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Vecchio 11-04-2006, 02.41.49   #11
gyta
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Messaggio originale inviato da ravanello
Vedo che tutti mi dicono che il dolore e' una cosa buona, che ci fa evolvere che ci migliora.....allora e' Dio che vuole il nostro dolore (guerre,carestie, malattie terremoti, violenza...)per farci migliorare o no???!!!

C'è un dolore "mentale" ed uno fisico:
non sono a mio avviso la medesima cosa!

Il primo (quello mentale/interiore) può aiutare realmente ad espandere la consapevolezza, ad aprire vie celate e più difficilmente visibili; è quindi un ingrediente catalizzatore di trasformazione, se la trasformazione è già latente, subconsciamente preparata, diversamente amplificherà domande e possibili risposte di trasformazione.

Il secondo, il dolore fisico al quale francamente ancora non so dare di netto una chiara risposta, non porta a mio avviso a delle reali trasformazioni consistenti, poiché preme l'acceleratore di netto evitando la giusta maturazione dei risvolti interiori!
Potrei sparare che il male fisico, che è accompagnato dal dolore sia la risposta fisica ad uno squilibrio interiore quindi mentale, animistico al quale non si sia posta giusta attenzione e forse di norma è realmente così, anche se tale "cruda"/"netta" analisi non ci porta un granché alle considerazioni finali intorno alla sua utilità estendendo il discorso all'estremo verso malesseri senza "rientro".. per così dire!

Dio lo lascio assolutamente al di fuori di bene e di male, essendo questi corrispettivi d'identità umana stabilita proprio sugli opposti, opposti di sentire, modalità d'essere entro determinati parametri che non consentono che questa giostra ipotetica e talvolta purtroppo reale entro gli estremi!!

Non leggo né tantomeno voglio, bramo leggere un Dio-Esterno che contempli una sorta di scuola sulla prova ad opposizione..
Né un Dio-Interno che faccia altrettanto!
C'è una realtà del sentire sita in certi determinati paramentri: questo è quanto!
Da ciò, ovvero da questo dato di fatto ci si può accostare con riserva di stampo accrescitivo o lesivo!Farne motivo di migliore e più profonda ricerca introspettiva o respingerne il totale al di fuori accrescendo di fatto tacitamente i contrasti interni/interiori.

Ripeto: non leggo una volontà Divina volta all'accrescimento per contrasto lesivo(/distruttivo); al massimo per contrasto apparente volto al suo stesso insito scemare nel profondo.




Gyta
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Vecchio 11-04-2006, 08.23.46   #12
ravanello
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Vorrei raccontarvi un breve parabola......un indios sempre vissuto in un una savana, senza nessuna conoscenza viene portato nella sala operatoia di un ospedale dove vede un uomo con il camice bianco tagliare una gamba, aprire uno stomaco, con un ago bucare la pelle....l'indios pensa che questa persona sia un mostro che tortura le persone, che fa del male......quando il chirurgo ha finito pero dice all'indio....."Se non tagliavo la gamba quell'uomo moriva di cancrena.....se non aprivo lo stomaco ...moriva per un tumore eccetera"...ecco il chirurgo e' Dio e l'indio siamo noi ignoranti di fronte a Dio.....io credo che Dio voglia il dolore, la guerra, le malattie...Dio e' creatore di tutto!!...Se lo permettesse si sarebbe crudele, ma lui non lo permette, lo vuole...Hitler, l'atomica e Bil Laden sono Dio che li vuole
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Vecchio 11-04-2006, 08.47.33   #13
ancient
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in questo stesso sito ho letto un articolo di Aurobindo che può dare qualche ulteriore indicazione, ne traggo qualche stralcio:



Perché è stato richiesto un prezzo così gravoso e pesante? Perché sono sempre esistiti il male e la sofferenza? Riguardo al come (e non al perché) della caduta nell'Ignoranza, alla sua causa effettiva, c'è un sostanziale accordo in tutte le esperienze spirituali: l'ha prodotta la divisione, la separazione, il principio d'isolamento dal Permanente e dall'Uno; è perché l'ego ha preso una posizione indipendente nel mondo, preferendo affermare il proprio desiderio e la propria importanza invece della propria unità col Divino e della propria identità con il tutto; è perché, invece di lasciare l'unica Forza, Saggezza e Luce suprema a determinare l'armonia di tutte le forze, fu permesso a ciascuna Idea, Forza e Forma delle cose di svilupparsi fin dove poteva nella massa delle infinite possibilità, mediante la propria volontà separata e inevitabilmente, alla fine, mediante il conflitto con le altre. La divisione, l'ego, la coscienza imperfetta, il brancolamento e la lotta di un'affermazione di sé separata sono la causa effettiva della sofferenza e dell'ignoranza di questo mondo. Non appena le coscienze si separarono dalla coscienza unica, caddero inevitabilmente nell'Ignoranza, e l'ultimo risultato dell'Ignoranza fu l'Incoscienza. Da un immenso oscuro Incosciente è sorto questo mondo materiale, e da esso sorge un'anima che, attraverso l'evoluzione, cerca di farsi strada per entrare nella coscienza, attirata dalla Luce nascosta, e ascende, sebbene ancora ciecamente, verso la Divinità perduta da cui venne.

