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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 16-07-2007, 07.28.19   #1
katerpillar
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Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

In molte discussioni di questo forum, ho notato che vi sono moltissime persone che sostengono che il mondo si può cambiare iniziando a cambiare il nostro piccolo; ma questo modo di pensare non è una grande mistificante utopia?

Negli anni sessanta questo problema è stato affrontato anche da Norman Mailer e da una schiera di filosofi americani, dove alcuni affermavano che per cambiare la società bisognava che prima cambiasse l'individuo, mentre altri sostenevano, invece, che necessitava prima cambiare tipo di società, perchè poi l'uomo si sarebbe schierato, adattandosi: ma non mi risulta che siano giunti a delle conclusioni definitive. In tal senso mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.
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Vecchio 17-07-2007, 08.31.16   #2
Patri15
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

Caro Katerpillar, quando ero ragazzina, guardando il mondo umano intorno a me, trovandolo il più delle volte grossolano, ipocrita, fastidioso nel suo complesso, pensavo con tutta me stessa che fosse necessario agire sull’individuo per formare una società migliore.

Fu questo il motivo che mi indusse a studiare per diventare insegnante: ma io volevo partire dal basso, dai bambini. Volevo regalare loro un po’ di quel mondo magico che sentivo dentro di me.
Il mio sogno si rivelò abbastanza utopico e il mio esperimento non durò più di un quinquennio.

Stamattina su Le Scienze online ho trovato questo articolo che, meglio di me, potrebbe rispondere alla tua domanda:


<..Gli occidentali, gli statunitensi in particolare, faticano a mettersi dal punto di vista delle persone che appartengono a culture differenti e questo provocherebbe molto spesso una comunicazione dagli esiti piuttosto incerti: non è un luogo comune, ma la conclusione di un'analisi sperimentale condotta da Boaz Keysar dell'Università di Chicago, che la illustra in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista Psychological Science, in cui individua anche le radici di questo problema.
Studi condotti sui bambini hanno infatti dimostrato che la capacità di assumere il punto di vista di un'altra persona è una capacità universale dell'essere umano.
Tuttavia, non tutte le società incoraggiano allo stesso modo lo sviluppo di questa capacità nel corso dello sviluppo della persona. Una cultura che punta sulla valorizzazione dell'individuo, osserva Keysar, rischia di non valorizzare queste facoltà, al contrario di quanto avviene in una cultura di stampo collettivista come quella cinese che incoraggerebbe a porsi il problema di quale sia la prospettiva di chi ci sta di fronte.
In un esperimento condotto su 20 studenti statunitensi e 20 studenti cinesi progettato proprio per testare questa sensibilità, il 65 per cento degli americani ha dimostrato almeno una volta in una serie di prove di essere incapace di assumere il punto di vista di una terza persona, mentre questo è successo per uno solo degli studenti cinesi.
"I membri di queste due culture sembrano focalizzarsi su aspetti decisamente differenti nelle situazioni sociali. Chi fa parte di una cultura collettivistica tende a essere interdipendente e ad avere un concetto di sé definito in termini di relazioni e di obblighi sociali. Per contro, i membri di culture individualistiche si sforzano di avere un concetto di sé definito nei termini delle proprie aspirazioni e dei risultati ottenuti."

Per concludere la mia risposta, rimango dalla parte dell’individuo, della sua educazione, e della sua responsabilità nella società.
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Vecchio 17-07-2007, 10.53.19   #3
katerpillar
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

Patri15
Citazione:
Caro Katerpillar, quando ero ragazzina, guardando il mondo umano intorno a me, trovandolo il più delle volte grossolano, ipocrita, fastidioso nel suo complesso, pensavo con tutta me stessa che fosse necessario agire sull’individuo per formare una società migliore.

Fu questo il motivo che mi indusse a studiare per diventare insegnante: ma io volevo partire dal basso, dai bambini. Volevo regalare loro un po’ di quel mondo magico che sentivo dentro di me.
Il mio sogno si rivelò abbastanza utopico e il mio esperimento non durò più di un quinquennio.
katerpillar

A parte le convinzioni personali, tu in quel momento rappresentavi la società, quindi una società che voleva partire dal basso (bambini), per ottenere dei migliori cittadini per una società futura. In definitiva: chi ti ha proibito di continuare sulla tua strada? Questo non lo hai detto, mentre sarebbe interessante per la nostra discussione.

