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20-07-2007, 12.02.10 | #32 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
Citazione:
Guarda che io apprezzo molto Baden-Powell e se sono sembrata un po' ironica è perché non riesco a vedere con gli occhi della mente troppe persone adulte pronte ad adottare il sistema dei boys scout. Eppure mi piace riportare qui una frase di B.P., anche per rispondere a donquixote di cui ho apprezzato l'attenzione posta nel leggere il mio tentativo di spiegare l'individualità e naturalmente il nostro Katerpillar: "Sei stato educato a scuola in una classe e non eri che una pecora in un gregge. Ti hanno insegnato gli elementi generali del sapere e ti è stato insegnato "come imparare". Ora spetta a te come individuo di andare avanti e di imparare da solo quelle cose che daranno più forza al tuo carattere e ti permetteranno di riuscire nella vita facendo di te un uomo". Non è un insegnamento perfetto? Secondo me hai centrato in pieno, jumpjack |
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21-07-2007, 13.40.31 | #33 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
jumpjack
Citazione:
Tutte le metodologie esistenti o esistite hanno fallito, così come tutti gli uomini potenti; e questo lo possiamo costatare con i nostri occhi, per cui, ogni volta tocchiamo questi argomenti, o ,meglio, quando parliamo della condizione dei bambini e del lavoro nero, mi vengono in mente i versi del mio ultimo ed unico libro pubblicato, laddove affermo: "Confrontando lo scorrere del tempo, con il suo navigare erudito e a prezzi scontati, possiamo affermare che anche Abramo, Gesù,Virgilio, Dante, Einstein e tutti i potenti passati e presenti della terra, hanno operato in modo che la stragrande maggioranza dei bambini entrassero a far parte di quel magazzino di parti di ricambio, pronti a sostituire pelli usurate, a servizio di quel sudario occidentale che avvolge il mondo e che permette ogni sera, a tutti noi, buoni e cattivi, di mangiare un piatto di minestra calda e una bistecca di vitello cortisonico" Sono duemila anni (diconsi 2000 anni, due millenni), che predichiamo la curtura e il pensiero di Gesù: dove sono e quali i risultati? Altro che scout ismo. L'umanità ha qualcosa di negativo addosso e fa una estrema fatica a eliminarlo. Ultima modifica di katerpillar : 22-07-2007 alle ore 10.31.56. |
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22-07-2007, 10.36.28 | #34 |
Ospite
Data registrazione: 22-01-2006
Messaggi: 35
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
[quote=katerpillar]In molte discussioni di questo forum, ho notato che vi sono moltissime persone che sostengono che il mondo si può cambiare iniziando a cambiare il nostro piccolo; ma questo modo di pensare non è una grande mistificante utopia?
Sì, è un'utopia. Per cambiare il mondo bisogna cambiare il mondo, non noi stessi e neanche nel nostro piccolo, ma nel nostro grande! Siamo davvero tanti ad essere scontenti di come viviamo, siamo tantissimi! Quante cose potremmo fare tutti insieme... sveglia! Vi voglio incazzati neri, non filosofi. |
22-07-2007, 19.35.39 | #35 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
[quote=Mati]
Citazione:
Caro Mati, che ne diresti di darci la ricetta? Come si fa a cambiare il mondo? Concretamente, intendo |
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23-07-2007, 08.52.14 | #36 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-07-2007
Messaggi: 47
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
[quote=Mati]
Citazione:
Mah.....! incazzati.... Di gente che gli rode il chicchero ne vedo molta, troppa per i miei gusti. La gente come si dice nel gergo nei posti dove "è molto incazzata" sente l'odore del sangue e noi da lontano vediamo solo i colori comodamente stravaccati. Aspettare che tutti si muovano per sentirsi incoraggiati, meno soli e, quindi in grado di intraprendere "quella" lotta personalmente, non mi sembra frutto di arduo coraggio e consapevolezza. Se solo trovassimo un pò di pace e vivessimo meno nelle illusioni spesso indotte ma altrettanto spesso frutto delle nostre debolezze e carenze antiche forse, il mondo sarebbe già migliore.....basterebbe solo convivere meglio con chi ci ospita e chi ci circonda. Accettare il mondo con le sue storture un pò di più per avere fiducia che le cose possono cambiare e che il "destino" è solo una trappola disegnata dall'umano per giustificare i suoi lati oscuri; ciò naturalmente non toglie le responsabilità della classe dirigente e politica su cui si aprono ulteriori fronti.... A presto. |