Ma perché questo doveva accadere? Un modo comune di porre la domanda e di rispondervi dovrebbe essere fin dall'inizio eliminato, ossia il modo umano con la sua ribellione e riprovazione etiche e la sua protesta emotiva. Perché non è, come alcune religioni suppongono, una Divinità personale, sovracosmica e arbitraria, di per sé non coinvolta assolutamente nella caduta, ad aver imposto il male e la sofferenza a creature prodotte dal capriccio del suo fiat. Il Divino che noi conosciamo è un Essere infinito nella cui infinita manifestazione sono venute queste cose; è il Divino stesso che è qui, dietro a noi, a pervadere la manifestazione, a reggere il mondo con la sua unità; è il Divino stesso a sostenere in noi il fardello della caduta e delle sue oscure conseguenze. Se, lassù, Egli sta in eterno nella sua Luce, Beatitudine e Pace perfette, Egli è anche quaggiù; la sua Luce, la sua Beatitudine e la sua Pace sono segretamente qui e sostengono tutto; in noi stessi esiste uno spirito, una presenza centrale più grande delle tante personalità di superficie, e che, come il Divino supremo stesso, non è dominata dal fato che quelle subiscono. Se scopriamo questo Divino in noi, se conosciamo noi stessi come questo spirito che è uno in essenza e in essere con il Divino, questa è la porta della nostra liberazione, e vi possiamo rimanere anche in mezzo alle disarmonie di questo mondo, luminosi, beati e liberi. Questa è la testimonianza, antica quanto il mondo, dell'esperienza spirituale.

Ma ancora, qual è lo scopo e l'origine della disarmonia? Perché questa divisione e quest'ego, questo mondo con un'evoluzione così penosa? Perché il male e il dolore devono insinuarsi nel Bene, nella Beatitudine e nella Pace divini? È difficile rispondere all'intelligenza umana rimanendo al suo stesso livello, perché la coscienza cui appartiene l'origine di questo fenomeno e per la quale esso è in qualche modo automaticamente giustificato in una conoscenza superintellettuale, è un'intelligenza cosmica e non un'intelligenza umana individualizzata; essa vede spazi più vasti, ha un'altra visione e cognizione e stati di coscienza, diversi dalla ragione e dal sentimento umani. Alla mente umana si potrebbe rispondere che mentre in sé l'Infinito può essere libero da queste perturbazioni, tuttavia, una volta iniziata la manifestazione, sono iniziate anche infinite possibilità, e fra le infinite possibilità che la manifestazione universale ha la funzione di elaborare, una di queste è stata ovviamente la negazione, l'apparente negazione effettiva (con tutte le sue conseguenze) del Potere, della Luce, della Pace e della Beatitudine. Se si chiede perché tale negazione, anche se era solo una possibilità, sia stata accettata, la risposta più vicina alla Verità cosmica che l'intelligenza umana possa formulare è che nelle relazioni o nel passaggio dal Divino nell'Unità al Divino nel Molteplice, quest'infausta possibilità è divenuta a un certo punto inevitabile.

Infatti, una volta che appare, essa acquista per l'Anima che scende nella manifestazione evolutiva un'attrazione irresistibile che crea l'inevitabilità — un'attrazione che, in termini umani e a livello terrestre, potrebbe tradursi con il richiamo dell'ignoto, la gioia del pericolo, della difficoltà e dell'avventura, la volontà di tentare l'impossibile, di realizzare l'incalcolabile, la volontà di creare il nuovo e l'increato con il proprio essere e la propria vita quali materiali, il fascino degli opposti e della loro difficile armonizzazione — tutte cose che, tradotte in un'altra coscienza, sovrafisica, superumana, più alta e più vasta di quella mentale, hanno costituito la tentazione che ha portato alla caduta. Per l'essere originario di luce che si accingeva a discendere, le uniche cose ignote erano infatti le profondità dell'abisso, le possibilità del Divino nell'Ignoranza e nell'Incoscienza. Dall'altro lato, nell'Unità divina, c'era una vasta acquiescenza compassionevole, consenziente, soccorrevole, una conoscenza suprema che questa possibilità doveva essere, e che, essendo apparsa, doveva realizzarsi, che la sua apparizione faceva parte in un certo senso di un'insondabile, infinita saggezza, e che se l'immersione nella Notte era inevitabile, l'emersione in un nuovo Giorno senza precedenti era anch'essa una certezza, e solo così poteva essere effettuata una sicura manifestazione della Verità suprema — attraverso un'elaborazione dei suoi opposti fenomenici come punto di partenza dell'evoluzione, come condizione posta per un'emersione trasformatrice.

