ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
|
Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
15-05-2007, 14.51.05 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
Il film di Olmi mi è piaciuto, vederlo era un dovere sia perchè porta la stessa firma de "L'albero degli zoccoli" e de "Il mestiere delle armi", due ottimi film, sia perchè è stato girato proprio nel mio paese, S.Benedetto Po.
L'idea della sceneggiatura è ottima, argomento adatto ad Olmi che dimostra un grande attaccamento alla semplicità della vita, offre moltissimi spunti di riflessione. Ad esempio: "Se la via di fuga fosse solo la follia?"... Se devo essere sincero proprio a partire da questa frase è cresciuto un mio personale dubbio, infatti le zone rappresentate non sono "fuori dal mondo (globalizzato)" solo in senso spaziale, ma anche in senso temporale, infatti le scene del film rappresentano una realtà che oggi non esiste di certo più in queste zone, una situazione che forse persisteva durante l'infanzia dei miei genitori, di certo non ora. Ovviamente non credo che l'autore meticoloso del "Mestiere delle armi" abbia avuto una svista così grossolana. Olmi sa benissimo come quel paesaggio idilliaco in realtà non esista, anche per questo richiama la follia, nella frase prima citata, nella ragazza che porta il pane ("ma tànt l'è màta!"), nell' "innocente" che dipinge quadri Naif, o comunque simbolisti, molto vicini al tema della follia ed è lo stesso motivo per cui il nostro Prof. di filosofia non tornerà più in mezzo agli accamapati, quel luogo non esiste. Ovvero Olmi non crede fino in fondo alla via della fuga, la brama, certamente, ma è consapevole che non così si ripensa in modo critico il libro(la cultura), perchè in fondo il tema di base è questo, una forte critica all'Ipse Dixit, non alla cultura in sè, come l'On.Diliberto ha frettolosamente affermato. Un applauso finale meritato per l'ultimo film di un maestro |
15-05-2007, 21.54.01 | #5 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
Per S.B
Citazione:
katerpillar Caro S.B. Pur avendo apprezzato ambedue il film di Olmi "Cento chiodi", ne abbiamo fatto una disamina completamente differente. A tale motivo affermo che Olmi non si è sbagliato a scegliere un paesaggio che, come affermi tu, non esiste più da almeno cinquanta anni; ma, secondo il mio punto di vista, ha fatto trovare al protagonista il paesaggio che rappresentava le sue deduzioni sulla cultura e lo stato d'animo che ne era derivato. Lo stesso, aveva compreso che l'uomo possedeva un grande patrimonio che man mano aveva perso strada facendo, complice la cultura sopratutto religiosa. Lui si è voluto riappropriare di quel patrimonio rappresentato dalla vita a dimensione d'uomo, con i suoi lenti cicli, le distanze incolmabili (abbandona la sua vettura sull'autostrada e va a piedi), e le fatiche necessarie per vivere la vita (aiuta manualmente a sitemare la sua nuova casa). Nella pratica, con tutto quel contorno di semplice umanità, Olmi vuole sottolineare quanto sia semplice famigliarizzare con i nostri simili, quando si vive in quelle condizioni e a gomito a gomito. La ragazza che gli porta il pane e la pizza calda appena sfornata, i paesani che l'aiutano a ricostruire il suo riparo senza chiedere nulla in cambio, accettandolo tra loro senza fare domande. Alla fine il protagonista non torna? E' vero, ma, secondo la mia interpretazione, perché si rende conto che quella realtà che lui aveva cercato e trovato, stava scomparendo sotto la violenza delle ruspe che dovevano costruire il porticciolo sul fiume proprio in quell'angolo di mondo dimenticato da tutti. Emblematici, in tal senso, per la imminente scomparsa di quegli ultimi sopravvisuti, sono i loro comportamenti (storditi) e i loro dialoghi inconcludenti...No! non credo che vi entri in qualche modo il racconto sulla follia, ma piuttosto il racconto della vita a dimensione di uomo che non esiste più, perché la cultura invece di portargli delle migliorie, l'ha distrutta senza rendersene conto. SILENZIO SI GIRA. CIAK. AZIONE. Ultima modifica di katerpillar : 16-05-2007 alle ore 20.52.23. |
|
16-05-2007, 15.04.05 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
Citazione:
Ti sembrerà strano ma sono abbastanza d'accordo anche con la tua interpretazione, secondo me gli spunti sono veramente moltissimi, quindi anche le conclusioni possono essere diverse in fondo, o comunque due diverse interpretazioni si possono completare. Anche io vedo questa ricerca del patrimonio perduto, un patrimonio prettamente umano e che quindi va ricercato nella vita e nelle persone più semplici, ovviamente il fatto che il protagonista insegni filosofia delle religioni e che sia stato allievo di un ecclesiastico è un riferimento preciso alle colpe della Chiesa, ma non solo. Un solo appunto alla tua frase che ho citato, il protagonista, a mio avviso, non si accorge che quel paesaggio stava scomparendo, è cosciente che è già scomparso e forse irrecuperabile. Dalla fuga in poi il film sembra diventare quasi un'impressione onirica, complice la stupenda fotografia, che rivaluta un paesaggio veramente maltrattato, per questo io insisto sul tema della follia e dell'inconsistenza della fuga: La follia è vista sia come ritorno alle origini, al primitivo, la ragazza che ha ancora i comportamenti tipici di una bambina, il pittore Naif, lo stesso Prof. che si chiede "se la follia sia la fuga"... ma proprio per questo risulta in fine impossibile, quello è sogno non esiste... ... hai ancora in mente la scena dei omotociclisti che passano in mezzo ai bagnanti? Passando li ignoravano del tutto, eppure erano attorno a loro, la prima reazione che ho avuto è stata "questo è un gesto sgarbato", passare in moto in mezzo a un gruppo di persone!!... Ma, quell'indifferenza, la sabbia sollevata che copre il gruppo, li rende invisibili... poi ho capito, in realtà non esistono più, l'unica cosa concreta sono le moto, mezzo moderno che copre il passato. Queste nostre due valutazioni se pur differenti non mi sembrano in contrasto, non trovi? Scusa se parlo tanto ma mi piace rielaborare i film che ho appena visto. |
|
17-05-2007, 21.51.43 | #7 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
per S.B.