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25-07-2007, 08.44.27 | #37 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
[quote=TippetE]
Citazione:
Vorrei ricordare un uomo, Fabrizio de André. Poeta, cantautore, filosofo, Fabrizio De André ha fondato i suoi testi - memorabili - su un profondo umanesimo che mette al centro dell'attenzione la libertà individuale. L'esaltazione dell'uomo in quanto individuo ed il rifiuto del potere e delle istituzioni, viste come barriere alla vera realizzazione personale, lo hanno portato a parlare soprattutto degli emarginati: uomini e donne che scelgono la solitudine piuttosto che conformarsi a una società stereotipata e coercitiva. Il suo individualismo non è misantropia, né ''fuga dall'altro'' ma avversione verso l'uomo organizzato. C'è una incisività politica nel messaggio che ha trasmesso attraverso le sue canzoni: L'amore libero e carnale, i quartieri malfamati, i Rom, i vangeli, la solitudine, l'antimilitarismo: sono, per De André, tutte espressioni del rapporto tra l'uomo e il mondo. I disagi della condizione umana possono portare l'individuo ad aggregarsi ad altri suoi simili o a formare associazioni, istituzioni, Stati: ma in questo modo i sentimenti tipici dell'uomo, come la compassione e la solidarietà, dove andrebbero? De André ritrova questi sentimenti dove lo Stato non arriva: tra gli emarginati. Canta, così, i diseredati, le prostitute, i ladri: è quella la parte della società che, lontana dalle istituzioni, mantiene vivo in sé il sentimento di solidarietà. O, più semplicemente, canta persone che, per scelta o necessità, si ritrovano da sole a difendere la loro diversità e, in tal modo, la loro libertà. Il contrasto tra l'individuo e il potere è descritto nelle sue diverse manifestazioni: a cominciare dagli amori non "ufficiali" e riconosciuti: Quello libertino di Bocca di rosa, osteggiato dall'invidia delle donne di paese, che possono far affidamento sull'autorità costituita; Quello giovanissimo di Ho visto Nina volare, minacciato dall'autorità paterna; Quello tra un ragazzo ed un'asina in Monti di Mola, rovinato dalla burocrazia; Quello di una storia narrata nei vangeli: una donna (Maria) privata della sua infanzia e, poi, della sua maternità dal potere religioso; E un uomo libero (Tito), che a causa della sua indipendenza viene perseguitato. Ho dimenticato "La guerra di Piero" e ...com'è che non riesci più a volare .." |
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25-07-2007, 17.51.21 | #38 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
Mati
Citazione:
Come ho appena risposto a Patri15, nell'altro thread, mi potrebbe stare anche bene lasciare scorrere il tempo, in attesa che la natura faccia il suo corso con i tempi necessari, ma quello che non si può accettare sono le forze contrarie che non permettono alla natura di fare il suo cammino. E' come se nel ruscello dell'ineluttabilità vi sia stato messo un grosso masso che devia le nostre buone intenzioni, facendoci deviare a destra a sinistra, mai nel letto del ruscello primario. Come potremmo cambiare la situazione? Giorni fa, una mia cara amica, medico internista, che era stata per due mesi in Germania per dei corsi di aggiornamento, mi raccontava che prima di partire dall'Italia aveva comprato delle belle ciliege pagandole 8 €. Una volta arrivata in Germania, in un mercatino rionale ha comprato delle ciliege, più belle di quelle che aveva acquistato in Italia a 4 €. La poverina, non capacitandosi di quella assurda differenza, poiché la Germania non produce ciliege, e vedendo che anche molti altri prodotti costavano la meta che qui da noi, si è informata da alcuni conoscenti italiani, i quali gli