È forse questa una rappresentazione troppo immaginativa della Verità inesprimibile? Ma come presentare senza immagini all'intelletto un mistero che lo supera di molto? Solo quando si è attraversata la barriera dell'intelligenza limitata e si è partecipi dell'esperienza cosmica e della conoscenza che vede le cose per identità, le supreme realtà che stanno dietro a queste immagini — immagini che corrispondono alla realtà terrestre — assumono le loro forme divine ed appaiono semplici, naturali, inerenti all'essenza delle cose. Solo entrando in quella coscienza più grande si può afferrare l’inevitabilità della sua creazione e del suo scopo.

(L'articolo completo è qui: https://www.riflessioni.it/testi/enigma_mondo.htm )
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Vecchio 11-04-2006, 11.08.57   #14
Donatella
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Messaggio originale inviato da gyta
Il secondo, il dolore fisico al quale francamente ancora non so dare di netto una chiara risposta, non porta a mio avviso a delle reali trasformazioni consistenti, poiché preme l'acceleratore di netto evitando la giusta maturazione dei risvolti interiori!
Gyta
Penso che semplicemente il male fisico sia il modo in cui il nostro corpo ci invia messaggi, ci indica che qualcosa non va, non solo a livello fisico. Il linguaggio del corpo è questo, egli comunica col piacere o col dolore, in base a ciò che appunto vuole farci recepire.
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Vecchio 11-04-2006, 11.16.24   #15
freedom
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Se lo permettesse si sarebbe crudele, ma lui non lo permette, lo vuole...Hitler, l'atomica e Bil Laden sono Dio che li vuole

Forse Dio non è onnipotente in senso assoluto. Ma in senso relativo.

Rispetto all'uomo lo sembra ma, rispetta ad un Dio più grande di Lui (P.ES.) non lo è.
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Vecchio 11-04-2006, 11.22.00   #16
Uno
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Dio non è onnipotente in senso assoluto. Ma in senso relativo.

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Vecchio 12-04-2006, 18.56.39   #17
gyta
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Messaggio originale inviato da ancient
di Aurobindo:

Perché non è, come alcune religioni suppongono, una Divinità personale, sovracosmica e arbitraria, di per sé non coinvolta assolutamente nella caduta, ad aver imposto il male e la sofferenza a creature prodotte dal capriccio del suo fiat.

Il Divino che noi conosciamo è un Essere infinito nella cui infinita manifestazione sono venute queste cose; è il Divino stesso che è qui, dietro a noi, a pervadere la manifestazione, a reggere il mondo con la sua unità

in noi stessi esiste uno spirito, una presenza centrale più grande delle tante personalità di superficie, e che, come il Divino supremo stesso, non è dominata dal fato che quelle subiscono.

È difficile rispondere all'intelligenza umana rimanendo al suo stesso livello, perché la coscienza cui appartiene l'origine di questo fenomeno e per la quale esso è in qualche modo automaticamente giustificato in una conoscenza superintellettuale, è un'intelligenza cosmica e non un'intelligenza umana individualizzata

essa vede spazi più vasti, ha un'altra visione e cognizione e stati di coscienza, diversi dalla ragione e dal sentimento umani.


..e fra le infinite possibilità che la manifestazione universale ha la funzione di elaborare, una di queste è stata ovviamente la negazione, l'apparente negazione effettiva (con tutte le sue conseguenze) del Potere, della Luce, della Pace e della Beatitudine[...] questa possibilità è divenuta a un certo punto inevitabile.

[..]la volontà di tentare l'impossibile, di realizzare l'incalcolabile, la volontà di creare il nuovo e l'increato con il proprio essere e la propria vita quali materiali, il fascino degli opposti e della loro difficile armonizzazione

se l'immersione nella Notte era inevitabile, l'emersione in un nuovo Giorno senza precedenti era anch'essa una certezza, e solo così poteva essere effettuata una sicura manifestazione della Verità suprema — attraverso un'elaborazione dei suoi opposti fenomenici


Solo quando si è attraversata la barriera dell'intelligenza limitata e si è partecipi dell'esperienza cosmica e della conoscenza che vede le cose per identità, le supreme realtà che stanno dietro a queste immagini — immagini che corrispondono alla realtà terrestre — assumono le loro forme divine ed appaiono semplici, naturali, inerenti all'essenza delle cose.

