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01-11-2005, 11.12.22 | #83 | |
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01-11-2005, 18.04.52 | #84 |
Ospite abituale
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Scusa klara se riscrivo in maniera un pò meno letterale la traduzione di cui ti ringrazio: ringrazio anche gli amici rodi e Van Lag per l'interessamento.
Chi vorrà correggere o precisare meglio il testo avrà la mia gratutudine. Chiedo inoltre lumi sui 100.000 dollari cui accenna polemicamente Green e sulla chiesa di cui si parla. "n.d.r." sono note mie tra parentesi. L'utilità di questo dibattito non è solo storiografica, ma interroga tutti perchè la bestia è in mezzo a noi, in noi: non è il razzismo esplicito dei giovanissimi neonazisti (numerosi specie nell'ex D.D.R.) che temo, ma quello che passa inosservato anche nell'ospitale Italia, quando percepiamo e trattiamo diversamente lo "straniero", il diverso da noi (... la dittatura della normalità cui accenna bside) Dedico a tutti questa riflessione di una strordinaria donna e giornalista indiana: Le bandiere sono pezzi di stoffa colorata che i governi usano prima per avvolgere il cervello della gente e poi come sudario per seppelire i morti. (Arundhati Roy) ------------------------------------------------------------------- Risposta di R. J. Green a Germar Rudolf - Dicembre1998 • 1988: F.Leuchter, negazionista pubblica il "Rapporto Leuchter" • 1990: L'Istituto per la Ricerca di Cracovia conduce uno studio preliminare trovando tracce di cianuro a Krema-II, non essendo al corrente di Rapporto Leuchter • 1993: Rudolf pubblica "Il Rapporto Germar Rudolf" • 1994: L'Istituto per la Ricerca di Cracovia pubblica i risultati dello studio da cui emerge la scoperta di tracce inequivocabili di cianuro nel bunker 11, Krema-I, II, III, IV e V. Si esaminano inoltre varie abitazioni e qui non furono rivenute tracce di cianuro . • 1997: Rudolf pubblica una nuova edizione de "Il Rapporto Rudolf" e molti altri lavori sul suo sito web. * La nuova relazione e' interessante perche' piu' o meno ammette che il suo lavoro precedente e' senza fondamento anche se evidenzia che i suoi critici dovrebbero ora porre attenzione a ogni sua successiva modificazione. Rudolf afferma che io (R. J. Green - n.d.r.) sono lontanissimo dall'aver compreso il funzionamento delle condotte d'aereazione. In merito avevo citato due fonti: "Michael Shirmer, editore di "Sceptic magazine" che nel suo libro "Perche' le persone credono in cose strane"(1997), pubblica un'analisi di foto fatte dal Dr.Nevin Bryant (Caltech/NASA/JPL) di Birkenau ripreso dall'alto, usando metodi mai applicati prima. Rudolf rifiuto' forse questi documenti, allorquando furono trovati, anni fa? Non mi sembra, visto che siamo solo nel 1998. Ho anche citato John Morris, "La sfida Ball. Dov'e' John Ball?", pubblicato nel 1997 da Nizkor. Non ha forse dimostrato, anni fa, Rudolf che John Ball ebbe il coraggio delle sue convinzioni riguardo alle condotte di imissione e che continuera' con la sua fraudolenta offerta di 100.000 dollari? Forse Rudolf tapperà la bocca di Ball, con i suoi soldi? ... o piuttosto Rudolf vuol far credere di aver saputo per anni che le affermazioni di John Ball erano errate? Questa sì che sarebbe un'affermazione in fin dei conti credibile. • Riguardo alla formazione del blu di Prussia, concordo che in condizioni adatte, l'acido cianidrico (HCN) puo' agire come agente di riduzione se il ferricianuro - Fe(CN)63 - e' gia' presente. • Non concordo invece col fatto che Rudolf abbia stabilito che queste