Riflessioni sul Senso della Vita
di Ivo Nardi
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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Zahoor Ahmad Zargar
Aprile 2011
Zahoor Ahmad Zargar, nato a Srinagar, nel Kashmir, vive a Savona da circa vent'anni. In Kashmir dopo la laurea ha collaborato attivamente con diverse Associazioni Culturali e periodici; in Italia si è inserito nel mondo letterario e culturale della città ottenendo, insieme al favore del pubblico, diversi premi e riconoscimenti. Membro fondatore e sostenitore dell'Associazione Culturale "Zacem", è stato fondatore e presidente del Centro Culturale Islamico Savonese e della Liguria; è presidente della Comunità dei musulmani della Liguria.
Ha pubblicato in collaborazione con la moglie Renata Rusca Zargar: Paura dell'Islam, dal passato al presente, casa editrice Caravaggio, 2008, Storie dell'India, casa editrice Progetto Cultura, 2007, L'Islam possibile in Italia, casa editrice Bastogi, 2005.
1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
La felicità è un sentimento che risiede nel cuore di ogni individuo ed è proprio della natura umana la ricerca della felicità. Forse, è una delle cose più importanti nella vita ma, nonostante il notevole progresso delle scienze e della tecnologia, gli scienziati non sono riusciti a decifrarne molto. La felicità è caratterizzata da serenità, tranquillità, un senso di benessere e un atteggiamento rilassato; è il risultato di un comportamento corretto sia verso l’interno che verso l'esterno. Ogni persona immagina e descrive la felicità a modo suo e penso che sia uno degli obiettivi più sfuggenti. Purtroppo, però, incontriamo venditori di felicità ad ogni angolo della terra e mi sorge la domanda: davvero la felicità potrà essere acquistata? Forse, uno dei numerosi motivi per cui abbiamo così tanti problemi per il raggiungimento della felicità è che non abbiamo le idee chiare di cosa sia la felicità nella vita. Come credente, vorrei citare una storia islamica, un detto del Profeta (pace su di Lui) e un versetto del Corano.
"Oh, grande saggio, Nasrudin,” disse una volta uno studente ansioso "devo farti una domanda molto importante, e vorrei la risposta a cui tutti noi aspiriamo: Qual è il segreto per ottenere la felicità?” Nasrudin pensò un momento, poi rispose: "Il segreto della felicità è il buon senso.” "Ah,” richiese lo studente "ma come facciamo a raggiungere il buon senso?” "Attraverso l’esperienza.” rispose Nasrudin. "Sì, “ aggiunse ancora lo studente "ma come possiamo raggiungere l’esperienza?” “ Agendo e sbagliando, anche.” fu la conclusione del saggio.
Il Profeta Mohamed (psdl) ha dichiarato: “Il vero arricchimento non passa attraverso possedere molta ricchezza, ma il vero arricchimento è l’arricchimento dell’anima.” (Sahih al-Bukhari).
“Daremo una vita eccellente a chiunque, maschio o femmina, sia credente e compia il bene. Compenseremo quelli che sono stati costanti in ragione della loro azioni migliori.” (Corano, Sura 16, v. 97)
2) Cos’è per lei l’amore?
L’amore è un sentimento vago (ardente) che non riconosce confine e scavalca ogni ostacolo senza timore o rimorso. Il famoso poeta indiano Galib ha scritto in una sua poesia che “l’amore è un rogo che volendo non si incendia e spegnendo non si spegne”. Il significato di amore cambia con ogni rapporto e da quello dipende la profondità, la versatilità e la complessità. L'amore è disinteressato, dando più di quanto prende, è incondizionato e libero da ogni circostanza. Il glorioso Corano menziona la parola 'amore' in molti versi. Nell’Islam, infatti, l’amore gioca un ruolo essenziale in materia di etica, mistica, teologia e perfino filosofia. Per disegnare un quadro islamico del mondo, compresa la storia della creazione dell'universo e dell'umanità e quindi di Dio, l’umanità ha sempre bisogno di invocare la nozione di amore. Dio ha creato il mondo per amore. Il Dio è amore e amore è Dio.
3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
Tutti noi ci domandiamo perché il dolore e la sofferenza siano presenti nel mondo: malattia, vecchiaia, morte, tempeste, terremoti, inondazioni, carestie, stupri, omicidi, guerre… una lunga lista di sofferenze umane.
Ma tutti noi sappiamo che questa non è l'intera storia: dobbiamo anche vedere la bellezza, la salute, la prosperità, la vita, la nascita, la saggezza, l'intelligenza, la crescita e il progresso. E anche la bontà tra le persone, la sincerità, la carità, l'amore e la pietà.
Nell'Islam, il dolore non dovrebbe essere invitato, infatti, sono descritte tutte le misure da adottare per prevenirlo. Il concetto di purificazione spirituale con l'umiliazione del corpo attraverso il dolore, la sporcizia o la negligenza del benessere fisico è estraneo all'Islam. Infatti, il Profeta (psdl) insegna: "In verità il tuo corpo ha un diritto su di voi".
