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13-10-2005, 23.17.32 | #2 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-09-2005
Messaggi: 83
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Olocausto e revisionismo: 33 domande e risposte.
Ciò che avreste (forse) sempre desiderato sapere, ma che i media concordemente tacciono. www.vho.org/aaargh/ital/33domande.html |
19-10-2005, 15.21.49 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-09-2005
Messaggi: 83
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Dopo la mia introduzione, tento di mostrarvi come la politica ebraica nazista, non prevedeva alcun ordine di sterminio.
Iniziamo col dire che, secondo la storiografia ufficiale, l'ordine di sterminio venne impartito nel gennaio del 42' nella conferenza di Wannsee. Ovviamente esiste una relazione di questa conferenza, ma di traccie di ordini per l'eliminazione degli ebrei non ce ne sono, anzi, tutto il contenuto del documento avvolara le tesi revisioniste. Ebbene, quali sono le tesi revisioniste in tal senso? Da ordini scritti (che più avanti documenterò) si evince che la parole "soluzione finale" hanno ben altro significato. Prima della guerra, il nazismo si mobilitò per la creazione di uno stato di Israele, cioè per cacciare furi dall'Europa gli ebrei. Questa politica venne pure messa in pratica, si contano che negli anni antecedenti alla guerra emigrarono (grazie allo stato nazista) circa 200 mila ebrei verso i territori palestinesi. Poi, come detto, arrivò la guerra e gli spostamenti di grandi masse umane al di fuori dei territori del Reich divennero proibitivi. Perciò venne presa una "soluzione di ripiego", cioè quella di far immigrare (initule dire che l'immigrazione fu forzata, quindi si parla di deportazione) tutti gli ebrei in un territorio circoscritto (i territori dell'est) per poi una volta finita la guerra, passare alla "soluzione finale". La "soluzione finale" è l'emigrazione di tutti gli ebrei in Madagascar, una volta terminata la guerra. Tratto da "Il mito dello sterminio ebraico" di Carlo Mattogno Una nota del Ministero degli Esteri del 19 marzo 1938 auspicava la liquidazione dell'accordo perché, come si legge al punto 3, la Germania non era interessata a promuovere l'emigrazione degli ebrei ricchi coi loro capitali, ma esisteva piuttosto un interesse tedesco "ad una emigrazione in massa degli ebrei" (an einer jüdischen Massenauswanderung) Il 24 gennaio 1939 Göring promulgò un decreto che sanciva l'istituzione di una "Reichszentrale für jüdische Auswanderung" (Centrale del Reich per l'emigrazione ebraica). Göring riassumeva anzitutto lapidariamente il principio ispiratore della politica nazionalsocialista: "L'emigrazione degli ebrei dalla Germania deve essere promossa con ogni mezzo" (Die Auswanderung der Juden aus Deutschland ist mit allen Mitteln zu fördern). Una relazione del Ministero degli Esteri del 25 genriaio 1939, intitolata Die Judenfrage als Faktor der Aussenpolitik im Jahre 1938 (La questione ebraica come fattore della politica estera nell'anno 1938) ribadiva inequivocabilmente il principio ispiratore della politica nazionalsocialista nei confronti degli ebrei: "Lo scopo finale della politica ebraica tedesca è l'emigrazione di tutti gli ebrei che vivono nel territoriq del Reich" (Das letzte Ziel der deutschen Judenpolitik ist die Auswanderung aller im Reichsgebiet lebenden Juden) (17). Tale relazione propugnava "una soluzione radicale della questione ebraica mediante emigrazione -- come già da anni qui viene perseguita" (eine radikale Lösung der Judenfrage durch die Auswanderung -- wie sie hier schon seit Jahren verfoIgt wird), secondo il commento dell'SS-Obersturmbannführer Ehrlinger dell'Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (18). Anche Himmler era favorevole ad una emigrazione ebraica in massa, come risulta dalla nota "Einige Gedanken über die Behandlung der Fremdvölkischen im Osten" (Alcuni pensieri sul trattamento degli appartenenti a razze straniere in Oriente) del maggio 1940, nella quale scrisse: "Io spero di veder scomparire completamente la parola ebrei mediante la possibilità di una grande emigrazione di tutti gli ebrei in Africa oppure in una colonia" (30). Nella stessa nota egli respingeva "il metodo bolscevico dello sterminio fisico di un popolo per intima convinzione come non germanico e impossibile" (die bolschewistische Methode der physischen Ausrottung: eines Volkes aus innerer Überzeugung als ungermanisch und unmöglich) (31). L'emigrazione legale era divenuta quasi