condizioni erano presenti nelle camere a gas. Di particolare importanza e' il fatto che i muri erano lavati con l'acqua. Nei mio rapporto Leuchter, Rudolf e Iron Blues, spiego l'importanza di questo fatto. Rudolf dovrebbe rendersi conto di questa importanza visto che lui stesso cita M.A.Alich, D.T.Howarth, M.F.Johnson, J.Inorg.Nucl.Chem.1967, 29, pp.1637-1642. Il fattore pH e' questione altrettanto interessante se in effetti il CO2 respirato dalle vittime e' un acido anidro (composto organico derivato dalla rimozione delle particelle d'acqua da quel particolare acido - n.d.r.), oggetto della mia ricerca nel lavoro citato sopra. In effetti l'Istituto per la Ricerca Scientifica di Cracovia ha misurato il pH delle camere a gas ottenendo valori 6 e 7. Per ottenere il pH alcalino, Rudolf si basa sull'intonaco che non si può più trovare. Anche se un ambiente alcalino non e' sufficiente a provare il punto di vista di Rudolf, in verita' ammetterebbe la probabilita' della formazione del blu di Prussia. Rudolf ritiene che il pH e' basico grazie all'intonaco delle camere a gas. Al momento comunque non c'e' nessun segno di questo intonaco nelle rovine delle camere a gas. Rudolf deve prima dimostrare la presenza dell'intonaco nelle camere. Riuscendoci porrebbe un'altra questione: che fine ha fatto questo intonaco? Se Rudolf ritenesse che l'intonaco fu rimosso, le sue tesi in tal caso verrebbero demolite, visto che la maggior parte delle tracce di cianuro sarebbero state rimosse con l'intonaco stesso. Affermazioni riguardo alla chiesa erano pubblicate da "Ernst Gauss". Gauss e' un pseudonimo di Germar Rudolf - vedi Sarah Rembiszewski,La bugia finale: Negazione dell'Olocausto in Germania, A second-Generation Denier as a Test Case, Tel Aviv University Printshop, Tel Aviv,1996. Le persone oneste citano i propri lavori scritti sotto pseudonimo senza esplicitamente dichiarare che sono loro stessi gli autori? Noto che Rudolf riconosce implicitamente di esserne l'autore, menzionando questo lavoro.) La chiesa di Rudolf mostra un fenomeno chimico interessante, degno di approfondimento, ma l'elemento chiave fu messo in rilievo da "Gauss" stesso : specialisti chiamati ad assistere non erano capaci di entrare nel merito di quest'effetto, dato che nulla di simile si riscontra nella letteratura scientifica. La comparsa delle macchie dentro la chiesa e' un evento reale, ma non rappresenta un fenomeno che si verifica ogni volta. Come "Gauss" nota, gli specialisti erano sorpresi. L'acido cianidrico (HCN) fu regolarmente usato nelle fumigazioni senza che questi effetti si verificassero.Riguardo all'intonaco delle pareti nelle camere a gas, il signor Rudolf potrebbe informare il mondo su dove si trovi ora questo intonaco. R.J.Green - Dicembre 1998 |
01-11-2005, 20.25.58 | #85 | |
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...si tratta della sfida lanciata da Ball offrendo 100 000 dollari : "per avere 3 esperti in fotografia concordanti sul: 1. 3d mappe non sono accurate copie delle fotografie aeree ,o 2. i segni (marcazioni?)delle fotografie aeree di Auschwitz non erano disegnate nel 25 agosto del 1944, come dimostrato nella evidenza di manomissione delle stesse. ciascun esperto deve provare con un rapporto una delle due" www.holocaust-history.org/auschwitz/john-ball/ ...ti mandero' la traduzione o un riassunto da revisionare via e-mail... Ciao,klara |
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01-11-2005, 20.34.32 | #86 |
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Questo primo articolo è dell'agosto dell'agosto del 1998.