Citazione:
katerpillar, Condivido S.B, ma ad essere sincero mi sento più nella mia, forse perché non ho visto intenzioni, neanche nascoste, di follia, per cui il voler ricercare il modo di vivere a dimensione d'uomo l'ho trovato più aderente alla realtà proposta da Olmi. Il prof. è stato invitato ad andare alla stazione di polizia per l'identificazione, poiché era stato riconosciuto dopo che hanno trovato la giacca nel fiume con i documenti; non è più tornato nel suo ambiente, pertanto quello che potrebbe averlo giustificato era proprio la distruzione di quel "sogno ritrovato". Come per dire: non possiamo più vivere nemmeno dove e come vogliamo, pur non dando fastidio a nessuno. Non ci crederai, ma io una situazione del genere l'ho vissuta ai tempi di Cernobyl, quando ci invitarono a non mangiare verdure a foglia larga. A quel punto mi sono sentito prigioniero della stupidità dell'uomo, poiché non avevo più la libertà, se avessi voluto, di andarmi a rifugiare sopra una montagna lontano da quella che, comunemente, chiamiamo civiltà, perché tanto la radioattività mi avrebbe raggiunto anche lì. Un saluto e alla prossima proiezione, purché valga la pena di farci parlare. Giancarlo. |
|
20-05-2007, 17.54.35 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-04-2006
Messaggi: 163
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
appena tornata dal cinema...
il film mi è piaciuto molto. mi ha anche commossa in più punti. quando il professore racconta la parabola del figliol prodigo, quando versa il vino per tutti e racconta il primo miracolo di gesù. a livello razionale le scene migliori sono la prima, l'immagine dei libri inchiodati (crocefissi), e il dialogo con il poliziotto, quando il professore confessa la propria responsabilità ma non la propria colpa, quando confessa di aver fatto parte di un gruppo eversivo (il corpo docente) ecc. mi ha colpita anche il dialogo con il monsignore. il professore in galera che vuole chiedere conto a dio nel giorno del giudizio universale del male nel mondo. meraviglioso. un atto di accusa durissimo e onesto e sincero. e l'umanità anche di questo atto d'accusa: il professore che tocca il monsignore chino sui suoi libri, compassione per quell'uomo arido, ma il monsignore, fedele alla sua aridità, non vuole essere toccato. sullo sfondo il fiume. quanti significato può avere il fiume? panta rei... ma mi viene in mente anche il battesimo. nessuno tocca l'acqua però... perché, azzardo, non ci sono colpe da lavare. drammatica riflessione sulla cultura, la nostra cultura. è vero che si fa continuamente un richiamo alla follia. il prof abbandona tutto dopo il gesto sconsiderato (per gli altri, ma invece considerato eccome). però nella follia il prof non abbandona il denaro e la sua carta di credito. è il mondo che va così. delle regole ci sono e se vuoi sopravvivere lo puoi fare, con dei compromessi però (compromesso = accomodamento fra opposte esigenze di parti in contrasto che comporta rinunce d’ambo le parti). e se il compromesso è da una parte tenere il denaro, dall'altra parte a cosa corrisponde? a niente, perché le ruspe sono impietose. l'unica scelta razionale da fare sarebbe stata gettarsi in quel fiume per rinnegare tutto. ma nel film la morte non compare... c'è lo scorrere del fiume. esiste o non esiste quelle realtà, quel paese, quelle persone? esiste o non esiste più il professore di cui si aspetta il ritorno come il messia? panta rei... scusate sono stata presa da un attacco di logorrea... un saluto |
20-05-2007, 23.01.13 | #9 | |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
Per senzanome
Citazione:
Io l'ho visto appena uscito e non mi ricordavo tanti particolari come te, in ogni modo valutando tutto il contesto, non ho avuto l'impressione che il regista ci volesse parlare del "problema follia", ma di un mondo perduto anche grazie alla cultura, come affermato da S.B. In ogni caso complimenti a te....senzanome e a tutti gli altri interventi, poiché abbiamo dimostrato di avere una certa sensibilità, tanto......da cambiare professione. Io mi aspetto altre recensioni. Un grande saluto. Giancarlo. |
|
22-05-2007, 02.22.17 | #10 |
Ogni tanto siate gentili.
Data registrazione: 14-03-2007
Messaggi: 665
|
Riferimento: Cinema. La critica è scomparsa: facciamola noi
CIAK si gira.
Ieri sono andato a vedere "L'INFILTRATO", film americano. Ho trovato buona la regia, la fotografia, con degli attori ottimi, ma non mi ha entusiasmato il soggetto, anche se si tratta di un racconto preso da una storia vera del 2001, di un infiltrato, ma potremmo affermare più di un "venduto", poiché si trattava di un funzionario che si è venduto ai Russi. Debbo affermare che ho visto di molto peggio ***tre stellette. |