"Dio" non è "Relativamente Potente"!
"Io" è Relativamente.. Potente!!

Grazie Ancient di aver riportato qui queste parole!!
Non ne vedrei altre altrettanto luminosamente chiarificatrici!!



Gyta
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Vecchio 12-04-2006, 20.09.27   #18
psicher
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Io sto passando un periodo tremendo di dolore prima fisico e ora diciamo psichico...

Sono andata sempre più scivolando verso il fondo senza saper cosa fare e come reagire a questo dolore che mi blocca e mi tormenta, dovuto a delle cose orribili che mi sono successe.....Alla fine forse (e dico forse!) sto incominciando a capire il senso di tutto questo: devo effettuare un profondo cambiamento riconoscendo i miei limiti e avviare con maggior impegno un mio cambiamento interiore, forse anche ammettere che anch'io ho bisogno degli altri e forse anche di Maestri oppure...

E' da un anno e passa che non facevo più astanga yoga....sentivo che quella esperienza per me non aveva più attrattive...Ieri ho fatto una lezione di prova di krija Yoga e ho sentito qualcosa di nuovo e inaspettato sorgere in me....forse è quello che sto cercando da tanto tempo e forse se non avessi passato questo brutto periodo, sarei rimasta attaccata alle vecchie abiutdini.....

Ma sicuramente c'è sempre un senso al dolore anche se noi non lo vediamo....


Psicher
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Vecchio 12-04-2006, 20.49.51   #19
Yam
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Il dolore e' nel Buddismo la prima nobile verita' e' il Dukkha.
La seconda nobile verita' e' la causa del dolore che e' Trsna o sete o concupiscenza o brama.
La terza nobile verita' e' la cessazione della sofferenza che e' lo stato Nirvanico.
La quarta Nobile verita' e' il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza.
Nella parabola del filiol prodigo troviamo esattamente la stessa cosa....troviamo cioe' che il filiol prodigo attratto dalle vicende mondane impara a sue spese che li nel mondo del desiderio non c'e' felicita', ma solo sofferenza e solo dopo aver compreso questo nasce in lui la vera motivazione per tornare alla casa del padre.
In tutte le tradizioni spirituali troviamo la medesima conoscenza.
La concupiscenza, la brama e' sofferenza (peccato nel Cristianesimo).
Per esperienza personale so con certezza che non vi e' nessuna differenza tra il dolore psicologico e quello fisico...........


Cosa significa tutto cio' in pratica?
E soprattutto come si puo' affrontare da vittoriosi il dolore?

Ultima modifica di Yam : 12-04-2006 alle ore 20.51.17.
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Vecchio 12-04-2006, 23.01.41   #20
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"Le ragioni del dolore"

...."Oh dolore, primo alimento della paura! Che cosa non si fa per sottrarsi al tuo abbraccio! Sei tu che rendi sgradite certe esperienze, tu che muovi gli esseri viventi per un verso anziché per l'altro. Sarebbe forse temuta la fame se non fosse dolorosa? E chi intraprenderebbe l'odissea che comporta lo sfamarsi se il digiuno fosse piacevole? Dunque tu, dolore, condizioni le esperienze degli esseri viventi e al tempo stesso li muovi da un venefico, mortale ristagno.

Ebbene, se nelle cose che posso spiegare, tu, dolore, mi appari utile, la stessa utilità deve esserci laddove non arrivo ad afferrare la ragione della tua esistenza. In effetti tu sei il termine di una primordiale dualità, senza la quale nulla vi sarebbe di ciò che è; tu, per la tua stessa natura inviso e rifuggito da coloro che non esisterebbero e cesserebbero di esistere se non ti avessero conosciuto e non continuassero a conoscerti; tu, motore primo del divenire!
Ma dunque, se allora il tuo esistere è vitale, rifuggirti, ribellarsi alla tua opprimente presenza è un errore? Se quale termine di una dualità che dà vita ed evoluzione, tu, dolore, sei provvidenziale, perché mai ribellarsi al tuo straziante dominio? Giusto parrebbe invece supinamente subirti. Sí, è vero: il dolore è una macerazione insostituibile, ma la sua funzione è anche quella di far reagire, imprecare, rompere le situazioni spiritualmente cristallizzate, indurre a ricercare, a chiedersi: « Perché? », a diventare strumenti di speranza e di gioia!"... http://www.cerchiofirenze77.org/Bran...del_dolore.htm
edali is offline  

 



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