"Some considerations about the ›Gas Chambers‹ of Auschwitz and Birkenau." www.vho.org/GB/c/GR/Green.html Ilsecondo è del agosto del 99'. "Character assassins" http://www.vho.org/GB/c/GR/CharacterAssassins.html Il terzo, invece è dell'ottobre 2003. "Dr. Richard Green's Evasions" www.vho.org/GB/c/GR/Evasions.html Germar Rudolf a scritto un libro con la partecipazione di Carlo Mattogno intitolato "Auschwitz Lies. Legends, Lies, Prejudices of Media and Scholars on the Holocaust" in cui si analizza il lavoro di molti studiosi olocaustici (Prof. G. Wellers, Prof. J. Markiewicz, Prof. J. Roth, Dr. R. Green, Prof. J. Zimmerman, and Prof. M. Shermer). Il rapporto Germar Rudolf non è un dogma, come sostiene oizirbaf quando parla di "teologia del revisionismo". Esistono, infatti, delle evoluzioni di questa Perizia che dimostrano spesso gli "esperti" anti-revisionisti ignorano, e spesso concentrano le loro critiche a degli argomenti già superati. Il dogma presuppone qualcosa che non può essere messo in discussione, se si usano argomentazioni scientifiche non vedo dove sta il "teologismo". "8. Evaluation of Chemical Analyses" www.vho.org/GB/Books/trr/8.html#8.4.6. Anche in quest'ultimo link troverete alcune delle repliche di G. Rudolf alle tesi di Green. Ecco una vera dimostrazione di religione dogmatica. Negli anni 70' la dichiarazione degli storici francesi è stata questa: "Non bisogna chiedersi come un tale assassinio in massa sia stato tecnicamente possibile. É stato tecnicamente possibile perché ha avuto luogo." "Non c'è, non puó esserci dibattito sull'esistenza delle camere a gas" Meno male che non tutta gli storici la pensa in questo modo. |
01-11-2005, 21.22.01 | #87 | ||
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... è per le parole succitate ( in pratica ... mettetela come volete, abbiamo in ogni caso ragione noi revisionisti!) che ribaltavo l'ironia revisionista circa una teologia dell'olocausto con una speculare teologia revisionista. E' chiara ora l'ironia, sine cura et studio? Citazione:
Oh sant'Orsola benedetta! Non eri tu che rispondevi a klara: "Non capisco poi questo fissazione sul Rapporto Leuchter, quando, come ho già detto, molti revisionisti giudicano che questa perizia, sia stata ampiamente superata dal Rapporto German Rudolf. ?E su questo che si dovrebbero concentrare le critiche." E noi ci siamo concentrati su quel rapporto, il secondo: ora, noi inesperti - io mi interesso per la prima volta al revisionismo, con grande apertura, senza conclusioni scontate - aspettiamo da te un sunto in italiano sull'ultimissimo rapporto Rudolf (... ma quanti ne cambia 'sto Rudolf?). ... mi raccomando l'ultimissimo: non è che dopo ci vieni a dire che stanotte ne ha scritto un'altro! Ciao e porta pazienza! |
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01-11-2005, 22.05.13 | #88 | |
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Scusa klara se "ti revisiono": ... sei un angelo: fai con calma mentre aspettiamo l'ultimissimissimo sunto della Perizia Rudolf-Mattongo, che gli anti-revisionisti ignorano. Grazie anche a te JSM! |
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01-11-2005, 22.15.41 | #89 |
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Irrompo nel 3d
E' un po' lungo ma mi sembra pregevole ed abbastanza esaustivo, nella sua analisi del fenomeno del revisionismo in merito all'olocausto e sul negazionismo.
