò, potrò pubblicare in MP3 le mie canzoni in italiano (sul sistema bancario) nel mio sito in modo che si potranno prelevare gratuitamente. La terza novità è che la SAUS incomincia a raccogliere le firme di coloro che vogliono cambiare il sistema monetario. Ho pubblicato la scheda di adesione in modo che chi vuole può aderire. Spedisco oggi stesso la mia lettera. Purtroppo è ancora un modo antico quello di raccogliere le firme. Oltretutto la trafila da seguire con tale metodo è lunghissima, e poi, quando presenti la cosa o addirittura vinci un referendum, in parlamento trovano il modo per derealizzare tutto come ad esempio è stato fatto per il referendum sul finanziamento dei partiti, e per molte altre cose assennate. Però per ora è l'unica cosa da fare. Penso sempre a quel "quindi" come ad una martellata in testa, un tarlo che mi rode ogni volta che accendo la radio o la TV. Chissà se fra il popolo bue (di cui mi sento parte, essendo Toro, ascendente Toro!) sorgeranno vitelli con idee più avanzate. Quando ancora non c'era Internet (ad amici del paese, che lo ricordano ancora) dissi che la TV era un sistema di comunicazione incompleto, e che sarebbe stato OK se interattiva. Ricordo che si misero a ridere. Oggi credo che un sistema democratico reale potrebbe essere costituito da un semplice accendere o spegnere una lampadina rispetto a idee proposte in TV. Ci sarebbero "elezioni" e "votazioni" giornaliere non solo di persone o di partiti, ma di idee universali. Alla faccia del dr. Dulcamara con le sue 30 bastonate o del dr. Balanzone con le sue 60. Ciao |