Ma se il dolore è inevitabile, allora la sua sopportazione sarà ricompensata da Dio. La pazienza ha un valore molto elevato, considerando che il Profeta (psdl) dice: “Cercate un trattamento (per la malattia)”, ma dice anche: “Per Colui che tiene la mia anima: se i fedeli soffrono dolore o malattia, Dio perdona uno a uno i loro peccati, come un albero perde le foglie.” (Bukhari)
Quando la fede è viva, è la risorsa principale per il superamento delle avversità e può offrire un sostegno immediato. Il dolore non è una punizione per l’umanità, perché se Allah punisse davvero gli uomini per ciò che si meritano, non lascerebbe alcun essere vivente sulla terra! Ma Egli li rinvia fino ad un termine stabilito. Poi, giungerà il termine loro. “(sapranno che) Allah osserva attentamente i sui servi.”(Corano, Sura 35, v. 45)
4) Cos’è per lei la morte?
La morte è semplicemente uno stato di transizione da un mondo all'altro come la nascita, un evento obbligatorio tra la vita prima della morte e la vita dopo la morte. Quindi, se integriamo l’aspetto scientifico con la descrizione, la definizione di morte per un musulmano sarebbe la scomparsa assoluta delle funzioni biologiche per il periodo di tempo tra le due vite: una prima e una dopo la morte.
L’imam Malik Ibn Anas vide l'Angelo della Morte nel sonno e gli chiese: "Quanto mi resta da vivere?" L'Angelo indicò le sue cinque dita. Poi l'imam gli chiese: "Vuoi dire 5 anni, 5 mesi, o 5 giorni?” Prima di poter avere una risposta, l’imam si svegliò. Allora andò da qualcuno che interpretava i sogni. E l'uomo gli disse: "Imam Malik, quando l'Angelo indicò le sue cinque dita, non voleva dire 5 anni o mesi o giorni, ma l'Angelo ha indicato che la tua domanda, quanto mi resta da vivere, è tra le cinque materie che solo Allah conosce, e ha recitato il seguente versetto del Corano: < In verità la scienza dell’Ora è presso Allah, Colui che fa scendere la pioggia e conosce che cosa c’è negli uteri. Nessuno conosce ciò che guadagnerà domani e nessuno conosce la terra in cui morirà. In verità Allah è il sapiente, il ben informato. >” (Corano, Sura 13, v.34)
5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
La vita ci offre ampie occasioni di realizzare i nostri sogni. Per farlo, dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio le nostre capacità e di avere il coraggio di andare fuori dei sentieri marcati, di creare radicalmente nuove idee e nuovi percorsi che ci portano a contribuire a una visione più ampia del domani, sia per noi che per il mondo intero.
"Vedi le cose e dici: «Perché?» Ma io sogno cose che non sono mai esistite e dico: «Perché no?»." (George Bernard Show)
6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
Shakespeare dice: "La vita è un palcoscenico e ognuno è un attore che interpreta il suo ruolo e si allontana”. Allora perché non dovremmo giocare il nostro ruolo nella maniera migliore anche se il vero scopo della nostra vita sembra nascosto? La consapevolezza spirituale è un processo che aiuta a possedere l’auto-introduzione a se stessi, a sapere ciò che si è e ciò che realmente si dovrebbe essere. Il nostro obiettivo finale è l'amore per Dio, in altre parole è amare il prossimo.
7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
“O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato.” (Corano, Sura 49, v.13)
Forse, una volta, la povertà teneva unite le persone. Il benessere odierno rende gli individui più indipendenti e quindi soli.
8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?
Bene e male non sono miti, ma realtà ben comprese da tutti. Il senso del bene e del male è istintivo nella natura stessa dell'uomo. Quindi, secondo la tradizione islamica, il bene è ben noto e il male deve essere sconosciuto; vale a dire, il bene è conosciuto per essere desiderabile e il male non deve essere lodato in alcun modo. Noi impariamo i valori importanti dalla famiglia e dalla società, poi, però, perfezioniamo la nostra idea e possiamo scegliere. L’amore per le creature di Dio può aiutarci a scegliere sempre il bene (o almeno a provare a farlo, qualche volta senza riuscirci).
9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?
Quando ero piccolo, avevo tante domande che riguardavano la religione, ma le risposte ottenute dai miei interlocutori non mi soddisfacevano. Perciò ritenevo responsabile la religione per tutto il male che trovavo attorno: l’ineguaglianza sociale, le ingiustizie, la discriminazione tra i sessi ecc. Piano piano ho capito che il vero male che vedevo attorno non era a causa della religione ma dei pastori che avevano assoluta autorità sui credenti e che giravano la frittata come volevano. Così ho cresciuto antipatia verso la classe alta dei religiosi, che fino ad ora non sono riuscito a eliminare. Ma, grazie a Dio, il mondo sta cambiando radicalmente: internet e la televisione hanno aperto finestre sul mondo. Spero che la religione abbia un grande ruolo in futuro, soprattutto in favore della pace e della giustizia per tutti gli esseri umani.
10) Qual è per lei il senso della vita?
Si capita in questo mondo non per scelta, e si deve tenere in testa che bisogna cercare di migliorare e lasciare qualcosa di meglio per gli altri.
Quando noi serviamo gli altri, prima di tutto la nostra famiglia, poi aiutiamo i bisognosi, difendiamo gli oppressi, parliamo contro l'ingiustizia, noi facciamo tutto questo per amore e gratitudine ad Allah. L'Islam ci insegna a coltivare e nutrire uno spazio interiore, uno stato di calma e serenità del cuore, così che siamo in grado di affrontare tutti i problemi della vita.
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