Le prove del genocidio Il negazionismo si presta ad essere analizzato più come fenomeno retorico e come tecnica di manipolazione che come tentativo storiografico: mescolando cento particolari veri ma insignificanti cerca di decostruire il discorso degli storici, infiltrandosi nelle sviste e nelle lacune del materiale documentario. È vero, ad esempio, che i filmati sovietici ed anglo-americani sono frutto di un’esigenza propagandistica e che sono stati girati e montati con l’ausilio di comparse e di registi professionisti. Ma questo non ha alcun rapporto con la verità del genocidio. Significa soltanto che la propaganda bellica è una cosa seria e va realizzata da gente competente. La situazione ad Auschwitz al momento dell’ingresso delle truppe sovietiche è quella tragica che Primo Levi descrive nell’ultimo capitolo di Se questo è un uomo: i nazisti sono scappati portandosi via la maggior parte dei prigionieri, restano soltanto alcune centinaia di malati intrasportabili, molti dei quali moribondi. Il Lager conosce un improvviso disfacimento, non c’è più nulla che funzioni. Soltanto poche ombre derelitte trovano la forza di levarsi dalle brande per andare in giro, affondando i piedi nella neve ovunque imbrattata di escrementi, in cerca di qualcosa da mangiare. La maggior parte dei prigionieri si è asserragliata nelle baracche per difendersi dal freddo terribile e dalle malattie infettive. L’ingresso dei Russi non viene neanche notato: nessuna scena di giubilo saluta i liberatori, nessuno sventolio di bandiere. Di qui l’esigenza dei liberatori di girare dopo qualche giorno filmati “falsi” in cui invece l’ingresso in Lager viene incorniciato da una piccola folla festante. Ma ripeto: questo non prova in alcun modo che il genocidio non è accaduto. Vediamo adesso un altro particolare vero utilizzato dai negazionisti: nelle camere a gas di Auschwitz non sono rinvenibili tracce di acido cianidrico. È un dato del tutto insignificante. Le camere a gas in questione furono fatte saltare in aria dagli stessi nazisti poco prima di evacuare il campo, ed in qualche caso furono ricostruite a distanza di decenni ed adibite ad abitazione civile. Le analisi chimiche di Fred Leuchter ( che comunque non era un chimico ed era sponsorizzato da un editore canadese che aveva stampato testi negazionisti) furono perciò eseguite su campioni prelevati abusivamente da un cumulo di macerie che giaceva all’aperto da oltre trenta anni ed era infestato dalle erbacce, e da edifici che non avevano più nulla di originale, neanche la struttura portante. Ritenere che in quelle condizioni fosse possibile trovare tracce di acido cianidrico è semplicemente ridicolo. Dell’esistenza delle camere a gas e della veridicità dello sterminio, confermate tanto da prove documentarie “classiche” che da numerose testimonianze concordanti rilasciate dai sopravvissuti, si può essere certi oltre ogni ragionevole dubbio. Partiamo dai documenti cartacei: è un campo certamente irto di difficoltà, perché i documenti più compromettenti sono stati in parte distrutti dai nazisti, in parte prelevati dai sovietici nel 1948 e trasferiti negli inaccessibili archivi del KGB. Nelle poche carte disponibili il tentativo di ricostruzione dello storico si scontra con il linguaggio criptico della burocrazia nazista che, per ordine espresso di Hitler, evitava di riferirsi in modo aperto al genocidio e agli strumenti necessari a realizzarlo. Nonostante questa situazione, siamo ormai in grado di provare anche con documenti cartacei lo sterminio. Il merito è di Jean Claude Pressac che nel 1992 ha ottenuto il permesso di accedere al settore degli archivi del KGB dove erano custodite le carte provenienti da Auschwitz. Pressac ha studiato una parte di quell’archivio in un libro disponibile anche in traduzione italiana col titolo Le macchine dello sterminio ( Il mulino). Fra i documenti più interessanti scovati dallo storico francese c’è una lettera della ditta Topf & söhne , appaltatrice dei