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19-07-2005, 20.47.13 | #52 |
Angelo al contrario
Data registrazione: 18-04-2004
Messaggi: 115
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Sì. Un tempo i trovatori se ne andavano in giro a dileziare gentil donzelle e baldi cavalieri. Ora poesia e musica si sono distaccate prendendo strade diverse ma sotto sotto ancora intrecciate. Cito Fabrizio De Andrè, uno dei migliori cantautori-poeti che abbiamo mai avuto in Italia.
Di Pascoli non ho mai letto moltissimo. Ho solo i Canti di Castelvecchio. (Mai letto!) Credo che rimedierò alla lacuna. |
25-08-2005, 00.45.48 | #53 |
Ospite
Data registrazione: 23-08-2005
Messaggi: 8
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Per me la poesia, come la musica e come le opere d'arte crea incantamento, diventa un elemento unificante, di congiunzione di tutto ciò che vibra, apre la facoltà di vibrare e consuonare con la natura ed io credo che, pur con la differente sensiiblità di ciascuno, diventi strumento di spirito universale.
Penso agli antichi rituali e vedo la poesia nascere con il canto, con il ritmo, come momento collettivo, e quindi connesso anche alla danza. La poesia si differenzia dalla prosa perchè è una sorta di recinto sacro, di spazio chiuso dove gli elementi si articolano e ritornano, dove vi è simmetria, armonia oppure asimmetria e disarmonia che si ricompongono in altra simmetria, alla Goethe. Anche se è scritta dal poeta per descrivere un proprio stato d'animo è evocativa come un rituale, crea risonanza nella mente e nella coscienza, come nel sogno... penso poeti simbolisti. |
14-09-2005, 12.28.44 | #54 |
Ospite
Data registrazione: 14-09-2005
Messaggi: 0
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Messaggio originale inviato da Fragola
"Domanda: che cosa rende un testo degno di essere chiamato poesia? " E' la capacità evocativa del testo a qualificarlo come poesia. E' la capacità di generare ricordi. Lascia pascolare i ricordi, lasciali brucare l'erba del vago, dell'indefinito: immaginazione e sogno fanno l'amore con calendari e clessidre, freddi strumenti per misurare il tempo, e generano il levigato e sfuggente ricordo, l'avvolgente ed effimero abbraccio di una realtà che ti lega a doppio filo al mondo. Fai correre i ricordi e sorridi al loro venirti incontro. Sorriderai a te stessa perchè la memoria non è altro che te. La memoria è il dispiegarsi della tua anima alle domande dell'esterno. Una parola sentita, un'immagine intravista, un suono percepito all'improvviso sono le porte del presente che tu apri al passato: sono il tuo adesso che ti collega, per un'inspiegabile magia, al tuo allora. Sei tu che riscopri te stessa in modi del tutto imprevisti e con risultati del tutto diversi ogni volta che apri la porta. Lo diceva anche il buon Platone, la conoscenza e, a maggior ragione, la conoscenza di sè stessi non è altro che il dolce frutto della memoria. Quando la poesia si lega allamemoria è vera poesia |