Patri15
Citazione:
"I membri di queste due culture sembrano focalizzarsi su aspetti decisamente differenti nelle situazioni sociali. Chi fa parte di una cultura collettivistica tende a essere interdipendente e ad avere un concetto di sé definito in termini di relazioni e di obblighi sociali. Per contro, i membri di culture individualistiche si sforzano di avere un concetto di sé definito nei termini delle proprie aspirazioni e dei risultati ottenuti."

Per concludere la mia risposta, rimango dalla parte dell’individuo, della sua educazione, e della sua responsabilità nella società.
katerpillar

Se avessi avuto bisogno di un supporto alle mie argomentazioni, tu me lo hai posto su di un piatto d'argento, infatti, mettendo a confronto due sistemi di società completamente differenti, i risultati sono completamente differenti.

Personalmente non mi dispiacerebbe che il comportamento individuale potesse cambiare in meglio il mondo, ma data l'inattuabilità del problema, sia per motivi tecnico organizzativi, sia per la volonta contraria di forze egoistiche, se non dovessero intervenire tutte le società contemporaneamente, o la loro maggior parte, la situazione la vedo dura.
Fermo restando che cambiare noi stessi resti un passo da attuare per il benessere nostro e di quelli che ci circondano. Ciao Patri.
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Vecchio 17-07-2007, 11.28.01   #4
jumpjack
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

quando le persone smetteranno di pensare che da quando compiono 18 anni sono libere di fare quello che gli pare (mentre è esattamente il contrario), forse si riuscirà a migliorare un po' il mondo.
Per il momento, per il 90% delle persone l'unico modo per convincerle a fare qualcosa di utile agli altri invece che a se' stesse, è obbligarle con le leggi, e lo spettro delle condanne per chi non le rispetta.

Triste ma vero.
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Vecchio 17-07-2007, 15.42.51   #5
klee
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

La società siamo noi.Noi piccoli esseri umani..che spesso seguono gli altri perchè
non hanno la propria personalità.
La società partorisce degli esseri umani..per poi finire a crescere persone senza anima
e personalità.Il mondo raccoglie esseri umani,cittadini..gli umani prima erano primitivi..intelligenti perchè usavano il loro sensi..
Oggi,aujourd'hui e today usiamo
la mente con velocità
quello che distrugge il mondo è la velocità con cui facciamo le cose.

La fretta ha reso la persona semiaddormentata..senza percepire niente..senza vedere niente..

un piccolo robot su un prato verde..

penso che si possa cambiare il mondo accettando il nostro magico mondo
interno..

penso che si possa cambiare il mondo vivendo nella diversità e mettendo
in pratica quello che conserviamo dentro di noi.

penso che si possa cambiare il mondo regalando

un pò di amore e di autenticità


Penso che in questo mondo attuale dobbiamo provare a togliere questa
benedetta maschera
che prova a soffocare
ogni
farfalla
che ha voglia
di volare..


kleelia
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Vecchio 17-07-2007, 16.47.45   #6
Patri15
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?

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Originalmente inviato da katerpillar
Patri15
katerpillar

A parte le convinzioni personali, tu in quel momento rappresentavi la società, quindi una società che voleva partire dal basso (bambini), per ottenere dei migliori cittadini per una società futura. In definitiva: chi ti ha proibito di continuare sulla tua strada? Questo non lo hai detto, mentre sarebbe interessante per la nostra discussione.

Patri15
katerpillar

Se avessi avuto bisogno di un supporto alle mie argomentazioni, tu me lo hai posto su di un piatto d'argento, infatti, mettendo a confronto due sistemi di
società completamente differenti, i risultati sono completamente differenti.