forni crematori, la quale informa la Bauleitung di aver richiesto alle ditte fornitrici dieci rivelatori di acido cianidrico ( lo Zyclon B!) per installarli in un leichenkeller. Letteralmente, leichenkeller significa obitorio e non camera a gas. Ma siamo con tutta evidenza davanti ad un esempio di linguaggio criptico, dal momento che un obitorio non ha bisogno di rilevatori di acido cianidrico. Si trattava certamente di una camera a gas e i rivelatori servivano per accertarsi che, dopo la gasazione, la ventilazione avesse eliminato ogni residuo di gas letale in modo che gli addetti alla manipolazione dei cadaveri potessero aprire le porte senza pericolo. Più significativi ancora sono alcuni documenti che portano la data del 1943, nei quali un burocrate stila una relazione sullo stato del Lager e chiama impudicamente, per disattenzione o insipienza, vergasungskeller (locale sotterraneo per la gasazione) il locale che nelle mappe era definito leichenkeller. Pressac dimostra inoltre in modo incontrovertibile che il presunto leichenkeller era dotato di finestre e porte a prova di gas, inspiegabili in un obitorio, ovvie in una camera a gas. Il linguaggio criptico era utilizzato non soltanto dalla burocrazia ma anche dai gerarchi nazisti. A questo riguardo disponiamo di un documento famoso che smaschera gli eufemismi e le cautele che si adottavano all’interno della dirigenza nazista ogni volta che si doveva fare riferimento al genocidio. Si tratta del verbale di un discorso che Himmler tenne nell’ ottobre del 1943 ad un uditorio composto esclusivamente da nazisti di rango: « Voglio qui parlarvi con tutta franchezza di un tema difficile. È un discorso che va affrontato apertamente una volta per tutte fra noi, e tuttavia non ne parleremo mai pubblicamente… Intendo parlare dell’evacuazione degli ebrei, dell’eliminazione del popolo ebraico[…]. Nei confronti del nostro popolo noi avevamo il dovere morale di uccidere questo popolo che voleva ucciderci» (miei i corsivi). L’abitudine al linguaggio criptico spinge Himmler ad adottare il solito eufemismo (evacuazione), ma si corregge subito perché davanti ad un uditorio di alti gerarchi nazisti la finzione è inutile, ed “evacuazione” si trasforma immediatamente in “eliminazione”. La chiosa successiva è poi inequivocabile: « noi avevamo il diritto di uccidere…». Veniamo ora alle testimonianze dei sopravvissuti e degli stessi nazisti. I negazionisti le considerano inattendibili e ne sottolineano le incongruenze. In effetti alcune testimonianze sono risultate palesemente false, frutto non si sa bene se di mitomania o del tentativo di intorbidare ulteriormente le acque. Gli storici comunque dispongono degli strumenti per individuarle e scartarle senza difficoltà. Tra tutte le testimonianze dei sopravvissuti rivestono una particolare rilevanza quelle degli ebrei dei Sonderkommandos dei campi di Sobibor e Treblinka, addetti alle camere a gas e ai crematori. Fuggiti dal Lager nel corso di due rivolte, questi ebrei hanno fornito resoconti completi ed attendibili di quanto essi stessi andavano compiendo per ordine dei nazisti. Tra le testimonianze rese dai nazisti, tre sono fra tutte fondamentali: quella di Rudolf Höß, comandante del campo di Auschwitz, che fu processato a Norimberga e giustiziato il 16 aprile 1947; quella di Franz Stangl, comandante dei campi di Sobibor e di Treblinka, processato in Germania e condannato all’ergastolo; e quella di Adolf Eichmann, processato in Israele e giustiziato l’ 1 giugno 1962. I negazionisti sostengono che queste tre testimonianze sarebbero state estorte con la forza e non possono dunque essere accolte come prove risolutive. Non c’è dubbio che i tre nazisti durante il processo abbiano subito delle pressioni psicologiche, ma nulla autorizza a credere che le loro confessioni siano state estorte con metodi staliniani. Höß prima dell’esecuzione dichiarò che al momento della cattura gli inglesi lo avevano picchiato selvaggiamente per indurlo a