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17-04-2008, 01.04.44 | #5 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
Citazione:
Al momento mi limito ad osservare la tua evidente e conclamata contraddizione: uguaglianza e meritocrazia non vanno in alcun modo di pari passo. Al contrario; dove si riconosce il merito (e, quindi, il corrispondente demerito) si riconoscono le disuguaglianze e le differenziazioni come elemento fondativo della condizione e dell'esperienza umana. Disuguaglianze sempre relative, certo; nel senso che Tizio potrà essere migliore o peggiore di Caio in questa o quella cosa e non in tutto. Ma sempre di diversificazione individuale si tratta. Il capitalismo ha una sua etica; è quella di essere l'unica formula economicistica sperimentata che garantisce, nonostante tutte le possibili storture, il benessere materiale (non quello spirituale) al maggior numero di esseri umani. Non mi sembra poco, visto che la fame continua ad essere, nonostante tutto, una piaga planetaria che affligge larga parte dell'umanità contemporanea, ancora dopo averla afflitta per millenni nel passato. In questo senso l'approccio al capitalismo non è affatto utopico; semmai è il massimo approccio realistico possibile. Utopico è, semmai, pensare che il capitalismo debba o possa realizzare l'uguaglianza tra gli essere umani; non è quello il suo scopo. Credo tu voglia coniugare due aspetti inconciliabili tra loro: uguaglianza da un lato e sviluppo economico, che si fonda sull'interesse privato (e che non è affatto egualitario), dall'altro. Sono, quindi, d'accordo nel merito tanto con Satiro quanto con Sùmina. |
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17-04-2008, 14.31.30 | #6 | |
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
Citazione:
In uno Stato che si poggia su un economia, dovrebbe avere almeno le stesse possibilità, da qui la necessità della meritocrazia, e l'orrore delle varie degenerazioni. Se accetti che uno Stato ammetta comportamenti differenti in relazione ai cittadini, e non punisci le degenerazioni, vuol dire che ritieni giusto distinguere i cittadini in cittadini di serie a e serie b. Non è più una democrazia |
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17-04-2008, 16.29.53 | #7 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
Citazione:
Credo tu faccia qualche confusione tra Stato (governo della cosa pubblica) e capitalismo (gestione della cosa privata), ossia l'economia d'impresa. I cittadini sono in condizione di eguaglianza giuridica davanti alla legge (eguaglianza formale) che è - o dovrebbe essere in linea di principio - uguale per tutti; ma essi non sono in condizione di eguaglianza sostanziale nella società. Questa distinzione è osservata, sin dai lontani anni sessanta, anche nelle aule di giustizia del nostro Paese, a seguito di una consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale; la ratio è che non si possano giudicare con lo stesso identico metro situazioni formalmente simili ma sostanzialmente diverse (sintetizzo molto). Le politiche di redistribuzione del reddito si fanno, inoltre, proprio per questi motivi. L'economia di mercato (il capitalismo) poggia le sue basi sul merito, perché se un imprenditore non fa funzionare la sua azienda al meglio, questa fallisce, essendo in regime di concorrenzialità con altre aziende. La res publica (Stato, amministrazioni pubbliche, enti di controllo etc.) non interviene sull'economia di mercato se non in modo indiretto, con l'imposizione di norme di condotta volte a tutelare i consumatori e con l'imposizione fiscale (da qualche tempo anche per la tutela della libera concorrenza: il famoso antitrust). Quindi, Stato ed economia sono due ordini di cose differenti. La mancanza di meritocrazia nel settore pubblico viene visto - da più parti - come una delle carenze più gravi per lo sviluppo del nostro Paese. Lo sviluppo economico - quello che ci ha reso tutti consumatori sazi e dotati di optional come telefonino e PC - è determinato dalla spinta imprenditoriale al commercio ed al guadagno. Potrà sembrarti poco etico ma, a mio avviso, dal punto di vista materialistico è una conquista non indifferente, perché ci rende liberi dallo stato di bisogno. Questa era la concezione di "libertà" propugnata - per paradossale inversione di significato politico - anche da K. Marx. |
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17-04-2008, 19.14.02 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
Messaggi: 286