impossibile: tuttavia, soprattutto dall'Austria, un esile filo di emigranti continuava a defluire, i quali, attraverso l'Italia, si dirigevano verso i paesi d'oltremare. Qualche convoglio clandestino, formato coll'aiuto di Eichmann, tentò di discendere il Danubio su barche, mirando alla Palestina: ma il governo britannico rifiutò di lasciar entrare nel Focolare nazionale ebraico questi viaggiatori sprovvisti di visto. Il 12 luglio, di ritorno da Berlino dove era stato,ricevuto da Hitler, il governatore della Polonia Hans Frank pronunciò un discorso in cui dichiarò: "Dal punto di vista della politica generale, vorrei aggiungere che si è deciso di trasportare il più presto possibile dopo la conclusione della pace tutta la genia ebraica del Reich tedesco, del Governatorato generale e del Protettorato in una colonia africana o americana. Si pensa al Madagascar, che a tal fine deve essere ceduto dalla Francia" (34). Nell'ottobre 1940 Alfred Rosenberg scrisse un articolo intitolato "Juden auf Madagascar" (Gli ebrei nel Madagascar) in cui auspicava la creazione di una riserva ebraica nell'isola. Ciò era dovuto al fatto che i tedeschi in quel periodo erano in con-tatto col governo di Vichy in relazione al progetto Madagascar. "Era dunque' naturale che Hitler rinviasse a più tardi l'informazione pubblica sul progetto in questione. Nel suo discorso del 30 gennaio 1941 (anniversario della presa del potere) egli si accontentò di proclamare che "il giudaismo avrà cessato di svolgere il suo ruolo in Europa", il che concorda parimenti col piano Madagascar" (38). Il paragrafo "Finanziamento" della nota "Progetto Madagascar" si apre con le seguenti parole: "L'attuazione della soluzicne finale (Endlösung) proposta richiede rilevanti mezzi" (45). Come vedremo tra breve, alla "soluzione finale" mediante trasferimento degli ebrei europei nel Madagascar subentrò la "soluzione finale territoriale" mediante deportazione degli ebrei europei nei territori orientali occupati dai tedeschi. In una nota datata 14 dicembre 1942 e intitolata "Finanzimento delle misure in vista della soluzione della questione ebraica", il consigliere ministeriale Maedel confermava: "Già qualche tempo fa il Maresciallo del Reich ha incaricato il Reichsführer SS e Capo della Polizia tedesca di preparare le misure atte ad assicurare la soluzione finale della questione ebraica in Europa. Il Reichsführer SS ha incaricato il Capo della Polizia di Sicurezza e del S.D. dell'esecuzione di questo compito. Questi ha innanzitutto accelerato per mezzo di misure speciali l'emigrazione legale degli ebrei verso i paesi d'oltremare. Quando la guerra rese impossibile l'emigrazione oltremare, egli ha preparato lo sgombero progressivo del territorio del Reich dai suoi ebrei mediante la loro evacuzione verso l'Est" (55). Alcuni mesi prima, il 7 marzo 1942, Goebbels aveva annotato sul suo diario: "La questione ebraica dev'essere risolta su scala europea. In Europa ci sono ancora 11.000.000 di ebrei. Tanto, per cominciare, dovranno essere tutti confinati in Oriente; è possibile che dopo la guerra venga assegnata loro una isol a, per esempio Madagascar (Eventuell kann man ihnen nach dem Kriege eine Insel, etwa Madagaskar, zuweisen). Certo non vi sarà pace per l'Europa finché tutti gli ebrei, sino all'ultimo, non ne siano stati eliminati (ausgeschaItet)" (62). Ancora nel marzo 1943 Goebbels poteva rilevare sarcasticamente: "Quale sarà la soluzione del problema ebraico? Si creerà un giorno uno stato ebraico in qualche parte del mondo? Lo si saprà a suo tempo. Ma è interessante notare che i paesi la cui opinione pubblica si agita in favore degli Ebrei, rifiutano costantemente di accoglierli. Dicono che sono i pionieri della civiltà, che sono i geni della filosofia e della creazione artistica, ma quando si chiede loro di accettare questi geni, chiudono loro le frontiere -e dicono che non sanno che farsene. E' un caso unico nella storia questo rifiuto di accogliere in casa propria dei geni" (23). Per ora mi fermo qua. Il documento completo lo potrete trovare qua di seguito http://www.vho.org/aaargh/ital/archi...terminio1.html Faccio alcune brevi considerazioni: -si parla di "Soluzione Finale" a proposito del "Piano Madagascar"; -si parla di "Soluzione di ripiego" a proposito dell'evaquazione degli ebrei nei territori dell'est; -in alcuni passaggi "Soluzione Finale" è seguita dalla parola "territoriale": "Soluzione Finale Territoriale"; Ditemi voi da dove si può desumere che la "Soluzione Finale" era lo sterminio degli ebrei... |