Personalmente non mi dispiacerebbe che il comportamento individuale potesse cambiare in meglio il mondo, ma data l'inattuabilità del problema, sia per motivi tecnico organizzativi, sia per la volonta contraria di forze egoistiche, se non dovessero intervenire tutte le società contemporaneamente, o la loro maggior parte, la situazione la vedo dura.
Fermo restando che cambiare noi stessi resti un passo da attuare per il benessere nostro e di quelli che ci circondano. Ciao Patri.

Infatti, ti ho offerto "VOLUTAMENTE" su un piatto d'argento un supporto per le tue argomentazioni, dal momento che non voglio avere ragione ad ogni costo.

Ho riportato l'articolo da Le Scienze proprio perché sosteneva la tua opinione.

Non ho poi voluto dilungarmi su quella mia esperienza: i motivi del fallimento ..
sono vari:

Il primo potrebbe essere che ero troppo giovane per riuscire a lottare con i denti con i miei superiori, in particolare ricordo un direttore che amava le giovani insegnati senza essere purtroppo "didattico";

Un altro, l'inserimento in una classe di bambini cosiddetti "normali" - di bambini che a quei tempi venivano definiti "caratteriali", poveri bimbi con esplosioni improvvise di violenza, ecc.. e non c'erano - allora - insegnanti di sostegno.

Un discorso, quello della scuola, che non mi sembra opportuno pronunciare qui, andando o.t.

Rimango convinta che l'educazione dell'individuo sia fondamentale per la società e che ... banale quanto vuoi .. la società sia costituita da individui.
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Vecchio 17-07-2007, 21.22.10   #7
katerpillar
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Patri15
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Rimango convinta che l'educazione dell'individuo sia fondamentale per la società e che ... banale quanto vuoi .. la società sia costituita da individui.
katerpillar

Cara Patri, ti ringrazio del regalo e del piatto d'argento, che ti restituiro quanto prima, ma il problema dell'uovo e della gallina è rimasto intatto. In tal senso la mia richiesta era precisa e in definitiva verteva su questo; ovvero: qual'è la condizione migliore per cambiare il mondo?

E' fattibbile l'evento pensando di cambiare singolarmente mentalità, tradizioni e abitudini a sei miliardi di persone, talebani, cattolici ed ebrei compresi, ho necessita un'intervento globale con delle riforme emanate dalle istituzioni societarie, in comune accordo tra loro?

Il quesito, grosso modo, è questo; per cui è lapallisiano che la società è composta da individui, ma che questi non siano tutti uguali o tutti allo stesso livello culturale, con una veduta e filosofia di vita è innegabile. Allora come farli lavorare all'unisono? Perché è questo, secondo il mio modo di pensare, l'unica strada per tentare di cambiare in meglio la vita su questa terra.

Riguardo le forze d'opposizione a questo progetto, un piccolo ma significativo esempio l'hai portato tù, riguardo al bavoso preside,(se lo sai possiamo mettere anche nome e cognome), che non disdegnava la selvaggina giovane, per far proseguire gli esperimenti didatici ad una giovane insegnante, con una mente già aperta. Senza contare coloro che di questa disparità ci danzano come dei delfi, sfruttando l'ignoranza, il falso orgoglio e l'aggressivita dei più forti per fabbricare e vendere armi, o , comunque, per sqazzare dentro il fuoco dell'inferno (leggi Bush e lobby collegate).

Sinceramente la vedrei dura in qualsiasi modo: ma pretendere di cambiare la situazione facendo cambiare stile di vita o altro, ad una cinquantina di milioni di persone, lasciandone fuori 5.950.000.000 (cinque miliardi novecento- cinquanta milioni di esseri umani), mi sembra veramente un compito arduo.