confessare. È una notizia che possiamo considerare attendibile, ma non inficia in alcun modo il valore della testimonianza del luciferino comandante di Auschwitz. Le confessioni rilasciate in quel primo, violento, interrogatorio furono infatti confermate tanto durante il processo di Norimberga quanto in un memoriale dettagliatissimo che scrisse durante la prigionia in Polonia, memoriale che nessuno gli aveva richiesto. Davanti al negazionismo, che nel mondo di cultura islamica è una tendenza storiografica che si avvia a diventare egemone, gli storici di maggior nome in linea di massima alzano le spalle e si occupano d’ altro. Nessuna delle pubblicazioni sul negazionismo che sono riuscito a reperire è stata scritta da uno specialista del nazismo o dell’Olocausto. Si tratta in genere di lavori volenterosi ed apprezzabili, come quello della giovanissima Valentina Pisanti, ma che falliscono il bersaglio perché non sono in grado di confrontarsi sul piano tecnico con i negazionisti. Le strampalate tesi di Mattogno riescono a crearsi un pubblico perché DA UN PUNTO DI VISTA TECNICO DELL’ OLOCAUSTO NON SI SA NULLA. E nel frattempo le università mantengono schiere di ricercatori che non ricercano niente… Il revisionismo intorno al nazismo da Ernst Nolte a Carlo Mattogno. (di Vincenzo Sciacca) Ultima modifica di VanLag : 01-11-2005 alle ore 22.17.24. |
01-11-2005, 22.23.47 | #90 |
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Più toccante questo stralcio dalle lettere di Hetty Hillesum dal campo di smistamento olandese da cui gli ebrei partivano per Auschwitz.
La sera prima avevo attraversato il campo. La gente si raggruppava fra le baracche sotto un cielo grigio carico di nuvole. “Guarda, è così che si fa capannello dopo un disastro, quando lo si commenta a ogni angolo di strada” osservò il mio compagno. “Ma è proprio questo che non si capisce”, sbottai io “ora è prima del disastro!”. Quando capita un incidente da qualche parte, un istinto naturale spinge l’uomo ad accorrere in aiuto e a salvare quanto può. Ma stanotte io aiuterò a vestire bambini piccoli e tenterò di calmare le madri e chiamo questo “aiutare”, potrei quasi maledirmi da sola: sappiamo bene che abbandoneremo le persone indifese e malate del campo alla fame, al caldo ed al freddo, alla vulnerabilità e alla distruzione, eppure le vestiamo noi stesse e le accompagnmo ai nudi carri bestiame, e se non sono in grado di camminare le portiamo sulle barelle. Che avviene qui, che misteri sono questi, in quale meccanismo funesto siamo impigliati? Non possiamo liquidare il problema dicendo che siamo tutti dei vili. E poi non siamo così cattivi. Ci troviamo di fronte a interrogativi più profondi. Di pomeriggio avevo fatto ancora un giro nella mia baracca d’ospedale, passando da un letto all’altro. Quali letti saranno vuoti domani? Le liste dei deportati sono divulgate all’ultimissimo momento, ma certuni sanno in anticipo di dover partire. Una ragazzina mi chiama. E’ seduta nel suo letto, diritta come una candela e con gli occhi spalancati. E’ una ragazzina dai polsi sottili e dal faccino magro e diafano. Eì parzialmente paralizzata, aveva appena ricominciato a camminare tra due infermiere, passo dopo passo. “Hai sentito? Devo partire!” sussurra “Come anche tu?” Ci guardiamo per un po’ senza riuscire a parlare. Il suo visino è svanito è solo occhi. Finalmente dice con una monotona vocina grigia: “che peccato è?”. D’un tratto la rigidità naturale del visino cede alle lacrime ed al grido: “Dover partire dall’Olanda è la cosa peggiore! Perché non siamo morti prima?”. Più tardi nella notte la rivedrò per l’ultima volta. E’ sbagliattissimo dire: - non è successo – bisognerebbe sempre dire: - perché è successo? – Perché un uomo può arrivare a non riconoscere più nell’uomo che ha di fronte – un altro da se stesso? – Quella è la domanda che dovremmo cullare nei nostri cuori aspettando che medichi, come un balsamo, il dolore per il male fatto….. il dolore per il male subito. |