hanno risposto queste testuali parole: anche qui da noi, quando è subentrato l'euro i prezzi si sono raddoppiati. I tedeschi, che in questo sono un tantino differenti da noi, sono stati per tre giorni senza comprare nemmeno una spilla, dichiarando che per il futuro si sarebbero limitati a comprare lo stretto necessario; per cui i commercianti, compresa l'antifona, si sono precipitati a riportare i prezzi che vi erano prima del cambio con il marco. Noi italiani non abbiamo questa coscienza collettiva, e se qualcosa è diminuito, questo è dipeso dal fatto che la stragrande maggioranza di noi, non hanno più nemmeno gli occhi per piangere, perché con l'entrata dell'euro, con l'egoismo imperante e il menefreghismo statale, lo stipendio e la pensione ci si è svalutata del 100%. Per tutto questo dobbiamo ringraziare il governo Berlusconi che, in quel periodo, mandava in onda degli spot per invogliarci a spendere di più e di quella opposizione di sinistra che si è nascosta dietro una formichina, non facendo il proprio dovere d'opposizione, facendoci credere che la colpa era tutta del governo in carica. Ma noi almeno questo lo sappiamo, in democrazia le responsabilità vanno suddivise tra maggioranza e opposizione. Inoltre un ringraziamento particolare va indirizzato a quei fara.....tti dei sindacati, che, con l'avvallo di tutti i partiti, in men che non dica, ci hanno fatto mangiare quello che avevamo conquistato con cinquantanni di lotte. Ma loro fanno finta di non saperlo, e hanno accettato tutto: i CO. CO. RI. i CO.CO.DE - L'INTERINALE -Il PARTIME-TEMPO DETERMINATO-CAL CENTER e chi più ne ha più ne metta, tanto gli italiani continuano a rinnovare la tessera.: sia quella loro sia quella dei partiti.....bhooo! Ultima modifica di katerpillar : 26-07-2007 alle ore 14.00.14. |
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25-07-2007, 20.13.25 | #39 |
Frequentatrice abituale
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
Non so dove risponderti, Katerpillar.
A prescindere dal tuo "programma economico" sull'altro thread che davvero mi sembra una pensata geniale, non mi torna tutto il resto. Ma se non siamo noi, individui, a migliorare noi stessi e la società, chi può farlo? Sei proprio tu alla fine a dirlo: i governanti, le caste, ecc.. vogliono tenerci nell'ignoranza, è il loro GIOCO. Allora alziamo gli occhi, guardiamoci attorno, andiamo a testa alta e facciamo il meglio che ci è possibile. Sono d'accordo anche su quanto dici su Greenpeace, una associazione di individui maturi, è potenzialmente in grado di gestire qualcosa, non dico tutto. Ma i gruppi di fanatici (ovvero individui rimasti immaturi) che bruciano, lanciano bombe negli stadi, girano con coltelli o armi teoricamente proibite, giacché si credono forti, belli, eroi, no - non ci siamo proprio. E nell'aria che respiriamo c'è anche questa violenza fascista che proviene da persone psicologicamente labili, persone incolte. In un altro thread di questi giorni, viene messo in rilievo il numero degli analfabeti che abbiamo in Italia: è impressionante, soprattutto se si pensa che tra i tanti ci sono anche coloro che hanno frequentato scuole, almeno le elementari. Tu citavi la tua amica in Germania, io cito mia figlia che è stata in Grecia - nelle isole Ioniche - e che è rimasta stupefatta dal costo delle case, talmente basso - mi ha raccontato- che se ne comprassimo una, in poche estati, affittandola, ammortizzeremmo il costo di acquisto. Anche lì il costo della vista è bassissimo. E allora? Non è forse il fruttivendolo che ci vende per 4 euro ciò che costava 4.000 lire? e così via i negozianti italiani hanno fatto i furbi e ora manco riescono a vendere il negozio. Ed è desolante vedere saracinesche perennemente chiuse, mentre i centri commerciali (Coop in testa) richiedono ore di fila per pagare alla cassa. La lotta armata? Con tutti i morti sparsi in Italia, nel mondo, con la violenza che dilaga, le guerre .... NO. non ci sto. Ciao a tutti |
28-07-2007, 22.06.46 | #40 |
Ospite abituale
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Riferimento: Pensare di cambiare il mondo cambiando noi: è attuabile?