Tutto questo dialogare, senza volere alcuna ragione, ma solo per il piacere di conoscere meglio le nostre opinioni.
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Vecchio 17-07-2007, 21.53.03   #8
katerpillar
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klee
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penso che si possa cambiare il mondo accettando il nostro magico mondo interno..
katerpillar

Un pensiero molto bello e romantico.

klee
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penso che si possa cambiare il mondo vivendo nella diversità e mettendo in pratica quello che conserviamo dentro di noi.
katerpillar

Cara klee, sono un milione e mezzo di anni che l'uomo vive nella diversità, ma non si è visto all'orizzonte nessun miglioramento nei rapporti umani. Forse è a motivo di questo che nel mio libro "La tela di Ulisse", mi pongo questa domanda: "Sarà mai possibile un giorno agli uomini, vivere la propria vita senza lasciarsi ingannare dai tanti nuovi "Dei" d'ogni occasione opportunistica?
Citazione:

klee
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Non vi è dubbio che hai un animo nobile, ma per essere credibili le tue affermazioni, guardando il passato, si dovrebbero vedere dei frutti: tu ne vedi?
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Vecchio 17-07-2007, 23.03.07   #9
Mary
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Molti anni fa, giovane donna inesperta, ingenua, timida, complessata... fui trasferita in una sede che era ritenuta un "pessimo ambiente". Diversi anni dopo con le stesse persone l'atmosfera era un'altra, migliore, allegra, una famiglia.
Ho cambiato diversi luoghi di lavoro, ed ogni volta che andavo via non era più il gruppo in cui ero entrata. Ci si contagia, è inevitabile. Nel bene e nel male

Oggi sono una tipa che pur rispettando gli altri fa sempre quel che il cuore e la mente suggeriscono. E con mia grande sorpresa mi accorgo che posso essere molto contagiosa. E l'ambiente di lavoro diventa un incontro tra persone che vivono nel miglior modo possibile.

Il singolo può fare la differenza: portare una ventata di allegria e condivisione o zizzania e irritazione.

La società non esiste, è solo l'insieme di più individui, ed è il singolo individuo ad incidere sulla società.

Sono anni che faccio la raccolta differenziata ma solo da un anno ho visto il bidone dei rifiuti della mia strada sempre meno pieno.

Le leggi sono relative, se gli individui non le rispettano.

Noi tutti facciamo la differenza.

Sorridiamo alla commessa, diamo la precedenza quando possiamo, un grazie non costa nulla, guardiamo gli altri come esseri umani e non automi vaganti senza meta.
Ma come si fa a sorridere se dentro di te non vi è sorriso?
Come fai a vedere l'altro se non riesci a vedere nemmeno te stesso?

L'individuo è la ricchezza del mondo, ovviamente se accetta di vivere.

Nel momento in cui riesce a diventire consapevole di se stesso lo diventerà anche degli altri.

Perchè dobbiamo vivere come ci viene richiesto e imposto da non si sa bene chi? Riprendiamoci la nostra vita e forse potremo rimettere in piedi la speranza di un mondo migliore.
Se non cominciamo noi, se non comincia qualcuno chi lo farà?

Un tempo ormai lontano ero nell'eterna attesa che gli "altri" facessero questo o quello, ovviamente li incolpavo delle che mi andavano storte.

Oggi faccio quello che una volta mi aspettavo facessero gli altri, e se qualcosa va storto dico che è una manna caduta dal cielo per insegnarmi qualcosa.
Mary is offline  
Vecchio 18-07-2007, 00.04.35   #10
TippetE
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"...penso si possa cambiare il mondo accettando il nostro...."


Non sono più un teenager, e in generale ho visto abbastanza acqua sotto i ponti di cui molta ne avrei fatto volentieri a meno.
Non ho una scorza dura e invalicabile e penso quindi, pur non avendo fatto alcun 68 per pochi anni- che le scelte di vita strada facendo si fanno.

Credo in un mondo migliore e cerco di trasmettere questo ai figli i quali a loro volta spero possano proseguire.

La sfida è con noi stessi, atei, ebrei, musulmani, tahosti ecc....
Per me è vincere su se stessi e su quel grigio che ogni giorno bussa alla vita, fino al momento in cui non si percepisce più nulla se non il dolore e la siuntesi che ne deriva.

Riuscire a fare questo è di per se un "mondo migliore" e, se questo lo si insegna anche agli altri allora, probabilmente si riscopre quell'umano antico che si credeva perduto.

Alzarsi felici è un mondo migliore; è solo una questione di sfida.
TippetE is offline  

 



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