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27-05-2008, 15.24.21 | #46 |
Ospite
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Riferimento: Medioevo. Età buia?
Salux[Sono perfettamente d'accordo Ilmedioevo non fini in Europa per tutti nel 1492. Nel Sud Italia ed in particolare in Sicilia fini con Federcio II/QUOTE][/quote]
Innanzitutto salve a tutti, sono un nuovo iscritto. Non mi trovi totalmente d'accordo, amico normannodelsud, sul fatto che il Puer Apuliae abbia davvero posto fine all'epoca Medievale al sud Italia. Il governo di un sovrano singolo non può cancellare i canoni di un'intera età grazie ai frutti di un governo illuminato - termine che peraltro non si sposa in toto con la linea politica dello Staufen, linea indubbiamente eccezionale ma da definire, più che illuminata, intelligente e diretta a toccare i cuori nevralgici degli obiettivi che Federico si prefissava -, ma soprattutto ragionando in luce del fatto che, per la massa popolare, per contadini e artigiani, la situazione non cambiò poi tanto. E' l'errore che si compie anche riguardo al Rinascimento: il Rinascimento cambia il mondo, rivoluziona il modo di pensare e l'uomo si apre alla grande eredità classica (ri)scoprendo i fasti dell'architettura, dell'arte e della filosofia. Ma il Rinascimento cambiò il mondo di chi? Quello dei contadini e degli artigiani? Sicuramente no; il Rinascimento fu più una svolta d'elite, se posso utilizzare quest'inusitato accostamento terminologico, di cui hanno potuto godere i membri della ristrettissima cerchia mecenatica Medicea o di qualche altra importante signoria; sicuramente non c'erano dotti che si premuravano di comunicare ad un lavoratore le idee dei nuovi testi aristotelici che promuovono verità finora ritenute inaccettabili, e anche se l'avesse conosciute, poco gliene sarebbe importato. Do' personalmente più spessore, in quanto cause di grandi cambiamenti epocali, ai grandi eventi che hanno travolto le masse popolari solitamente estranee alle grandi rivoluzioni intellettuali; la riforma protestante è stata una di queste, perchè andava a frantumare la base di uno dei più importanti pilastri su cui il Medioevo si è modellato, appunto la Chiesa, e fu un fenomeno che, seppur coinvolgendo un buon numero di nobili e aristocratici, fu diretto prevalentemente al popolo; la scoperta dell'America ha anch'essa contribuito alla distruzione delle grandi (in?)sicurezze medievali, ed era un evento che si prestava facilmente alle fantasie generali, ad essere fonte di leggende e scalpore anche tra le casupole e le osterie del popolo. La politica di un grande re, di un imperatore mondiale, quale fu quella di Federico II, assume la valenza di un qualcosa di straordinario ai nostri occhi, agli occhi di osservatori di 858 anni dopo, che guardano il suo governo non col senno della contemporaneità degli eventi, ma con la consapevolezza di contestualizzarlo in un'epoca più ampia, di cui abbiamo stabilito limiti, canoni e caratteristiche, e possiamo così immetterlo in un sistema che permette di valutarne pregi, difetti e innovazioni in parallelo con analoghe e contemporanee situazioni che magari imboccarono strade diverse rispetto a quella scelta dal grande Staufen. Tutte prerogative d'analisi di cui peccava un qualsiasi uomo del Medioevo, non certo per limite proprio ma per ovvia inadeguatezza temporale. Detto questo, esprimo la mia opinione sull'argomento centrale del topic, il Medioevo come epoca buia. Come molti di voi hanno già ineccepibilmente fatto presente, è ormai inutile portar dietro lo strascico della considerazione illuministica su tale periodo storico, questa come qualsiasi altra. Perchè, e questo l'ho pure già letto tra le vostre righe ma vorrei ribadirlo, è puramente infantile voler circoscrivere un'intera epoca storica in un aggettivo che la voglia dipingere con una data valenza, o con un determinato colore. Che questo periodo sia il Medioevo, come il regno Egiziano o l'Età Moderna, si tratta di un fenomeno troppo dilatato nel tempo per poter essere ristretto in soffocanti categorie morali e/o ideologiche. Il Medioevo ha avuto la sua violenta bestialità, al momento in cui durante gli assedi alle fortezze nella Guerra dei Cent'Anni, i mangani lanciavano teste mozzate di esseri umani invece che sassi; ma ha avuto impareggiabili cime di delicatezza e raffinatezza, grazie alle parole d'amore di Bernart de Ventadorn e all'ingegno di Jacopo da Lentini, che ci ha regalato il Sonetto. Federico II ha squarciato con un calcio speronato il fianco del comandante della resistenza saracena arroccata sui monti Sicani, in uno di quegli impeti di rabbia di cui era spesso vittima, ma è stato anche capace di stringere la mano al grande sultano Al Malik al Kamil, e di ricordarlo, ancora in europa, con orgoglio, come suo amico, mostrando agli ospiti il modellino di planetario avuto da lui in dono. Non sono queste prerogative esclusive del Medioevo, non siamo (solo) di fronte ad un'epoca-simbolo della poliedricità umana tanto quanto non al cospetto del periodo di più cieca violenza e brutalità dell'uomo. La Storia non si contestualizza in parametri moderni, per quanto sia questa una pratica che ci facilita molto il nostro apparire eruditi e ci permetta, con pochi e precisi termini, di riempirsi la bocca con considerazioni pseudo-storiografiche di cui non si conosce nemmeno l'adstrato da cui ha preso forma. Il Medioevo è stata un'epoca, straordinariamente lunga, che si dispiega oggi ai nostri occhi nella sua sterminata varietà e poliedricità, al pari di qualsiasi altro periodo storico di cui l'uomo abbia esperienza, e si presenta a noi come infinita fonte di notizie, reperti, messaggi, e se vogliamo, insegnamenti. Impariamo a lasciar spiegare le ali alla storia, e a non rinchiuderla in una gabbia per rendere più facile (e superficiale) la sua consultazione, a causa della nostra poca capacità (o forse volontà?) di saperla amare e celebrare in tutte le sue sfaccettature. |