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
Citazione:
Su questo dissentirei un po'. Ci sono dei bisogni indotti "da paura". Gli stessi esempi che hai citato (telefonino e PC) solo 15 anni fa non esistevano. Sono d'accordo sul fatto che gli "optional" migliorino la qualità della vita per cui sarebbe sciocco rinunciarvi. Non posso esimermi tuttavia da un richiamo ad un utilizzo "critico" e non sfrenato di questi optional. In fondo non mi sembra sia necessario cambiare PC ogni anno, comprare la play station 3 dopo la 2 e la 1, comprarsi l'LCD da 40 pollici prima che non abbia raggiunto un prezzo paragonabile al tubo catodico, ecc... Altrimenti è una rincorsa senza fine e più che di libertà parlerei di prigione del consumismo. |
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17-04-2008, 19.47.41 | #9 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
Citazione:
Rispondo fugacemente per questioni di fretta. Quella che poni è una vecchia, arcaica diatriba (i famosi "bisogni indotti") di origine sessantottina, quando venivano visti come tali, ad esempio, elettrodomestici che avrebbero agevolato l'esistenza delle famiglie, in particolare delle donne, sollevandole da ore di fatica nelle faccende domestiche. Erich Fromm è stato uno dei santoni di questa visione insulsa del consumismo come malattia del mondo (Essere o Avere), senza rendersi conto di quanto questi banali oggetti stessero cambiando in modo radicale il nostro modo di stare al mondo, in termini migliorativi. Ho menzionato, non a caso, telefonini e PC, in quanto - proprio come i presunti bisogni indotti degli anni settanta - sono elementi tecnologici che stanno modificando l'esistenza di tutti, amplificando a dismisura le possibilità di comunicazione. Poco conta come questa possibilità venga oggi usata; in ogni caso è lì e consente di ampliare lo spettro delle possibilità umane. La rincorsa senza fine - di cui parli - è la tensione necessaria a garantirci livelli di benessere in costante aumento. Trovo che questo fatto di rilevanza sociale sia estremamente positivo, anche sotto un profilo etico generale. La vita spirituale, ovviamente, ha tutt'altre dimensioni ed apre tutt'altre questioni. Al momento mi limito a queste considerazioni, che possono però essere ampliate. |
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17-04-2008, 21.43.47 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-02-2008
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Riferimento: Possibile un Capitalismo Etico ?
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Quest'idea del consumismo secondo la quale, come in un multilevel market a "catena di S.Antonio", occorre tenere alto il livello dei consumi per mantenere il sistema in piedi, mi sembra delirante. Soprattutto quando l'appeal di un prodotto non è lasciato ad indiscutibili caratteristiche tecniche che rendono obsoleto il predecessore, ma a discutibili upgrade che nella sostanza lasciano tutto più o meno uguale, per cui poggiano sulla moda, sul look, sul sentirsi "in o Out". In altre parole, il prossimo step dopo il Pentium 4, non dovrebbe essere il Pentium 4.1, ma il Pentium 40: un PC con il quale dialoghi come faceva il comandante Kirk sull'Enterprise e con l'oleogramma tridimensionale al posto del monitor. Step intermedi per me, ma anche per chi pensa ad un "ragionevole consumismo", non hanno senso. E poco c'entra l'ascetismo o lo spiritualismo, Fromm, l'essere o l'avere. C'entra il buon senso che invita sempre a non sprecare. E c'entra anche la necessità che uno ha o non ha di avere certe cose. Quando acquisto qualcosa, io mi chiedo se veramente mi serve quello che sto per comprare. Molte volte la risposta è affermativa, però poi mi chiedo se posso permettermelo o se posso aspettare e in genere aspetto... poco, ma aspetto. Per esempio l'LCD da 37 pollici l'ho comprato perchè il vecchio TV era arrivato a fine carriera dopo 14 anni di onorato servizio, ma se avessi avuto un Tv seminuovo avrei certamente soprasseduto all'acquisto dell'LCD perchè non sarebbe stata una necessità, ma solo un capriccio. Io credo che si debba agire così un po' in tutto, invece temo che spessissimo gli acquisti vengano fatti d'impulso e molto poco ragionevolmente. E non posso credere che sia questo che fa stare in piedi l'economia! I bisogni indotti, comunque esistono (il GATORADE è il caso da manuale) e sono per me subdoli e perversi per i meccanismi che inducono. |
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