[quote=katerpillar]Mati
katerpillar E' come se nel ruscello dell'ineluttabilità vi sia stato messo un grosso masso che devia le nostre buone intenzioni, facendoci deviare a destra a sinistra, mai nel letto del ruscello primario. Come potremmo cambiare la situazione? Lineluttabilità e le nostre intenzioni così diverse, spesso, dal risultato sperato. Mi pare che il problema principale sia comunque il disagio che si sperimenta di fronte a quelle che sinteticamente definirei delle ingiustizie e, quindi il resto personalmente lo vedo un pò più come un passo successivo o come l'effetto di una causa già posta precedentemente. La classe politica ha delle responsabilità spaventose, pagate profumatamente sia in termini economici che di potere e in cambio non eroga quel servizio che dovrebbe rendere un Paese e suoi abitanti non dico felici ma, almeno contenti. Grazie a Patri15 stamane ho ascoltato molto volentieri il buon De Andrè in alcuni suoi successi del 1970 e su uno mi sono soffermato in modo particolare: Il Testamento di Tito e riflettevo sulla domanda di Fabrizio su "....ma dimmi dov'è l'amore..." mentre due figlie si scannavano come i palestinesi e gli israeliani e sul pranzo da preparare facevamo tutti orecchie da mercante. Non so Katerpillar ma, per come sono fatto io mi viene di pensare che se il problema ossia: "Pensare di cambiare il mondo ..." fosse solo ed esclusivamente di natura politica allora mi butterei a pesce nella mischia e, probabilmente accetterei quiella sfida con me stesso per fare fino in fondo qualcosa in cui credo perchè, è bello fare le cose in cui si crede in quanto fa sentire più protagonisti della propria vita e meno preda di tutto quello che ci circonda e sopratutto, in molti casi, meno fìuorviati dall'ambiente che ci dice sempre cosa fare. Ma possibile che non siamo in grado di lasciare per un attimo quelle che sono le nostre convinzioni che ci "distinguono dall'altro", per muovere la nostra esistenza verso uno scopo come quello di migliorare il mondo, motivo per cui dovremmo godere per il solo fatto che chi amiamo e ci sopravviverà avrà una piccola possibilità in più, rispetto a noi, di fare qualcosa di utile e bello? Può la destra, la sinistra, l'euro e quant'altro abbattere un sogno del genere e rendere quindi l'individuo impotente davcanti alla situazione? Sono convinto che non è uin problema Prodiano o Berluschese perchè se così fosse dall'altra parte dell'Oceano un certo Bush -e tanti prima di lui- sta, utilizzando le stesse dinamiche rapportate naturalmente alla forza del Paese, stravolgendo il mondo intero ma, nessuno nonostante il disagio sociale crescente riesce ad organizzarsi per fermare questi dittatori travestiti da democratici e, allora il problema è dell'uomo che forse dentro è rotto, non funziona, è guasto, non sente dolore? Non so, mi rimetto ai successivi post tuttavia se pensare di cambiare il mondo non è correlato al nostro cambiare dentro allora non c'è nulla di nuovo se non la rivoluzione, il sangue, la violenza e siamo tornati al punto di partenza. Ciao. |